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Messaggi di Giugno 2011

RACCONTO

Post n°703 pubblicato il 22 Giugno 2011 da atapo
 

 

SOLSTIZIO D' ESTATE


notte sull'Arno

Al circolo dei canottieri, sulla riva del fiume, i tavoli per la cena erano apparecchiati sul prato: un vento delicato sollevava leggermente gli angoli delle tovaglie bianche e faceva oscillare i rami del pergolato verde. La serata si presentava deliziosa. Cora entrò, insieme agli altri invitati, accolta dall'amica che aveva organizzato tutto: la cena spettacolo per festeggiare il solstizio d'estate.

Cora si sentiva a suo agio nei pantaloni lunghi e morbidi, color nocciola con fantasie astratte nere, con la sottile camicia bianca di cotone indiano, la stola di lana damascata leggera color verde pallido, in verde e argento aveva scelto anche gli accessori: la collana di madreperla dipinta e i tre braccialetti di acciaio, perline e perle di vetro. Il profumo agli agrumi e gelsomino che aveva messo la rinfrescava dopo la giornata calda.

Sapeva che avrebbe rivisto molti della compagnia: dal giorno dell'ultima rappresentazione si era tagliata i capelli, ormai non servivano più lunghi per il suo personaggio nello spettacolo, in estate li preferiva corti e stasera non c'era un ricciolo fuori posto, quello che ricadeva sulla fronte e quelli che sfuggivano davanti alle orecchie...dovevano stare proprio lì. Ma i suoi amici la riconobbero lo stesso, anzi le dissero che stava bene e si misero a parlare di farsi ciuffetti color fuxia o blu elettrico, avrebbero messo allegria...Si sa, la gente di teatro ha spesso idee un po' estrose.

Nei posti a tavola gli amici si alternavano con sconosciuti la cui conoscenza avrebbe offerto motivo di conversazione, passando da un argomento all'altro. Famiglie, figli, lavoro, vita quotidiana...ma anche progetti, sogni, parole rivolte al futuro, fantasticherie di artisti: qualcuno disse a Cora che per l'autunno stava imbastendo qualcosa ...che aveva in mente un personaggio proprio adatto a lei. Vedremo, lasciamo passare l'estate, se ne potrà parlare...ma il cuore fu subito più felice.

Intanto si alternavano la lettura di poesie all'esecuzione di delicati brani musicali, Debussy, Ravel... le prime portate arrivarono sui tavoli.

Il tempo passava, il pomeriggio si avviava a diventare sera molto, molto lentamente, il sole sembrava volersi attardare rimbalzando da un ponte all'altro sul fiume e colorando l'acqua sempre più di rosato, poi di color lavanda...La prospettiva delle arcate dei ponti creava un ritmo, sembrava che danzassero, come danzavano le rondini e i gabbiani nel cielo, come danzavano oscillando le barche che passavano silenziose sul fiume. I colori delle case si accendevano nella luce netta del tramonto.

E quando il sole scese finalmente là dove si dirigeva anche il grande fiume, arrivò quella che qualcuno in Francia aveva chiamato "l'heure bleue", quando sembra che tutto venga improvvisamente ricoperto da un velo azzurrino, prima che arrivi il buio della notte.

Cora ammirava tutto questo, pensava che la sua città era bellissima, che quella luce la rendeva magnifica. Si sforzava di ricordare chi aveva inventato la storia dell'heure bleue, forse gli Impressionisti? Probabile. Si ricordava invece benissimo chi gliela aveva raccontata: un suo amico pittore, in una serata dagli stessi colori, mentre insieme aspettavano l'oscurità e ogni minuto che passava i contorni di tutto si facevano sempre più indistinti...

Si ricordava anche di tanti altri bellissimi tramonti sui fiumi, sui mari, durante i suoi viaggi...Il tramonto è un tempo incantato, in cui il cerchio della nostra vita reale si riempie di magia e rischia di intersecarsi con il cerchio magico dei sogni e dei pensieri segreti.

Ecco il buio e le luci dell'uomo che si accesero dappertutto, finiva un incanto e ne cominciava un altro, perchè la città era affascinante anche nel suo nuovo abbigliamento di luci notturne.

La serata continuò allegramente, Cora pensò che l'organizzatrice avrebbe anche potuto prevedere qualche giro di danza, lì sul prato...peccato non averlo messo in programma.

Il fiume si era fatto scuro, ma i suoi riflessi d'argento raccontavano che l'acqua continuava a scorrere, ad andare verso il mare, verso mari sempre più lontani e portava con sè, sempre più lontano, le attese e i desideri del cerchio magico dei sogni ...

 
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GRECIA, LA SECONDA VOLTA

Post n°702 pubblicato il 21 Giugno 2011 da atapo
 
Tag: viaggi

 

MATRIMONIO GRECO

matrimonio greco ortodosso, murales

 

Giovedì tornerò in Grecia.

Ecco perchè quei ricordi erano riaffiorati ed avevo sentito il bisogno di riprendere quelle foto, di rileggere quei nomi, di ricercare...

Ma un'avventura diversa stavolta...

