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Post n°1874 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da SandaliAlSole
Prendo spunto dal commento lasciatomi da Ventodamare al post precedente per riprendere una riflessione proposta sul Corriere di ieri (pagina 6) da Erica Jong. L'articolo, provocatoriamente, si intitola: Mia figlia non marcia. Le ragazze di oggi hanno il blog. |
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Grillo (argh, sempre lui) sobilla dal suo blog, ma poi, vaffa a parte, quanti stanno davvero muovendosi in quel megamovimento che ne sarebbe dovuto venir fuori per le prossime elezioni? però lui (e tanti come lui) proprio dai blog concionano e sermonano. Cercando di far passare l'idea che qui, in questi luoghi, si faccia politica. qui lapolitica viene raccontata. per farla si deve comunque uscire di qui.
La frase di Caprara, come ho scritto in chiusura di post, è solo per offrire uno spunto ulteriore, mentre la mia riflessione verteva, come ho scritto, sulla frase della jong. tutto qui.
E' tutto vero. Si. E' così. E chi può negarlo !!!! Ho fatto una riflessione giorni fa, mi son detta che tutti quelli che volevano una nuova legge elettorale sarebbero dovuti andare a Roma a manifestare davanti ai palazzi del potere, dovevamo iimporci, il popolo con le sue voci. Non lo abbiamo fatto. Ci siamo lamentati ma nessuno di noi ha organizzato niente. Ma questo vale per tante altre cose. Perchè accade tutto ciò? Forse perchè abbiamo paura di perdere anche quel poco che abbiamo conquistato col sudore delal fronte e tra milel difficoltà. Forse all'epoca non avevano nulla da perdere. Oggi ci toglierebbero anche quel poco. Forse è questo. O forse la risposta non ce l'ho. So solo che nessuno scende in piazza coi forconi nemmeno quando al governo ci ritroviamo gente condannata in vari reati, al limite diciamo solo un vaffanculo ! E' la paura che ci frega.
o, forse, si potrebbe aggiungere una chiosa: "cambiare il mondo....a mio vantaggio". (una boutade, ma neanche troppo, perché all'idea della politica come servizio alla società, non crede proprio più nessuno. hanno fatto di tutto per toglierci questa "fede"-se mai ne avessimo avuta!!!!)
io alla partecipazione diretta credo, soprattutto per un motivo: sono stufa, anzi arcistufa di una partecipazione che sia solo contro. e credo che sia possibile anche costruire qualche cosa una volta ogni tanto. certo, a volte piacerebbe essere un po' di più a crederci.
Comunque, qui non si sta parlando solo di aborto, ma del 'fare concretamente' e del 'dire e basta' e di quanto il 'dire e basta' non basti affatto. (E scusate l'impiccio parolifero).
Sull'aborto, credo che skizo abbia sintetizzato perfettamente ciò che anche io credo. si parla di possibilità di scegliere. e questa, secondo il mio modo di vedere, è una conquista. Poi, è chiaro, ogni donna deve misurare la sua scelta su se stessa, su ciò in cui crede, su ciò che vuole e ciò che può. ecco, dove vedo ancora inattuata o male attuata la 194 è in quelle parole "lo scelgono perchè abbandonate da tutti": indica un fallimento o un'inesistenza di quelle strutture di supporto e aiuto che invece dovrebbero esistere.
p.s. è evidente che rispetto a un adolescente io possa sembrare anacronistica. tuttavia, molti dei giovani che io conosco perchè li frequento, utilizzano le agorà non diversamente da quanto faccio io: un momento di confronto al quale seguono poi azioni (non sto parlando di manifestazioni, ma del vivere civile)concrete. dove sta l'irrilevanza?