Sconfinando

Del nocciolo delle questioni

All'ambasciatore del Lesotho, in visita in Vaticano, Benedetto XVI ha indicato la via per combattere la piaga dell'Aids nel continente africano: «La fedeltà nel matrimonio e l'astinenza al di fuori di esso sono la via migliore per evitare l'infezione e per fermare la diffusione del virus dell'Aids, che affligge milioni di persone nel continente africano».

I milioni di ammalati, africani e non, ringraziano.

Dopo l'esecuzione di Angel Diaz, morto dopo 34 minuti di agonia, in Florida si torna a parlare di pena di morte. Anzi. La si sospende. Stop alle iniezioni letali, sostiene oggi il governatore Jeb Bush. Sono anticostituzionali.

Quanto ci sia di costituzionale nell'uccisione di un uomo, per di più 27 anni dopo il delitto, non è evidentemente un problema per il fratello di Georgie.

Conclud.endo

Se non avessi dimenticato il mio libro in macchina,
la mezz'ora di metropolitana e i venti minuti di tram
li avrei trascorsi diversamente.
Invece che sproloquiare così.
Tant'è.

Miglior.ando

E quando la mattina gira così ti cambia l'umore.

E l'albero di Swarowsky brilla un po' di più.

Le pigotte dell'Unicef diventan tutte belle.

E il concerto di Ennio Moricone domani sera sembra qualcosa di più che una fortunata coincidenza.

Piacevolezze mattutine

Poi ci sono questi incontri di prima mattina in centro a Milano. Quelli a cui non puoi mancare perchè le regole sono così. Ma ai quali mancheresti se fosse per te. E te lo ripeti mentre il metro rimbomba contro il tuo mal di testa.
Ma che poi finiscono in piacevolezza.
Con una amica, che dirla collega non è sufficiente, che non incontri da tempo.  E ti infili in un angolo con lei, parlando fitto fitto col tuo caffè in mano. E scivolate fuori insieme, salutando, ringraziando e augurando come conviene, per strappare ancora cinque minuti all'ufficio che attende, ferme in mezzo all'ottagono in galleria.

Scend.endo [buzzatianamente]

E lo ammetto che questa storia del trasloco mi inquieta un po'.
Non per il trambusto. Ho imparato a razionalizzare cose e spazi: basterà infilare in un paio di scatoloni le cose più importanti. Il resto via.
Non per gli inevitabili intoppi. Tornerò alla mia postazione solo quando avrò la certezza che tutto funzioni perfettamente: fino a quel momento telelavoro a oltranza.
No.
Mi inquieta questa discesa.
Mi ricorda il sanatorio di Buzzati.
E temo di guardar giù verso il primo piano e veder le tapparelle inesorabilmente scendere.

^{[Il fatto che sia un palazzo a vetri, non toglie il senso di inquietudine.]}

Trasloc.ando

Venerdì prossimo si cambia ufficio.
Trasferiti, quattro piani più giù.
Stessa disposizione? Pare di no.
Lo scopriremo solo vivendo.

Rinnov.ando

Ormai le comunicazioni ufficiali si susseguono con un ritmo imprevedibile e comunque più veloce di quello sperato. Nuovi nomi sugli elenchi telefonici interni. Al posto di nomi che sembrano spariti senza un perchè.
E nuovi visi sui corridoi ti chiedono informazioni sui bagni e sulla macchinetta del caffè. Il bollitore del tè? Quello e' nostro, ma se vuol favorire...
Cortesia di prammatica.
Lei si chiama? Forse avrei dovuto chiederglielo anche io, ma lui dà per scontato che io già lo sappia.
Già.

Mascher.ando

E, in quest'ultimo scampolo d'anno, inevitabili i mille consuntivi. Il libro dell'anno, l'evento dell'anno, il gol dell'anno, la canzone dell'anno.
Un simbolo. Uno buono per tutti.
Tra le mille selezioni, le uniche che davvero scorro con interesse sono quelle fotografiche. Un anno nelle foto di Reuters o di Associated Press o di qualunque altra agenzia.
Fa male, fa davvero male vedere quante, tra tutte, vengano da scenari di guerra. O di guerriglia.O di paura.
Troppe, che a vedersele scorrere davanti una dopo l'altra ci si domanda come abbiamo potuto lasciar trascorrere altri dodici mesi così. Indossando di volta in volta la maschera con l'espressione più giusta per l'occasione. Senza poter far nulla.  

_{[L'immagine è l'installazione Expressions di Sophie Caves]}

Comprend.endo

In realtà mi domando se non sia un alibi ben confezionato
il nostro frequente affermare che "una donna lo sa".
Un alibi un po' tranciante, con il quale
non di rado neghiamo all'uomo il nostro sentire.
Negandogliene soprattutto la comprensione.

Empatica.mente Cassandra

Potrebbe essere l'ennesima boutade, in fondo non sarebbe nè la prima nè l'ultima. Ma su questa mi piace pensarci.
Cassandra, Elena, Andromaca, Penelope: sono figure troppo forti, troppo ben delineate, troppo definite per poter essere frutto di una mente maschile. Di una mente maschile dell'epoca, soprattutto.
Per questo Andrew Dalby, storico e linguista britannico, ri-lancia l'idea che Omero in realtà fosse una donna. Ri-lancia, perchè in fondo è una teoria non nuova, sulla quale aveva già lavorato in epoca vittoriana Samuel Butler, anche lui convinto di una empatia femminile eccessiva per un autore di sesso maschile.
Suggestiva teoria, lo ammetto, almeno ai miei occhi. Recentemente mi è capitato di leggere libri di autori di sesso maschile, stupendomi di quanto fossero capaci di "sentire il nostro sentire", a tal punto da domandarmi se dietro le loro parole non vi fosse magari una donna.
Ma all'empatia al femminile credo. In tutte le sue accezioni, anche quelle più negative. E' alla simpatia che credo meno. Ma questa è un'altra storia.