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Messaggi di Luglio 2010

MARTINO CRESCE

Post n°559 pubblicato il 24 Luglio 2010 da atapo
 

ALLA SCOPERTA DEL MONDO


Renoir, Coco mangia


Questi giorni di attesa mi portano un bel regalo: un'overdose di Martino!

La sua mamma è in ferie e non ha più bisogno di me come baby sitter, sono stati già un po' al mare, ci si vedeva meno spesso.

Anche loro stanno organizzando le grandi vacanze, quindi mia figlia ora ha bisogno di consulenze turistiche, poi al mercato dobbiamo cercare vestitini estivi, tutte occasioni per stare insieme ultimamente.

Martino sta cambiando ogni giorno, impara sempre qualcosa di nuovo ed è pieno di iniziative e di curiosità. Quando viene a casa mia, deve essere controllato continuamente: io ho preparato una scatola e un sacco con dei giocattoli, ma naturalmente dopo poco è più attratto...da tutte le cose a rischio: computer, telecomandi, pulsanti vari, soprammobili da spostare, fili da tirare, borse da svuotare, ombrelli da aprire...SCALE! Da me ci sono le scale, e anche ripide, lui vi si arrampica velocissimo incuriosito da ciò che intravede al piano di sopra e sarebbe tutto un salire e scendere.

In pratica ogni due minuti occorre dirgli un NO : è nella fase dell'esplorazione continua, anche nel senso che gli interessa moltissimo smontare tutto ciò che gli capita in mano, poi vorrebbe rimontare, ma naturalmente non riesce e viene a chiedere aiuto.

Stamattina al mercato era lui che spingeva il suo passeggino...addosso alle persone, se mia figlia voleva cercare qualcosa su un banchetto io dovevo allontanarmi con lui, perchè aveva scoperto che era molto divertente alzarsi in piedi dentro il passeggino e tuffarsi sui banchi tra le montagne di vestiti. Non vi dico la fatica quando nel banco con i vestiti per lui abbiamo dovuto “contenerlo” e vedere quali gli andavano bene!

Mia figlia ci chiede: "Ma ero così anch'io?" E noi dobbiamo risponderle di sì...suo figlio le assomiglia...sempre in azione, pieno di iniziative e pronto a sfidare tutte le proibizioni...

Continua a chiacchierare quasi di continuo: il suo martinese si sta avvicinando all'italiano e dice ormai molte parole comprensibili (o per lo meno attribuibili a qualcosa di definito), per me la più buffa è “bilbo”: sembrerebbe “bimbo”, invece vuol dire “birbante”: quando fa qualcosa che non va i suoi genitori gli dicono: “Sei un birbante, sei un birbo”, lui la ripete, la ripete quando gli diciamo NO, la dice, tra sé e sé, anche mentre sta combinando qualcosa che sa benissimo che non deve fare...è la sua autocoscienza...

Dicono che la mattina appena sveglio ...faccia l'appello:

“Mamma?” “Sono qui.”

“Babbo?” “E' al lavoro.”

“Nonna?” “E' a casa sua”

“Nonno?” “Anche lui”

“Gatto?” “E' di là.”

A questo punto, dopo aver ritrovato tutto il suo piccolo mondo, è pronto per alzarsi.

Oggi mia figlia mi ha detto che quando vengono in auto a casa mia, appena svoltano nella strada in cui abito lui comincia a dire: “Nonna, nonna!” ancora prima di arrivare.

Sono quelle soddisfazioni che fanno sciogliere il cuore alla nonna...

 

 
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QUANDO ?

Post n°558 pubblicato il 23 Luglio 2010 da atapo
 

SIAMO ANCORA QUI...

Una persona che per alcuni mesi come attività fisica fa 20 minuti di nuoto circa ogni due settimane (perchè la moglie lo “tormenta” affinchè vada) e per il resto il massimo del movimento quotidiano è il passaggio dalla postazione del computer al divano dove studia, studia, studia...

...quando improvvisamente va a lavorare sul camper e smonta, rimonta, modifica, aggiusta per pomeriggi interi con questo caldo...

...cosa può succedere?

Ovviamente parlo di mio marito che ieri sera, bagagli fatti e caricati, frigo svuotato e avanzi messi a congelare e portati a mia figlia, mi ha detto che gli era venuto mal di schiena, stamattina si è svegliato peggio e voleva fare anche l'eroe : “ Sì, partiamo, ma c'è il rischio che mi blocchi del tutto e dobbiamo fermarci all'improvviso...”(...magari in un'area di sosta assolata o in qualche paesino sperduto in mezzo ai monti senza nemmeno una farmacia...)

Non mi sembrava proprio il caso e, ragionandoci sopra, nemmeno a lui; così, antiinfiammatori e rinvio, se migliora, a domenica pomeriggio, per evitare ingorghi da weekend.

