Creato da ladestracalolzio il 16/08/2008

LA DESTRA CALOLZIO

My former blog Renato Bolis

 

 

WOW! Grande presa di coscienza sull'operato di Berlusconi.

Post n°151 pubblicato il 08 Aprile 2011 da ladestracalolzio
 

Può fregarmene di ciò che accade in questo paese di merda, come riferitomi da un napoletano senza troppe allusioni (parlava di Napoli), ma questa notizia di oggi, riportata da AdnKronos, devo proprio postarla, perchè rappresenta una sintesi del nostro grande dittatore di Arcore e del suo operato. E speriamo che i giovani italiani si sveglino e comincino a ribellarsi (pacificamente è chiaro), per migliorarsi il presente e il futuro, visto che il loro passato è già andato a ramengo. Ecco l'articolo:

Roma, 8 apr. - (Adnkronos) - "Davvero pensa il Presidente del Consiglio che il Milan e suoi successi personali siano da prendere ad esempio per i giovani italiani? Davvero pensa che il 30% di disoccupazione giovanile, i 2 milioni di giovani che non studiano non lavorano e non si formano, l'esercito di lavoratori precari rimasti senza lavoro e senza reddito con la crisi economica, possano avere "il sole in tasca"? Sono i giovani ed i precari del 'il nostro tempo e' adesso | la vita non aspetta", che domani scenderanno in piazza a Roma contro l'emergenza sociale che si profila dai dati sull'occupazione, a rispondere cosi' alle 'battute' che il premier Silvio Berlusconi ha riservato ai giovani premiati oggi a palazzo Chigi all'interno del progetto "Campus Mentis".

"Prima l'invito alle giovani precarie a sposare un miliardario, poi la giustificazione dei suoi festini come occasioni per aiutare i giovani in difficolta' e oggi, alla vigilia della grande mobilitazione nazionale dei giovani e dei precari italiani, le ultime insopportabili dichiarazioni di invito al sacrificio per i giovani", prosegue una nota. "In realta' e' questo governo che ha deciso di sacrificare una o piu' generazioni sull'altare degli interessi di qualcuno, della rendita e della speculazione", dicono rivolgendo la stessa domanda al premier.

"Siamo noi a chiedere un sacrificio al Presidente del Consiglio. Gli chiediamo di farsi da parte per l'assoluta incapacita' di fronteggiare la crisi economica, per aver trascinato la nostra generazione e questo Paese in un baratro di poverta', depressione e disoccupazione. Gli chiediamo di farsi da parte per raggiunti limiti d'eta' e per furto aggravato di presente, di futuro e di dignita' a questo paese. Gli chiediamo di sollevarci dalla sua presenza opprimente perche' sia possibile liberare le energie migliori di questo Paese: il nostro talento, la nostra energia, il nostro coraggio", conclude la nota.

A parte che non escludo che il campionato quest'anno possa andare al Napoli, ma chi lo ha scritto è davvero un grande! Perlomeno, una bella presa di coscienza.

Per concludere posso solo aggiungere: "Verrà il tempo che Ulisse tornerà ad Itaca*. Allora per i Proci e le loro puttane, saranno cazzi amari!".

Non disperate giovani. Non disperate, arriverà anche il giorno che la criminale legge Biagi verrà cancellata dalla faccia della terra. Soltanto allora tornerà la dignità ai lavoratori e agli esseri umani. 

* Versione RAI, più lunga, del 1969

 
 
 

E come il mondo dipinge Berlusconi (cartoons).

Post n°150 pubblicato il 15 Gennaio 2011 da ladestracalolzio
 

Certo che se non fosse per l'interesse che destano le peripezie del nostro capo del governo, l'Italia, sarebbe proprio ignorata. l'Italia, non è mai presa di mira se non per questioni inerenti al nostro capo di gabinetto principale. O che il nostro paese sia proprio considerato un cesso. Credo che il disprezzo degli altri paesi nei nostri confronti sia cresciuto negli ultimi anni, anche se non riesco a capirne il motivo (gulp). Ma non credo che sia soltanto colpa sua. Anche gli italiani ci mettono del loro. Noi siamo soltanto capaci di bla,bla, bla... poi alla prova dei fatti, ci caghiamo sotto.
E' nota la mia antipatia per il napoleone di Arcore, ma vedrete quando avranno spazzato via lui, che fine faremo tutti noi, in mano ai Debenedettiani-Rothschildiani.

