Creato da sisyphus13 il 27/02/2015
curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 19

Post n°19 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

 






"Ma Tu non hai mai abitato a BRANDER" buttò lì Frankie mentre gli spettri sotto psicofarmaci gli facevano da corona in modo sempre più fastidioso. "No, ho studiato lontano da qui, ma i miei genitori hanno sempre vissuto da queste parti. conosco la Città e le sue regole." "Sei innamorata di Rabail?". Lei non sorrise nemmeno: scacciò l'aria con una mano. "Perchè questa domanda? Voi volete sempre possedere qualcosa." Luì abbassò la fronte. Aveva ragione. C'era tanto di quell'egoismo da colare una corazza. Per un attimo Frankie si sentì ridicolo e molto piccolo rispetto alla ragazza. Ne era veramente innamorato? O era solo un gioco di possesso con l'altro pagliaccio? Un qualcosa di estremamente infantile. Uno spettro gli si aggrappò al braccio :"ciao, Io sono Pancho." Lui lo fissò e mentre attendeva con la coda dell'occhio Rabail. E decise di parlare. "Da quanto tempo sei qui dentro, Pancho?". "Ah, circa due anni...prima facevo il bancario. ero di famiglia stabile....mio padre....ma ero stufo....alla fine ho dato un pugno nell'occhio al mio superiore.......mi hanno messo a ramazzare le aiuole...con 24 gocce al giorno.....niente aperitivo per me....un giorno sono scappato e mi sono rifugiato qui, nella parte bassa della Città.....dopo un pò che vivevo morendo di fame tra le rovine mi sono imbattuto in Troncon.... con la camicia nei pantaloni, jeans attillati e stivaletti con la punta all'insù....mi è letteralmente apparso....e mi ha tirato dentro...dopo ho vissuto sottoterra, andando avanti a zyprexa"......L'uomo era di fronte.
"Pancho" stava per Frankie in spagnolo e la cosa non smetteva di colpirlo. "Come si vive sottoterra, Pancho?". Lo spettro si piegò di lato, quasi a mostrare un'indifferenza mista a dolore. "Si tira avanti" proruppe con un tono piagnucoloso "L'importante è tenersi lontani dalle File." Frankie era esasperato :"Ma cosa c'è di tanto terribile nel far parte di una Società? In una certa maniera l'avete costruita Voi." Ma questo sembrava un concetto troppo lontano da Pancho e qualcosa che lo terrorizzasse profondamente. Continuava la sua litania strascicata :"Doveri, ordini, imposizioni......non è vivere in un bel mondo.....preferiamo una vita a basso profilo....dimenticare e vivere dei nostri sogni..... " "Ok, va bene." E Lui spostò Pancho, cercando di non farlo cadere. Poi però tornò a fissarlo per un'ultima curiosità :"Come vi procurate il materiale? non deve essere così facile stonarsi a base continua". Lo spettro rise in modo gutturale sputacchiando saliva. "Si trova, si trova. alla fine molti fra le divise sono contenti di saperci sottoterra piuttosto che a importunare il traffico di sopra. Siamo ben provvisti di stuff e abbiamo ricette sparse ovunque. " "Non capisco. Allora non siete ricercati?". "Era tutta una farsa. Non stiamo scappando dalle File, ma stiamo scappando da voi." Lo psicotico prese saldamente Frankie per un braccio e cercò di torcerglielo ma era troppo fuso. Lui gli rifilò un ceffone è saltò fuori dalla fessura di mattoni trascinando per il collo Louise. Insieme rotolarono per terra lungo il marciapiede. Interruppero una fila e la mandarono a puttane. Subito si levarono grida, imprecazioni e invocazioni alle divise. Frankie si sollevò e le luci stordenti della via lo fotterono per un attimo: si fece schermo la mano destra davanti agli occhi e vide arrivare di corsa Rabail. Rimise in piedi Lui e Louise e tutti e due lo seguirono rapidi mentre le File si frangevano e scomponevano di fronte a Loro e alla loro fuga. La stazione non era lontana e avevano le ali ai piedi, superarono il cavalcavia deserto e piombarono sugli ultimi gruppi mandandoli in parapiglia. Non si sentivano sirene, nè grida delle Divise. Quella situazione aveva colto tutti di sorpresa. Entrarono nella metropolitana scavalcando i rondelli, poi si inoltrarono nelle gallerie attraverso i cantieri delle nuove Linee. Passò poco tempo che erano spariti agli occhi dei pochi stupefatti operai e degli altrettanto confusi e radi passeggeri in attesa sulle banchine.
 
 
 
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