E non è la prima volta che ci succede così: fu tragico un anno quando andavamo in tenda in campeggio,  avevo Marco piccolissimo e si sa come è complicato e ingombrante fare i bagagli con i bambini al seguito: il suo mal di schiena "da partenza" buttò all'aria tutti i miei piani di lavatrici, asciugature, vestitini da prendere e da lasciare, quantitativi di pappe da “stivare” ecc...

Per fortuna ora siamo solo due adulti, anche se mi sono rimasti qui a casa i sandali più scomodi perchè gli altri sono già nel camper, anche se nei prossimi giorni dovremo combinare pranzi e cene frugando nel congelatore, oppure dovremo andare "al volo" a fare un po' di spesa...pazienza!

Veramente stamattina la pazienza un po' l'avevo persa: mi era venuta la tentazione di strozzare “qualcuno”,

allora ho pensato bene di prendere l'autobus e fare un giro in centro, dove in certe stradine all'ombra c'era anche una simpatica brezzolina...e per tirarmi su di morale, girando tra i saldi, mi sono concessa una maglietta nuova!

...miraggio...

 

 
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TOUR OPERATOR

Post n°557 pubblicato il 21 Luglio 2010 da atapo
 

“Un viaggio non ha bisogno di motivo. Non tarda a dimostrare che basta a se stesso. Credi di dominarlo, ma presto scopri che è il viaggio che decide per te.”

(Nicolas Bouvier)


dal calendario miniato

"Les très riches heures du duc de Berry" (1416 circa)

mese di agosto

 

Mi sto dedicando ad una delle mie attività preferite: TOUR OPERATOR.

Avevo parlato all'inizio dell'estate di un viaggio che ci frullava in testa, un'idea mia, venutami qualche anno fa, che anche a mio marito piaceva, dunque quest'anno mi ha proposto di metterla in pratica.

Se dico Loira cosa viene in mente? Un fiume, certo, quello “pieno” di castelli, la vallata della Loira, che d'estate è affollata di Italiani.

Ma la Loira non è solo quello, è lunga più di 1000 chilometri, le sue acque bagnano molte terre interessanti, ricche di storia, questo fiume parte dalle montagne Cevennes e arriva all'Oceano Atlantico...

Ci è venuta voglia di seguirne in camper tutto il percorso, dalla sorgente alla foce, fermandoci qua e là, secondo l'ispirazione, dove ci sembrerà più attraente e dove i camper saranno bene accolti. Non cerco e non mi aspetto niente di particolare, voglio essere disponibile a tutto.

E alla fine...rivedrò il mio amato Oceano, con le sue maree e le onde da surf...che sia la volta buona che riesca ad usare di nuovo la mia tavola?! Ci riposeremo un po' sulle sue spiagge, poi torneremo indietro, abbastanza rapidamente lungo le autostrade.

Un viaggio un po' così, alla ventura, deciso e vissuto giorno per giorno, seguendo un fiume.

Ho trovato un libro quasi-turistico che presenta tutto il corso della Loira e mi sta servendo come base per un primo sopralluogo virtuale, poi devo cercare su internet le aree di sosta, poi devo fare le valigie, poi...poco altro, non faccio programmi più dettagliati che probabilmente salterebbero, sono sicura che come al solito mio marito la prenderà mooolto con calma, incontreremo sorprese interessanti che ci faranno rallentare o deviare e al ritorno...vedremo cosa saremo riusciti a concretizzare...

Confesso che stavolta mi piacerebbe poter raccontare durante il viaggio quasi giorno per giorno, quando le emozioni sono più vive, ma non sono previsti collegamenti. Ci sarà un lungo silenzio qui, per questo viaggio abbiamo messo in conto un mese, più o meno. E' l'impegno che ho chiesto a mio marito: se vuole farlo, tempi distesi e...poco studio matematico! Sarebbe il colmo che in luoghi simili lui continuasse a stare rintanato in camper a studiare nelle soste mentre io vado in giro!

Ma il bello è che per questo viaggio...non si sa quando partiremo!

Avremmo dovuto già esserci mossi da lunedì scorso, subito dopo il battesimo di Riccardo, ma poiché nel viaggio di ritorno dalla costa azzurra abbiamo avuto un piccolo incidente, nessun danno alle persone, ma solo ad un pezzo sotto il camper, come suo solito mio marito per portarlo in officina ha aspettato, ha aspettato...e quando si è deciso gli hanno detto che il ricambio non era disponibile subito, sarebbe arrivato oggi.

Allora la partenza è stata fissata per domani.

Ma ancora non hanno telefonato che il pezzo c'è...temo che i tempi si allunghino!

Insomma, come al solito, in casa mia non c'è mai niente di sicuro e si decide all'ultimo minuto.

