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Messaggi di Agosto 2015

IN SOFFITTA

Post n°1256 pubblicato il 31 Agosto 2015 da atapo
 

LAVORI

 


 

A fine luglio i muratori ci portarono in soffitta le assi e il materiale che servivano per la coibentazione del pavimento della stessa e se ne andarono augurandoci buone vacanze (SPIRITOSI!).

Solo dopo qualche giorno seppi dal marito che, anziché farla coibentare a loro (sarebbero rimasti ancora qualche giorno), si era accordato per fare LUI questo lavoro, o almeno la maggior parte, durante il mese di agosto: un po' per risparmiare, un po' perchè si riteneva capace e... chi fa da sé fa per tre, così era sicuro di farlo il meglio possibile (come suo solito).

Io non ho gioito per nulla, ma ormai la frittata era fatta! Così LUI ha passato tutto il mese praticamente relegato in soffitta appresso questa coibentazione: metti l'isolante, taglia le assi, mettile in posizione, incastra, smartella... tira quattro accidenti spesso e volentieri perchè non è affatto semplice e scontato, le assi non sono sempre perfette e la fatica è enorme: proprio quello che ci vuole per lui! Scendeva all'ora dei pasti, sempre ritardati perchè doveva finire qualcosa, sudato, sporco, stravolto, una doccia e a tavola.

La colonna sonora del nostro agosto è stato un concerto per smartellate e tonfi di assi, dall'auditorium-soffitta.

Naturalmente alla sera era cotto, non si parlava di fare altro che non fosse strettamente indispensabile: i films nelle arene all'aperto quest'anno ce li siamo scordati! Se qualche mezza giornata si è fermato era perchè altrimenti sarebbe crollato completamente. Ora ha quasi finito... la soffitta è abbastanza pronta affinchè i muratori si occupino del tetto.

Da una settimana avevo cominciato a chiedergli: -Ti hanno detto quando ricominciano? O bisogna telefonargli?-

-Boh, non so.-

Gliel'ho richiesto.

-Ho telefonato e non rispondeva nessuno.-

Bene! Mi sono detta. Chissà quando si decideranno, i giorni e i mesi passano... Mi premeva saperlo, perchè alla loro ripresa dei lavori avrò difficoltà a stendere il bucato fuori, dovrò farlo quando non sono presenti per non riempirlo di polvere (dentro per ora non abbiamo spazio), quindi devo organizzarmi i tempi, e anche altre situazioni di “convivenza” con loro...

Ieri sera ancora nessuna novità, io ho fatto un bucato grosso, lenzuola, tovaglie, asciugamani ecc. e stamattina era da stendere. Ecco prima delle nove una sonora scampanellata... Non aspettavamo nessuno, avevamo appena finito la colazione, calma, da pensionati...

Erano i muratori!!! Col camion e tutte le attrezzature, iniziavano a lavorare! Da un lato ho tirato un sospiro di sollievo, almeno si procede... Il bucato l'ho steso alla meglio e per un po' non ne farò più.

Ma... possibile che LUI non sapesse o avesse dimenticato?

-Sì, avevano detto alla fine del mese o inizio settembre, ma non pensavo fossero così puntuali...-

E andiamo avanti così, con Santa Pazienza...


 
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CHE FACEVAMO

Post n°1255 pubblicato il 30 Agosto 2015 da atapo
 
Tag: memoria

VACANZE LONTANE

 

J.Sorolla, Madre e figlio

 

Partivamo alla fine di giugno, massimo a inizio luglio, appena avevo terminato con l'ultimo Collegio Docenti i miei impegni di lavoro e gli ultimi giorni erano sempre caotici: mescolavo gli inevitabili documenti da compilare e consegnare ai mucchi di vestiti ed oggetti da portare con noi.

Ero sempre distrutta quando salivo sull'auto stracarica con la prospettiva di molte ore di viaggio, armata di santa pazienza per gestire le inevitabili conseguenze di litigi e stranezze varie dei due figli seduti dietro... Il papà doveva guidare, era meglio lasciarlo il più tranquillo possibile.

Per andare dove? Le vacanze estive di famiglia sono state sempre molto vagabonde, ogni anno in un luogo diverso e spesso deciso all'ultimo momento: comunque sempre verso sud e che comprendessero un lungo periodo in luoghi di mare, così da fare riserva di sole e aria buona che speravamo garantissero a tutti la buona salute nell'inverno successivo.

