Sconfinando

In.tolleranze olfattive

A me ha fatto sorridere ieri la ripresa su diversi quotidiani e siti online della relazione presentata dall'Associazione Nazional-Europea degli Amministratori di Immobili sulle liti condominiali. 
Ne divide più il cous cous delle tende da sole, sembrerebbe. 
Devo dire che a me vengono in mente le parole di un amico che in tempi lontani si occupava di amministrazione di immobili, salvo dedicarsi successivamente ad altro per evidente incompatibilità. "Qualunque persona, la più mite, la più mansueta, la più razionale, perde completamente il ben dell'intelletto quando si cala nel ruolo e nelle vesti di condomino". Che poi potremmo anche fare della filologia su questa parola, condomino, ma lasciamo perdere. In realtà, a me sembra che le osservazioni dell'Anammi siano semplicemente il segno dei tempi. A chi non è mai capitato di uscire di casa al mattino, e di essere investito dall'aroma di cavolo bollito della vicina del piano di sotto? E che dire dei peperoni alle quattro del pomeriggio? E poi il brodo. Ah, il profumo del brodo di pollo che aleggiava per le scale di qualunque condominio nel quale risiedessero un paio di ultrasettantenni! Aleggiava. Già. Perchè forse gli ultrasettantenni di oggi assomigliano a mia madre, che si guarda bene di mettere su il brodo alle 7 del mattino insieme al caffè. Anni fa, che io mi ricordi, c'era sempre qualcuno che si lamentava per lo stoccafisso della comare calabrese e lo combatteva a colpi di ragù emiliani. Fino a che non si metteva fine alle diatribe, salendo o scendendo le scale con una ciotola fumante in mano, invito all'assaggio e alla riconciliazione.