Intanto sto qua, a ribollire nel caldo, se a un tratto sparirò e per un mese almeno non mi farò più sentire, sapete il perchè!

 

 

 
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ULTIME DALLA FAMIGLIA

Post n°556 pubblicato il 19 Luglio 2010 da atapo
 

 

Le immagini sono eloquenti...

Ieri c'è stato il battesimo di Riccardo. I suoi genitori, soprattutto mio figlio, non sono praticanti e sono credenti...molto tiepidi, però hanno voluto questa possibilità (o dono?) per il loro bambino e hanno richiesto come padrino mio marito, facendolo molto contento.

In ogni caso, per chi crede e per chi non crede, consideriamo questo battesimo un ingresso ufficiale di Riccardo nella comunità e nella società, di cui ci auguriamo ne faccia parte portando gioia, serenità e contributi positivi.

Così ieri ci siamo ritrovati, le due famiglie, in un pomeriggio al fresco delle colline dietro Pistoia...

...un pomeriggio vivacizzato dalla sarabanda dei quattro cuginetti di Riccardo, tutti maschi: il maggiore ha otto anni, Martino è il più piccolo.

Solo una punta di dispiacere: Riccardo mi sorride tantissimo, ma quando lo prendo in braccio dopo qualche minuto si mette a piangere, per lui sono ancora un'estranea, ci vediamo troppo poco.

Invece con la nonna materna c'è più affiatamento, con lei mia nuora ha contatti frequenti...me l'aspettavo comunque...dovrò aver pazienza che Riccardo mi conosca e mi riconosca!

 

 

E ora, signore e signori,

uno SCOOP !

Sono riuscita a fotografare

i due nipotini

insieme...

 

 
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FESTA DI LAUREA

Post n°555 pubblicato il 16 Luglio 2010 da atapo
 

 

UN ALTRO BRINDISI !!!

(AL  FEMMINILE)

Non era assolutamente il caso che andassi a Ferrara con il treno, visto il caldo assassino di queste ore, anche lei me lo aveva sconsigliato, ma ho partecipato moralmente, con tutta la gioia che speravo passasse nella telefonata di congratulazioni, alla giornata di laurea di mia cognata.

Finalmente è arrivata anche lei in fondo! E pure con la lode!

Per me ha un forte sapore di vittoria quando UNA di noi ce la fa, dopo aver superato esami lungo un percorso ad ostacoli che dura anni e anni, disseminato di lavori fuori casa, lavori in casa, matrimonio, marito, figli, imprevisti, giorni troppo corti e musi troppo lunghi, ansie di sentirsi sempre qualcosa in arretrato e qualcosa di trascurato.

Per quanto tempo ho conosciuto anch'io tutto questo...

Quando si sposò con mio fratello, le dissi scherzando: “Cerca di non fare la mia fine.” e invece è andata proprio così, non ha battuto il mio record di anzianità negli studi, ma ci si è avvicinata ...

Ultimamente ci siamo ritrovate parecchio, io e mia cognata: prima c'era mia mamma come intermediaria che spesso ci informava sulle novità delle rispettive famiglie, da quando è morta lei ci siamo visti e sentiti più spesso anche per necessità pratiche, quindi i rapporti sono diventati più diretti e ci siamo avvicinati di più, nel preparare la sua tesi ha detto che mi ha pensata parecchio, poiché ha fatto ricerche sulle femministe degli anni '70.

Mia cognata è molto più giovane di me, potrebbe essere mia figlia, è molto più giovane anche di mio fratello, quando si sposarono, dopo appena sei mesi che si conoscevano e lei aveva 22 anni, in famiglia molti dubitavano per il futuro di questo matrimonio che invece continua a funzionare, tanto che lei, nella prefazione alla tesi, dice tra l'altro: “ringrazio mio marito per aver rispettato i miei tempi”. Mi pare una bella frase d'amore...

Ho pensato a tutte le fatiche che ho passato anch'io, per riuscire a laurearmi e preferisco subito cambiare pensiero...

Chi ve lo fa fare? Qualcuno potrebbe chiedere. Non è solo per cercare un lavoro migliore o per altri motivi pratici, è una questione di interesse per argomenti che ci piace approfondire, di amor proprio, di sentirci appagate in questa parte “culturale” di noi, convinte che se ci sentiamo soddisfatte qui daremo il meglio anche in altri aspetti della nostra vita.

Ora finalmente sarà un po' meno affannata...anche se gli impegni non le mancano.

Il suo bimbo ha tolto nei giorni scorsi l'ingessatura al braccio ed è stato subito preso in cura da quel centro specializzato che avevano contattato, deve fare tutti i giorni fisioterapia...e ne avrà per un pezzo, pare ben oltre l'estate...speriamo riesca a recuperare, il danno è stato grosso davvero! Ultimamente non sono stati molto fortunati in quella famiglia...