 
 
 

L'Europa vista dal Mondo. Good stuff! (vignette)

Post n°149 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da ladestracalolzio
 


l' Europa, vista dagli USA

Previsioni 2011

 
 
 

I believe

Post n°148 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da ladestracalolzio
 

I've long believed that government leaders were missing the most salient argument regarding this issue. The UNFAIR and disproportionate taxation of those creating large wealth (often by hard work, risk-taking, and sacrifice)-- in order to pay for the unrelenting greed of some arrogant and irresponsible beauracrats cannot be considered a "moral high-ground." As a concept and practice, redistribution of wealth is not the Holy Grail of moral terpitude and societal responsibilbity. At its extreme, it often becomes a complicit and acceptable subterfuge for stealing from 'the rich' and giving to government legislators (not to 'the poor.') The question "When is enough enough?" is a viable concept to consider, and the issues of freedom and social justice FOR ALL must be considered.

Surely there is no virtue in using visceral envy and class warfare as voter motivation. However, government leaders miss the mark by not articulating (in clear and compassionate terms) the moral hazards of government 'stealing' from any one segment of the population to cushion its coffers. (Robin Hood in reverse?)

 
 
 

Uno dei più tristi spettacoli sulla terra

Post n°147 pubblicato il 06 Gennaio 2011 da ladestracalolzio
 

Nel 2009, PETA, sottocopertura, riuscì a registrare "il più triste spettacolo sulla terra"  —, coinvolti Ringling Bros. and Barnum & Bailey Circus — e  a catturare le immagini dei Ringling che battevano e frustavano elefanti ripetutamente, in tutte le sedi, in tutto il paese.
Gli 11 elefanti utilizzati nello show — la maggior parte dei quali catturati selvatici in Asia sin dal 1957 e alcuni dei quali hanno speso più di 40 anni con il circo — hanno dovuto soffrire, mese dopo mese, per mano di Ringling e il suo seguito.
PETA ha documentato come gli addetti hanno colpito gli elefanti sulla testa, viso, orecchie, tronco, gambe e altre parti del loro corpo con arpioni, ganci e altri strumenti di abuso. Il sovraintendente e il capo dell'addestramento responsabili degli animali, sono stati tra coloro che hanno utilizzato più di altri lavoratori arpioni, pungoli a scarica elettrica, bastoni e fruste sulla pelle sensibilissima degli elefanti, come si può vedere nel video girato in incognito.  Gli esperti hanno detto:"Gli elefanti non dovrebbero essere utilizzati nei circhi." E noi ci chiediamo:"Solo gli elefanti?"

L'abuso si esteso nelle sedi di Birmingham, Alabama e a Providence, Rhode Island. Le sedi di "addestramento" Ringling cambiavano, ma le percosse e i trattamenti rimanevano gli stessi. E' vero che ci sono punti di vista e punti di vista, ma dopo la visione una domanda sorge spontanea:"Ma non sono anche questi i criminali?"
PETA, tramite il sito che appare cliccando sul link, ha indetto una petizione per perseguire Ringling e tutti i responsabili degli abusi documentati e chiedere la revoca della licenza ai circhi coinvolti.

Clicca sul link qui sotto, ma attenzione che le immagini sono molto crude.


                 Visit RinglingBeatsAnimals.com

 
 
 

Chiusura Guantanamo. Un altro fallimento di Obama.

Foto NYTimes Modello americano: l’insuccesso della chiusura di Guantánamo è un simbolo del fallimentare modo di Barack Obama di affrontare la realtà del mondo.

Il nuovo anno ci porta ad un anniversario che Barack Obama preferisce passi inosservato. Non parlo, naturalmente del giuramento come quarantaquattresimo Presidente. L'anniversario che Obama preferirebbe dimenticare è un evento che ha avuto luogo il 22 gennaio, il giorno stesso che ha prestato giuramento una seconda volta sotto forma di un ordine esecutivo ufficialmente formulato.
 
