Creato da sisyphus13 il 27/02/2015
curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 12

Post n°12 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

 





Scalarono il budello di scala stando ben attenti a non scivolare. Faceva effetto: dalle finestre squarciate si poteva intuire una notte immensa e dolce, sopra il movimento delle File che s'era placato. Frankie sentiva i bordi della notte rimboccarsi intorno alle sue ossa e seguiva le scarpette scalcagnate di Rabail. L'ascesa delle scale si rivelava lunga e, ogni tanto, qualche sassolino cadeva nella tromba senza rieccheggiare o lanciare il segnale di suolo toccato. Finalmente approdarono a un pezzo di tetto mangiucchiato alle estremità e franato al centro. Dall'alto si vedeva BRANDER, e sembrava non finire mai. Le luci si disegnavano come un reticolato di spine o un albero di natale elettrificato e Frankie, dopo avere vissuto il suo tragitto nei guizzi di illuminazione improvvisi sopra una coperta di oscurità, era abbacinato da quell'immensa distesa accesa.
"Quanti anni ha questa Città?".
"Uh?".
"Quanto è vecchia, insomma? Non è certo nata da un giorno all'altro."
Rabail si grattò il mento :"Per quanto ne so è sempre esistita ed è sempre stata abitata allo stesso modo."
"Da quegli sconclusionati che girano nelle file?".
Una brezza leggera s'era sollevata e portava uno strano effluvio di menta ed erba selvatica. "Sì, insomma. A scuola nessuno c'ha insegnato le Fondazioni o cazzate varie. BRANDER c'è e tanto basta." Rabail prese un sorso da una lattina di birra che Frankie nemmeno aveva vista. "Vuoi?". La prese e la lasciò gorgogliare in gola. Poi sputò dall'alto, verso la strada che s'intravvedeva appena sotto la luce dei lampioni lillipuzziani. "é antica. Almeno così dà l'impressione di esserlo. Come una Città sopravvissuta a un cataclisma."
Rabail rise e i suoi denti risplendettero nell'oscurità. "Sei metallico". Disse, e gli cinse con un braccio i fianchi. Frankie lo allontanò con discrezione e si spostò di qualche metro. Non aveva messo in conto che quel ragazzo potesse essersi innamorato.
"Sei frocio?".
Rabail continuò a ridere, questa volta a squarciagola e vuotò d'un botto la lattina di birra. Poi la lanciò in strada. "Non ti piace questo panorama? Sono stato Io a portarti a vederlo..."
"Beh, non significa che debba darti il culo per ringraziarti."
"Che pesantezza. Era solo un gesto di affetto."
"Sì, lo capisco." Frankie guardò di traverso Rabail: quella presenza sgangherata e rapace, i vestiti che gli stavano larghi addosso, come una tenda beduina. "Davvero non pensavo che la Città potesse dormire. Con tutte queste luci sembra impossibile. Eppure è serena."
"Apparentemente. Di notte girano i corpi di guardia, i vigilantes...Forse non li vedi, ma ci sono".
Frankie prese un altro sorso da un'altra birra aperta dal tizio e si grattò la guancia, coperta di un sottile velo di barba ispida. "Sai, non vorrei essere stato brutale. Se sei omosessuale non è importante. Posso persino capire che ti faccia un certo effetto."
"Ho una storia giù con un tipo di cinquant'anni. Tu sei spuntato come un fiore, poi venivi dal niente e chissà dove finirai. Mi ha colpito, ecco tutto."
"Ho un viaggio, forse mentale, ancora da compiere. Rabail, questa città per Me è solo un intermezzo. Posso innamorarmi delle luci quando cala la notte ma non di una persona."
"Ti piacerebbe se domani ti portassi a fare un giro per le File? Verso sera...quando hanno il rituale dell'aperitivo."
Mi incuriosirebbe, certo. Vederli mentre si decontraggono un pò. E intanto, nel frattempo, continuano a frullare le persone nei loro girotondi."
Si presero per mano mentre una riga sottile di pianto solcava la guancia di Rabail. "Sai, ho smesso di amare tanto tempo fa."
Frankie ritirò la mano e si mise a pensare a Barbara mentre l'Oscurità impazziva sotto le sferzate di dolore delle luci al neon. La Città grande si decomponeva in tante piccole pozze di specchi.
 
 
 
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