E MAI in albergo o appartamento: sempre campeggio, dapprima in tende sempre più grandi (Marco aveva sei mesi quando cominciò!) e sempre più complesse da montare (purtroppo...), poi col carrello tenda, da noi definito Santo Carrello perchè, una volta arrivati a destinazione, merito di alcuni pulsanti e levette in cinque minuti era aperto e pronto ad accoglierci. Lo usammo fino alla sua quasi completa consunzione, ma a quel punto eravamo finalmente un po' più... ricchi e decidemmo che era il caso di approfittare dei villaggi vacanze convenzionati col lavoro di mio marito...

Quasi tutte le estati iniziavano così, due o tre settimane immersi in nuove esperienze e in nuove terre. I primi anni era durissima, la vita in campeggio spartana e i bambini molto piccoli mi facevano affaticare più che se fossi rimasta a casa, ma ero giovane ed ancora piena di energia. Poi, un'estate, scoprimmo con grande sollievo che i due erano diventati abbastanza autonomi da non distruggerci più e, finalmente, cominciammo a riposarci anche noi genitori.

Quelle settimane tutti e quattro insieme, in situazioni nuove e libere, ci facevano riscoprire e godere la bellezza dello stare in famiglia, tutto sembrava più facile, sensazioni che ci avrebbero aiutato e arricchito nei mesi successivi. Alternando le ore in spiaggia alle gite nei dintorni: Maremma, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise... pacchi di foto e diapositive ora mi narrano la "storia" di quelle vacanze. Nonostante tutto mi riposavo, naturalmente proponevo nuovi itinerari e nuove esperienze, i bambini erano entusiasti e, allora, anche mio marito esplorava volentieri.

Poi tornavamo in città.

Io, come insegnante, avevo la fortuna di poter stare con loro fino alla fine di agosto... e bisognava riempire quelle caldissime e lunghissime giornate. Nei fine settimana spesso riprendevamo il carrello-tenda per trasferirci in un campeggio a Tuoro sul lago Trasimeno, dove eravamo diventati ormai di casa e dove le innumerevoli sagre nei dintorni ci consentivano di fare scorpacciate incredibili a prezzi molto contenuti...

Talvolta sempre nei fine settimana andavamo in montagna dai miei suoceri, nella famosa casetta ora contesa dagli eredi, ma ho già detto come a mio marito queste visite creassero malumore e sentimenti sgradevoli al contatto col padre, accettava solo per i bambini che avevano il diritto di stare coi nonni... come accettò a stento di passare le vacanze lassù con loro nelle estati in cui avevamo impegnato tutte le nostre sostanze nelle prime ristrutturazioni della vecchia casa...

E il resto dei giorni? I bambini avevano tutto il tempo per fare i compiti, leggere, fare esperimenti culinari con me, andare alla ricerca degli amici vicini di casa rimasti in città per giocare insieme, annoiarsi anche...

Però mi piaceva che facessimo qualcosa insieme, noi tre.

C'era l'appuntamento settimanale al mercato delle Cascine, lungo il fiume e sotto gli alberi è una passeggiata piacevole, ma si sa che i bambini al mercato si annoiano... Così eravamo arrivati al compromesso che loro avrebbero avuto pazienza mentre mi fermavo io alle bancarelle (e approfittavo anche per rimpinguare il loro guardaroba, visto che d'estate crescevano a vista d'occhio), in cambio io non avrei brontolato quando loro si fermavano alle bancarelle dei giocattoli. E non crediate che facessero una sosta breve! Dopo il mercato, prima del rientro, pic nic nel prato, con pizza o panini alla porchetta.

C'erano anche altre mete estive, occasioni per fare dei pic nic (ai bambini piacciono molto, soprattutto se si concludono con un bel gelato!) e per passare una giornata intera fuori casa: cercavo di organizzarne una quasi ogni settimana, per spezzare la monotonia.

Il treno ci portava a Viareggio al mare da mattina a sera sulla spiaggia libera, oppure ad Arezzo, o a Bologna a trovare la nonna materna (lì niente pic nic, ma tortellini o tagliatelle che faceva lei a mano, indimenticabili!).