Passiamo ai fatti: mia cognata ama fotografare (e sua figlia ha ereditato "il dono"), spesso fa servizi fotografici ai matrimoni degli amici. Stavolta l'amica che si sposa e le ha chiesto le foto si sposa...in Grecia! Quasi dietro l'angolo...

In cambio del "favore" offre per una settimana un appartamentino al mare per quattro persone: la cognata fotografa, i suoi due figli (la sedicenne artista e il bambino ex-braccio rotto, ora aggiustato) e chi? Poichè il marito (mio fratello) è impegnato nel lavoro l'offerta è stata fatta a me.

Che dite, ho fatto bene ad accettare?

Farò la zia, la turista, la babysitter, la fotografa...

Insomma, una proposta a cui non potevo assolutamente dire di no!

Ma non si tratta della Grecia classica, quella conosciuta da tutti, facilmente raggiungibile...Saremo dalle parti di Komotini (qualcuno conosce?), capoluogo della Tracia, terra di Spartacus, nell'angolino di Grecia incuneato tra Turchia e Bulgaria. Insomma, proprio il tipo di viaggio che mi intriga di più: posti "autentici", immersione nella vita quotidiana locale, nuove conoscenze, un matrimonio che, visti i chiari di luna, non sarà nè grasso nè grosso, ma greco ce lo hanno garantito!

Per arrivarci viaggeremo un giorno intero con vari mezzi di trasporto: per spendere meno abbiamo acciuffato voli lowcoast e portiamo solo bagaglio a mano, per cui da una settimana "peso" vestiti e accessori, senza contare l'attrezzatura fotografica e il dizionarietto di inglese. Infatti il mio problema sarà forse la "comunicazione": a parte l'amica e i suoi familiari italiani, fuori casa servirà l'inglese (I speak a little little ...) e il GRECO! Mi sono divertita a scaricare da Youtube dei video di apprendimento del greco parlato, video spiegati ...in inglese: così avevo sottomano entrambe le lingue!

Ormai l'essenziale l'ho imparato: "DENKATALAVENO" significa NON CAPISCO.

Altre frasi verranno pian piano, qualcosa mi sono appuntata su un foglio...perchè a me piace ...entrare nel vivo del discorso! Ah! Ah! Ci sarà da ridere!

Non lo nego, sono emozionatissima!

Il computer laggiù...ce lo presteranno per qualche ora, ma tutti vorremmo usarlo, tutti abbiamo delle necessità, ed io, da brava vecchia zia, dovrò dare la precedenza ai più giovani...Quindi è possibile che qui tutto taccia da giovedì fino al mio ritorno.

Ma dopo...parlerò! Oh, sì, spero di avere tanto da raccontare!!!


 
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GRECIA, LA PRIMA VOLTA

Post n°701 pubblicato il 19 Giugno 2011 da atapo
 

ETTORE  e  ACHILLE



 

 

Una volta, da giovane, andai in Grecia.

In terza superiore verso la fine dell'anno scolastico fui convocata dal preside che mi annunciò, con la solennità del suo ruolo e della circostanza, che per le mie ottime pagelle avevo vinto un viaggio premio in Grecia, offerto da un'associazione a studenti meritevoli di tutt'Italia. Sarei andata in agosto, per una settimana. I genitori dovevano accettare, compilare documenti, firmare e così via.

Quello che per i nostri figli oggi sarebbe accettato ad occhi chiusi, e ben felici dell'opportunità offerta, a casa mia fu invece soppesato e valutato: la prima volta all'estero, senza genitori, una ragazza seria...mah! Poi si doveva rivedere il guardaroba, per non fare brutta figura...Finalmente il mio enorme desiderio la ebbe vinta e mio padre accettò, dopo aver parlato col preside per avere tutte le garanzie del caso, non ultima l'assicurazione, per mio padre essenziale, che si trattava di un gruppo tutto femminile, guidato da due professoresse. Mi comprarono la mia prima valigia, che conservo ancora, con l'adesivo dell'albergo di Atene, e che non darò via finchè campo...

Il ritrovo per l'imbarco era in un hotel a Brindisi, mio padre mi accompagnò in treno: Bologna-Brindisi, una giornata di viaggio. Anche lui era contento di farsi un giretto e di vedere una nuova città...

All'arrivo nell'hotel, grande confusione di famiglie, valigie, ragazzi provenienti da tutta Italia...sì, RAGAZZI, perchè io ero nel pullman tutto al femmilile con due professoresse, come d'accordo, ma insieme a noi in quel viaggio c'erano altri DUE pullmans, tutti di ragazzi, proprio MASCHI !

A mio padre quasi venne un colpo...ma ormai non si poteva tornare indietro e così mi lasciò, non so se più commosso, preoccupato o arrabbiato.

Una settimana da favola!!!

