Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi di Aprile 2008

Community

Post n°300 pubblicato il 21 Aprile 2008 da lilith_0404

Sono sempre spiritosi e divertenti i post di Carpediem, e non ha fatto eccezione il post n.323 in cui con l’autoironia che la contraddistingue l’autrice confessa i propri limiti in fatto di tecniche di pubblicazione dei post e chiede aiuto e soccorso a chi può saperne più di lei, con un simpatico epilogo nel post succesivo dove esprime con la consuerta simpatia la gratitudine per l’aiuto ricevuto.

   

Leggendoli mi sono immedesimata molto nella situazione, pensando  a quanti sono i debiti di gratitudine che ho accumulato in questi tre anni di blog,  data la mia completa ignoranza per tutto quello che é programmazione e informatica.

     

L’ultimo in ordine di tempo che mi ha aiutato è Thanksgodisfriday, autore del codice html per costruire l’archivio dei post che tutti potete ammirare qui a lato,  un po’ più funzionale di quello fornito in automatico da Libero.

   

Ma la lista dei miei soccorritori è molto più lunga. Comincia con Coulomb 2003 che nei primi tempi della mia vita qui nel mondo dei blog, mi ha indicato come mettere i link nei post. Suggerimento capito solo a metà,in effetti,  perché la prontezza nell’apprendere era momentaneamente esaurita quando sono nata io e non l’ho avuta in dotazione. Infatti inizialmente quando volevo linkare un post  sbagliavo e mettevo il link solo al blog in cui il post era pubblicato.

   

È stato Lupopezzato a suggerirmi il procedimento corretto per linkare esattamente il post che mi interessa.

   

Il modo per mettere  le immagini nei post lo devo invece alla cortesia di SandaliAlSole, che mi ha inviato una e-mail molto dettagliata, che conservo ancora, per ogni evenienza, su come creare il ‘contenitore’  in cui parcheggiare le immagini  e da cui poi andarle ad attingere per inserirle sul blog.  Odio_via_col_vento invece mi ha dato tutte le spiegazioni occorrenti per mettere i link nei commenti e se ancora di tanto in tanto l'operazione non va a buon fine dipende solo dalla mia goffaggine e non certo dalla maestra…  

   

Perciò, quando ho letto nel post di Carpediem la richiesta di suggerimenti su come fare, mi é sembrato ovvio passarle le informazioni che avevo, come altri prima le avevano passate a me.

       

A ben vedere la community serve anche a questo: a ‘passarsi il favore’ l’un l’altro, e a imparare tutti insieme. 

    

   

 
 
 

Autostop

Post n°299 pubblicato il 16 Aprile 2008 da lilith_0404

L'uomo ragionevole si adatta al mondo. L'uomo irragionevole si ostina invece ad adattare il mondo a sè. Quindi qualsiasi progresso può venire solo dall'uomo irragionevole.  

( G.B.Shaw)

    

Quando avevo sedici, diciassette anni, capitava che all’inizio dell’anno scolastico il servizio di trasporto che il comune organizzava per gli studenti partisse con qualche settimana di ritardo sull’inizio delle lezioni, e ci si doveva organizzare come si poteva, ricorrendo ad amici e parenti compiacenti, per arrivare a scuola al mattino .

    

Per il ritorno poi, complice anche il fatto che le lezioni non avevano ancora un orario ben definito, ci si arrangiava con l’autostop. Io di solito mi accompagnavo con altri due ragazzi del mio paese che erano in classe con me, ma ad un certo punto mi accorsi che era molto più facile e veloce rimediare un passaggio se ero da sola.

   

Ero giovane e anche se vagamente sapevo che poteva essere pericoloso,  con l’incoscienza dei sedici anni, più di una volta in cui ebbi premura di tornare a casa velocemente scelsi di  mettermi da sola a chiedere un passaggio agli automobilisti in transito.

 

Questo fatto mi è tornato in mente riflettendo sul  post n.1937 di SandaliAlSole. La notizia in effetti l’avevo sentita anche in televisione, e il servizio del telegiornale riportava anche una breve intervista a Pippa quando ancora era in Italia e si preparava a partire per il suo viaggio in autostop: parlava di voler dimostrare la sua fiducia nella bontà delle persone, voleva dimostrare che avvicinando le persone con gentilezza non se ne poteva ottenere che altrettanta gentilezza. 