In esso, Obama solennemente proclamava : "Le strutture di detenzione di Guantánamo per individui coinvolti da questo ordine deve essere chiuso appena possibile ed entro 1 anno dalla data dello stesso. L'ordine è stato firmato in presenza di un gruppo di pensionati alti ufficiali militari, che avevano sostenuto la candidatura del signor Obama. Uno di loro, Maj Gen Paul Eaton, aveva proposto il 22 gennaio come "giornata memorabile".
 
Quella sera, il generale entusiasticamente dichiarò che "la decisione del nostro Presidente è niente meno che fantastica, di grande coraggio", strombazzando che "con fatto che ci accingiamo a trasformare questo gulag, creato in una originaria un'installazione navale, la prigione di Guantanamo cesserà di esistere e cesserà così di essere un modo di reclutamento di Al Qaeda".
 
L’ordine esecutivo di Obama per la chiusura della base di Guantánamo è stato salutato nel mondo “come una coraggiosa rottura con la funesta amministrazione Bush . Siamo pieni di speranza che il mondo sia sulla via della ragione e della pace," aveva detto il Presidente del Venezuela Hugo Chavez .

Tranne, ovviamente, che la base di detenzione non è stata chiusa.

Due anni dopo l'ordine esecutivo – la direttiva di un comandante in capo e non una mera promessa in campagna elettorale – appare più chiaro che mai che Guantánamo esiste ancora e là e sembra doverci rimanere. Vi sono ancora reclusi 174 detenuti politici, solo tre dei quali sono stati provati colpevoli.
 
Privatamente, funzionari della casa bianca ammettono che la struttura verrà aperta soltanto il 6 novembre 2012, per quando Obama dovrà affrontare la campagna elettorale per una nuova rielezione. La richiesta di quando l'ordine potrebbe essere veramente attuato, tuttavia, provoca inevitabilmente gesti di disapprovazione. Semplicemente, chiedere a proposito di Guantánamo, è come chiedere di rubare in chiesa.

I difensori del Obama sostengono che l'ordine esecutivo era un importante atto di simbolismo, necessario per “voltare pagina” dopo l'amministrazione Bush.
Mentre, invece, i Neanderthal repubblicani in Campidoglio ritengono trattarsi di un sistema per gettare polvere nell’ingranaggio, in modo da bloccare il trasferimento di prigionieri sul suolo americano.
 
Il problema è che è stato grazie al Congresso, controllato dai democratici, che è passato l'accordo bipartisan sul bilancio per trattenere fondi "per creare o modificare un impianto all'interno degli Stati Uniti, in struttura per detenuti trasferiti dal centro di detenzione di Guantanamo" o "per trasferire, rilasciare o assistere il trasferimento o la liberazione dei detenuti di Guantanamo a/o all'interno degli Stati Uniti".
Questa ipocrisia si estende ad entrambi le parti politiche, democratici e repubblicani, ma anche al resto del mondo, che ha condannato l'America di imprigionare i poveri innocenti detenuti a Guantanamo, mentre si rifiuta di accoglierli nei propri paesi dove sono, di fatto, considerati pericolosi terroristi.

Mentre non vi è dubbio che ci sono state violazioni dei diritti umani a Guantanamo o che l’esperienza di tale struttura oltreconfine sia stata infelice, Obama è stato ufficialmente costretto ad ammettere che la speranza non sempre si tramuta in realtà.
Funzionari dell’intelligence americana hanno concluso che cinque dei detenuti trasferiti ad altri paesi da Guantánamo, dall'amministrazione Obama, 69 si sono ricongiunti a gruppi terroristi diversi, mentre un quarto dei 598 detenuti liberati dal 2002 si sono riuniti alla jihad contro l'America.
Adesso, Obama pianifica di emmettere un altro ordine esecutivo diretto contro i detenuti che possono essere trattenuti indefinitamente senza processo. Nonostante egli non possa chiudere Guantanamo, non mostra alcun entusiasmo per l’opera che i tribunali militari svolgono laggiù.

