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curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 29

Post n°29 pubblicato il 28 Febbraio 2015 da sisyphus13

 






Rabail scosse la testa e guardò in alto, lungo la strada che avevano percorso a rotta di collo. "Pensi si sia ripreso quello scoppiato?". Frankie abbozzò un sorriso :"Il cazzotto è stato forte. Posso anche avergli rotto qualcosa. Non credo sia in grado di venirci dietro, comunque è sempre meglio sgomberare." Tutti si alzarono, anche Pearson, stringendosi il braccio ferito. Il Colonnello Strano, che fino a quel momento era stato silenzioso e paonazzo, fece un cenno come a intimare un immaginario altolà e prese a parlare con voce monotona e stanca :"Vi faccio presente una cosa: non voglio quell'individuo con noi (e indicò Pearson). Troppa gente ha sofferto per colpa loro e non me la sento di accettare la sua versione, nè di accompagnarmi a un criminale." Frankie sbuffò e cercò di inquadrare il Colonnello. Questi ora stava immobile e fisso, nella più classica delle posi militari. "Andiamo, Strano, ha detto Lei stesso che nella cucina dell'Albergo venivano cucinati i...Nani. Le sembra il caso di buttarsi dalla parte di una banda di psicopatici Cannibali? Non so se quello che ha raccontato Ray sia totalmente vero...ma dovrei forse credere a Tyner o a Saunders Vitali? Non so cosa ne pensa Lei ma Io dalle loro storie sento esalare un gran puzzo di Morte. Forse nessuno ha veramente ragione, probabilmente anche il gruppo di Ray si è macchiato di crimini atroci ma la situazione attuale non ci permette di indagare a fondo. E nel dubbio preferisce lasciare il ragazzo nelle mani delle Forze Irregolari? Lei è un militare coi fiocchi: sono certo che ci penserebbe parecchio prima di appendere a un gancio di macellaio una persona, per quanto possa essersi macchiata di condotta contro la Legge. E allora Le chiedo unicamente di accompagnarsi a Noi. Mi assumo tutte le responsabilità sul comportamento di Pearson. Per quanto non sappia spiegarmene il motivo sono certo che non ci creerà grattacapi." Il discorso parve far presa sul militare che però mise in luce la sua situazione particolare :"Accetto la spiegazione. E mi sembra anche ragionevole. Sta di fatto che Io sono un ufficiale e ho l'obbligo di acquartierarmi presso il Comando della Divisione della Gioia. Facessi diversamente sarei un disertore. Già la mia situazione è critica; mi sono fatto coinvolgere in una aggressione e sono stato testimone di condotte quantomeno sconcertanti. Non ho ordini freschi e mi sarà difficile raggiungere la mia destinazione. Sarò sincero: Mi sento in trappola." E abbassò lo sguardo sul terreno. Frankie parve capire il tragico dilemma della Divisa e gli battè sulla schiena. "Si accompagni a Noi, Colonnello, non ha serie alternative. Quando sapremo qualcosa in più sulla sede delle sue truppe Lei potrà tranquillamente unirsi a Loro. Mi sembra ragionevole. Vuole forse aggirarsi come un cane randagio nei dintorni dei soldati, correndo il rischio di essere identificato come un transfuga? Ci pensi." Strano si tastò la visiera poi acconsentì e disse sottovoce che era il caso di muoversi. Louise guardava tutta la pantomima con irrisione e sufficienza. Pareva di gran lunga l'individuo più a suo agio nella vicenda. Rabail la sogguardò aggrottando le sopracciglia :"Non hai fatto parola...Ti va bene di non separarci?". La ragazza annuì e rise di gusto :"Vi fate tanti di quei problemi. Che altro potremmo fare se non restare uniti?". Frankie ristette per un attimo. Quella donna Li stava squalificando Tutti: distaccata, aggressiva, sobria e coraggiosa, alla fine risultava un autentico enigma con un carattere d'acciaio. "Rimettiamoci in moto, allora."
Si avviarono attraverso i bassi arbusti e le macchie di ginepro. Non avevano una direzione precisa e camminavano in fila indiana. Sapevano solo di muovere le gambe verso la linea opposta all'hotel sanguinante, più giù nel cuore del paese, dove forse avrebbero potuto farsi un'idea sul coinvolgimento della popolazione in quelli che sembravano essere strani rituali di Morte. Rabail guidava la carovana dando calcetti ai sassi che incombevano sulla traccia di sentiero che, alla fine, avevano incocciato. "Cristo! Presentarsi al villaggio con un Nano Brigante col braccio ricoperto di sangue! Proprio una genialata." Frankie gli stava alle spalle e non sembrava particolarmente scosso dalla tirata del suo collega :"Debbo chiarire questa storia di guerra civile incombente. Debbo assolutamente approfondire con Ray, sennò