IL CARABINIERE

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IL CARABINIERE

ARRIVO’ DI FRONTE A DIO,
in attesa del suo turno,
sperando che le sue scarpe fossero lucide,
scintillanti come i bottoni della divisa.
“Fatti avanti, vecchio guerriero,
cosa devo fare di te?
 
Hai sempre porto l’altra guancia?
Hai frequentato come si deve la mia Chiesa?”
Il Carabiniere alzò le spalle e rispose:
“No, Signore, immagino di no,
perché chi di noi porta armi
non può essere sempre un santo.
Ho dovuto lavorare spesso di domenica,
e il mio linguaggio a volte era tremendo,
e mi è capitato di essere violento,
perché il mondo è un posto duro.
Ma non ho mai preso
una monetina che non fosse mia,
anche quando facevo un sacco di straordinari,
e i conti di casa schizzavano alle stelle.
E non ho mai ignorato nemmeno una richiesta di aiuto,
anche se magari tremavo di paura,
e qualche volta, Dio perdonami,
ho pianto come una femminuccia.
Lo so che non merito un posto
tra questa gente,
non mi volevano mai avere intorno,
a parte quando dovevo scacciare le loro paure.
Se hai un posto qui per me, Signore,
non serve che sia grande.
In vita mia mi sono sempre accontentato,
quindi se non hai molto da darmi, io capirò.”
Si fece silenzio intorno al trono,
dove di solito si affollano i santi,
mentre il Carabiniere restava dritto, in silenzio,
aspettando il giudizio del suo Dio.
“Vieni ed entra, mio carabiniere,
hai portato bene i tuoi fardelli,
ora cammina in pace per le vie del Paradiso,
all’Inferno ci sei stato abbastanza”.
 
Alessandro Giove
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IL CARABINIEREultima modifica: 2019-12-25T20:35:20+01:00da IODIVINACREATURA
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3 Comments Add yours

  1. Joker_Jolly2012 scrive:

    Anche se fino all’età di 10 anni sono vissuto in una Caserma (una piccola Stazione dei Carabinieri) comandata da mio padre, ricordo pochissimo di quel periodo: le gallette (che mi piacevano tantissimo), le sue scarpe sempre lucidissime, un odioso telefono nero a muro che squillava a notte tarda e dopo il terzo squillo i tacchi delle sue scarpe che battevano e, nello stesso momento, lui che diceva “Comandi” (poi andava via), e quando raccontava di aver dato la caccia al bandito Giuliani, ma con l’ordine di tenere scarico il moschetto. Poi (per colpa mia) gli fu consigliato di dimettersi dall’Arma e divenne il capo della sorveglianza dell’Italsider. Qui da noi ci fu la crisi del latte, non ce n’era e non ne arrivava, per giorni e giorni. Lui sapeva che i depositi erano pieni di latte in polvere e “costrinse” l’azienda a distribuirlo gratuitamente a tutte le mamme. Questo gli meritò il titolo di Cavaliere del Lavoro e una “promozione”: da capo della sorveglianza a impiegato: in uno stanzino di 2 mt x 2 a plastificare i cartellini degli operai. Credo che anche lui un posticino se lo sia meritato.
    Scusami ma quando si parla dei Carabinieri il mio cuore va a lui.

  2. Forza bellissima Tenente

  3. WhitneyBrowne scrive:

    Io capisco. avevo scritto mi ero lasciata un po andare ma preferisco non dire altro di me .

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