Sconfinando

Del nulla

Che fai?
Nulla
Che pensi?
Nulla
Sicura?
Si
Qualcosa non va?
Nulla.

Ed in quel nulla c'è tutto il piacere del pensiero abbandonato. Dell'ascolto indirizzato verso l'interno. Verso un nulla ovattato, dove i pensieri scoppiano come bolle di sapone nell'inconsistenza di un nulla per una volta non inquietante.
Leggero.
Rasserenante.

Pronte?

Vi sento mentre ciarlate ciarlate ciarlate davanti alla vostra colazione. Vi ho visto prepararvi, la maglietta, va bene, si, no, la cambio. Uffa mamma i capelli. Le scarpe. Sì, puoi mettere quelle nuove.
Le cartelle sono pronte da ieri.
Un tripudio di matite e pennarelli. E le penne colorate. Lo sfizio di buon augurio.
I vostri pensieri non lo so.
Da giorni vi sento con le amiche. Ci vediamo lunedì. A metà strada tra il che bello e il che brutto. Vorrei ma non voglio. Devo ma vorrei non dovere.
Arriverà lunedì, ho sentito dire. Con quel misto di sollievo che un po' mi inquieta.
Beh. Lunedì è arrivato.
Vi accompagno.
Buon anno.
Per tutti noi.

Il senso della memoria

Che sia il quinquennio. Che sia un'abile strategia e una ancor più abile regia della memoria. Nessun pericolo che la data passi inosservata. Se non ricorderemo, ce lo faranno ricordare.
Ce lo faranno ricordare fermando le immagini su quei momenti, sul quel fuoco, su quella polvere, su quei volti, su quelle voci.
Spingeranno il piede sull'acceleratore emotivo ed emozionale, cercando di sviare il pensiero dal "dopo".
Ti ricordi? Dov'eri? Cosa facevi? Cosa hai pensato? Chi hai sentito? Chi era con te?
Forza, rewind.
Fast rewind. Fast forward. Rewind. Forward.
Avanti e indietro di cinque anni, moviola impazzita.
E in mezzo?
Ne parleremo un'altra volta.
Oggi non è il caso.

(il senso della memoria è un valore. soprattutto per tutte quelle memorie che nel tempo si offuscano e che nemmeno un anniversario riesce a illuminare)

E questo è il mio segna-post di oggi.

Punti di vista

.... e volare un po' più in alto.
Come si riesce.
Come si può.
Come si vuole.

[Le immagini sono del Festival Internazionale dell'Aquilone, a Dieppe,in Normandia]

Di-staccamento

... sollevarsi un po' da terra...

Lievemente

A volte ci vuole un po' di leggerezza...

GESTUALITA'

La padrona di casa ha lasciato cadere il suo mazzo di chiavi, ed io ,proditoriamente ,le ho raccolte.

Nottetempo sono entrato in casa con l'intenzione di appropriarmi di ciò che mi interessava.
Ho tralasciato la pinacoteca, la collezione di argenti dell'800, la cassaforte e persino l'enorme baule che raccoglie gli ori di famiglia. Ho esitato un po' quando ho visto le chiavi della Ferrari, ma non mi sono lasciato distrarre: il mio obbiettivo era il PC dove finalmente posso scrivere, essendo il mio al momento inutilizzabile.

Scrivo.

Ultimamente, tra me e qualche amica blogger, più di una, si sono generate piccole incomprensioni, oh, nulla di grave, su alcune "battute di spirito" di evidente pessima qualità, da me scritte in quel luogo chiamato pomposamente digiland.

Ho cominciato un severo lavoro di autoanalisi e ,naturalmente, perchè con me finisce sempre così, ne ho dedotto che la colpa era mia, della mia scarsa sensibilità e del mio troppo amore per le battute, senza contare il fatto della imprecisione comunicativa: volevo dire delle cose e ne ho comunicate altre.

Però, scavando ancora di più, non dico che mi sia assolto, ma ho capito che la colpa vera è di Libero.

Che non ha ancora introdotto per il blog la funzione GESTUALITA': infatti se ogni battuta, o frase in genere, venisse accompagnata da un gesto, la reale intenzione comunicativa verrebbe chiarita.

Perchè noi viviamo di parole, ma soprattutto di gesti.

Scappo, ho sentito una sirena, fate voi di quale istituzione.

Pubbliche scuse e private virtù

Faccio ammenda.
Nell'elenco dei miei tag compare uno splendido "dai dito e si prendono il braccio" che Pelino ha dimenticato a casa mia, durante una pausa caffè.
Il tag è una sua creazione.
Io l'ho indossato perchè sono vanesia e allo specchio facevo davvero un figurone.
Adesso l'ho pulito, stirato,rimesso nell'armadio.
In attesa che Pelino si prenda un'altra pausa caffè e lo sfoggi di nuovo.

Post-eggiando

Alcune mail, soprattutto se ricevute di sabato, riempiono di inquietudine.
E gettano qualche badilata di apprensione sulle aspettative per la prossima settimana.

La prossima volta, invece della posta,
leggo Il pozzo e il Pendolo.
L'effetto è identico.
Ma almeno è solo una storia.

Dei piccoli riti

Ed è questo l'ultimo, vero, fine settimana di vacanza.
Le ultime 48 ore.
E non importa se il lavoro ci ha già riavvolto tra le sue spire.
E non importa se mi hai già chiamata due sere dicendo che ritardi.
C'è comunque un ritmo diverso.
Di condiscenza. Di strappo a quelle piccole regole strappate da mesi.
Che siamo pronti a riallacciare.
Tra 48 ore però.
Dopo il rito delle cartelle. Dopo il controllo dei compiti. Dopo la pizza e il gelato di festeggiamento. Dopo il sabato con gli amici e la nostra domenica total relax.
Questo è l'ultimo fine settimana di vacanza.
E ci coccoliamo un po'.