Sconfinando

Un anno fa... e poi

Ci pensavo stamane, mentre accompagnavo S. da un'amica a studiare. A ogni angolo di strada venditori di mimose. Fiori gialli in bancarelle improvvisate lungo la statale, ai bordi delle piazze. Qualche tulipano e qualche rosa rossi a contrastare il giallo. Uomini che si incamminano diligenti verso casa, col loro tributo per mogli, figlie, compagne, amiche. 
Un anno fa eravamo in piazza a Milano, convinte a sostenere una legge e un diritto che ritenevamo messo in discussione. Libere di scegliere, dicevamo. Un anno dopo, a Milano si parla di donne in Piazza Mercanti, ci son le associazioni, le mostre,  qualche dibattito. Nei dintorni è lo stesso. Fotografie, un film regalato, incontri. Manca la piazza. Quella che le donne le mette tutte insieme. Non per festeggiarsi, ma per chiedere. E c'è davvero tanto da chiedere, in termini di lavoro, di salario, di tutela, di libertà di scelta, di etica. Ma la piazza non c'è. C'è piuttosto, nella mia città, un tripudio di manifesti, che gridano con la forza del carattere cubitale basta buonismo, che chiedono protezione per le "nostre" donne contro la "loro" violenza. Dove i "loro" sono a scelta rom, romeni, extracomunitari meglio se di etnia slava. Manifesti che chiedono di smetterla di dare lavoro e scuole a "loro" per lasciare lavoro e scuole alle "nostre" donne e ai "nostri" figli.

E la nostra voce dov'è, oggi?