Naturalmente essendo noi i SECCHIONI D'ITALIA, come allegramente ci definivamo, tutto era molto culturale: visite ai musei, esplorazioni ad Atene, poi Delfi, Epidauro, Micene, il canale di Corinto...poi forse altro che non ricordo più. Tutti quei luoghi legati ai miei studi, visti solo sui libri, passavano davanti ai miei occhi: io ne ero affascinata... Riguardo ora le foto di quei giorni, molte scattate con una macchinetta che mi aveva prestato un parente, altre inviatemi poi da altri partecipanti: alle spalle monumenti famosi e in primo piano noi: soli, a gruppetti, a grupponi, ridenti coi capelli al vento...Amicizie nate subito tra compagne di camera, poi durante i trasferimenti in pullman, poi ancora...

Come avrete capito, la cultura non fu la sola attrazione di quel viaggio...pensate: un pullman di ragazze e due di ragazzi, in vacanza, in quell'età dell'adolescenza in cui tutto entra rapidamente in subbuglio...il ritrovarci poi insieme durante le escursioni, a pranzo (a cena no, gli alberghi erano diversi e dopo cena c'era il coprifuoco), in altri momenti come le lunghe ore della traversata in nave, fatte apposta per entrare in confidenza...si capisce insomma! Dico solo che per ogni ragazza c'erano due cavalieri!

Ed io, per restare nelle statistiche, proprio due corteggiatori avevo trovato.

Uno si chiamava E, era pugliese, nero di occhi e capelli, un ragazzo dolcissimo e galante, di quelli che ti corteggiano facendoti sentire regina, pieno di premure...sul ponte del canale di Corinto mi scattò e poi mi mandò una foto che per me è una delle più belle che mi abbiano mai fatto e non solo per l'età e la giovinezza...

L'altro si chiamava F, veniva dalle Marche, alto, magro, bruno anche lui, ma con gli occhi verdi (ho sempre avuto un debole per gli occhi chiari), di carattere completamente diverso. Di quelli che ...ti sfidano, ti punzecchiano, ti prendono in giro, alternano buffonate a discorsi seri, ma te li trovi sempre accanto...e io accettavo quelle sfide, gli tenevo testa, a volte lo stuzzicavo anch'io...quelle situazioni strane in cui ogni tanto nella vita sono riuscita a cacciarmi per poi dirmi: "Ma chi me lo fa fare?"

Dentro di me, ispirata dall'atmosfera, li chiamavo Ettore e Achille, perchè tra loro era una continua "lotta" per passare qualche ora al mio fianco in quei giorni: ognuno mi corteggiava a modo suo, io non avrei saputo quale scegliere perchè entrambi avevano qualcosa che mi attirava...ma in fondo mica era obbligatorio scegliere...

Naturalmente questi flirts nel gruppo aumentavano col passare dei giorni e i professori uomini strapparono a quel cerbero della nostra profe più anziana la concessione di...fare anche i pullman misti! Così la baldoria aumentò, come in tutte le gite scolastiche.

Erano tempi ben diversi, non esistevano serate in discoteca, solo l'ultima sera ad Atene un gruppo di noi ottenne dal "cerbero" il permesso di fare un giro nel malfamato quartiere della Plaka, accompagnati dai professori più giovani: naturalmente in quel gruppo c'ero anch'io...e non ero da sola...

Mi ricordo di aver sentito che la vecchia insegnante rimproverava la giovane perchè ci dava troppa confidenza...Poveretta, avrebbe voluto divertirsi anche lei, in fondo non aveva molti anni più di noi! Indubbiamente, visti i tempi, non era la loro una situazione facile.

Dell'ultimo giorno prima del rientro in Italia, passato in navigazione, conservo diverse foto: in piscina, sul ponte della nave...tutti allegri, nelle foto, ma dentro il cuore quello struggimento del sapere che tutto sarebbe finito presto, troppo presto...sì, tanti scambi di indirizzi, ma in fondo eravamo già consapevoli che difficilmente ci sarebbe stato un seguito, troppo diverse e lontane erano le vite di ognuno, sentivamo che quella settimana sarebbe stata irripetibile e piena di rimpianto, che ci avrebbe però accompagnato a lungo nei ricordi più belli della nostra vita.

Anche i prof , nonostante la loro severità, capivano la nostra malinconia in quelle ore e nell'ultima sera, in nave, spostarono il coprifuoco molto più tardi.

E così rimasi insieme ad E, nell'angolo più buio sul ponte della nave, sotto un cielo stellato e davanti al mare nero che scorreva via come il nostro tempo, per tutto il tempo breve che ci era stato regalato...

Rientrando in cabina, lungo il corridoio incrociai F, il suo sguardo non era sfrontato come al solito... mi disse: "Dov'eri? Ti ho cercata per tutta la sera..."

Il mattino dopo a Brindisi tutto finì. Sul molo c'erano i genitori di E, come tanti genitori di chi proveniva dalle terre vicine del sud. Mio padre non c'era. Io e tutti quelli che tornavano verso il nord ci avviammo alla stazione ferroviaria di Brindisi, vociando allegramente anche per mascherare una grande malinconia. Io mi sentivo molto diversa da una settimana prima, molto più grande...

Uno dei miei due corteggiatori l'ho ritrovato ora su Facebook: c'è la sua foto, ha lo stesso viso di allora, ma i capelli sono tutti bianchi. Pare che sia diventato abbastanza importante, nel suo campo...Naturalmente mi guarderò bene dal contattarlo...