 

 

 

 
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NOTTE FIORENTINA

Post n°554 pubblicato il 14 Luglio 2010 da atapo
 

SERATA  IN  PIZZERIA

 

La città di notte ha sempre un fascino particolare, in queste notti d'estate ancora di più: è come se tornasse a respirare e a vivere dopo essere rimasta immobile imprigionata dalla luce e dal calore di giornate eccessivamente estive.

In giro per le vie del centro con mio marito sullo scooter, ieri sera a mezzanotte, mi godevo le immagini veloci dello spettacolo:

scorci di palazzi illuminati,

gente di ogni colore che passeggiava,

coppie di innamorati comparsi all'improvviso negli angoli più improbabili,

gruppi di turisti naso all'aria,

e il rumore del motore si mescolava alle voci, ai richiami,

a suoni allegri provenienti dai tanti locali aperti,

alle note di chitarra o sassofono di qualche musicista per strada...

Era stato bello passare qualche ora in pizzeria, in un incontro un po' a sorpresa: avrei conosciuto finalmente di persona due amiche di blog. Sì, ci scriviamo e ci leggiamo ormai da qualche anno, ma dal vero...è un'altra cosa, per lo meno a me dà sempre un po' di emozione, la mia timidezza di fronte alle persone che non conosco bene si fa sentire e mi fa sentire un po' in ansia, prima. Poi, passa tutto rapidamente, sono stata contenta della compagnia, delle chiacchiere, del poter conoscere meglio senza il limite del tempo e del monitor, del ritrovare gli interessi comuni, del poter chiedere e...avere subito la risposta. Anche della pizza sono stata contenta e mi segnerò il nome del ristorante, dove andavo per la prima volta, tra i ripetibili.

L'incontro di ieri aveva una novità rispetto ai precedenti incontri-bloggers: c'erano anche i MARITI!

Visto che le altre due portavano con loro il marito, anch'io ho deciso di portare il mio: non gliel'ho chiesto, l'ho messa come un dato di fatto: doveva venire e basta! Si sarebbe rilassato dall'esame appena terminato, avrebbe avuto altri due maschietti a fargli compagnia (beh, uno parlava in tedesco...), era una buona occasione per uscire dalla sua tana di orso e socializzare! E si è trovato bene pure lui, al ritorno lo sentivo  contento.

Poiché l'incontro era in centro, avevamo deciso di andare in scooter, dopo anni che non lo facevamo insieme! All'andata il traffico di inizio serata era ancora estenuante, ma al ritorno...in questo giro tranquillo per la città di notte, mentre mi guardavo attorno ripensavo soddisfatta alla serenità della bella serata trascorsa in compagnia, al piacere dell'incontro con persone simpatiche, a mio marito che ero riuscita a “tirare fuori di casa” ...

 

 
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CE L' HA FATTA !

Post n°553 pubblicato il 13 Luglio 2010 da atapo
 

    UN BRINDISI !!!



 

Per chi ? Per che cosa ?

Per mio MARITO !

Mi ha appena telefonato

che ha finalmente superato il suo primo esame universitario !!!

I sacrifici non sono stati inutili !

E ora si riposerà un pochino, tornerà normale almeno per un po', voglio sperare...

 

 
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SOPRAVVIVERE

Post n°552 pubblicato il 11 Luglio 2010 da atapo
 

    +36°

Avere lo spigolo della casa che punta esattamente a SUD significa avere qualche stanza rivolta a SUD-EST, qualche altra rivolta a SUD-OVEST.

Se dovessi vendere casa mia, questa luminosa e soleggiata esposizione probabilmente sarebbe un pregio che ne alzerebbe la valutazione e il mio guadagno...

...ma non devo venderla, devo viverci, anzi sopravviverci in questi giorni, cuocendomi in modo equo, metà giornata a SUD-EST, metà a SUD-OVEST.

Per sfuggire la suddetta cottura bisogna organizzare le grandi manovre: spalancare le finestre a sud-ovest la mattina presto appena svegli quando c'è ancora qualche residuo frescolino(?) notturno, ma richiuderle entro le 10 perchè il caldo si fa già sentire; non azzardarsi ad aprire le persiane delle stanze a sud-est (che bruciano a toccarle dal mattino) fino a pomeriggio inoltrato.

Se proprio si vuole strafare, si può aprire tutto solo col buio, illudendosi che finalmente si potrà rinfrescare la casa, ma l'effetto non è quello sperato perchè non c'è un alito di vento o se c'è è ancora caldo.

Le giornate passano nella penombra, come colonna sonora c'è il ronzio dei ventilatori che prima di essere orientati nel modo più favorevole per la circolazione dell'aria e più innocuo per le nostre schiene e i nostri colli sudati...ce ne sono volute di prove!