Guantánamo è solo un esempio di predilezione di Obama per i grandi gesti, oltre al distacco dalle cose che il suo predecessore possa avere fatto senza un preciso piano per affrontare le questioni spinose dietro di esse. Certo che per un autoproclamatosi “professore di legge” (mentre è un oratore, conferenziere) è ironico che la volontà di citare la complessità del problema sia solo ciò che sappia fare. E la più grande vulnerabilità politica di Obama è che gli americani si stanno stancando del simbolico autocompiacimento, come sostituto per aggrapparsi alla disordinata realtà del mondo.

Toby Harnden’s The telegraph
trad. personale

 
 
 

Rothschild e CIA attaccano gli “idolatri della Costituzione”

 Noi ci lamentiamo tanto di ciò che sta accadendo nel nostro Belpaese, ma non va molto meglio oltreoceano, dove è in corso un attacco alle libertà costituzionali non indifferente. E quando i difensori delle Costituzioni (leggi fondamentali di uno stato, di una nazione), alzeranno bandiera bianca, la carta costituzionale finirà in fondo al cesso, e noi, cittadini, popolo, gente comune la seguiremo d'appresso.

E' accaduto, infatti, negli USA che gli editori dell’Economist abbiano dichiarato i costituzionalisti insani di mente. “C’è qualcosa di davvero infantile in questi idolatori della Costituzione, i quali credono si possano trattare le complesse tematiche dei giorni nostri semplicemente rimanendo fedeli ad un documento scritto nel diciottesimo secolo” parole di pochi mesi fa dell’editore. “Quando la storia si trasforma in Scrittura e gli uomini in divinità, la verità è la vittima”.

 L’Economist, posseduto dai banchieri della famiglia Rothschild di Londra, è gestito dall’Economist Group che, come è risaputo, è una facciata della CIA.
  Secondo l’Economist i padri della Costituzione erano aristocratici che non credevano che la povera gente o le donne, figuriamoci gli schiavi, dovessero votare. La Costituzione non da per oggigiorno indicazioni circa le dure controversie politiche o sociali. Per esempio, non dice se ai gay dovrebbe essere permesso di sposarsi. La disputa dell’Economist contro la Costituzione Americana è la stessa portata avanti degli accademici liberal USA. Secondo loro, il documento è antiquato e il prodotto di un epoca ormai lontana. I fondatori erano preoccupati dal fatto che la democrazia stesse prendendo piede (democracy taking hold), così hanno stilato un documento atto ad escludere la gente comune dal potere, preservando la loro aristocratica posizione. Molte delle loro decisioni, come dare ogni due senatori dello Stato indipendentemente dalla sua popolazione, sono stati i prodotti non di saggezza o sagacia, ma di lotte di potere e compromessi”.

 I Globalist, invece, amano la democrazia.OH!!! Infatti, è un facile sistema per ingannare la gente, il popolo, specialmente con il continuo bombardamento di 7 giorni su sette per 24 ore al giorno dei media, televisioni, grazie anche ai satelliti. Alla fine, risultarelativamente semplice indurre le masse arretrate a votare contro i loro stessi diritti naturali, dopo averle ben cucinate con false promesse e condite da studiate finzioni.

“La democrazia non è libertà. La democrazia è come due lupi e un agnello che votano cosa mangiare per pranzo. Libertà è il riconoscimento di certi diritti che non potrebbero essere cancellati nemmeno dal 99% dei voti” scrive Marvin Simkin, membro dell' Information Security team alla Arizona State University. "La Libertà è, dovrebbe essere, un agnello armato fino ai denti che contesta la votazione dei lupi".

Subito dopo la pubblicazione dell’articolo dell’Economist, la classe dirigente ha postato a sua volta un articolo sulla sua pubblicazione Foreign Policy, per stroncare l’idea che la Costituzione dovrebbe essere ancora seguita: “La stragrande maggioranza degli americani non capisce ancora quanto vecchia sia oggi la Costituzione per un vocabolario standard”. Che sarebbe come dire per un vocabolario globalist.