 

 

 
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NONNA AL NIDO

Post n°700 pubblicato il 17 Giugno 2011 da atapo
 

FESTA  AL  NIDO


 

La mia prima festa scolastica da nonna!

Un traguardo anche questo, anche se sono arrivata in ritardo per colpa dell'autobus. Nella festa di fine anno al nido di Martino lui era fra quelli PROMOSSI alla scuola materna, quindi tra i più festeggiati!

Recita degli educatori mascherati, vendite di beneficenza (per il nido, visti questi chiari di luna), buffet a misura dei piccoli, ma molto apprezzato anche dai grandi.

E io che mi sono pavoneggiata, per la prima volta, a scorrazzare per il giardino la carrozzina con Damiano dentro e Martino in piedi sulla pedana attaccata alla carrozzina, tra i sorrisi e i saluti di un sacco di gente che ci conosceva...

Era il compito che mi sono presa, per lasciare che mia figlia e suo marito riuscissero a mangiare almeno qualcosa in santa pace...si sa come sono questi assalti ai buffet!

E anche questa è fatta...un altro segno dell'estate che si avvicina...

 

 
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DEDICATO

Post n°699 pubblicato il 16 Giugno 2011 da atapo
 

 

Renoir, Ragazze al pianoforte

Cara  L. ,

la prima volta che ti vidi fu il primo giorno di scuola del 1985: camminavi sul marciapiede davanti a me, tenevi per mano una bimba piccola col grembiule nero e una massa di capelli ricci.

Poco dopo, in classe, scoprivo che quella bambina sarebbe stata una mia scolara, Rossella, e che tu eri la sua mamma. Fare scuola ai figli dei colleghi (e mi è capitato diverse volte) non è sempre facile, con te invece è stato bello, è stata una marcia in più.

Perchè ci siamo conosciute meglio dall'anno successivo, quando hai avuto il trasferimento da noi, in quella scuola che allora portava ancora il nome glorioso e storico di "Cavalla", quel nome che ricorda a noi "vecchi maestri" tempi difficili, ma ricchi di soddisfazioni, quel nome che abbiamo difeso strenuamente finchè ci è stato possibile...

...e che rimane ora solo sulle copertine dei nostri vecchi giornalini, chissà se qualcuno ne è rimasto in giro dai nostri ex-scolari...

Abbiamo fatto scuola insieme, per tanti anni, come ci piaceva, come volevamo noi e come credevamo fosse più giusto: avevamo scoperto, io, te ed altri colleghi che ci hanno affiancate, come suscitare nei bambini che ci erano affidati l'entusiasmo e la curiosità di imparare, la gioia di stare insieme e di volersi bene, la soddisfazione e, perchè no, l'orgoglio di portare a termine le nostre "imprese" e i nostri progetti, che nascevano dalla fantasia, dal confronto e dall'impegno di noi adulti. Il fatto che le nostre due classi non fossero parallele, ma che i miei avessero un anno di più, non ha mai costituito un ostacolo, anzi ci stimolava ad organizzare laboratori a classi aperte in cui anche le età diverse funzionassero, col rispetto dei differenti livelli e con l'aiuto scambievole. Più facile per le attività espressive e manuali, ricordi l'orto, il teatro, la pittura, la ceramica...ma fu una sfida quando ci venne in mente di lavorare a gruppi aperti anche su parte del programma di italiano...una sfida che ci ha visto vincenti! Ricordi quell'anno in cui facemmo i gruppi di attività espressiva mescolando i tuoi alunni di quinta con i miei di prima? Tutti ricevettero molto e crebbero insieme.

Insieme, anche se in modi diversi, ad un certo punto abbiamo iniziato la bellissima avventura del francese: ricordi i rompicapo le prime volte in cui c'erano da preparare i documenti per i progetti Comenius? Sono stati anni che ci hanno arricchito molto e al mio fianco tu c'eri sempre, anzi, devo ringraziare la tua vulcanica energia e la tua spinta se ho trovato il coraggio di buttarmi nell'universo degli scambi di classi!

Perchè tu sei così, o almeno lo sei stata per me, che sono più timida: contagi con le tue proposte, travolgi col tuo entusiasmo e...si parte! Cioè, si partiva...

Ma sei stata anche altro: l'amicizia che era nata tra le nostre due figlie ha rafforzato anche la nostra al di fuori delle aule. So di aver potuto contare su di te, quando l'adolescenza delle nostre ragazze era più burrascosa, Laura credo che trovasse nel vostro nucleo familiare un rifugio positivo in momenti in cui nella sua famiglia si sentiva a disagio e si stavano creando fratture rischiose...Cose che possono succedere, ma...grazie per essere state presenti!

Negli ultimi anni ci siamo viste di meno. Da quando sono andata in pensione la mia vita ha dovuto conoscere pian piano altre strade e altri interessi, altrimenti non sarei riuscita a sopportare l'acuta nostalgia e il rimpianto di quel mondo scolastico che avevo amato per tanto tempo.