Autobus e corriere ci portavano a Fiesole, a fare a piedi il viale dei colli, a Pratolino al parco di Villa Demidoff che per me è un luogo quasi incantato, oppure a Monte Senario ormai nel Mugello. Tutti luoghi in cui si respira meglio e con un po' di gradi in meno rispetto al nostro soffocante quartiere di pianura. Passavamo là le ore più calde della giornata e rientravamo poco prima di cena.

Mi piaceva stare con loro, erano contenti di queste uscite e camminavano volentieri... hanno passato così le estati della loro infanzia e quando hanno smesso di chiedermi queste uscite perchè ormai adolescenti si organizzavano con gli amici... se dapprima mi sono sentita più libera ecco che col passare degli anni ho cominciato a provarne nostalgia...

Ora ci sono i nipoti... ma tanto è cambiato, nelle nostre vite, nelle abitudini, anche l'energia non è più la stessa...

 

 
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DOPO IL MARE

Post n°1254 pubblicato il 28 Agosto 2015 da atapo
 

RITORNATI

 

Sally Swatland

 

Sono ritornati dal Salento (prosecuzione del soggiorno in Calabria con l'amica venuta dal Brasile...) mia figlia, marito e nipotini, giusto il giorno dopo l'arrivo della cartolina scritta da Martino e disegnata da Damiano, con l'immagine dei trulli ricordo della loro gita ad Alberobello.

Sono ritornati abbronzatissimi, in ottima salute, con ricordi entusiasmanti delle loro lunghe vacanze... Poi mia figlia, in separata sede, mi aggiornava anche sulle ultime birbonate, ma soprassediamo...

Le esperienze nuove gli hanno stimolato la fantasia ed ecco che un giorno (racconta la loro mamma) parlavano di cosa avrebbero voluto fare da grandi:

Martino, solito avventuroso, ha deciso che sarà un archeologo, ma “di quelli che vanno sott'acqua a scoprire le cose antiche in fondo al mare”,

Damiano, più calmo e intellettuale, ha detto che lui farà “lo scienziato che studia i pesci sui libri” (anche se in realtà pare che nell'acqua si trovi più a suo agio del fratello). Così hanno cercato su internet come si chiama questo specialista e, scoperto che si dice ITTIOLOGO, ora Damiano offre questa parolona a tutti con molta importanza.

Diletta... per ora non si pronuncia sul suo futuro, è impegnata a costruirsi il suo linguaggio: per molti giorni ha pronunciato una parola che nessuno riusciva a decifrare, qualcosa tipo “gnanno”, finchè ripetendo ciò che stavano dicendo gli altri familiari, pare che questa misteriosa parola sia NONNO: figuratevi l'orgoglio di mio marito quando l'ha saputo!

Questi spensierati racconti estivi mi fanno ricordare con un po' di nostalgia le estati di quando erano piccoli coloro che adesso sono genitori...

 

 

 
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FILE O NON FILE ?

Post n°1253 pubblicato il 25 Agosto 2015 da atapo
 
Tag: cronaca

L'AMICO RITROVATO... POCO

 


 

Nei due mesi abbondanti di soggiorno in camper ho dovuto usare il computer portatile che sarebbe MIO, quello che mi aveva accompagnato nelle ultime vacanze (oh, quanto lontane!). Io non sono portata per la tecnologia, mio marito ci ha installato il sistema operativo Linux e in quel periodo, volente o nolente, a fatica ho imparato ad usarlo, mi sono fatta le cartelle essenziali: file di testo, foto scaricate e basta. Mi mancavano soprattutto la mia raccolta di foto, di riproduzioni di opere d'arte e le musiche di youtube (non c'era audio): guardare belle immagini e ascoltare bella musica mi fa rilassare quando mi sento particolarmente stressata...

Insediati nella casa nuova, per circa un altro mese e mezzo è continuata così: il mio PC fisso era a pezzi negli scatoloni, ugualmente a pezzi era il mobile che doveva contenerlo e c'era altro di più impellente da sistemare, non era nemmeno libero l'angolo della stanza che avrebbe dovuto accoglierlo! Quando finalmente la situazione si è un po' alleggerita e ho chiesto al marito se... per favore... era arrivato il momento... ci sono voluti ancora giorni prima che finisse di montarlo e che, sedendomi finalmente davanti a quello schermo e a quella tastiera, mi sentissi contenta come chi ritrova un amico che non vede da tanto tempo.

