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Messaggi di Marzo 2018

DUE CASE

Post n°1521 pubblicato il 30 Marzo 2018 da atapo
 

LA  SORPRESA  CHE  VORREI

 

 

C'è un grazioso paese sull'Appennino tra Firenze e Bologna, piccolo il giusto, ma con tutti i servizi essenziali, dove si respira l'aria fina della montagna,

in questo paese ci sono due case:

la prima, in periferia, è piccola ma funzionale e perfetta, sembra appena costruita, ha un piccolo spazio davanti per accedere al portone e un bel terrazzo sul retro affacciato sul paese più in basso e sulla vallata;

la seconda, nel centro storico del paese, dall'esterno non sembra un granchè, ma dentro ha stanze antiche e ampie, un grande terrazzo, è ben tenuta e sul retro si accede a un giardino col garage, il prato, cespugli e qualche albero.

Ecco, appena l'abbiamo vista ci era subito piaciuta la prima, basterebbe riempire una valigia e andarci in villeggiatura, ma poi mio marito ha cominciato a dire che vuole uno spazio esterno più grande per mettersi con uno sdraio a leggere e a prendere il sole. Perchè, il terrazzo non gli basta? Gli ho ricordato che già a stento si prende cura del giardino nella casa di Firenze, io la vedo dura che si dia da fare per mantenere anche un giardino in montagna...

Poi abbiamo visitato la seconda... un colpo di fulmine! Oltre agli spazi più ampi questo giardino è effettivamente allettante e mio marito ha sentenziato: QUESTA!
Piace tanto anche a me...
Ma il prezzo!!!
Abbiamo preso i primi contatti... ma pare difficile che con l'attuale padrone riusciamo ad arrivare a un compromesso... però dobbiamo risentirci ancora... chissà... se la Pasqua ci portasse questa bellissima sorpresa...

Altrimenti, vorrei proprio riuscire il colpo con quell'altra, abbassando necessarimente anche qui il prezzo richiesto... se mio marito si convincesse che un terrazzo è sufficiente per la sua pigrizia!
Se saltano entrambe... io non so più cosa cercare e me è passata del tutto la voglia!
Rinuncerei a tutte le uova di Pasqua per il resto dei miei giorni se quest'anno la sorpresa fosse veramente UNA CASA!

 
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PICCOLI INCURSORI CRESCONO

Post n°1520 pubblicato il 24 Marzo 2018 da atapo
 

IL  PRIMO  DISASTRO

G.Cherici, I primi passi, 1871

Cesare comincia a camminare, ed era ora! Ogni bambino è differente, non ci siamo mai preoccupati se era ancora lento rispetto ai fratelli, ognuno ha i suoi tempi.

Camminare è ancora una parola grossa, per ora si alza in piedi e si sposta attaccandosi ad ogni appiglio. Se gli teniamo le braccia cammina, ma non vogliamo dargli questa abitudine che stroncherebbe la schiena a genitori e nonni. Che si muova da solo e scopra pian piano le sue potenzialità. Noi non abbiamo fretta.

Così il suo raggio di azione si allarga, nuovi spazi, ripiani, cassetti si offrono alla sua curiosità e alle sue esplorazioni. Così sono molto più numerosi gli oggetti da prendere, osservare, infine lasciar cadere a terra, o lanciare lontano se non sono di suo gradimento.

In questi momenti sembra un gattino, ricordo che dicevo che Beto nei suoi comportamenti esplorativi assomigliava ad un bambino di circa un anno e mezzo: è proprio vero! Cesare me lo conferma.

Deve essere sorvegliato a vista e ciò non è sempre facile quando ci sono anche gli altri fratelli, che lui segue ed imita. Insomma, la nonna nelle sue ore di baby sitter ha il suo daffare...

L'altro giorno ero da loro, ce l'avevo davanti in piedi appoggiato al mobiletto del televisore, un attimo l'ho perso di vista per parlare con uno dei fratellini, ecco un rumore sospetto... Dal ripiano aveva "spazzolato" via tutti i fogli insieme ad un piccolo vassoio di vetro, caduto a terra e scheggiato in un angolo: per fortuna nessun pezzo di vetro si è staccato! Ecco il suo primo disastro!

Più tardi ho informato la sua mamma del fattaccio, il vassoio l'avevo messo fuori portata sul tavolo; lei mi ha risposto :-Sarà ora che cominciamo a spostare in alto tutto ciò che è a rischio.-

Ecco, questa mi pare una idea saggia, buon lavoro!