Foreign Policy

fu creato dall’ “internazionalista” Andrew Carnegie, seguendo il consiglio di tale Elihu Root, che lavorò alla formazione del Council On Foreign Relations (CFR). Il CFR, modellato - come ha fatto notare Caroll Quingley - sul britannico gruppo della Tavola Rotonda, ha forti penetrazioni nella vita delle università, della stampa e, guarda caso, nella politica estera. Inoltre, ha imposto la sua globale influenza attraverso cinque principali testate americane, incluso il Washington Post e il New York Time.
  Spiega ancora la Quigley: “ Il CFR è il ramo americano di una società che ha avuto origine in Inghilterra, che credeva, e resta fermamente convinta, che i confini nazionali debbano essere abbattuti, e stabilita un’unica legge mondiale".

Nel 2008, Foreign Policy, è stata acquistata dalla Washington Post Company. Quest’ultima è il fiore all’occhiello della Mockingbird Operation della CIA, con la quale l’agenzia si proponeva e attuò la sovversione della libera stampa negli USA.

“Il CFR vuole condurre alla resa la sovranità e l’indipendenza nazionale degli Stati Uniti d’America” ha avvertito l’ammiraglio Chester Ward, vecchio membro del CFR. “Per realizzare la loro idea di un solo governo mondiale, i componenti del CFR, con tutte le sue elite, devono minare la sovranità degli USA“.
  Appare quindi chiaro, che per raggiungere lo scopo devono minare e sovvertire qualsiasi movimento che vuole restaurare le costituzionali fondamenta del paese.

L’articolo dell’Economist (sollecitato dai Rothschild e tutta la loro elite bancaria londinese), e quello apparso su Foreign Policy (controllato dal CFR), hanno lo scopo di screditare i costituzionalisti convinti e fedeli Alla Costituzione, non solo col fatto di essere infantili e retrogradi, che idolatrano un documento ormai arcaico, ma di essere soprattutto gente pericolosa che soffre di malattie mentali
Per il momento!

Se questi attacchi non dovessero sortire l’effetto desiderato, grazie alla potenza dei media i costituzionalisti verranno messi alla berlina, come pedofili, maniaci stupratori e quantaltro di moralmente esecrabile possa loro essere imputato.
Questo in un secondo tempo.

Se poi non dovessero davvero capitolare con le “buone”, allora bisognerà ricorrere al metodo usato con , A. Lincoln, con i Kennedy, M.L.King, A. Moro… and so on.
La solita trafila. La solita storia.

fonte Alex John‘s © 2010 Infowars.com All rights reserved
Trad. personale

 
 
 

Monito per tutti i giovani che pensano di essere grandi con un bicchiere in mano.

Voglio parlare oggi del mistero della morte di colui che ritengo uno dei più grandi uomini-mito che siano mai esistiti: Alessandro Magno, per il quale nutro una passione come per pochi altri "grandi" della storia.
Un argomento che i più potranno trovare un po' cervellotico, invece, ha una sua logica.

Vuole essere, infatti, un monito per tutti, indipendentemente da ciò che viene scritto o che altri hanno già scritto e ancora scriveranno di benevolo a proposito del consumo di alcolici, come il vino, con tutte le sue proprietà mediche e terapeutiche, per arrivare ai super alcolici, con la speranza che nessuno si scordi che assunti in quantità esagerata, i risultati sono sempre deleteri e devastanti.

Premetto che le mie conclusioni, sempre opinabili, sono frutto di considerazioni del tutto personali, derivanti da passionevoli letture, ricerche e analisi, della vita, del carattere e delle imprese di colui che fu uno dei più grandi condottieri dell'umanità, la cui morte rimane avvolta nel mistero. Neppure Flavio Arriano, storico di Nicomedia, vissuto dal 95 al 175 d.C. ed eminente autore di una biografia di Alessandro, seppur dettata sulle testimonianze di Tolomeo, un fedelessimo testimone delle imprese del grande condottiero, in quanto suo generale, riuscì a chiarire i reali motivi della sua scomparsa. Forse, conclude lo storico, Alessandro fu avvelenato per ordine di Antipatro, uno dei generali rimasti in Macedonia, contrario ai costumi filo persiani del suo re e timoroso del suo ritorno a Pella, la capitale della Macedonia.

