Messaggi del 13/10/2014

DOMENICA AL SUPERMERCATO racconto (73) di Dino Secondo Barili

Post n°15877 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

73

La domenica mattina… al Supermercato

La Signora Maria, 70 anni, vedova, con una gran voglia di vivere… ha le idee chiare. “L’idea di tenere aperti i Supermercati la domenica mattina è stata ottima. Parlo per me… Fino a non tanto tempo fa, al Supermercato ci andavo tutti i giorni dal lunedì al sabato… Ora, invece, ci vado pure alla domenica mattina. Al Supermercato non ci vado solo per comprare, ma per socializzare, per trovare amiche e amici. Infatti, dove c’è un altro luogo in città dove le persone sono al coperto quando piove… sono al caldo nei giorni in cui fa freddo… e sono al fresco quando fuori fa caldo? Risposta: al Supermercato! Inoltre, non si va solo per compare, ma ci si può sedere al tavolino del Bar, fare quattro chiacchiere, sorseggiare un’ottima tazza di caffè o cioccolata, oppure, gustare un gelato (se fa caldo) … o leggere il giornale. “Socializzare” vuol dire avere la possibilità di incontrare persone (di ogni età), scambiarsi informazioni, notizie, pettegolezzi… senza fini particolari, tanto per essere e sentirsi nella società. Oggi, le persone vivono troppo isolate. Il Supermercato, inoltre, offre un’altra opportunità … passare qualche tempo in luogo sicuro, dove non accadano quelle cose (incivili e sgradevoli…scippi, furti, ecc.) che si leggono sui giornali nella sezione “cronaca”. Le persone amano vivere tranquille (la maggioranza) … e il Supermercato offre tutto questo… e molto di più. Infatti, “ – è sempre la Signora Maria che parla – “Le persone avanti negli anni, come me, hanno bisogno di trovare compagnia. L’altro ieri, la Signora Giuditta, sessantacinque anni, si trovava al reparto “caramelle”. Ha preso una confezione dallo scaffale… ne sono cadute tantissime per terra. Un Signore, ben vestito, pressappoco della sua età, si è fermato a raccoglierle. Ne è nata una simpatia. Hanno preso il caffè insieme… e da quel momento passano momenti piacevolissimi. Cosa c’è di male se due persone “simpatizzano”? Quando la Signora Giuditta ha raccontato il fatto alle amiche… è stato tutto un… “ci provo anch’io”. Da quel momento, il reparto “caramelle” è diventato particolarmente “affollato” da uomini e donne con i capelli “grigi”… Questo è solo l’inizio di “viaggio” verso nuove forme… “del piacere dello stare insieme.” – La Signora Maria aveva esaurito il suo discorso e la Signora Egidia di Corso Cavour, aveva ascoltato tutto. Ha voluto dire la sua. “Anch’io devo ringraziare il Supermercato. Il mio Mario l’ho proprio conosciuto lì, al reparto “caramelle”… Quando si dice la fortuna! Era il giorno del mio compleanno (68 anni) tre mesi fa … Il Mario stava pendendo le caramelle… “Come mai?” – chiesi io. “Devo festeggiare il mio compleanno… 69 anni!”. – “Anch’io… festeggio il mio, oggi!” Quel giorno è diventato indimenticabile… come fossimo due ragazzini … al primo amore”. ”. (73)-

 
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IL RUBINETTO di Teresa Ramaioli

Post n°15876 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

IL RUBINETTO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/10/14 alle 17:48 via WEB
Curiosità Il piccolo montone Il termine rubinetto deriva da Robin, diminutivo del nome proprio francese Robert (= Roberto). Nel francese popolare, infatti, si dice robin il montone, il maschio della pecora, l'ariete. Siccome una volta in Francia la chiavetta che regola la cannella dell'acqua era spesso ornata con una testa di animale (per lo più di montone), cominciò a essere chiamata robinet, cioè “piccolo montone”. Passato in Italia alla fine dell’Ottocento venne italianizzato in robinetto, quasi subito evolutosi in rubinetto. Precedentemente in Italia il rubinetto era denominato chiavetta, termine che ne richiama la funzione di chiusura e apertura. I termini spagnolo grifo e tedesco wasserhahn (“galletto d’acqua”) richiamano, come il francese robinet, le fogge più utilizzate dagli antichi designer. Ciao Teresa

 
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CP2471967...E I SALUTI

Post n°15875 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

CP2471967...