Ma la gioia è durata poco: ora nel mio PC convivono DUE sistemi operativi: un Windows che usavo prima del silenzio-camper, un Linux che mio marito aveva iniziato a installare circa un anno fa e che ora aveva proseguito, ma su cui non aveva travasato ancora tutti i file da Windows. Quindi, se volevo cercare qualcosa del passato, non sapevo mai esattamente dove l'avrei trovato, se ricordavo la data potevo aiutarmi con quella, ma non era facile... Certo è molto gratificante stare al computer in questo modo! Se volevo così rilassarmi dallo stress... manco a parlarne, mi faceva innervosire ancora di più!!!

Un passo avanti è stato quando ha finito di travasare tutto in Linux, ma intanto non ritrovavo più il cestino, i siti salvati nei preferiti, la cronologia, ho difficoltà a volte a fare copia-incolla, spesso non riesco a scaricare le immagini, non so come mettere le foto sul desktop e mi è complicato anche lavorare sulle mie foto, l'avvio è sempre lento e quando apro Facebook spesso si blocca e viene una scritta "Uno script di questa pagina ha smesso di funzionare..."

Per le soluzioni alle manovre più tecniche devo corteggiare mio marito che fra un lavoro e l'altro in casa (poi ne parlerò) mi aggiusti o mi aiuti, per questo script malefico dice che non sa che farci.

Naturalmente non ha il tempo per travasarmi sul PC fisso il materiale che avevo raccolto nei due mesi sul portatile e adesso ho questo buco di aprile-maggio.

Dulcis in fundo, le mie casse acustiche ancora non le abbiamo ritrovate, così sto senza audio!

Povero computer... e povera me! Che amicizia sgarrupata!

 
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DOLCEZZA

Post n°1252 pubblicato il 21 Agosto 2015 da atapo
 
Tag: cronaca

LA RONDINE

 


 

Questa mattina una giovane rondine è entrata in casa, probabilmente infilandosi dall'abbaino della soffitta dove mio marito stava lavorando. Si ostinava a svolazzare contro il vetro di una finestra, gridando, vedeva il cielo e non capiva come mai non riuscisse a raggiungerlo.

Io ero al pc nella stanza accanto e dapprima pensavo che quei cinguettii intensi fossero di un uccellino a spasso sui ponteggi, poi l'insistenza mi ha incuriosito e l'ho scoperta.

Era ad ali aperte saltellante sul bordo inferiore del telaio della finestra. Un attimo in cui si è fermata... l'ho presa delicatamente tra le mani a coppa: avevo una gran paura di farle male, di danneggiarle le ali aperte. Allora lei ha richiuso le ali come se volesse finalmente riposarsi... io mi aspettavo invece che si agitasse ancora di più... Siamo rimaste a guardarci: era bellissima! Piccola, perfetta, nera, lucente, una giovane rondine pronta ad affrontare il mondo e un prossimo viaggio lunghissimo e rischioso! Avrei voluto trattenerla, stava così tranquilla, magari farle qualche foto, ma non mi sembrava giusto: una rondine non è fatta per questo.

Tenendola in una mano, con l'altra ho aperto la finestra e l'ho esposta all'aria: prima di decidersi a spiccare il volo mi ha lasciato godere della sua bellezza e dolcezza ancora una manciata di secondi, stava lì sulla mia mano a farsi ammirare. Poi... via!

Questo è un piccolo episodio che poi rende lieta tutta la giornata...

 
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PASTA MADRE

Post n°1251 pubblicato il 18 Agosto 2015 da atapo
 

 

IL "RINFRESCO"

 

Mia figlia, non contenta di avere:

un lavoro

una casa

un marito

tre figli

un gatto

da qualche mese ha adottato una PASTA MADRE.


Merito di alcune sue amiche, con cui condivide la passione per il biologico, il naturale e così via.

Avevo notato nel suo frigorifero due vasi con questa poltiglia biancastra e le avevo chiesto spiegazioni, lei mi aveva detto brevemente (tra le prodezze di un figlio e l'altro da tenere sotto controllo...): "E' come il lievito di birra, ma è tutto naturale, ci faccio la pizza, il pane..."