Non puoi immaginare la gioia che ho provato per te, dopo il dispiacere di saperti con una gamba rotta, quando all'ospedale mi raccontavi raggiante della tua nuova vita sentimentale!

E' quello che ti auguro in questo momento, di essere tanto felice con lui! Ora avrai i giorni per voi due, come vorrai, non dovrai dividerli col lavoro che per tutti questi anni ha assorbito il tuo tempo e le tue energie!

Ti ho scritto anche per dirti che, da stasera, mi sento in pensione anch'io...in modo più definitivo. E' come se ti aspettassi da quattro anni, tu vai in pensione come avrei voluto andarci io, alla fine di un ciclo, preparandoti pian piano, elaborando un po' l'idea dentro (se è mai possibile elaborarla, questo me lo svelerai tu fra qualche mese), con l'idea di un qualcosa che si è compiuto...non mollando tutto da un momento all'altro, quasi fuggendo di nascosto da ciò che mi stava diventando insostenibile...come feci io, e preferisco non chiedermi più se è stato giusto o meno, tanto ormai...

Lascia allora che io mi senta stasera molto vicina a te, dopo che siamo state vicine a dare tanto alla nostra scuola ora ti offro con affetto la mano per accompagnarti ...fuori dalle barricate, verso nuove storie e nuove avventure, magari in francese, la lingua che amiamo tanto!

Penso che mi commuoverò alla tua festa stasera, anche se riuscirò a non usare fazzoletti...beh, dentro di me il mio cuore trema, perchè ne occupi uno spazio importante...

Ti abbraccio con tanto affetto.

La tua collega e amica R.

 

 

 
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PER NON PARLARE DI POLITICA

Post n°698 pubblicato il 13 Giugno 2011 da atapo
 

Sììììì.....!!!!!

 

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

Francesco de Gregori, La storia

 
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QUAL E'

Post n°697 pubblicato il 12 Giugno 2011 da atapo
 

 

IL PREFERITO



Molti anni fa, quando i miei figli erano piccoli, tra me e loro iniziò un rito. Quelle cose che nascono un giorno così, non ti ricordi nè quando nè come, poi continuano e diventano certezze incrollabili negli affetti familiari.

Dunque, io coccolavo mio figlio, sempre alla ricerca di abbracci e carezze, e gli dicevo, mentre lui socchiudeva gli occhi estasiato: "Sei il mio bimbo preferito!"

Subito si avvicinava la sorella a richiedere carezze, ma con un piccolo broncio da consumata attrice chiedeva: "E io?"

"Tu sei la mia bimba preferita!" rispondevo e ristabilivo la parità negli affetti e nelle carezze, accontentandoli entrambi.

Ora ho tre nipoti, tutti maschi. A tratti mi comincia a venire la sindrome dell'uguaglianza: se mi chiedessero qual è il preferito, come me la caverei?

Al primo direi: "Tu sei il preferito perchè sei il primo, la sorpresa, l'ingresso nel mondo dei nonni, la riscoperta di quei gesti e di quei rapporti con quegli esserini un po' alieni che sono i neonati, che dopo tanti anni credevo di aver dimenticato e mi facevano sentire impacciata le prime volte che ti ho preso in braccio, come a vent'anni..."

Al secondo direi: "Tu sei il preferito perchè inaspettatamente mi hai fatto tornare giovane, i tuoi occhi azzurri sono quelli della mia mamma, la tua enorme somiglianza col tuo papà mi ricordano continuamente i tempi stupendi e difficili in cui ero mamma inesperta e sempre in ansia cercavo di capire i messaggi misteriosi che mi mandava il tuo papà, questo mio figlio primogenito così desiderato e così amato..."

Al terzo direi: "Tu sei il preferito, perchè sei stato il regalo più bello di questo compleanno importante, perchè sei arrivato a rendermi ancora più felice in un momento felice, perchè so che assomiglierai a me, ma voglio augurarti di avere più fortuna..."

Se arriveranno altri nipoti...ci penseremo!

Ma spero che nessuno di loro mi ponga mai quella domanda...

(...pensieri che mi frullavano per la testa oggi, mentre Riccardo, dolcissimo, mi si accoccolava in braccio e i suoi riccioli biondi mi accarezzavano il viso...)



 
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FINE SCUOLA

Post n°696 pubblicato il 10 Giugno 2011 da atapo
 

 

FESTA A SCUOLA



 

Ieri pomeriggio c'era la festa di fine anno alla mia ex scuola.

Il tempo così così, un po' a rischio pioggia (anzi diluvio come i giorni precedenti), il fatto che ormai ne sono uscita da quattro anni...non mi invogliavano molto ad andare. Per cui mi ero installata al computer con diversi progetti in mente...quando ha squillato il cellulare.

E' raro che accada: non molti hanno il numero, lo dò solo se indispensabile perchè non amo usarlo, molto spesso lo tengo spento o così lontano da me che rintracciarmi diventa un'impresa...va a finire che lo uso quasi solo per i messaggi.

Ieri la fortunata a cui ho risposto era una mamma che mi ha "dato" come scolari i suoi due figli, da sette anni a questa parte.

