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Post n°1747 pubblicato il 29 Ottobre 2007 da SandaliAlSole
Naturalmente del discorso di Papa Benedetto XVI ai farmacisti cattolici so solo ciò che riportano i quotidiani online. In sintesi estrema, il Papa sostiene che anche ai farmacisti vada riconosciuto il diritto di obiezione di coscienza e che il farmacista cattolico dovrebbe non collaborare alla distribuzione di farmaci o di [...]molecole che hanno lo scopo di evitare l'annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona[...]. Repubblica e Il Corriere della Sera fanno esplicito riferimento alla pillola RU486, anche se, a voler prendere alla lettera la questione, sullo stesso piano dovrebbe essere messa anche la pillola anticoncezionale, qualora non prescritta per fini terapeutici "altri". Sul tema, trovo divertente ma puntuale questo post di Chiara Lalli. |
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Scherzo estremizzando ma, sotto sotto, un fondo di curiosa verità ce lo vedo. Immagino di poter avere quel farmaco (quale che esso sia) solo se me lo prescrive il medico ma se lui obietta (medico buono) che faccio? Vado dal medico (cattivo) che mi farà uccidere il "feto-bambino-idea dello stesso"? E se fossi una giovane ragazza che vive in un paesino con solo medici obiettori? E se fossi costretto a rivolgermi a macellai senza studi ne scrupoli per sopperire alle conseguenze di un errore? Religiosi e politici disgregano la società, affibbiando ruoli e categorie come da sempre hanno fatto... Non condivido! Medico buono e medico cattivo, ragazza buona e ragazza cattiva... Non condivido!
Che uniscano i loro sforzi per aggregare i popoli invece di creare e sottolineare differenze di pensiero e stili di vita. (lascio un abbraccio che mi rimetto in viaggio) ILY
1. Sarebbe giusto, ma userei questa facoltà con estrema cautela. Prima di tutto non lo accetterei (se non in quanto fatto in sé) da farmacisti che abbiano commercializzato tali prodotti fino ad oggi. Perché se sei veramente in crisi di coscienza, non aspetti il via libera dal papa. Se il papa si dimentica del tuo problemino, allora, sei fottuto, dannato per l'eternità.
2. Liberalizziamo allora il numero di farmacie. Perché sarebbe assurdo che se tutti i farmacisti del mio circondario casualmente fossero obbiettori, e ci fosse un dottore disponibile non potesse aprire la sua bella farmacia (con cui farebbe crepare tutte le altre, che velocissime tornerebbero sui loro SANTI passi).
3. C'è un contrasto tra la legge dello stato e gli inviti, da parte di chi puote, a fare quel catto che a uno gli pare (secondo coscienza, ovviamente) in merito a cose regolamentate dalla legge dello stato. Allora facciamo una cosa: aboliamo le leggi e rimettiamoci alla coscienza del singolo. Magari se un farmacista non sarà disposto a vendere la pillola alla mia vicina di casa, un altro sarà disposto a farmi un'iniezione di eroina in quei giorni in cui non ho voglia di saperne del mondo.
4. Infine invocherei l'obiezione di coscienza anche per gli avvocati (poi non so, magari mi viene in mente anche qualche altra categoria, anche perché il discorso sarebbe applicabile a tutti). È mai possibile che uno debba difendere da una giusta (mai che lo sia) punizione un altro che ne ha combinate di tutti i colori? Voglio dire: l'imputato intelligente, se ha motivo di fidarsi della capacità e professionalità del proprio avvocato, gli dice tutto. Ed un avvocato potrebbe, per propria coscienza, inorridire di fronte a certe verità. Allora, a quel punto, dovrebbe essere lasciato libero di rivoltarsi contro il proprio cliente. A me sembra che questa cosa sia un attimo più urgente di quella della pillola. Forse il papa, ammesso che si salvasse da una tale rivoluzione, dovrebbe imparare a cucinarsi un uovo all'occhio di bue, per aver qualcosa da mangiare a cena.
Non so se quello del papa fosse quindi un mettere le mani avanti, ma temo che lui si riferisse invece proprio alla pillola anticoncezionale e alla pillola del giorno dopo (che è diversa dalla RU486). Nonchè a farmaci potenzialmente utilizzabili per l'eutanasia.
Personalmente sono rimasta scandalizzata da questa proposta, anche se non c'è da stupirsi: lui è perfettamente coerente con le sue posizioni. Trovo tuttavia immorale che di fronte a determinate situazioni il farmacista possa rifiutarsi di vendere certi farmaci. D'altro il Vaticano è da sempre indifferente alla sofferenza umana, quando questa contrasta con i suoi interessi: ancora oggi ha il coraggio barbaro di antagonizzare l'uso dei profilattici, nonostante la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse e la fame in Africa. Quindi perchè stupirsi di certo proselitismo e lavaggio del cervello??
E allora io mi chiedo: cosa accadrebbe in una struttura ospedaliera se il responsabile della farmacia interna fosse un obiettore?
Sostengo l'obiezione di coscienza sia che si tratti di servizio militare, sia che si tratti di medici antiabortisti. Ovviamente sto parlando di obiezione "vera" non di quelle che ci ha consegnato la storia, con i medici antiabortisti in ospedale e abortisti in clinica privata. Personalmente, non accetterei un lavoro in una fabbrica di armi, e conosco persone che hanno rinunciato al loro posto di lavoro in aziende chimiche e farmaceutiche, quando è stato richiesto loro di testare alcune sostanze sugli animali. Ecco, questa è la sintesi estrema del mio rispetto per la coscienza mia e altrui. Lungi da me negare che un farmacista possa e debba avere una coscienza propria, ma quando l'utente si crea al suo bancone, ha già in mano una ricetta medica e dovrebbe aver già risolto con il proprio medico e con la proria coscienza i dilemmi che potrebbero insorgere. Ripeto quel che ho scritto nel commentone precedente: il papa parla di certo ai farmacisti cattolici, ma le conseguenze si riflettono sui cittadini. Cittadini, indipendentemente dalla loro fede religiosa.