non verremo a capo di Nulla. Non interessa anche a Te sapere da che parte stare?". "Io sto dalla mia parte. E da quella di Louise. Tutto quello che cerchiamo è un posto tranquillo dove installarci e costruirci una nuova vita. Lontano dalle cagate e dalla tua assurda voglia di arrivare al Termitaio. Io ho chiuso con la Polizia, per questo sono costretto a muovermi a Est, e Lei mi seguirà, me lo ha dimostrato." Frankie non rispose nulla e si tuffò nei suoi pensieri, questa volta cupi e malmostosi. Quasi seguendo un filo invisibile si girò bruscamente verso il termine della piccola processione per rivolgersi a Ray. Con un tuffo al cuore si accorse immediatamente che era scomparso. "Oh! Cazzo." Tutti gli altri si voltarono e capirono subito l'origine dell'imprecazione di Frankie. "Beh" Fece Rabail "Il piccoletto ci ha tolto dai dubbi amletici, è sparito da solo." Il Colonnello Strano che precedeva Pearson nella colonna affermò di non essersi accorto di nulla, nemmeno del più piccolo rumore tra le sterpaglie :"Quella gente sa come eclissarsi." "Cosa può averlo spinto...?" Mormorò Frankie. Rabail gli cinse le spalle con un moto di falsa solidarietà. "Sono selvatici e imprevedibili. Non puoi contare su persone del genere. La loro fedeltà sarà sempre per il klan." Il suo interlocutore sollevò il mento e masticò amaro :"Comunque non è finita qui, lo sento. Pearson rispunterà da qualche parte." Rabail sputò senza ostentazione :"Liberissimo di crederlo. Ma ora dobbiamo riagguantare la stazione e muoverci da DeLaney. Ci sarà immensamente più facile senza quel nano al seguito, siamo realisti." Ripresero la marcia senza più profferire motto finchè arrivarono nei pressi di una gigantesca villa data alla fiamme. Il fuoco aveva compiuto buona parte della sua opera e il gruppo rimase a contemplare le ultime lingue di calore che erodevano perfino l'ampio muro di cinta. Le telecamere erano state frantumate e due alani giacevano sbudellati all'interno dell'ampio giardino. "Chi ha voglia di dare un'occhiata?". Fece Frankie lasciandosi ricoprire da un brivido freddo ma breve. Gli altri non annuirono. Allora Lui scavalcò il cancello divelto e penetrò all'interno della proprietà. Dentro alla piscina giaceva il cadavere di un uomo a faccia in giù, elegantemente vestito e senza tracce di sangue nell'acqua immobile. Gli innaffiatoi funzionavano ancora e ricoprivano di una sottile pellicola umida oleandri e mirti. Il terreno scricchiolava sotto le sneakers di Frankie e Lui si avviò deciso verso il patio dell'elegante costruzione, ricoperto da scritte offensive e graffiti espliciti. Spinse la porta ma la trovò bloccata da qualcosa che giaceva al di là. Raddoppiò gli sforzi e finalmente la spalancò completamente. Ad opporglisi era stato il corpo di un Nano Brigante dalla testa esplosa e nel vasto salone ne trovò altri sei di corpi piccoletti, tutti con ferite da proiettili esplosivi. Giacevano in pose contorte e goffe con l'orribile effetto della dirompenza ben visibile nella causa della loro Morte. Ai piedi della scalinanta che conduceva ai piani alti stava una donna, con le braccia allungate sui fianchi e con una gamba staccata di netto, più altre miriadi di ferite da taglio sparse sulla pelle bianchissima. Era stata spogliata e poi torturata, con tutta evidenza. Non se la sentì di proseguire fino ai piani superiori. Il suo stomaco delicato già gli dilagava nei pressi della gola e decise di tornare, malfermo, sino ai sontuosi cancelli della proprietà. Dal piccolo sentierino che attraversava l'erbetta tagliata rada e ben ricoperta da milioni di goccioline intravvide i suoi provvisori colleghi che guardavano dentro con curiosità e una bella quantità di paura: la poteva percepire, anche a cinquanta metri di distanza. Si avvicinò come se avesse percorso delle miglia intere attraverso orrori in scatola e barbarie rilucenti. Il sole aveva preso, stranamente, a picchiare e tutto appariva scaturire da un quadro di Bosch, nella sua demente precisione. "Dentro c'è un macello, al secondo piano forse anche peggio ma non ce l'ho fatta." Rabail scosse la testa :"è come se avessero preso di sorpresa i cani e il tizio nella piscina, e poi qualcosa probabilmente è andato storto; dentro intendo." Frankie uscì fuori con un grosso sospiro "Sei giallo." Fece Louise. "Può succedere. Non auguro a nessun essere umano di confrontarsi con la violenza inattesa." "Devi vomitare?". Lo incalzò Rabail. "No poliziotto, Devo camminare, e dobbiamo levarci alla svelta da questi posti."
 
 
 
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