"Maestra! Come sta? Non si è dimenticata che oggi c'è la festa, VERO?......Noi genitori stiamo già preparando...

Volevo accertarmi che venisse anche lei.....vede che sta tornando anche il sole! La aspettiamo, che stiamo ancora un po' insieme!" E via di questo tono.

Come si fa a dire di no ad un invito così personale e caloroso ? Allora ho chiuso il computer, mi sono un po' agghindata, ho preso l'autobus e sono andata.

Le feste da ultimo (o penultimo) giorno di scuola ormai da parecchi anni sono in parte gestite dai genitori: dalle 16 e 30 alle 20 prendono possesso del bel giardino che abbiamo attorno all'edificio, ogni classe monta un gazebo e un po' di tavoli su cui viene allestito un buffet ricchissimo per quella che è chiamata la merenda-cena. Poi, a seconda degli anni e delle possibilità, allestiscono spettacolini, o intrattenimenti musicali, o giochi vari. Ieri avevano preparato diversi punti-gioco, con i tappi, la pesca delle paperelle, il tiro ai bussolotti e altri passatempi simili.

Insomma, è un momento "affollatissimo" in cui si incontrano tutti quelli che hanno a che fare con la nostra scuola attuale e del passato, perchè è il giorno in cui arrivano anche gli ex-scolari da tutto il quartiere...e ci si ritrova, ci si abbraccia, ci si scambiano notizie e pettegolezzi, si gustano delizie gastronomiche provenienti ormai da tutto il mondo preparate dai genitori dei nostri alunni che ormai provengono anch'essi...da tutto il mondo!

Beh, ieri mi sono divertita molto e non mi sono sentita affatto "fuori dal giro", come inconsciamente temevo prima di quella telefonata. La serenità che provo in questo periodo mi ha fatto godere della situazione e di quegli incontri un po' a sorpresa, perchè non sai mai chi c'è e chi non c'è, nè chi riuscirai a vedere e a salutare in mezzo a quella confusione gigantesca...

...Mi sono resa conto che ho del tutto superato e allontanato le amarezze degli ultimi miei anni di servizio, sono riuscita a salutare con cordialità anche il mio ultimo ex-collega (messo in pensione d'ufficio l'anno scorso per ...vecchiaia), ho abbracciato chi è già alla fine della seconda media e si sta trasformando in splendide adolescenti (ma una volta a quell'età eravamo brutte e piene di foruncoli, oggi invece...merito dello sport...della dieta più equilibrata...), mi sono lasciata abbracciare dalle manine appiccicose di cioccolata di qualche piccoletto conosciuto con il francese e con la biblioteca...

In tanti mi hanno invitato ai loro tavoli, colleghi e genitori, con tutti c'era da scambiare qualche parola e qualche saluto caloroso di retrouvailles. Mi sentivo davvero a mio agio. Mi sono divertita ad uno spettacolino naif preparato tutto in segreto dai bambini di una quinta per la loro maestra che va in pensione: hanno cantato, hanno fatto i giochi di prestigio, hanno fatto un balletto moderno in cui le femmine (come al solito più sveglie in queste cose) erano riuscite a trascinare anche qualche maschio che comunque aveva uno stile ...sacco di patate!

E appena mi fermavo con qualcuno... c'era chi mi riempiva il piatto: dovevo assolutamente assaggiare le squisitezze offerte da quella classe...come si faceva a rifiutare? Non ricordo nemmeno più tutto quello che ho dovuto mangiare...ma direi che il podio se lo meritano: per i salati un profumatissimo cous cous marocchino con anche la zucca oltre alle solite verdure, a pari merito con i ravioli cinesi alla carne; per i dolci invece non ho dubbi: uno splendido tiramisù alle fragole con piccole meringhe incorporate!

Ma non per niente è chiamata "merenda-cena"!

Quando rivedrò la mamma che mi ha telefonato dovrò ricordarmi di ringraziarla, per la sua gentile insistenza che mi ha fatto passare un bel pomeriggio, di allegria senza nostalgia!

 

 

 
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PROFUMO DI...

Post n°695 pubblicato il 08 Giugno 2011 da atapo
 
Tag: memoria

 

GELSOMINO


 

Qualche giorno fa, di pomeriggio aveva appena cominciato a piovere, i nuvoloni neri e il vento indicavano che sarebbe stata una cosa seria...

Io ero qui al computer e avevo ancora la finestra aperta: improvvisamente, portato dal vento, è entrato nella stanza il profumo del gelsomino. Così intenso non l'avevo mai sentito: mi è sembrato quasi un grido, un richiamo penetrante, tra una richiesta d'aiuto e un addio...

Dopo questi giorni di acquazzoni intensi, dappertutto i fiori di gelsomino sono stati sciupati, abbattuti, ora la maggior parte è in terra, sono appassiti e macchiati di fango e di sudicio...sapevano forse che il loro tempo stava per finire?