E organizzo le mie faccende di casa secondo i miei punti cardinali: al mattino si può soggiornare e far qualcosa negli ambienti a sud-ovest, al pomeriggio...il contrario!

Resta il problema dell'andare in bagno, perchè non lo si può spostare per sfuggire il sole: quando vi si entra è meglio pensare ad altro e non guardare il termometro che lì dentro ormai non segna meno di 30°: a fare la doccia, dopo non c'è bisogno di asciugarsi.

Uscire di casa? Ieri a Firenze si sono raggiunti i 36 gradi, oggi ne sono previsti 37, poi c'è la storia dell'umidità che fa sentire ancora più caldo.

Nei giorni scorsi sono stata coraggiosa, uscendo presto al mattino e tornando prima di fondermi completamente, sono andata a fare spese, a vedere una mostra, a girellare per saldi...tanto nei musei e nei negozi c'è l'aria condizionata, ormai c'è pure in molti autobus, ci vuole solo la pazienza di aspettarli visto che il loro orario estivo li fa passare più di rado.

Nei fine settimana però gli autobus sono ancora più rari, le attese alle fermate diventerebbero come le sigarette: “nuocciono gravemente alla salute”, così resto a casa.

Ho supplicato il marito di prendersi i suoi libri e i suoi appunti di matematica, di partire in auto (con l'aria condizionata) verso qualche bosco qui attorno, magari nel Mugello, di fermarsi là, lui a studiare, io a leggere, entrambi a respirare e a rinfrescarci anche solo di poco, fino al calare della notte...macchè! Trova la scusa che gli serve il computer per studiare, ma di base è così pigro che gli fa fatica anche solo pensare di spostarsi, preferirebbe rintanarsi sotto terra piuttosto che uscire, suda, dice che è caldo, ma non si sposta...

...e mi ha chiesto come mai non preparo più i pasti completi: dopo un primo, magari riso o pasta fredda, l'energia che mi rimane è solo per indicargli il frigo e dirgli: “Ci sono formaggi, prosciutto, frutta...prendi un po' quello che ti pare!”

Cosa c'entra con tutto questo l'immagine sopra?

Nulla, volevo tentare di dare un leggero senso di fresco almeno a chi legge questo post...

 

 

 

 

 
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A TEATRO

Post n°551 pubblicato il 09 Luglio 2010 da atapo
 

RHINOCEROS

Sfidando il caldo fiorentino di questi pomeriggi sono tornata all'Istituto Francese, per incontrarmi con l'amica che aveva organizzato il corso di teatro e che in queste settimane ci ha preparato il CD con le riprese dello spettacolo ed alcune foto.

Mi sono resa conto che dal 3 giugno, giorno della “prima” (e ultima) le cose si sono succedute così in fretta (sistema la suocera, accompagnala, viaggia, ritorna, riparti, goditi la Costa Azzurra...), che non avevo più ripensato con calma a tutto quello che era stato...

Ed era stato bellissimo!

Un'esperienza dura, ma piena, appagante, come ne ho vissute poche in questi ultimi anni. Credo di aver intuito, in quelle settimane, cosa veramente vuol dire “fare teatro”, come è la vita dell'attore, quanto ti coinvolga a fondo, perchè essere attori più che un mestiere è un modo di sentirsi dentro.

Avevo già fatto teatro negli anni precedenti con l'Età Libera ed era stato bello, ma più “soft”. Forse perchè la rielaborazione del testo e la suddivisione delle parti erano più semplici, tanto che un incontro settimanale per alcuni mesi più una giornata finale full-immersion erano stati sufficienti a mettere in scena lo spettacolo, o forse perchè avevo avuto parti non molto lunghe che tutto sommato non mi avevano portato via troppo tempo e troppo energia alla vita quotidiana.

Stavolta invece...

A parte il fatto che recitavamo in francese,“Rhinocéros” di Ionesco non è un testo semplice, era stato tagliato e ritagliato dal regista, che aveva ascoltato anche i nostri suggerimenti, ma restava comunque molto complesso, soprattutto nel primo atto che è davvero il massimo dell'assurdità, quando vari personaggi intrecciano dialoghi e quasi ogni battuta non è di seguito a quella precedente, ma risponde ad una o due battute prima...pare non ci sia un filo logico, che si crea soltanto se si riesce a dare un ritmo abbastanza rapido all'insieme: ma questo vuol dire sapere tutto alla perfezione...

C'era chi aveva una parte abbastanza lunga, magari con monologhi, anzi i due personaggi principali erano interpretati da diversi attori nei vari atti, poiché nessuno sarebbe stato in grado di sostenere tutto da solo. Alcuni di noi invece avevano due parti, più brevi. Io ero fra questi. A dire il vero proprio tanto brevi non erano...