E

I SALUTI

cp2471967
cp2471967 il 13/10/14 alle 17:12 via WEB
Saluti
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/10/14 alle 18:51 via WEB
Ciao - saluti a te. Dino
(Rispondi)

 

 
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RICAMIAMO ...E LA BUONA SERATA

Post n°15874 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

RICAMIAMO ...

E

LA BUONA SERATA

RicamiAmo
RicamiAmo il 13/10/14 alle 15:01 via WEB
Come sempre deliziosa storia sereno pomeriggio con un sorriso Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/10/14 alle 18:44 via WEB
Ciao Delia - grazie. Buona serata a te. Dino
(Rispondi)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15873 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Martedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

14 ottobre 2014

 
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punto di vista BLOG...E L'ESPERIENZA

Post n°15872 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

punto di vista

BLOG…

E L’ESPERIENZA

Un Blog è fatto di tante cose… non ultimo l’esperienza. Non basta, infatti, aprire un Blog… Poi, bisogna alimentarlo…tutti i giorni. Il Blog è un mezzo tecnologico interessante … ma è sempre… il mezzo … non… il fine. Il fine è … comunicare. Sono i contenuti che contano. Sono le comunicazioni che rendono interessante un Blog. Per farlo, servono idee e obbiettivi chiari, costanza e continuità… L’esperienza e la fantasia fanno il resto. Buona giornata. Dino

 

 
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IL DOTT. EDOARDO E LA NUOVA CASA racconto (772) di Dino Secondo Barili

Post n°15871 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

13 OTTOBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 13 ottobre 2014 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

772

Il Dott. Edoardo e la nuova casa

L’uomo è fatto di aspettative. Aspettative economiche, sociali… sentimentali… Un anno fa, ne sapeva qualcosa il Dott. Edoardo, cinquant’anni, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia. Cinquant’anni non sono tanti. Spesso ci si accorge di avere cinquant’anni quando si compiono. Allora, si fanno i conti con ciò che si è fatto e ciò che non si è fatto. Il Dott. Edoardo era soddisfatto di ciò che aveva fatto, ma aveva un neo. Vent’anni prima, all’inizio della carriera aveva comprato un bel appartamento in Pavia in un condominio di otto proprietari. Aveva pensato nel frattempo di potersi sposare, avere una moglie e dei figli…invece a cinquant’anni era ancora scapolo… anzi, single. E questo era il vero problema. Le cose, però, stavano diversamente. Quando vent’anni prima aveva comprato l’appartamento, i proprietari del condominio si conoscevano tutti. Erano tutti giovani coppie, coppie con figli. Solo lui era single. Ora, invece, il condominio era cambiato. Alcune coppie si erano sfasciate. Altre avevano cambiato appartamento… Dei primi proprietari era rimasto solo lui, il Dott. Edoardo… single. Il cinquantenne non si trovava più a suo agio nel condominio. In occasione del cinquantesimo compleanno aveva riflettuto su come dare una svolta alla propria vita. Era venuto alla conclusione che avrebbe dovuto cominciare dalla casa. Cambiare casa. Cercare una casa nuova. Nei primi momenti il Dott. Edoardo è rimasto titubante… Dopo qualche settimana, si è convinto. Un sabato mattina di un anno fa, il Dott. Edoardo ha pensato di dare un’occhiata alle offerte di immobili visitando alcune Agenzie Immobiliari. Una di queste Agenzie era nel suo quartiere e decise di cominciare da lì. Quando entrò nell’Agenzia, il cinquantenne venne accolto dall’accogliente sorriso della Titolare, la Dott. Emilia, una trentacinquenne con una notevole esperienza nel trattare i clienti. I primi approcci sono stati formali. Dopo un po’ il Dott. Edoardo aveva avanzato non solo la richiesta … ma spiegato anche le ragioni del perché voleva cambiare casa. A cinquant’anni non aveva più le esigenze e le aspettative di vent’anni prima quando aveva comprato l’appartamento in centro a Pavia. Ora pensava ad una villetta indipendente, con giardino… alla periferia della città. Non solo. Il Dott. Edoardo aveva accennato all’idea che, se fosse accaduto, si sarebbe sposato e avuto dei figli. A quel punto la Dott. Emilia, cominciò a fare i suoi conti. Aveva trentacinque anni. Non aveva il moroso… e il Dott. Edoardo era proprio un bell’uomo, posato, con una bella posizione…e disponibilità di denaro …quanto bastava. Perché non tentare? Quella poteva essere l’occasione buona. La Dott. Emilia presentò al Dott. Edoardo varie soluzioni… alla fine concludeva ogni proposta con un però… C’era, cioè, una possibilità… una villetta indipendente con giardino… alla periferia di Pavia… ma attendeva conferma… Così tra una visita e l’altra passarono diversi giorni. La villetta era sempre in attesa di conferma. Intanto, la Dott. Emilia aveva fatto in modo di entrare in amicizia con il cinquantenne. I due passarono dall’anonimo “lei” … al confidenziale “tu”. Anche il Dott. Edoardo cominciava ad avere simpatia per la Dott. Emilia. E’ stato lo stesso cinquantenne a insistere per vedere la villetta indipendente alla periferia di Pavia. Ormai il tempo era maturo. Emilia e Edoardo decisero di vedere l’immobile. Quando i due si trovarono davanti alla porta d’ingresso della villetta si sentirono impacciati. Nessuno dei due voleva fare il primo passo. E’ stato Edoardo a parlare… “Se fosse per me…ti prenderei tra le braccia…” E’ stata la dichiarazione che Emilia aspettava. “E chi ti vieta di farlo?” Edoardo prese la palla al balzo. Sollevò di peso Emilia e la portò nell’ampio salone d’ingresso. Per il cinquantenne è stato in invito al bacio… Edoardo ha avvicinato le labbra a quelle di Emilia e la trentacinquenne offrì le sue. Tutte le iniziative portano a dei risultati. Edoardo e Emilia si sono baciati a lungo prima visitare ogni angolo della villetta. Dettero un’occhiata anche al giardino ed al garage… Il loro pensiero, però, era quello di rientrare nella villetta e di dare sfogo alla loro passione. Baci a volontà… ovunque, dappertutto. Un sogno stava diventando realtà. A quel punto, nessuno dei due voleva uscire dallo splendido nido d’amore. Avevano chiuso le imposte. Edoardo aveva già deciso. Quella sarebbe stata la loro nuova casa. E’ stata Emilia a fingere una leggera distorsione al piede. Si appoggiò a Edoardo il quale non riuscì a resistere. Cominciò a baciare Emilia in ogni parte del corpo. Le stanze erano vuote… ma il pavimento era disponibile per il loro primo rapporto d’amore. Così è stato… e la vita del cinquantenne Edoardo è finalmente cambiata … in meglio. - Questo è il racconto 772 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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IL VERO POZZO DI SAN PATRIZIO di Teresa Ramaioli

