Creato da sisyphus13 il 27/02/2015
curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 6

Post n°6 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

 





Il convoglio si era trasformato in un carico indiano con tutta la sua pesantezza di scorte e di personale. L'aria era rarefatta, ben diversa da quella che Frankie aveva respirato sino a quel momento, quasi gelida. Tentò di girarsi ma i suoi movimenti erano ostacolati dalla pressione del corpi. Riusciva solo a fluttuare la testa ma quello che vedeva erano solo espressioni inebetite e poco lucide. Cercò un accompagnatore, qualcuno che muovesse i fili di quello spostamento soffocante, quell'esodo compatto, ma la sua testa non si torceva abbastanza e lo stringimento era vertiginoso. La sua fronte strisciava contro le finestre delle porte automatiche rimandandogli l'immagine distorta della propria faccia in pose grottesche mentre tentava di liberarsi della prigione delle membra altrui. L'oscillare del Convoglio dava l'illusione ottica che la metropolitana stesse per deragliare da un momento all'altro, piegandosi nelle curve più insidiose e arrancando nei suoi tratti più complessi. Nei momenti di rallentamento gli operai e gli addetti alla sicurezza battevano ridendo sguaiatamente contro la superficie del piccolo treno, lanciando insulti e facendo smorfie. Alla fine, spingendo spietatamente contro chi gli stava alle spalle, riuscì a ritagliarsi un piccolo quadrato di spazio e ad appoggiarsi con la schiena alla struttura. Così aveva uno sguardo quasi d'insieme sul formicaio che gli stava davanti: erano pressoché tutti giovani, alcuni bambini, tutti molto alti e con le membra sgraziatamente sproporzionate, alcuni erano su delle lettighe, altri in carrozzella ma la maggior parte stava in piedi pigiata come sardine. Parlavano continuamente fra di loro oppure si lanciavano in monologhi sgraziati ad alta voce e terminavano in urla insensate e battiti delle mani. Frankie cercò avidamente un accompagnatore, un interprete di quel pellegrinaggio folle. Vide una signorina con un fazzoletto legato intorno alla nuca, indossava un colletto alto con una spilla appuntata sul bordo ma del resto si poteva solo indovinare la complessione, essendo Lei totalmente nascosta dalla folla dei malati. Lui sollevò un braccio per attirare la sua attenzione e cominciò a fendere il muro umano che lo ostacolava. Scavalcò braccia e l'acre zaffata del sudore, pigiò contro cellule in necrosi e si aprì un varco. Alla fine, in un quarto d'ora, era arrivato a un metro dalla ragazza.
"Ehi!". Si accorse allora che era immersa nella lettura di un piccolo libro e non prestava la minima attenzione a quello che le se dipanava attorno. Frankie urlò ancora cercando di sovrastare il ronzìo di fondo che impregnava tutta la carrozza ma Lei non mutava di una sola piccola smorfia le sue fattezze delicate ed era sempre più distante sul suo pianeta lontano. Alla fine Lui cercò un balzo ma scivolò sul piede massiccio di uno dei degenti. Immediatamente la folla gli si richiuse sopra. Bestemmiò fra sè e sè e cominciò ad avanzare strisciando sul pavimento sporco finchè giunse alle scarpe della ragazza. Colto da un improvviso accesso di ilarità legò insieme i lacci delle calzature e riuscì a rimettersi seduto. Dall'alto i malati gli facevano mille smorfie e lo prendevano in giro. Lui allungò un braccio verso un ragazzino completamente calvo per farsi dare una mano a risollevarsi. Questi inizialmente lo assecondò per poi lasciarlo rotolare nuovamente al suolo fra la sporcizia e gli scoppi di risa di tutti. Allora, inferocito, cominciò ad aggrapparsi a una degente senza tanti riguardi. La scalò stropicciandole i vestiti fino a rimettersi verticale e vicino alla signorina ancora immersa nella sua lettura. "Scusi, ma cosa significa tutto questo?". Lei sollevò lentamente gli occhi dalle pagine (erano pupille grige) ma prima ancora di fissare le sue o di iniziare una risposta il Convoglio virò bruscamente facendo accavvallare le scarpe di Lei e lasciandola rotolare fra le braccia di Frankie. Non ne fu contento perchè subito intravvide un'espressione feroce nel suo sguardo.
 
 
 
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