Quest'anno le belle giornate di maggio avevano fatto fiorire un'abbondanza incredibile di questi fiori, non ricordavo di averne mai visti tanti. Qui, nell'estrema periferia della città, dove i palazzi si alternano alle villette e i giardini privati alle aree di verde pubblico, nel mese scorso i gelsomini fioriti si erano arrampicati dappertutto, ogni rete, ogni muretto ne era stato ricoperto, ogni cancello ne era stato incorniciato...nessuna pioggia li aveva macchiati e spiegazzati, nessun vento li aveva stropicciati e abbattuti. Bastavano pochi passi in strada e si era avvolti dal loro profumo, un'atmosfera fiabesca e un po' romantica abbelliva la periferia.

E poichè gli odori, e ancor di più i profumi, risvegliano i ricordi...

...camminando in mezzo a quelle fioriture mi era tornato in mente un giugno di molti anni fa. Era la fine della scuola, alla festicciola con mercatino dell'ultimo giorno i genitori (un gruppo di genitori favolosi, con alcuni eravamo diventati amici, si lavorava benissimo coi loro figli) avevano portato a noi maestri due piccole piante, un gelsomino e una bouganville. Lo so, non si dovrebbero accettare regali, ma...l'ultimo giorno...poi te li offrono tutti felici i bambini...poi non erano certo tentativi di corruzione...

I genitori si scusavano perchè, dicevano, organizzato così all'ultimo momento non avevano trovato due piante dello stesso tipo...che decidessimo noi!

Il maestro con cui lavoravo in quegli anni è stato il collega migliore che abbia mai avuto: avevamo raggiunto una sintonia professionale incredibile, accompagnata da un'amicizia e da una comprensione reciproca che non ho avuto più modo di trovare in altre persone. Il periodo che ricordo forse con più nostalgia di tutta la mia carriera lavorativa, che mi ha dato tanto e mi ha arricchito anche per gli anni successivi...

Ma torniamo alle due piante: noi due eravamo un po' imbarazzati, ci guardavamo e nessuno si lanciava a dire: "Io preferirei..."

A me venne in mente che alcuni giorni prima un alunno ci aveva portato in dono due piccoli minerali simili, di cui entrambi eravamo appassionati. Il maestro mi aveva lasciato scegliere per prima. Allora proposi: "Visto che il minerale l'ho scelto io, ora il fiore sceglilo tu."

Lui commentò: "Grazie! Se tutte le donne fossero così...ecco un segno gentile di parità e di uguaglianza."

Lui scelse il gelsomino, a me rimase la bouganville : in fondo non avevo preferenze, quei fiori mi piacciono entrambi.

Naturalmente, con mio grande dispiacere la mia bouganville ebbe vita breve come tutte le piante che mi capitano tra le mani: amava il caldo, ma il muro assolato di casa mia, lo smog della strada di grande traffico, le scarse cure nel periodo estivo in cui eravamo in vacanza...non le fecero superare l'estate.

Io mi chiedevo se il gelsomino invece ce l'avesse fatta...e mi chiedevo se il maestro, di origine contadina e montanara, fosse stato più abile e maggiormente fornito di pollice verde.

Comunque non capitò mai di parlarne tra noi, quindi posso immaginare che quel piccolo gelsomino ora sia diventato una bella siepe profumata attorno casa sua, come quelle che ho sfiorato il mese scorso camminando per le strade del mio quartiere, e vorrei pensare che anche a lui ricordi quegli anni indimenticabili in cui avevamo costruito insieme qualcosa di tanto bello e importante, come lui mi disse l'ultimo giorno in cui lavorammo insieme...

Un piccolo fiore per ricordare una grande amicizia.



 
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PAUSA

Post n°694 pubblicato il 06 Giugno 2011 da atapo
 
Tag: cronaca

RESTAURO

Del mio computer se ne è impadronito il marito.

Deve controllare gli aggiornamenti, aumentare la memoria (non potevo scaricare più niente!)

Oggi si è deciso. E, naturalmente, non si sa fino a quando durerà il "restauro".

Pensare che avevo tante belle cose da scrivere!   Dovrete aspettare...

Ora sono sul suo, che mi ha magnanimamente concesso di usare mentre lui stasera è a una delle sue solite riunioni in parrocchia.

Insomma, un saluto e una buona notte da qui...a presto, speriamo!

 

7 giugno, sera tardi.

Sono già qui, di nuovo "a casa mia". Stavolta è andata di lusso!

E domani spero di terminare e vi consegnerò un bellissimo, profumatissimo e romanticissimo post a cui stavo lavorando prima del restauro...

...à demain!  Bonne nuit!

 

 
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UN MESE DOPO

Post n°693 pubblicato il 04 Giugno 2011 da atapo
 

 

PRIMO COMPLEMESE



Cassatt M., Il bagno


Domani compirà un mese, il nostro cucciolo più piccolo, Damiano.

L'ittero è superato, si sta facendo più grazioso, gli rimane un gran ciuffo di capelli castani bello ritto sulla testa, sembra un piccolo moicano! Scrutiamo le trasformazioni del suo naso, che alla nascita era un po'...ingombrante e contribuiva a farlo assomigliare molto al nonno materno: ora è ridimensionato e tiriamo un sospiro di sollievo, soprattutto mia figlia che era molto preoccupata per gli scherzi dell'ereditarietà. I nasi nella famiglia di mio marito sono uno più brutto dell'altro, mia figlia, fortuna sua, ha un naso sottile all'insù molto carino, dice: "Meno male che l'ho scansato!" e scruta il viso dei suoi figli: Martino assomiglia a lei, Damiano all'inizio invece ci aveva fatto temere il peggio...