Quando tutti loro sono partiti per la vacanza lunga, oltre ad affidarmi il gatto da pulire e nutrire quotidianamente, stavolta mi ha anche chiesto: "Puoi farmi una volta alla settimana, ogni 6-7 giorni, anche il rinfresco della pasta madre? Altrimenti devo buttarla... Non è complicato, ti dò il foglio con le istruzioni!"

Cuore di mamma non dice di no... così ho portato a casa mia i due vasi a chiusura ermetica da un litro l'uno nella borsa termica (non avessero mai ad agonizzare per il troppo caldo) e li ho messi nel mio frigorifero. Almeno l'operazione, per me una novità, l'avrei fatta in un ambiente favorevole e con le mie attrezzature.

Così sono due domeniche pomeriggio che metto a bagno in acqua calda quella sbobba appiccicosa, ci aggiungo lo stesso peso in farina, impasto faticosamente e rigorosamente a mano per 10 minuti, attendo 2 ore che inizi la lievitazione, poi rimetto nei vasi... la metà di ciò che mi ritrovo, perchè se tutto va bene la "mole" di pasta è raddoppiata. Seguo fedelmente le istruzioni. Ciò che non sta nei vasi lo uso subito, sono due domeniche che mangiamo pizza e ci resta anche per una bella pagnotta...

 


 

Insomma, ci passo tutto il pomeriggio. Durante tutto questo lavorìo mi chiedo quale impegno sia anche per mia figlia, fra tutti gli altri suoi, penso che in effetti suo marito è bravissimo a preparare la pizza quindi questa ultima parte senz'altro sarà per lui... Ma che tutte le settimane si debba essere così "incastrati"... io non lo reggerei! Penso anche che mia figlia fin da bambina ha avuto un debole per le attività in cui ci si deve sporcare o ci si ritrova impiastricciati e appiccicosi e neppure ora si smentisce: io, al contrario, di queste cose ne faccio anche a meno, soprattutto del lavaggio e riordino successivo! E concludo riflettendo che in questo mia figlia non mi assomiglia proprio, ma ci ritrovo preoccupanti caratteristiche di casalinghitudine ereditate da mia suocera...

Ma c'è di più: nei giorni in cui la pasta madre giace nel mio frigo pare ci lieviti molto bene perchè comincia ad uscire dai vasi, nonostante il tappo dovrebbe essere ermetico... mi trovo serpenti e bozzoli di pasta che scivolano lentamente dai vasi e si propagano per il ripiano... Li raccolgo e li metto in un terzo vaso (mio)... insomma questa pasta madre si moltiplica in modo inquietante... a me e a mio marito fa pensare a certi film dell'orrore in cui poi certi BLOB si trasformano in mostri o cose del genere... Perchè nemmeno mio marito gioisce per la faccenda, soprattutto quando la pasta madre gli invade in frigo lo spazio delle sue bottiglie di birra...



 

E il pane che abbiamo prodotto gli piace, ma la pizza non molto, preferisce l'impasto che facevo col lievito di birra. Per cui non vede l'ora che tutto l'arsenale faccia il viaggio di ritorno...

Quando le ho fatto sapere che tutto procedeva bene, mia figlia mi ha mandato un SMS: "Allora vi convertirete anche voi alla pasta madre!"

"Ma non se ne parla nemmeno!" ha commentato mio marito. Io magari un quantitativo piccolo proverei a tenerlo, ma che non mi invada il frigorifero, e senza impegno... se morirà potrò sempre prenderne un altro pochino da mia figlia... finchè durerà questa sua passione!

 
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L'ULTIMO CHILOMETRO

Post n°1250 pubblicato il 16 Agosto 2015 da atapo
 

 

DOPO FERRAGOSTO



 

Spero abbiate passato bene questo ferragosto, che è doppio quest'anno, perchè cade di sabato e la domenica lo prolunga e lo allarga...

Io... l'ho passato come si passano, a casa mia, tutti i ferragosto in cui non siamo in viaggio: RINTANATI in casa.

Questo modo di essere, l' ideale per mio marito (“cosa vuoi andare a cercare la confusione e la folla di gente che c'è dappertutto in un giorno così...”) ora ha un motivo in più a giustificazione: c'è da lavorare dentro la casa nuova!!! E figuriamoci, avere goduto nei giorni scorsi qualche ora di relax a Viareggio deve bastare per un pezzo!