 

 
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VERSO LA PRIMAVERA

Post n°1519 pubblicato il 20 Marzo 2018 da atapo
 

STANCA

 

Monet

 

All'improvviso mi sono accorta di essere terribilmente stanca.
Una stanchezza che di fisico ha poco, cioè diventa fisica perchè c'è tutto il resto.
I "doveri", chiamiamoli così, mi stanno soffocando, probabilmente l'ultimo viaggio alla vecchia casa di montagna ha aggravato non poco una situazione che cercavo di tenere sotto controllo e che ora sta straripando da tutte le parti. E tutto mi dà fastidio.

Sono stufa delle lungaggini, del tergiversare e delle chiacchiere di marito e cognati riguardo le due case in montagna (accanto a quella già nota ce n'è un'altra che è un rudere inabitabile e a rischio crollo).

Sono stufa di cercare una casetta nuova per noi in montagna, della pignoleria di mio marito che finora per ognuna ha scovato sempre il pelo nell'uovo, cioè un difetto che gli fa storcere il naso: ma cosa crede, di riuscire a trovare la casa perfetta e a poco prezzo? Ormai abbiamo scandagliato tutte le zone dell'Appennino tra Firenze-Pistoia-Bologna e siamo al punto di partenza.

Sono stufa dell'organizzazione delle giornate all'ultimo minuto e dei viaggi per queste casette che vengono fissati poi costretti al rinvio a causa delle nevicate e del maltempo che non accenna a dar tregua.

Sono stufa del maltempo, del freddo e dell'umidità: mi fa male dappertutto, è un'impresa uscire per fare la spesa minima.

Non riesco nemmeno ad uscire per qualche ora di passeggiata, un museo, una mostra, qualcosa di carino: o fa brutto tempo, o devo smaltire accumuli di faccende casalinghe dovute ai rinvii, alle visite alle case, agli imprevisti...

Ora mio marito si è ammalato di nuovo, una ricaduta del raffreddore potentissimo che ebbe in dicembre, stavolta anche con la febbre, e si sa che un marito ammalato è impegnativo... più del solito!

Quasi quasi sono stufa anche del teatro: tra un mese avremo lo spettacolo, la mia parte è interessante, ma difficile e studiare in questo periodo mi è molto faticoso. Anche quando ci troviamo per le prove è faticoso, perchè manca sempre qualcuno e non è mica facile parlare a un interlocutore assente, o al nulla, o a una sedia vuota...

A pensarci bene, mi diverto solo quando sto con i miei nipoti, ultimamente tra impegni dei genitori e scioperi a scuola è capitato più spesso del solito. E' vero, così ho ancora meno tempo per il resto, però sono divertenti, il piccolo ora incomincia a camminare, imita tutti e traffica dappertutto, è uno spasso. Almeno loro mi rendono allegra, anche se col mal di schiena quando li lascio.

Poi ci sono altre cose del futuro prossimo che se mi vengono in mente mi mettono un po' in ansia...
Speriamo che arrivi presto una primavera stabile, forse vedrò tutto più roseo...

 
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MONTAGNA

Post n°1518 pubblicato il 15 Marzo 2018 da atapo
 
Tag: cronaca

ABBANDONO

Abbiamo raccolto coraggio e buona volontà e siamo tornati, io e mio marito, nella casa di montagna dei suoi genitori per finire il riordino generale nella speranza di renderla più appetibile a qualche compratore che abbia una buona disponibilità ad investirci nella ristrutturazione!
Di neve lassù ce n'è ancora parecchia, ma si avvia al disgelo: hanno un loro fascino quei continui sgocciolii dai tetti, quegli scrosci e rumori nei canali che si intravedono sotto arcate medievali e che convogliano le acque tumultuose della neve che si scioglie sulla montagna... e pian piano riaffiorano i prati e su quelli che parevano stecchi si intravede il verde di qualche gemma.
E' davvero un bel luogo lassù e il centro storico tutto in pietra, in cui si trova la casa, pare sia uno dei più belli dei dintorni. Eppure...

 

 

La signora che gestisce l'albergo del paese, dopo le meraviglie quando ha saputo il cognome di mio marito perchè conosceva benissimo i suoi genitori che passavano lì vari mesi all'anno, è rimasta molto dispiaciuta che volessimo venderla e ci ha raccontato, con la voce incrinata dall'emozione e dalla malinconia, di come questo centro storico si vada spopolando, ormai residenti stabili tutto l'anno ci sono solo alcuni anziani, qualche altra casa viene ancora riaperta per l'estate, però la maggior parte ormai sono disabitate e in vendita, ma poichè il mercato langue si stanno deteriorando velocemente. Ha ricordato di estati lontane quando il borgo era vivo e popolato, le feste sul sagrato, le cene di rione in piazzetta, tutto ormai appartiene al passato...