   

Nei commenti al post di Sandali, Fajr sottolinea che quello che è successo è all’ordine del giorno ovunque, nel mondo. E il tono degli altri commenti, compreso il mio, non fanno che sottolineare l’estrema imprudenza di quel viaggio, fatto da sola, in paesi che, almeno nel mio immaginario, sono tutt’altro che sicuri.  Ci pensavo ancora quando ho sentito alla radio una vecchia canzone :

   

Voglio girare il mondo anche se sul mio cammino
incontrerò la pioggia che scendendo mi bagnerà…
Voglio girare il mondo anche se la gente ride
perchè secondo loro
dormire sotto le stelle,
vuol dire solo sentir freddo

    

Mi è venuto in mente che , con tutta la sua incoscienza, e la sua imprudenza, e la sua ingenuità, Pippa forse aveva la sua parte di ragione, e ripensando alle sue parole ai microfoni del telegiornale, mi è tornato in mente un passo del Diario di Anna Frank::

      

‘ E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze, perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace, e la serenità’

    

Sappiamo come è andata per Anna. E sappiamo come è andata per Pippa. Ma con tutto il nostro scetticismo, il nostro ‘buon senso’  e la nostra prudenza da loro riceviamo il testimone  per tener accesa l’esile fiamma della fiducia nei nostri simili.

 
 
 

Natasha  e le altre

Post n°298 pubblicato il 06 Aprile 2008 da lilith_0404

“L‘ultima che hanno confermato a tempo indeterminato, ha pensato bene di mettersi in maternità dopo due mesi, quella s…...”. La ragazza non si trattiene dall’affibbiare un epiteto poco gentile alla collega, ‘colpevole’, con il suo comportamento, di aver precluso ad altre la stessa opportunità che ha avuto lei, di passare da contratti a progetto a tempo determinato ad un contratto stabile.

Il disappunto d’altra parte è comprensibile: trent’anni, una laurea in tasca e una gavetta ormai di diversi anni alle spalle fatta di stage e contratti a progetto, l’ultimo dei quali firmato solo il mese scorso, per la durata di un anno. Il datore di lavoro è un grande gruppo editoriale, il nuovo contratto le riconosce un bell’aumento di stipendio rispetto al precedente, ma il tutto a scadenza di dodici mesi.

L’episodio risale a qualche settimana fa, e mi è tornato in mente  leggendo questo articolo, riportato nelle news di Libero. 

Con il mio lavoro mi capita di trovarmi a sentire entrambe le campane. Mi risuonano ancora nelle orecchie le geremiadi di una piccola imprenditrice quando la sua impiegata ha avuto in successione due maternità, entrambe con astensione anticipatata a partire dai primissimi mesi di gravidanza e senza ripresa del lavoro neanche per un giorno tra una maternità e l’altra. Il caso è meno isolato di quel che si può pensare e  non è l’unico episodio del genere in cui mi sono imbattuta.  E al termine della seconda maternità poi arrivano regolarmente le dimissioni, con la buonuscita dell’indennità sostitutiva del preavviso prevista dalla legge.

Un diritto sacrosanto? Come donna  non posso che pensarlo. Ma di fronte ai costi e ai disagi che ne conseguono, le aziende grandi e piccole evitano come la peste l’assunzione di donne in una certa fascia di età, e questo è un fatto.

Ma come si  esce da questa situazione? Come salvare la capra del diritto delle donne ad avere i figli che desiderano, e il cavolo del diritto a non essere discriminate nelle assunzioni?

Forse qualche risultato in più si potrebbe ottenere rendendo tecnicamente ‘equivalente’ l’assunzione di un uomo e di una donna.

In che modo?  

Rendendo i congedi parentali usufruibili solo in parti uguali  e non,  come è oggi, lasciando  a discrezione della coppia la suddivisione dei tempi del congedo tra i due genitori: in questo modo finisce quasi sempre per essere la donna che richiede il 100% del periodo disponibile,  con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

 
 
 

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