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SCENE DI ORDINARIA FAMIGLIA

Post n°862 pubblicato il 22 Luglio 2012 da atapo
 

 

FARANDOLA



 

Mia figlia aveva scoperto un nuovo negozio equo-solidale, naturalista, biologico ecc ecc: sono la sua passione e voleva andare ad esplorarlo. Ma da sola con i due bebé al seguito sarebbe stata un'impresa impossibile, quindi mi aveva chiesto se ero interessata (!!!) ad accompagnarla. Da brava nonna ho acconsentito, ci siamo accordate, ho pensato: “Speriamo stiano tranquilli...”

Venerdì mattina poco prima delle nove la telefonata: “Puoi venire, stiamo GIA' facendo colazione.” Quel GIA' mi sembra un buon segno e vado a prendere il bus, dopo una ventina di minuti apro la porta a casa loro. Mi vengono incontro nell'ordine: Martino che salta felice in canottiera senza mutande, il gatto Beto che mi si avvinghia subito attorno alle gambe a chiedere carezze, Damiano che gattona nudo col pannolino. E io che credevo fossero ormai pronti! Mia figlia sta tentando di lavarsi...Convinco Martino a vestirsi, anzi lo aiuto, mentre lei veste l'altro e gli cambia il pannolino che è...ben farcito. Ora dovrebbe prepararsi lei, mentre io li intrattengo...E' il gatto ad avere l'idea di uscire nel loro piccolo giardino e i bimbi lo seguono. “Lascia che vadano” grida dal bagno mia figlia, io seguo il terzetto per controllare: il giardino è ormai quasi tutto al sole, Damiano aveva avuto un colpo di calore...Beto è il più furbo perchè si rifugia subito all'ombra folta dei cespugli di alloro, lui ha spazio sufficiente disteso lì sotto, anche se è grande e grosso quasi quanto Damiano. Invece i due “umani” prima fanno vari equilibrismi sulle poltroncine del giardino, poi Damiano rincorre una palla nell'erba colpendola con la paletta, Martino fa i travasi con la sabbia che ha portato dal mare, dalla carriola a vari altri mezzi di trasporto formato mini. “Lascia che facciano” dice mia figlia. Quando lei è pronta però i due sarebbero da passare sotto la doccia, abiti compresi. Facciamo finta di non vedere, una lavata veloce alle mani (almeno quelle...) e si parte, ognuno nel suo seggiolino, tranne il gatto Beto che resta in casa solo, dopo che ha fortemente protestato miagolando quando lo abbiamo stanato dal fresco sotto l'alloro. Naturalmente non sappiamo esattamente la strada, bisogna guardare la mappa, i sensi unici, le deviazioni per i lavori stradali, rispondere a Martino che chiede ogni due minuti: “Dove andiamo? Quando arriviamo? Là c'è da mangiare?”. Finalmente ecco il negozio, col parcheggio sotto i pini, per cui appena sceso Martino vuole cercare i pinoli e portarsi a casa anche un po' di “erba secca” (tranquilli, sono gli aghi dei pini...). Prima di entrare li facciamo bere entrambi, sperando siano idratati per un po'.

Naturalmente un negozio così...naturale ha uno spazio attrezzato per i bambini: tavolino, seggioline, fogli e colori, la lavagna verticale con i gessi. Mi sembra ottimo, ma scopriamo subito che è impossibile lasciarli e guardare tutte e due gli scaffali lontani dal loro raggio di azione...

Allora facciamo a turno: quando tocca a me stare nella mini seggiolina devo convincere Martino che i tappi dei pennarelli non servono per allungarsi le dita, poi devo disegnargli una balena che lui “immerge” nel mare colorando blu il resto del foglio, le mani, la maglietta... prima aveva già usato i gessetti sulla lavagna impolverandosi da capo a piedi. Suo fratello è ancora attirato dai gessetti, per fortuna non li mangia, apprezza il fatto che se li tira lontano...si moltiplicano, ma l'effetto su mani e vestiti è uguale per entrambi: polvere su polvere! Poi fa una passeggiata un po' a gattoni un po' tenendomi per un dito, fino ad un anziano signore che beve il caffè (biologico) a cui rivolge splendidi sorrisi. Ora Martino correndo e ballando intrattiene la commessa, che gli dice indicandomi: “Sei con la zia...” O non ci vede bene o debbo prenderlo come un complimento...

Abbiamo comprato diverse cose interessanti, arriva il momento di pagare, finalmente. L'anziano signore va alla cassa (è tutta una cosa familiare) e ci congeda dicendo: “Come sono stati bravi questi bambini!” Non oso pensare a bambini NON-bravi...

Risaliamo in macchina e li imprigioniamo nei seggiolini. Ora sono stanchi e il ritorno è un continuo “Ho sete! Ho finito il tarallino, me ne dai un altro? Mi è caduto il tarallino! Si sono sparpagliate le figurine!” Chi assilla con le parole, chi si fa intendere frignando e strillando, entrambi si rovesciano l'acqua addosso... Davanti la madre guida, la nonna è imprigionata dalla cintura di sicurezza, è una contorsione continua...fino a casa mia, perchè vogliono passare a salutare il nonno e la bisnonna.

Mia figlia si butta esausta sul divano, accanto a mia suocera, i due si buttano sullo scatolone giocattoli-pronto-intervento e velocissimi li tirano fuori...cercando quelli che sono sul fondo e litigandosi lo stesso oggetto finchè non riesco a dirottare Damiano sui peluches che a lui piacciono più che al fratello: vorrebbe giocarci con la bisnonna. Martino deve fare l'immancabile passeggiata ai piani superiori: è da poco che ha avuto il permesso di salire con noi le nostre ripide scale e va molto fiero di questo riconoscimento dell'essere già grande! Naturalmente spesso ridiscende con qualche “tesoro”: stavolta, visto il livello di sporcizia raggiunto nella mattinata, gli regalo una piccola saponetta di quelle degli alberghi, così a casa si laverà più volentieri. Mia figlia si rialza sospirando dal divano...riordiniamo i giocattoli (più o meno, si apprezza l'intenzione...), un figlio in braccio e l'altro per mano si avvia all'auto e ad affrontare il resto del giorno.

Mia suocera si abbandona sul divano e si assopisce, mio marito si dichiara stanchissimo pure lui, a me sembra...di avere appena terminato di ballare una farandola, lunga tutta la mattinata! Però, come quando ballavo da giovane, sento di essermi proprio divertita...

 
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