Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Il senso delle parole

Post n°1454 pubblicato il 26 Aprile 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: parole

Di questo libro credo di aver scritto più volte. Di certo l'ho regalato a tanti bambini e qualche volta mi verrebbe da regalarlo anche a qualche adulto. Perchè in questa storia dei due bambini naufraghi sull'isola delle parole c'è davvero tutto l'amore per la lingua, così viva da rischiare di ammalarsi e morire.
Così, quando leggo che Zapatero invita ad adottare le parole in via di estinzione, non posso non pensare a La Grammatica è una Canzone Dolce di Erik Orsenna, e alla vecchia dai capelli bianchi che ogni giorno sussurra le parole che stanno morendo, per dare loro ancora un po' di vita.
In dieci anni - è l'allarme che viene dalla Real Academia Española - sono andati perduti 6.000 vocaboli. E allora perchè non giocare all'adottiamo una parola, è la proposta certo provocatoria della Escuela de escritores e della Escola d'Escriptura del Ateneo de Barcelona? Provocatoria ma concreta, che ricorda tanto il salvataggio dei libri di Fahrenheit 451.
Non so se vorrei andare in giro come signora parapioggia o parasole a seconda delle condizioni metereologiche, però questa crociata io la sostengo. E non è per farne un manifesto a salvaguardia delle specie in via di estinzione, ma come gesto d'amore. Per tutto ciò che la parola sa esprimere, quando non banalizzata e ridotta ai minimi termini.

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Commenti al Post:
sciamanonero
sciamanonero il 26/04/07 alle 12:07 via WEB
tutto intorno a me fa acqua, come posso capire il tuo mondo se non capisco neanche il mio..aiutami nella mia battaglia
 
magdalene57
magdalene57 il 26/04/07 alle 12:47 via WEB
comprerò il libro e sostengo l'adozione e la salvezza delle parole. :-)))
 
pelino55
pelino55 il 26/04/07 alle 13:51 via WEB
aderisco entusiasta.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:07 via WEB
scegline una!
 
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 26/04/07 alle 19:07 via WEB
Io inizio subito. La mia parola di oggi è: criptomaschilista, ringrazio poly per il suggerimento.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:06 via WEB
Sono andata a leggere. Ho capito come è nata
 
   
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 27/04/07 alle 00:07 via WEB
credo di non essermela meritata, ma visto che la parola era a me ignota, la cosa ha comunque un aspetto positivo.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:11 via WEB
Se l'abbiamo imparata in due,l'aspetto è doppiamente positivo. Domani cercherò qualcuno a cui indirizzarmi così.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:11 via WEB
cui, non a cui. sorry
 
     
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 27/04/07 alle 00:16 via WEB
E' facile, basta trovare uno che si annoia nel leggere un testo che parla delle memorie di un mistress.
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:20 via WEB
Devo imparare a pronunciarlo senza impappinarmi, prima. Ho provato a dirlo a G., ma il suo sguardo mi ha fatto desistere.
 
     
stoico.epicureo
stoico.epicureo il 27/04/07 alle 16:11 via WEB
ahahah..
 
elioliquido
elioliquido il 26/04/07 alle 20:52 via WEB
Adotterei una parola, quantunque in tal caso i miei discorsi abbonderebbero di quantunque. Così che, quantunque essi fossero sensati, a chi mi ascoltasse salterebbe subito all'orecchio la frequenza della parola adottata. Potrei provare con immantinente... Comunque senza la parola non esiste il pensiero. Con un vocabolario scarno il pensiero è primitivo, perché mancano le sfumature dei significati. Prima che per una ragione dell'estetica del discorrere, l'utilità sta in questo. Solo che è difficile indurre tutti all'uso frequente di parole "complicate". Perché come la parola genera il pensiero, il pensiero genera la parola. E quando i pensieri sono al livello (tanto per dire) della quotidianità televisiva, pochi si sentono invogliati ad usare un linguaggio un po' più ricco.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 00:06 via WEB
Quantunque, ordunque, rispondoti immantinente. :) Tralasciando le battute, concordo con te sul punto relativo alle sfumature dei significati. L'appiattimento del linguaggio è sintomo dell'appiattimento del pensiero. E questo senza dover per forza utilizzare parole complicate, polisillabiche, trisdrucciole. Basterebbe voler articolare un po' meglio ciò che si desidera esprimere, senza per forza ridursi a un linguaggio a blocchi stile Lego (l'ho usato di nuovo, perdonami).
 
