Creato da sisyphus13 il 27/02/2015

Il Tragitto

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Post n°17 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

"Deve essere impazzito" Pensò Frankie mentre la vista gli si offuscava. "Squilibrato!" Riuscì a urlare "Ti pare questo il modo di affrontare le persone?". "Stai zitto!" Gli rispose il ragazzo "Sei un pervertito, ti ho visto bene, stavi cercando di metterle le mani addosso!". Frankie appoggiò la testa sul pavimento polveroso e cercò di fermare il mondo che gli girava vorticosamente intorno. Vedeva un mucchio di teste ciondolanti affacciarsi sul suo schermo visivo, e pensò che sarebbe stato linciato, squartato vivo da quel gruppo di psicopatici che viveva sottoterra, e poi divorato per assenza di cibo. Sentiva la nuca pulsargli e un grosso bernoccolo gli stava sicuramente crescendo dalla pelle, bitorzoluto e incandescente. Itzi e Troncon arrivarono sul luogo flagrante. Guardarono tutti in faccia e sollevarono per la schiena Frankie. "Beh, cosè questa storia?". Sarà stata la ferita che gli rimuoveva i freni inibitori ma Lui prese a parlare in modo molto schietto e diretto, come se dovesse fare riferimento solo a sè stesso :"Qual'è la cosa strana? è proibito un approccio da queste parti? E poi, voi non lo sapete, ma Lei non mi ha respinto." Troncon ebbe un moto di repulsione :"La ragazza è ancora sotto shock". "Anch'Io sono sotto shock, sono capitato su una nave di pazzi e vengo preso a padellate in testa per avere fatto la corte a una ragazza insicura quanto me."

Tutti erano allibiti. Il luogo si popolava di figure appena stabili che oscillavano dalla cintola in su. Alcuni scrollavano palesemente il capoccione, molti altri si appoggiavano il pugno nell'incavo dell'altra mano e sembravano sul cominciamento dell'esser minacciosi. Frankie si teneva la testa e la botta gli spaiava tutte le visioni che aveva di fronte ma l'unica cosa che sentiva veramente era l'incombere di un pericolo nelle fattezze lievemente distorte dei visi che lo circondavano. "Un momento" Fece all'audience di paranoici "Non avevo nessuna intenzione di approfittare della ragazza". Al tempo stesso si era messo a correre, schivando le figure ancora malferme sulle gambe e agganciando la scaletta che lo avrebbe portato all'esterno. Giunto a metà della risalita s'era bloccato, riguardando in basso le persone che avevano abbandonato la Vita per interrarsi lontano dalla luce. Ne aveva provato un'istintiva pietà e per due secondi li aveva raccolti tutti nel suo campo visivo. Erano troppo intontiti per poterlo inseguire e si limitavano ad agitarli contro i pugni sollevati. Itzi e Troncon parevano basiti e guardavano attraverso di Lui qualche infinità ricoperta di muschio. Lui abbandonò tutti definitivamente e sboccò sulla terra. Respirò piano, l'aria era tersa. Chiuse la botola e si guardò intorno: la poca erba macchiata era mossa da una brezza marcita e le frattaglie di muri incombevano scheggiate tutt'intorno. Vide con difficoltà due figure che sembravano abbracciate a pochi metri da Lui, sotto un arco in rovina. Un brivido lo percorse tutto, dalla sommità dei talloni alla radura del suo cranio rasato. Si avvicinò con circospezione e riconobbe Rabail e Louise. Il ragazzo teneva il viso della ragazza appoggiato alla sua guancia mentre con le mani indugiava nei corti capelli rossi, ravvivandoli e scompigliandoli.

"Che si dice, allora?".

Rabail sollevò le pupille stancamente e squadrò Frankie senza ostilità. "L'ho portata fuori mentre c'era casino lì dentro."

"Volete venire con Me?".

"Cosa saremmo qui a fare, secondo Te?".

"A cominciare a prendere un pò d'aria."

"Sei un uomo spiritoso, Frankie, ma è aria fritta."

Louise stava stretta a Rabail ma questo non procurava lancinanti dolori al ragazzo. Sapeva che il cammino era ancora lungo e che l'atmosfera si sarebbe fatta più sottile. Per quello che ne poteva sapere Lui anche un'intera esistenza poteva stare ad aspettarli là fuori.

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