Post n°15870 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

IL VERO POZZO DI SAN PATRIZIO

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 12/10/14 alle 17:45 via WEB
Il vero pozzo di San Patrizio Spesso alle feste di paese viene allestito un finto pozzo dentro al quale si pescano dei premi. Questo gioco viene chiamato "Pozzo di San Patrizio". Fa riferimento alla leggenda che narra di tesori favolosi trovati dal santo irlandese San Patrizio sul fondo di un pozzo o di una grotta. Pochi, tuttavia, sanno che esiste un altro, originale, Pozzo di San Patrizio e che si trova in Italia, ad Orvieto. Si tratta di una struttura costruita ad Orvieto da Antonio da Sangallo tra il 1527 e il 1537 e progettata per rifornire d’acqua la città in caso di assedio o calamità. Fu voluto da papa Clemente VII. L’accesso all’acqua è fornito da due rampe elicoidali, tanto spaziose da permettere di trasportare all’esterno l’acqua a dorso di mulo. Le scale (248 gradini!) sono rifornite di luce da 70 finestroni, che donano al puzzo una luce diffusa e un’atmosfera fiabesca. Il pozzo è profondo 62 metri. Contrariamente alle leggende, sul suo fondo non si trovano tesori, ma solo della semplice acqua. Bisogna considerare, però, che in caso di assedio non c’era nulla di nulla di più prezioso per una città. Infatti, più che la forza militare era proprio la mancanza d’acqua, o la contaminazione delle fonti esistenti a segnare la sorte di una comunità. Il pozzo di San Patrizio di Orvieto, dunque, portava effettivamente la salvezza, più che se vi fosse stato ritrovato sul fondo un immenso tesoro.Buona giornata Teresa

 
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MENEGI53... E I PENSIERI SPARSI

Post n°15869 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da dinobarili
 

MENEGI53...

E

I PENSIERI SPARSI

menegi53
menegi53 il 12/10/14 alle 18:44 via WEB
Un saluto grande e un abbraccio ancora più grande. Ciao Dino buona serata e buon inizio di settimana.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/10/14 alle 16:38 via WEB
Ciao Giovanni - un saluto anche a te. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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