frosthot
frosthot il 27/04/07 alle 13:18 via WEB
Piccola considerazione: ottima iniziativa. Però, sostenere in bella mostra il "Fincipit" decapita un po' il bisogno di ritorno ad una certa purezza ed amore per la lingua. Tu dirai: è un gioco. Già, solo un gioco. W il gioco, allora? Anche quando la vera lingua, quella di autori che veramente l'hanno amata e descritta, divengono supporti ad autentiche stramberie linguistiche? Comunque, resto grato per questo post. Interessante come tanti altri postati. G.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 13:46 via WEB
Grazie per la "provocazione" che raccolgo. Il Fincipit, per me, è - come tu stesso suggerisci - un gioco, che nulla toglie alla ricchezza linguistica di chi le vere opere ha scritto, ma che invita alla ricerca della sintesi estrema, evidentemente con un minimo di arguzia. E in questo non lo trovo antitetico rispetto alla cura e all'attenzione che la lingua, se amata, richiede. Anzi. E' forse la dimostrazione che non è cosa da azzeccagarbugli e che non serve avere una perfetta padronanza delle trisdrucciole per divertirsi con la lingua.
A corredo dell'articolo da me segnalato ieri, se hai la voglia e la pazienza di leggerlo, ti segnalo anche questo di Stefano Bartezzaghi, nel quale si cita Tommaso Landolfi. Di lui ti riporto un tre righe tratte da "La passeggiata": «La mia moglie era agli scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima ... Sono un murcido, veh, son perfino un po' gordo, ma una tal calma, mal rotta da quello zombare o dai radi cuiussi del giardiniere col terzomo, mi faceva quel giorno l'effetto di un malagma o di un dropace!». Se non è un divertissement linguistico questo!
Spero di non averti tediato troppo.
 
frosthot
frosthot il 27/04/07 alle 14:12 via WEB
Landolfi mi ha sempre divertito e stupito. Le ragioni abbondano per ogni cosa che si muove sulla terra. In un certo senso, ogni cosa diventa giusta o sbagliata. Però, a nessuna conchiglia piacerebbe sapersi corpo anacronistico come quelli di cui scoppia la soffitta delle cancellazioni e delle sovrascritture. Sono sempre stupefatto di come è difficile non essere assorbiti dalla linfa che scorre nei corpi vivi. La longevità delle parole nate per l'uomo che sente il fiato cosamico sulla pelle è una grazia degli dèi. Grazie. G.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 14:23 via WEB
Grazie a te!

E giusto per restare in tema di divertissement, mi è tornato in mente quel giochino che si studia a scuola per scherzare sulle parole composte tedesche e che (magia di Internet) ho scoperto viene riproposto pari pari dagli inglesi, dai francesi, dagli spagnoli, dai russi e via discorrendo. In realtà nessun tedesco si sognerebbe mai di parlare così, ma la forma è e resta, grammaticalmente ineccepibile.
Credo mi si perdoni un lungo copie e incolla:
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/04/07 alle 14:28 via WEB
La Lingua tedesca è facile. Chi sa il Latino ed è abituato alle declinazioni l'impara come niente. Questo almeno dicono i professori di tedesco alla prima lezione. E cominciate a studiare: der, des, dem, den, die, der, der, die e via di seguito. È semplicissimo...
Dopo aver studiato intensamente per alcuni decenni, prendete in mano un libro tedesco. È un magnifico volume, rilegato in tela, pubblicato a Lipsia e tratta degli usi e costumi ottentotti (Hottentotten). Vi si dice che presso quel popolo i canguri (Beutelratten) si trovano in grande numero e vengono catturati e rinchiusi in gabbie (Kotter) munite di copertura (Lattengitter) per proteggerli dalle intemperie.
Tali gabbie vengono chiamate quindi in Tedesco Lattengitterkotter e il canguro prigioniero prende il nome di Lattengitterkotterbeutelratte.
Un giorno gli ottentotti arrestano un assassino (Attentäter), uccisore di una madre ottentotta (Hottentottenmutter) che ha due bimbi ebeti e balbuzienti (Stottertrottel). Questa madre dunque in tedesco viene detta Hottentottenstottertrottelmutter e il suo assassino prende di conseguenza il nome di Hottentottenstottertrottelmutterattentäter. L'assassino è catturato ed immediatamente rinchiuso, come tutti gli Attentäter, in una gabbia da canguro (Beutelrattenlattengitterkotter) dalla quale riesce però ad evadere. Ma ben presto ricade nelle mani di un guerriero ottentotto che lo trascina al capo del villaggio. Ora ascoltate il loro dialogo (gli ottentotti sono un popolo colto e naturalmente usano tra di loro le parole tedesche):
Ho catturato l`Attentäter! - eslama orgogliosamente il guerriero.
Quale? - gli domanda il capo.
Il Lattengitterkotterbeutelrattenattentäter - balbetta il guerriero.
Ma ce ne sono parecchi! - obietta il capo.
Non sono sicuro - risponde l'indigeno - ma penso proprio che sia l'Hottentottenstottertrottelmutterattentäter.
Eh, diavolo! - impreca il capo - non potevi dire subito che hai catturato l'Hottentottenstottertrottelmutterlattengitterkotterbeutelrattenattentäter?
Come vedete, il Tedesco è facilissimo. Basta un po' d'applicazione e di buona volontà.
 
frosthot
frosthot il 27/04/07 alle 15:03 via WEB
Mi sono divertito. Da noi si studia il tedesco più dell'inglese. Ai tempi del mio liceo era un gioco frequente. Del resto eravamo facilitati dal nostro idioma che, con il contributo di dodici "casus", si prestava ad uno stesso gioco linguistico. G.
 
 
shadows_on_hudson
shadows_on_hudson il 29/04/07 alle 09:32 via WEB
Aderisco con gioia.
 
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