 

la piazzetta

Mentre raccontava anch'io ripescavo nella memoria quegli anni, pochi, in cui con i bambini andavamo d'estate qualche settimana in vacanza lassù, le belle giornate che i piccoli trascorrevano insieme a molti altri bambini residenti e villeggianti. Anche se per me e mio marito allora c'erano le nubi dei rapporti difficili con i miei suoceri, questo non è mai "passato" ai nostri figli all'epoca e i periodi della loro infanzia in quella casa non si sono mai sciupati... e questo è stato importante.
Ora tutto nel borgo si deteriora, l'ultima grossa nevicata ha accelerato i danni: si sta deteriorando in fretta quella casa dopo nove anni di abbandono, bisognerebbe venderla rapidamente anche a pochissimo per non ritrovarci con altri problemi e altre spese.
Io e mio marito abbiamo lavorato là dentro due giorni, abbiamo esaminato, scelto, imballato e portato a Firenze tutto ciò che ci potrebbe far comodo in una nostra futura casetta in montagna, che stiamo continuando a cercare. Tutto, dagli aghi, alle pentole, ai quadri, ora resta solo il mobilio di cui speriamo di salvare qualche pezzo carino... chissà se ce la faremo.
Io mi sono stancata moltissimo. Credo che oltre allo sforzo fisico mi abbia stressato anche questa consapevolezza di abbandono, di addio, accentuato da ciò che i discorsi della signora mi avevano suscitato dentro.
Ho detto a mio marito che sarebbe stata l'ultima volta che avrei messo piede in quella casa, per me il discorso è chiuso, ora se la vedrà con i suoi fratelli se ci sarà bisogno di tornarci per qualsiasi motivo, in fondo è casa loro, io ho CHIUSO.
Ero distrutta e molto triste quando, con la macchina stracarica, abbiamo ripreso la via del ritorno già al buio, coi boschi ancora innevati e a tratti la nebbia (o nuvole) che rendeva il viaggio ancora più pesante.
Però è successo qualcosa mai capitato in tante volte che siamo saliti lassù: a un tratto lungo la strada, sul limitare del bosco, sono apparsi due splendidi caprioli, fermi, tranquilli, guardavano le auto passare.

L'ho considerato un ultimo saluto di quei luoghi per me e per una parte della mia vita passata e mi sono sentita, per un attimo, quasi felice.

 
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LA MANIFESTAZIONE

Post n°1517 pubblicato il 11 Marzo 2018 da atapo
 
Tag: cronaca

C' ERO  COL  CUORE

 


 

Ieri non sono andata alla manifestazione nella mia città per la morte assurda del povero Idy, che probabilmente avevo incontrato a volte per strada nella zona in cui era conosciuto e amato, dove anch'io capito spesso. Se si sia trattato di razzismo o solo pazzia non sta a me giudicarlo, ma credo che razzismo forse inconscio ci sia stato senz'altro perché un uomo dall' aspetto di Idy è per definizione  un perdente secondo certe mentalità intrise di violenza: nero, ambulante, dallo sguardo mite, su di lui è consentito accanirsi e riversare cattiverie…
Basta, c'ero col cuore: la giornata umida e piovosa mi ha suggerito di non uscire per non aggravare il raffreddore e il mal di schiena che a stento mantengo entro limiti ragionevoli in questo periodo, perché la settimana prossima mi aspettano giorni impegnativi.
Ho guardato la televisione, ho seguito i servizi on-line, mi sono sentita sollevata che tutto sia filato liscio, con grande partecipazione e compostezza.
Pensieri tristi si sono rivolti nella mia mente al ricordo della manifestazione analoga a cui partecipai nel 2011, dopo l'uccisione qui a Firenze degli altri due ragazzi senegalesi: anche allora un grande dolore e senso di vicinanza e di affetto da parte di tanti concittadini.
E speri con tutto il cuore e ti dici sempre che non ci dovrà essere una prossima volta...

 
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MIMOSA

Post n°1516 pubblicato il 08 Marzo 2018 da atapo
 

PICCOLA  STORIA

 


 

Che a me le mimose non piacciano l'ho scritto più volte qui sopra per gli 8 marzo passati.
Non mi piace il loro essere così effimere, durano pochissimo, quando appassiscono diventano brutte e puzzano anche un po'.
Simbolo di questa giornata della donna, con questi cambiamenti climatici ora sono anche fuori stagione: la piena fioritura viene in febbraio, quasi un mese in anticipo, e per l'inizio di marzo i fiori non esistono più, sbatacchiati dai venti e abbattuti dalle piogge, o peggio da neve e gelo come è accaduto quest'anno.
Così chi vuol regalare mimose l'8 marzo le paga a peso d'oro dai fiorai.
Altrochè il fiorellino semplice che si raccoglie nei campi... Perchè tale fu la motivazione quando fu scelto come simbolo di questa giornata.