Nel TERRIBILE primo atto ero una signora casalinga che va a fare la spesa, a cui il rinoceronte uccide il gatto, quindi si ritrova...un po' fuori di testa! Era tutto un andare e venire, parlare con questo e quest'altro, finchè uscivo definitivamente, verso la fine dell'atto, facendo il funerale al micio morto...Ah! Anche il gatto era un personaggio importante, un grosso gatto di peluche che avevo trovato, manco a dirlo, sulle bancarelle, molto adatto alla parte e che era diventato la mascotte della compagnia.

Nel secondo atto la mia parte era più facile: ero solo Madame Boeuf, una donna che riconosce il marito trasformato in rinoceronte: lo difendo davanti a tutti perchè l'amore resta intatto tanto che me ne andrò col marito-rinoceronte e torneremo a casa insieme. Anche stavolta un po' fuori di testa...

Due personaggi in un certo senso paralleli, che caratterizzavo con due look completamente diversi ed anche con due stili di recitazione differenti. Sembrano tragici, ma il regista aveva proposto di voltarla sul comico e sul surreale e direi che è venuto proprio bene!

Viste le difficoltà, le due ore settimanali non bastavano, soprattutto per quel terribile primo atto, allora all'istituto francese c'era sempre una stanzetta libera per le nostre prove e tutti i pomeriggi ore e ore a dire, ridire, salire e scendere dal palco (o da un tavolo) , coordinare i tanti movimenti, sbagliare e ricominciare, ridere ai pasticci che combinavamo, avvilirci anche qualche volta, poi incoraggiare chi diceva “Non ce la faremo mai”...

E quando l'Istituto era chiuso...una di noi che abita lì vicino ci ospitava nel saloncino di casa sua, un antico appartamento suggestivo sui tetti di Firenze, un ambiente particolare un po' bohemien, e lì spostando tavoli e sedie, tra una bibita e uno stuzzichino che portavamo a turno, si ripeteva, si ripeteva, si rideva e si entrava in sintonia. Ci provavamo anche vestiti e cappelli per decidere gli abiti di scena più adatti, in mini-sfilate dalla camera al saloncino, per avere l'approvazione e i suggerimenti dei colleghi.

A ripensarci ora, sono stati pomeriggi “epici”.

Il regista diceva: Non importa, improvvisate e divertitevi” a noi sembrava un consiglio strano, quasi assurdo, soprattutto per quel primo atto: cambiare o saltare una battuta ci metteva in crisi. Chi poteva, a seconda del suo stare in scena, si era fatto foglietti “strategici” con scritte le battute, da mimetizzare in un giornale aperto, su un vassoio da tenere in mano...Io non potevo fare nulla di tutto ciò, sempre col gatto in una mano e in quell'altra o il paniere della spesa o altro, mi toccava sapere tutto a memoria!

Ormai non eravamo più noi, ma i nostri personaggi, ci chiamavamo col loro nome, io che avevo due parti ero sdoppiata, a seconda dei partners che in quel momento lavoravano con me...E durante le altre ore del giorno, a casa mia, mi veniva da pensare a qualche innovazione nel tono di voce, nel movimento, la provavo anche solo mentalmente e quando mi ritrovavo con gli altri si vedeva se funzionava...e ci si immedesimava sempre più man mano che il gran giorno si avvicinava...e l'emozione e la tensione crescevano...

Dietro alle quinte, prima dello spettacolo, era tutto un ripassare sottovoce...pareva un corridoio all'orale degli esami di maturità!

Ecco, alzato il sipario, in scena...tutto si avvia bene,

ma poi...accade ciò che avevamo tanto temuto, in quel primo atto: qualcuno non ricorda...qualcuno sbaglia battuta... qualcuno anticipa...

...però, MIRACOLO, accade anche quello che ci diceva il regista! Non è più un testo, diventa un canovaccio e si recita a braccio...qualcuno inventa anche qualcosa...il senso, o forse il non-senso, si mantiene, non si capisce se siamo più emozionati o divertiti nello scoprire in quei momenti che l'affiatamento che avevamo raggiunto tra noi fa sì che tutto FUNZIONI LO STESSO !

Insomma, il pubblico ha apprezzato...chi non conosceva il testo ha gradito e se qualcuno lo conosceva...avrà pensato ad un adattamento (cosa per altro dichiarata nella locandina).

E passato il primo atto, il resto è filato ancora più liscio...

Alla fine, naturalmente, complimenti per tutti, la direttrice dell'Istituto entusiasta (così speriamo bene per l'anno prossimo), poi a mangiare la pizza tutti insieme, compresi vari coniugi degli attori, anche il mio, subito soprannominato Monsieur Boeuf (anche se non è un rinoceronte).

La tensione si era sciolta ed è stata una piacevolissima serata: a tavola ho notato che fra attori e coniugi le persone provenivano veramente da tutto il mondo, fin dal Canada e dal Perù...ed era una sensazione molto bella sentirci così vicini, così simili, così entusiasti...

