Il Tragitto

Il Tragitto Vol. 4

Allora esistevano altre coincidenze per il ritorno.....Questo aveva tranquillizzato Frankie anche stentava a credere a un prestidigitatore squilibrato insieme alla sua assistente discinta. Che tornassero indietro dopo una tournée per la zona oscura? Sembrava così assurdo visto che le stazioni erano tutte precarie e non parevano portare verso nessun luogo abitato. Forse erano solo due aspiranti sado-maso che avevano trovato un'attrazione particolare per le vie ferrate in costruzione con intorno nulla che non fosse depressione e mura sfasciate. Forse erano prigionieri di KAMPF senza avere spinta per muoversi avanti e volontà per tornare indietro....Nel frattempo il Convoglio s'era mosso e questa volta pareva spingersi su un terreno piatto, senza particolari asperità o curve. Fuori non si vedeva nulla, tranne qualche lampada al fosgene che ogni 500 metri dava un pò di senso di posizione. Ma era un'illusione ottica che portava all'oscurità quel dono di una scintilla inutile per entrambe. Frankie cominciava ad avere sonno: aveva iniziato il tragitto quando era già sera e ora l'orologio gli rimandava le 00.20. La metropolitana si era spinta avanti come un treno di superficie, pareva percorrere le stazioni con lentezza elefantiaca, e nuovi lavori in corso la rallentavano ulteriormente. Il prossimo approdo sarebbe dovuta essere Tirvasniemi e Frankie si tirò il giaccone sulla faccia tentando di dormire, tanto con quel passo chissà quando sarebbero giunti all'obbiettivo (il convoglio talvolta frenava addirittura completamente lasciando le lampade le lampade illuminare fiocamente l'interno). dopo un pò si era appisolato e sognava di formiche e lombrichi giganti quando una luce più forte delle usuali annunciò l'entrata in Tirvasniemi. Lui si tirò su sbadigliando e s'avviò verso le porte, queste si aprirono, crepitando (pareva che con il suo procedere anche il convoglio si stesse arrugginendo e sfasciando) E Frankie scese nell'aria rigida della notte. Fu stupito dal numero di fuochi accesi sulla banchina, sembrava un accampamento di mongoli con diverse persone accoccolate davanti ai falò. "Che succede?". Chiese Lui. "Una ragazza, dall'insieme normale si levò e gli indirizzò poche parole :"stiamo occupando la stazione per impedire il transito di merci militari". "Qui, su una linea della metropolitana?". "é una finta tratta, a giorni transiterà un convoglio diretto alla guerra notturna contro gli atipici." "I miei vagoni possono passare?". "I tuoi vagoni?". "Sì, sono diretti chissà dove, forse a BRANDER e Io ci sono sopra, unico passeggero." La ragazza fece una smorfia eloquente, come a considerarlo un pazzo furioso e poi agitò la mano davanti alla sua faccia "Per noi Tu puoi andare dove vuoi." Frankie ringraziò, prese uno spinello che gli veniva gentilmente offerto e risalì sul convoglio. La luce gli pareva sempre più soffusa e solo le decine di lingue rosse dai falò davano una vera atmosfera da anfiteatro a tutto il viaggio. Inalò tutto l'aroma d'erba poi lo gettò dal finestrino. Le porte si chiusero e il tragitto riprese.