E' un bimbo tranquillo, che piange lo stretto necessario con un tono di voce contenuto, senza disturbare i vicini di casa. La sua mamma se lo può "godere" nelle ore in cui Martino è al nido, perchè, appena torna a casa, Damiano resta "parcheggiato" (termine di mia figlia) per dedicarsi all'altro. Mi confessa questa sensazione che anch'io provavo, come molte donne penso, all'arrivo del secondogenito, quando sembra che all'uno o all'altro non si dia mai abbastanza...ci vuole un po' di tempo e di allenamento per sentirsi meno in colpa. E, in realtà, solo qualche volta o per poco tempo tutto fila liscio, la crescita dei figli e la vita di famiglia spesso ributtano all'aria gli equilibri quando ci si illude di averli raggiunti...E' la complessità dell'essere genitori, uno stato meraviglioso e tremendo che ci accompagnerà per tutto il resto della vita, con cui si dovranno sempre fare i conti: niente sarà più come prima.

Così parliamo di questo e di altro quando vado a casa di mia figlia, ogni tanto, a farle compagnia: arrivo un po' prima del rientro di Martino, perchè anch'io voglio godermi Damiano prima di essere coinvolta nei giochi e nelle letture di storie da quel piccolo terremoto.

E Martino? Come vive il suo ruolo di fratello maggiore? Per ora è contento, in fondo Damiano non è ancora molto ingombrante...

Nei primi giorni, alla sera, quando Martino andava a dormire nella sua cameretta, dava la buonanotte al fratellino in sala dentro la carrozzina. Il mattino dopo invece lo ritrovava nella culla-country in camera dai genitori. Allora restava perplesso e chiedeva indicando la sala: "E di là?" Nel senso: "Non ce ne sarà mica un altro?" Ma poi ha capito che il fratello restava solo uno...

E' molto coinvolto nel portare i pannolini puliti al cambio o l'occorrente al bagnetto, dopo alcune manate iniziali non si sa se più affettuose o omicidi ora chiede a volte di tenerlo in braccio, seduti sul divano, oppure gli fa omaggio di qualche suo giocattolo che mette dentro alla carrozzina. Qualche giorno fa ha chiesto alla mamma se Damiano poteva restare all'asilo con lui. "E' troppo piccolo, l'anno prossimo."

L'iscrizione è già stata fatta, speriamo in bene con quelle terribili graduatorie...Se verrà accettato, l'anno prossimo Martino gli cederà il suo posto, perchè passerà alla scuola materna.

Confesso che anche la nonna, ad ogni nuovo nipote, si sente di nuovo in fase di rodaggio...

...Per ora funziona...

 
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NOSTALGIA

Post n°692 pubblicato il 02 Giugno 2011 da atapo
 

 

RIABITUARSI

Ormai è passata una settimana. Non mi è facile riabituarmi alla normalità.

Ci sono state due bellissime giornate festose, per un matrimonio e l'incontro con amici cari da una vita, ci sono state due interessanti iniziative di visite culturali dell'Università dell'età libera, ma tutto ciò non è sufficiente...

...quando torno a casa qualcosa mi manca...

Nella quotidianità della vita casalinga, spesa, pulizie, cucina, discorsi col marito di nuovo "assorbito" dai prossimi tentativi di esami, non ho più la possibilità di rifugiarmi in quella storia e in quel personaggio, di ripetere quelle frasi per sentirlo sempre più mio, per entrare sempre meglio in quelle vicende, per affiatarmi col gruppo durante i nostri incontri...è tutto finito adesso! La realtà è ben diversa!

Forse è stato troppo intenso, forse mi sono immedesimata troppo, ora provo una nostalgia che mai avrei immaginato, c'è un vuoto che si fa sentire, il bel ricordo di quello che è stato riempie e trasforma questo vuoto molto lentamente.

O forse accade così anche agli attori veri, quando lasciano uno dei loro personaggi preferiti?

Non lo saprò mai, purtroppo non appartengo al club degli attori veri...

Allora penso che Cora sia stata un'amica, che ho conosciuto, che mi ha dato molto, che ora è partita lasciandomi qualcosa che un po' mi ha cambiata, qualcosa che mi potrà accompagnare in futuro anche se lei non ci sarà più...come accade sempre con gli incontri importanti...

Alcune foto dello spettacolo, scattate dai parenti degli attori, cominciano a circolare tra noi. Anche mio marito ne ha fatte, ma per ora non mi è possibile mandarle ai compagni per i nostri soliti problemi nella gestione dei computers di casa. Comunque mi è arrivata una foto che mi piace moltissimo e che speravo proprio di avere:

noi sei che abbiamo interpretato Cora, tutte insieme, nel saluto finale.

Solo noi, prima degli altri, le principali protagoniste!



 
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