Sconfinando

Stagionevole

Non ho capito quante ore sono passate da quando sono uscita di casa stamane. Giornata lunga. A dire il vero non più del solito. Forse percettibilmente lunga. Dove il percettibilmente è diverso dall'oggettivamente.
E' il momento di lasciarla alle spalle.
Voltare pagina.
In fondo, è iniziato l'autunno.

Rin-correndo parole

E poi ci sono quelle parole che a un certo punto te le ritrovi in testa non sai nemmeno perchè. Come le canzoni. Stanno semplicemente lì.
E prima mi è venuta in mente mia nonna quando diceva l'è un butun per el tò gilè e mi sono ritrovata con la filastrocca del Barbapedana nella testa.
Che probabilmente non ho più sentito da almeno 30 anni.
Però me la ricordo bene.

Barbapedana el gh’aveva on gilè
senza el denanz e cont via el dedree,
Cont i sacòcc longh ona spanna,
l’era el gilè del Barbapedana

In-filar parole

Che poi a ben pensarci ci sono momenti in cui uno ha davvero qualche cosa da dire. Altre volte ci sono semplicemente delle parole - tante parole - che hanno bisogno di uscire. E allora uno prova a infilarle una dopo l'altra come si faceva una volta con le perline. Giusto per vedere l'effetto che fa.
E le smonta e le rimonta, perchè cambiano suono e colore.

(in realtà una volta le perline si infilavano semplicemente così, una dopo l'altra, mettendole insieme per forma, dimensione o colore, e giocavi sull'effetto cromatico. adesso si fanno cose molto più complicate, che io non ci riuscirei mai, e si chiamano bijoux. perchè bigiotteria non fa fine, pare)

A.R. - Andata e ritorno

A volte scorro la lista dei blog amici, consapevole che qualcuno dei link non è più attivo. Qualcuno è fermo da mesi. Qualcuno proprio non c'è più.
Mi domando perchè non cancello quei nomi.
Qualche volta l'ho fatto, soprattutto se mi è stato chiesto da chi in quel link trovava un passato che voleva chiuso per sempre.
In genere, però, c'è sempre la speranza che un giorno il vento torni a soffiare in una certa direzione e, chissà, torni la voglia di scrivere.
In realtà di andate e ritorni ne ho visti tanti, e non mi stupisco.
E' un gesto di libertà non vincolare pensieri e parole a una forma o a un luogo.
A volte ho pensato di non aver più nulla da dire nemmeno io.
Poi mi sono resa conto che erano i momenti in cui in realtà non avevo più nulla da dire agli altri, mentre molto avevo da dire a me stessa.
E per una forma di pudore quel molto da dire non trovava spazio in un luogo pubblico.
Ed era questa consapevolezza degli altri che in qualche misura diventava pesante.
Non so se l'averlo capito mi ha fornito un salvagente per le prossime volte che penserò di non aver nulla da dire.
Magari una scappatoia si.

Paroliamo

No. Smucinare proprio no.
Posto che non ho la più pallida idea di che cosa significa, se anche lo sapessi non lo userei.
Suona male. Fa brutto, diceva un mio amico.
Cicinino mi piace un po' di più. Forse perchè lo diceva mia nonna. Ma lì la questione si fa affettiva e allora è tutta un'altra storia.
Il bioparco mi sembra una versione edulcorata dello zoo, tutto sta nel credere che le finalità siano diverse.
Con i lampadati, invece, ho sempre avuto un brutto rapporto, a maggior ragione se parlano in aziendalese stretto.
A farla breve, Zanichelli giura che nel nuovo Zingarelli ci sono 1.700 termini nuovi.
Qualcuno lo uso già, ne sono certa.
Qualcuno, in tutta franchezza, mi fa venire i brividi.
Qualche esempio?
Cantierare, dating, docufiction, fitwalking.
Così, per dire.
Oltre a quell'orrido smucinare, che adesso vorrei proprio capire  cosa significa.

[l'immagine è "rubata" da justinsimoni.com]

Il vero significato

Chissà perchè quando dice efficiente
io mi sento deficiente.

Indice 68

Allora. Per chi sta da queste parti (Milano e dintorni) oggi l'indice di bucato è 68. Il che significa che i panni si asciugheranno abbastanza in fretta.
In compenso, "oggi conviene stendere i panni tra le 07:07 e le 19:31 perchè è in quest'orario che ci sarà il sole, comunque essendoci un po' di vento potrebbe essere un'idea stendere anche stasera".
Un servizio imperdibile, me ne rendo conto. Che posso ricevere gratuitamente via sms tutte le mattine. Come ho fatto a non pensarci prima.
Se poi mi prende lo sfizio, posso anche controllare quanto tempo ci metterebbe il mio bucato ad asciugare se mi trovassi a New York. O meno ambiziosamente a Bellinzona.

Non mi sono iscritta.
Aspetto una nuova proposta.
Chi mi stende il bucato, ad esempio.

Domenica è sempre domenica

Che c'è per cena?
Latte, cereali e cineforum sul tappeto.
Che c'è in programma?
Invito a cena con delitto
Bel titolo eh?

Questa è la domenica che meglio mi concilia con il lunedì.

Segno dei tempi. E che tempi.

Mentre in Italia trovi sempre qualcuno che si prende la briga di rintuzzare gli animi sulla necessità di una difesa delle radici cristiane d'Europa, senza porsi per altro il dubbio che la difesa della laicità degli Stati potrebbe essere invece la base per un dialogo che superi le divergenze religiose, in Germania succede che nel Mecklenburg i neonazisti della Npd entrano nel parlamento locale.
A suon di "lavoro ai tedeschi" e di campagne per la chiusura dei confini verso la Polonia, i neonazisti hanno conquistato il 6% dei voti, sufficiente a superare lo sbarramento al 5%.
Secondo gli exit poll, i consensi maggiori la Npd li avrebbe raccolti tra i giovani di età compresa tra i 18 e 24 anni.
Un voto di scontento, lo interpretano gli osservatori.
Ma il Consiglio centrale degli ebrei tedeschi è preoccupato.
Lo sarei anche io.

Autunno?

Giardini di via Palestro, dopo ore di pioggia scrosciante. Un'aria d'autunno imminente. Le foglie gialle già pesticciate dai passi. Sotto gli ippocastani ricci spaccati, qualcuno ancora chiuso, caduto più per la pioggia che per il tempo scaduto, castagne grosse, tonde, lucide.

[una castagna matta nella tasca della giacca tiene lontani i raffreddori per tutto l'inverno]

Da piccola ci giocavo a calcio.
Lo avrei fatto anche ieri.