Io sarei anche uscita da sola, c'era la gara dei castelli di sabbia in centro in riva all'Arno, mi sembrava carina da vedere... ma gli orari dei bus, rarissimi, mi hanno fatto desistere, insieme a dei nuvoloni minacciosi... Così sono restata a casa, a riordinare un po' e a cucinare un ottimo minestrone di fagioli e almeno un dolce per una parvenza di festa: pesche cotte ricoperte di amaretti e crema. Il computer mi sta facendo i capricci, dopo un po' devo spegnerlo se no mi innervosisco, neppure il virtuale mi ha offerto una grande compagnia... Mio figlio e sua moglie sono nella loro casa nuova, a vuotare scatoloni come noi nelle loro stanze che sono già abitabili.

C'è pochissima gente in giro qui attorno, tutto è tranquillo, la colonna sonora di queste ore è una musica dolce e leggera di flauto che ogni tanto sento echeggiare dalla strada, soprattutto di sera: mi è sconosciuta, mi pare una melodia popolare... forse viene da qualche famiglia non italiana, cinese o da chissà dove, che suona la sua musica e le finestre aperte la regalano a tutti quelli che non sono partiti...

Nel tardo pomeriggio e stanotte ha piovuto: una pioggia normale, finalmente.

Il segno della “rottura” dell'estate e del gran caldo che quest'anno ha proprio esagerato... Ricordo gli anni in cui per ferragosto ero al mare: quasi sempre ci scappava l'acquazzone il 15 o subito dopo e quando tornava il sole non era più come prima, serviva il golfino alla sera dopo il tramonto e cercare quel golfino in fondo alla valigia metteva un po' di malinconia...

Perchè ferragosto, in fondo, mi mette sempre un po' di malinconia, è il sapore dell'estate che si sta consumando, ormai i giochi sono fatti, le promesse e le speranze coltivate all'inizio di giugno o si sono realizzate oppure... ormai è rimasto poco tempo per godere dei sogni che avrebbero reso l'estate degna di essere ricordata. E' una specie di cammino, a ferragosto ti accorgi che sei all'ultimo chilometro, allo sprint finale, può ancora accadere qualcosa, ma il tempo è brevissimo, volerà verso la ripresa della vita normale di settembre... e bisognerà attendere un'altra estate.

So che prossimi giorni voleranno nell'attesa, in un baleno arriverà il momento in cui finalmente i muratori si ripresenteranno, riprenderanno i lavori, la confusione, la polvere... e speriamo che sia la volta buona per finire tutto in tempi ragionevoli!

 
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INTERVALLO 2

Post n°1249 pubblicato il 13 Agosto 2015 da atapo
 

 

RELAX AZZURRO

Viareggio e le Alpi Apuane


La mia amica regista ha da poco comperato un appartamento a Viareggio: come seconda casa, per andarci lei e il marito quando a Firenze fa troppo caldo.

Così ha invitato me e mio marito: lei spera ancora di coinvolgerlo nei suoi teatri come tecnico del suono, ma lui, dopo aver accettato per uno spettacolo, mi ha detto che non lo farà mai più, figurarsi se accetta di sottostare alle stranezze e alle "lune" di una regista... Un'esperienza gli è bastata!

A parte questo, siamo in ottimi rapporti e mio marito si trova bene col suo: entrambi sopportano queste mogli un po' originali e si defilano il più possibile dalle nostre follie.

Così abbiamo passato un pomeriggio-serata insieme con loro a Viareggio.

Relax azzurro... come il cielo in cui viaggiava a tratti qualche nuvola bianca in una giornata non eccessivamente calda, come le pareti del loro soggiorno che si apre su una bellissima terrazza piena di fiori, dove poi abbiamo cenato e ci siamo intrattenuti fino a tardi, nel lieve profumo di citronella per tenere a distanza le zanzare.

Ma soprattutto azzurro come il MARE!

Siamo stati qualche ora in spiaggia, quando ormai il sole non era più bruciante, io e la mia amica abbiamo fatto il bagno... Per me il primo bagno (e forse l'ultimo) della stagione... Mi sentivo bene, benissimo, leggera leggera quasi euforica dentro l'acqua... quanto mi mancava!