Bernard, il regista, era raggiante, girava a parlare con tutti, dello spettacolo, delle vacanze vicine, delle nostre vite fuori di lì...a me ha detto: “Brava, brava”, e io gli ho raccontato del recitare come mio sogno segreto da quando ero piccola così...

E' bello ricordare quello che è stato...

 

 

Questo video è stato girato da mio marito: è l'inizio del nostro spettacolo.

"Un giorno come gli altri, la vita normale in una cittadina francese..."

 

 
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BAMBINI, ANCORA

Post n°550 pubblicato il 07 Luglio 2010 da atapo
 

NON  C'E'  TREGUA

Il figlio più piccolo di mio fratello ha avuto un grave incidente mentre frequentava il centro estivo.

Ha una bruttissima frattura al braccio, vicino al gomito, è stato operato d'urgenza, i medici non garantiscono che recupererà la funzionalità dell'arto nè il normale accrescimento.

Quello che è peggio, è che la dinamica del fatto non è per nulla chiara: scarsa sorveglianza? Incompetenza nel soccorso? Forse addirittura dei tentativi maldestri di risolvere il problema hanno compromesso ancora di più la situazione...

E pare che l'assicurazione non sia per nulla adeguata...

In tanti mandiamo con fiducia i nostri figli ai centri estivi o simili, ci aspettiamo che chi si occupa di loro abbia capacità e buon senso, è il Comune che li organizza, come controlla, che garanzie richiede a queste associazioni?

E' un dolcissimo bambino di otto anni, in questi giorni è choccato, oltre all'operazione e all'ingessatura...

I genitori hanno contattato un legale, per fare chiarezza, ma nessun legale può dare serenità, in questo momento, nè certezza per il futuro.

Pensare che mia cognata, la sua mamma, la settimana prossima discute la tesi di laurea...anche lei come me ha studiato anni e anni per laurearsi, con i figli, il lavoro, la famiglia...ora conclude in questo stato d'animo!

una foto originale di mio nipote, scattata da sua sorella

 
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NONNA SEMPRE

Post n°549 pubblicato il 05 Luglio 2010 da atapo
 

Sì, al mare stavo benissimo,

non mi mancava nulla...

Anzi, NO

mi mancavano LORO

 

MARTINO  &  RICCARDO

 
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DENTRO E FUORI IL TEMPO

Post n°548 pubblicato il 04 Luglio 2010 da atapo
 

APPUNTAMENTO

CON

RENOIR


Erano le ore più calde di un pomeriggio di fine giugno, dalla periferia di Cagnes-sur-mer la stretta strada saliva verso les Collettes, per fortuna gli alberi dentro i giardini che la costeggiavano facevano ombra. Tranquillità, quasi silenzio, solo il frinire ostinato delle cicale provenzali, i cinguettii degli uccelli nascosti, le strida dei gabbiani che volteggiavano lontani sul mare azzurro intenso che si vedeva sempre di più oltre il verde, man mano che si saliva.

Ho un appuntamento, il cancello è aperto, un'ultima scalinata...

Non c'erano le file di turisti giapponesi, i grassi Tedeschi ustionati dal sole mediterraneo, le Americane con abiti di colori improponibili, le chiassose famiglie italiane.

Il maestro mi aspettava: la sua casa provenzale, esposta al sole di mezza collina, ha i muri spessi e dentro c'è fresco: ogni stanza è ben arredata, testimonia una vita semplice, serena, dalle finestre si arriva a vedere il paese in fondo, il mare laggiù e il verde, tanti verdi, delle numerose piante che riempiono il giardino, l'orto, l'uliveto...

Prima di entrare, sotto al grande tiglio ho incontrato Aline, la signora Renoir: ha già una certa età, il calore estivo la affatica un poco, si riposa sotto l'albero e ripensa alla sua giovinezza, quando affascinò il maestro, a tutti gli anni d'amore passati insieme...e a tutti quelli che vorrebbe ci fossero ancora nel futuro...

Madame Aline (1910)

Aline giovane è a sinistra, col cappello dai fiori rossi

Voci...voci...c'era confusione al pranzo dei canottieri, tanti anni prima...

ora le voci che Aline sente sono quelle dei due figli più grandi, Pierre e Jean, dovrebbero studiare, ma si sa come sono i ragazzi: dalle finestre aperte delle loro stanze arrivano le loro voci allegre e le risate, Aline dovrà alzarsi per dire loro qualcosa...se ci mandasse qualcun altro, per esempio Gabrielle la governante, forse non la ascolterebbero...e poi Jean, così interessato a quella diavoleria moderna, cinema la chiamano, chissà che fine farà!