Quando scegliemmo le piante da mettere nel giardino ci fu proposta anche la mimosa, che è tipica delle nostre zone, ma io rifiutai decisamente.
Mi riconcilio un po' con questa pianta quando vado alle Canarie: là trovo le mimose fiorite (appartengono alle acacie e come altri tipi di acacia stanno bene nel clima tropicale), hanno fiori grandi, soffici, sembrano quasi piccoli pon-pon: laggiù mi sembrano più belle. Anche se quest'anno ho scoperto che, almeno a Fuerteventura, pare che avere una mimosa nel giardino porti sfortuna... paese che vai...

Nella strada che percorro quando dal bus torno a casa, in uno dei giardinetti, c'è un imponente albero di mimosa che ormai trasborda sulla strada. Si fa davvero notare. Anche quest'anno in febbraio è fiorito, poi il maltempo ha non solo distrutto i fiori, ma ha spelacchiato anche qualche ramo dei più alti e più esposti al vento. Fine rapida della stagione 2018, pensavo.
Ma stamattina, inaspettatamente, l'ho visto con una seconda bellissima fioritura, è un'enorme nuvola gialla e i nuovi fiori nascondono quasi del tutto ciò che restava della precedente. Si vede già da lontano lungo la strada, quando me ne sono accorta ho rallentato per ammirarlo il più possibile. E pensavo che è proprio come noi donne: ce ne vuole per abbatterci, riusciamo a risollevarci e a ricominciare, meglio di prima! Stavolta l'ho proprio sentito come simbolo dell'8 marzo!
E mentre camminavo lentamente pensando a questo, un uomo mi ha superato. Guardava anche lui ammirato tutta quella fioritura, si è avvicinato alla pianta e... zac! Ne ha staccato un rametto fiorito in basso, di quelli che sporgevano sulla strada. Confesso che anche a me era venuto il pensiero di fare lo stesso...
Non l'ho imitato, ma ho pensato con simpatia alla donna che stava per ricevere quel piccolo omaggio...
Io, come al solito, non lo riceverò.

 
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PUBBLICO E PRIVATO

Post n°1515 pubblicato il 07 Marzo 2018 da atapo
 

SCELTE

 


 

Sono passate anche queste elezioni.
Io non m'intendo di politica, non mi appassiona, mi piace il nuovo, ma questo nuovo che avanza non mi convince, anzi mi preoccupa...
Poi vedremo i fatti, certamente, però le premesse non mi lasciano tranquilla.
Penso al futuro prossimo, poi anche a quello lontano, penso ai tempi che verranno, al mondo che si sta costruendo per i miei nipoti.
Ecco, l'unico aspetto positivo di questi giorni elettorali è stata la chiusura delle scuole che ci ha "costretto" ad occuparci dei nipoti per molte ore. Cosa vuoi che sia in confronto alle grandi problematiche del paese, è un aspetto minimale, dirà qualcuno.
Lo sarà anche, ma per me è stato importante: uscire con loro, pranzare insieme, assistere alle loro prodezze positive e meno, parlare insieme, raccontare e farsi raccontare... un rapporto che si è come  rafforzato nella continuità di questi pochi giorni.

Faticosissimo, certo, ma bello e divertente.
E allora penso a come sarebbe potuto essere se avessimo noi nonni le forze per occuparci di più di loro, oltre alle forze anche il coraggio di certe scelte che ci toglierebbero, è vero, gran parte della libertà di cui oggi godiamo, ma ci farebbero essere più vicini e presenti alla loro crescita e ce li godremmo di più...
Però simili scelte bisogna farle in due... per questo il discorso si chiude subito.
Una via di mezzo è difficilissima da trovare, credo impossibile.
Per ora mi resta il ricordo intenso di tutte le ore passate insieme.

 
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CHE PRIMO MARZO

Post n°1514 pubblicato il 01 Marzo 2018 da atapo
 

IL  BATTESIMO  DELLA  NEVE

 

 

Marzo pazzerello... già, oggi neve anche qui a Firenze, cosa abbastanza rara!

Così è stato il battesimo della neve per il mio giardino, la prima nevicata da quando siamo qui. Speriamo non troppi danni alle piante, ancora poche per ora.

 

E si aggira sconsolato uno dei grossi colombi inquilini abituali: avevamo messo delle palline di mangime per gli uccelli affamati, le hanno finite tutte e al supermercato non si trovano più! Si devono accontentare delle briciole che scrolliamo dalla tovaglia.

 
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