E' luminoso il loro appartamento all'ultimo piano, ha solo un piccolo punto negativo, secondo me: si affaccia sulla pineta, si vede tutta la corona delle Alpi Apuane, ma... non si vede il mare! Beh, non si può pretendere tutto! Anche considerando che il mare in fondo è a pochi passi.

E siamo tornati, rigenerati, a Firenze a tarda notte... per fortuna siamo pensionati e la mattina non ci aspetta nulla di urgente in questo periodo...

 
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INTERVALLO

Post n°1248 pubblicato il 09 Agosto 2015 da atapo
 

RELAX  VERDE

 

Una zona di Firenze che conosco poco, su in collina,  in una di queste giornate afosissime.


Una giornata trascorsa in visita ad un'amica che non vedevo da tanto, incontro più volte rinviato per diecimila motivi e contrattempi...

Per sfuggire l'afa abbiamo passato molte ore in un bellissimo giardino storico urbano, di quelli frequentati e apprezzati più dagli abitanti del quartiere che dalla maggior parte dei turisti distratti e affrettati...

 


 

Che meraviglia! Il verde, l'ombra, le panchine e la frescura del laghetto... anche le anatre!

 

 

Solo a rivedere queste foto mi sento rinfrescata!

Le chiacchiere, le confidenze e le risate...  in tutta quella bellezza si alleggerivano anche i nostri problemi e le nostre preoccupazioni.

E abbiamo ceduto alla moda del "selfie", per un ricordo di questa bella giornata insieme...


 
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L' AMICIZIA

Post n°1247 pubblicato il 06 Agosto 2015 da atapo
 

CUCCIOLI  IN  VIAGGIO

 

J.Sorolla, Ninos a la orilla del mar

La migliore amica di mia figlia vive in Brasile.
Ma non da sempre.
Si conobbero alle scuole elementari, l'amica era mia scolara e la sua mamma mia collega, avevamo incontri familiari anche fuori l'ambito scolastico. passarono nella stessa classe i tre anni di scuola media e l'amicizia si consolidò. Presero poi strade molto diverse, ma restarono sempre legatissime. L'amica dopo il liceo artistico ed un corso di design in un istituto universitario privato andò a Londra a perfezionare l'inglese, sopravvivendo con lavoretti improbabili in ambienti un po' beat. Là incontrò un ragazzo brasiliano di ottima famiglia, spedito a Londra a perfezionare gli studi di giurisprudenza. Amore, matrimonio... ora si sono stabiliti in una regione del Brasile meridionale dopo aver viaggiato in giro per mezzo mondo, hanno un bambino di due anni e lei ha aperto una scuola di lingue straniere. Una vita quasi da romanzo...
Mia figlia, dal destino molto più normale, le è sempre rimasta legatissima: lettere, telefonate, mail... e quando l'amica viene a Firenze dalla sua mamma ci sono incontri e rimpatriate.
Questa estate l'amica è venuta in Italia col bimbo, ma non a Firenze: poichè la sua mamma in estate sta in una loro casetta sulla costa calabrese, si fermanoi laggiù fino al metà agosto, poi torneranno in Brasile. Mia figlia ha subito deciso che sarebbe andata al mare anche lei laggiù, per il sospirato incontro.
Così lunedì scorso è partita in treno, con i suoi tre marmocchi e senza il marito, che a causa del lavoro li può raggiungere solo la settimana prossima.
Secondo me, è stata una bella impresa! Sappiamo come sono le ferrovie dello stato...
Fino a qualche anno fa c'era un treno diretto al giorno: salivi a Firenze, scendevi dopo molte ore proprio nella cittadina che ci interessa. Una volta lo facemmo quel viaggio, io e mia figlia, per passare un po' di tempo con le nostre amiche al mare. Ora invece le Frecce ti scaricano a Napoli e dopo ti tocca l'Intercity, con le coincidenze, i ritardi ecc... tipici del sud.
Non era mai stata in treno coi tre bambini: hanno ridotto all'osso i bagagli, ma uno zaino per uno (madre e figli maggiori), un trolley affidato a Martino e il passeggino di Diletta stracarico erano inevitabili. Li abbiamo accompagnati in stazione, io credo di essere stata emozionata come i miei nipotini... A Napoli l'aspettava un'altra sua amica napoletana, per un saluto e per darle una mano nel trasbordo da un treno all'altro: insomma, un'organizzazione perfetta!
Alla sera ci ha comunicato che l'intercity era partito e arrivato con un forte ritardo, che appena entrati nella casa affittata erano tutti crollati a dormire...
Nei giorni successivi tutto ok, a parte il caldo atroce, ma l'avrebbero avuto anche qui, laggiù almeno c'è il mare...
Che dire, l'ho ammirata mia figlia: io con i bambini in estate andavo a Bologna, oppure a passare le giornate a Viareggio, ma viaggi così non li ho mai affrontati...
Le giovani donne oggi sono molto più autonome, organizzate, indipendenti... le invidio un poco...