Gabrielle

Coco, il figlio più piccolo, arriva di corsa, scatenato: inventa sempre nuovi giochi , è il cucciolo di casa, il maestro non si stanca mai di ritrarlo...Fra poco anche lui inizierà ad andare a scuola, finirà il suo tempo spensierato, pensa Aline, forse è il momento di tagliargli quei bellissimi capelli biondi, qualcuno lo prende per una bambina, ma non è il solo maschietto così, è una moda comune...

Coco jouant

 

 

 

Coco corre sotto gli ulivi a cercare qualcuno con cui giocare: senz'altro troverà un amico del babbo, forse Richard Guino, o Albert André, o forse quel giovane giapponese, con quegli occhi allungati e quel nome strano: Umehara! Ci sono sempre giovani pittori ospiti a casa Renoir, la villa è grande, le stanze sono a disposizione, governanti e domestici fanno il loro lavoro.

Questi artisti giovani imparano dal maestro, ma non solo: lui è ormai anziano, però ha la capacità di essere per loro un buon amico, è piacevole passare le giornate insieme, a discutere di colori e di prospettiva, a dipingere, a progettare nuove opere, a provare insieme anche il modellaggio: le mani ormai deformate dall'artrite di Pierre Auguste trovano chi le aiuta a reggere la creta...

 

 

 

 

 

 

Lo studio ha un'ampia vetrata che fa entrare tanta luce: il maestro è lì, oggi non è uscito a dipingere en plein air lungo i viali del bellissimo giardino, è troppo caldo: le sue mani anchilosate si muovono lente, il pennello è tenuto in un modo strano...pare impossibile che i tratti sulla tela siano così precisi...resto col fiato sospeso e commossa nel vedere l'enorme fatica che gli costa creare i suoi capolavori a dispetto della malattia...

 

 

 

Così ho conosciuto meglio in quell' afoso pomeriggio un pittore che già apprezzavo, ora mi è diventato quasi familiare...

Qualche giorno dopo, al mercato dell'usato di Cannes ho trovato un libro:

“Pierre-Auguste Renoir, mon père”

di Jean Renoir:

coincidenze?

 

una riproduzione del quadro di Renoir è esposta nel luogo preciso in cui fu dipinto


 

 

 
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SOGGIORNO TERAPEUTICO

Post n°547 pubblicato il 01 Luglio 2010 da atapo
 

DISINTOSSICAZIONE

Eccomi di ritorno!

Innanzitutto tranquillizzo chi ha commentato il mio post precedente preoccupandosi del maltempo e delle alluvioni che avevano funestato nei giorni precedenti la zona del Var.

Il Var, appunto: ma io conosco bene quella regione e sapevo che dove sarei andata non c'erano stati danni.

Veramente all'inizio un po' di maltempo l'ho subito, anzi, sono stata sorpresa all'aperto da 10 minuti di diluvio che mi hanno completamente bagnata, fino alle mutande, facendomi fuori tutti i vestiti, scarpe comprese, nonostante fossi equipaggiata con un giaccone impermeabile di quelli usati dai marinai in Bretagna...

Ma poi per farsi perdonare il tempo è sempre stato bello!

Parlando in metafora, potrei dire che quell'acquazzone mi ha lavato tutte le brutte cose che ancora mi portavo dentro...

Perchè nei giorni prima di partire sentivo in me una strana aggressività, ero come incattivita, come se mi facesse effetto un veleno che avevo accumulato dentro e che avevo cercato di neutralizzare o di non ascoltare da ormai troppo tempo, non mi riconoscevo più...staccando col passato recente, mettendoci in mezzo un po' di chilometri, delle belle giornate, dei luoghi piacevoli, pian piano mi sono rasserenata e...ora mi sento meglio.

Ormai quel campeggino, quella spiaggia, quei paesi, li considero casa mia, una seconda casa, anzi, se avessi soldi mi piacerebbe comprare laggiù un piccolo appartamento-rifugio per disintossicarmi nei momenti NO.

Che ho fatto di bello laggiù?

Oltre a prendere il sole, nuotare in piscina, passeggiare a piedi o con l'autobus che va su e giù per la costa, leggere qualche rivista poco impegnativa...non ho fatto nient'altro perchè avevo solo voglia di relax. Non ho scattato nemmeno tante foto, in fondo ne avevo già dai miei soggiorni precedenti e le poche che ho scattato devo ancora scaricarle perchè c'è di mezzo il marito...ma questa è un'altra storia, sono accordi familiari interni.

Qualcuno che legge rimarrà deluso: non ho quasi nulla da raccontare stavolta...

Ma via, qualcosina ci sarà, pazientate solo un poco...il tempo di disfare le valigie e di fare qualche lavatrice!

Cagnes-sur-mer

una Costa Azzurra fra l'antico e il moderno

(foto da un soggiorno precedente)

 

 
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