 
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URAGANO

Post n°1246 pubblicato il 02 Agosto 2015 da atapo
 

LUI  E' FATTO  COSI'

Nel pomeriggio di ieri le nuvole si addensavano sempre più.
Alle 16 pensavo che stava iniziando il matrimonio del figlio di Ody e... "se si mantiene così forse non si bagnano..."
Alle 18 ho creduto bene di raccogliere il bucato steso a mezzogiorno: anche senza sole il caldo afoso aveva asciugato tutto e non volevo che uno scroscio improvviso, che pareva imminente, rovinasse tutto.
Poi ha cominciato a piovere, sempre più forte, sempre più furiosamente, pareva si calmasse un attimo poi riprendeva con più vigore. Dietro ai vetri della porta-finestra della cucina fuori si vedeva sempre meno, arrivavano nuvole d'acqua, gli alberi del giardino sventagliavano impazziti (come minimo, una strage di prugne...), nell'avvallamento lasciato dai muratori ecco già formato il solito lago di tutti i temporali, stavolta anche con le onde...
Mio marito stava davanti alla TV a vedere le gare dei tuffi, insensibile ai fenomeni atmosferici...
Per scrupolo sono salita al piano di sopra: dalle finestre lasciate aperte solo in alto per far circolare l'aria entravano piccole gocce quasi una nebulizzazione, così ho pensato bene di chiuderle. Finita l'operazione stavo per ridiscendere quando ho sentito vicino a me un rumore nuovo che prima non c'era: uno scroscio d'acqua, come un rubinetto improvvisamente aperto... Come? Dove? Non avevo certo lasciato rubinetti aperti...
Con un po' di ansia rifaccio il giro delle stanze: ecco, nell'antibagno, dalla botola attraverso cui si sale in soffitta scende acqua, tanta acqua, quasi una cascata...
Urlo al marito:- Qui scende acqua... e tanta!-
Risposta:-Qui ora si sta tuffando la Cagnotto!- E MANCO SI MUOVE!
Mi viene una rabbia... so che non si muoverà finchè c'è la Cagnotto, è fatto così, ha le reazioni lente, se c'è qualcosa che lo interessa poi... potrebbe cascare il mondo...
Che fare? Mi guardo intorno: un catino non basta e il pavimento della stanzetta è già tutto allagato. Vedo uno scatolone in cui teniamo "stoffe per pulizie": vecchi abiti e biancheria logori e rotti. Lo prendo e lo svuoto letteralmente sul pavimento sotto la cascata, che ora pare diminuisca, perchè sta diminuendo fuori la pioggia. Ora il catino basta a contenere i danni.
Mio marito arriva con tutta calma...
Adesso tocca a lui, sale a ispezionare la soffitta: il tetto non ha retto in vari punti, le tegole sono vecchie e ci sono state infiltrazioni. Non era mai successo nei temporali precedenti, ma quello di ieri è stato di più, un uragano su Firenze dicono i giornali. Il tetto da rinforzare e sistemare è un altro dei lavori rinviati a settembre...
A questo punto non ci resta che incrociare le dita e che restino ben incrociate per un mese ancora come minimo! Perchè se piove dentro, oltre al disagio, si rischia di rovinare anche i materiali per la coibentazione che erano stati già messi in soffitta in attesa di completarne la posa.
Insomma, da domani mio marito avrà da comperare dei materiali isolanti, da tamponare i punti più critici, da mettere meglio le tegole... sperando di reggere per un mese...
E tutto sommato ci è andata anche bene, guardando cosa è successo in altre parti della città!

 
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