In altri testi, autori diversi citano come causa della morte, febbri di varia natura dovute a malaria, malattia venerea, o (la più plausibile) ulcera perforante.
  Qualcuno, tuttavia, ha coraggiosamente avanzato l'ipotesi che possa essere morto di cirrosi epatica. Di sicuro, Alessandro era diventato sì "Magno", ma anche alcoolizzato.

Non morì di cirrosi epatica, ma più probabilmente di ulcera perforante, dopo una esagerata bevuta di vino passito fortissimo, che gli provocò un'indigestione e febbri da cavallo, che lo portarono alla morte.  Tutto è lasciato, certamente, all'immaginazione, poiché nessuno dei suoi coevi ha avuto il coraggio di tracciare – probabilmente per non tramandarlo ai posteri e alla storia – un ritratto distorto del grande macedone, che avrebbe sminuito la grandezza dei suoi meriti.

Alessandro, in effetti, era un re giovane, bellissimo, forte e coraggioso. Geniale e potente, che comandava l'esercito migliore della terra, lasciatogli in eredità da suo padre: Filippo II, assassinato proprio sotto i suoi occhi.
  All'età di trentadue anni e otto mesi  aveva fondato un impero smisurato, ed era ormai considerato un semidio, quando l'amore per l'alcool pose fine a tutto.

Iniziò quasi per gioco, sfidando i suoi generali in bevute spropositate, per dimostrare la sua immunità agli effetti nefasti dell'alcool. Finché giovanissimo il suo fisico ben sopportò le angherie a cui veniva sottoposto. Approssimandosi però ai trentanni, la sua psiche più che altro, cominciò a risentirne. Le gare di bevute con i suoi generali diventarono, infine,  gare con sé stesso, fino al tragico epilogo causato dal vizio.
  Non dormiva più e passava notti intere a bere. Quando beveva diventava irascibile e violento con tutti, anche con i suoi migliori amici, come nell'occasione con Clito, il Nero – grande amico e generale di suo padre – che uccise in uno scatto d’ira per una banale contraddizione.
Quando si riprendeva (ma da quel gesto non si riprenderà più: Clito gli aveva salvato la vita in battaglia) e si rendeva conto della gravità delle sue azioni, cadeva in una disperazione totale, che cercava di soffocare con il passito, innescando un pericoloso circolo vizioso. Così il suo male peggiorava e la sua mente geniale si disfaceva.

I motivi per cui Alessandro si ridusse in quelle condizioni, sarebbero da analizzare attentamente. Di certo v'è che le cose precipitarono dopo la morte di Efestione, considerato dallo stesso Alessandro il suo alter ego e dagli storici del tempo e successivi, quello che Patroclo rappresentò per Achille, l'eroe greco con il quale Alessandro amava identificarsi. Dopo la morte di Efestione, a sua volta in seguito a strane febbri malariche, il suo stato peggiorò, tanto da far giustiziare il medico che non era riuscito a salvarlo.

Alessandro beveva continuamente, giorno e notte; ai banchetti o a stomaco vuoto; in compagnia o in solitudine. Ogni occasione diventava buona per bere. Finché una sera – secondo alcune fonti – si sfidarono in bevute lui e il Medio, uno dei suoi uomini più fidati. Altre fonti sostengono che, addirittura, banchettarono allegramente fin quasi all'alba. Comunque andarono le cose, quella volta Alessandro bevve ininterrottamente per quasi dodici ore. Prima d'incontrare il Medio stava infatti tornando dai bagordi con amici e generali, coi quali si era già profuso in spasmodiche bevute. Tuttavia, neppure quella volta riuscì a rifiutarsi un'altra occasione per bere (nel caso la sua morte fu dovuta ad avvelenamento, sicuramente lo fu in quel frangente per mano di uno dei suoi fedeli, quindi). Cominciò subito dopo quell'episodio a stare male e ad avere febbri alte che, nel giro di pochi giorni posero fine a tutto. Negli ultimi tre anni Alessandro aveva minato le basi di quello che aveva fatto, costruito, ed intrapreso. Soffocando le sue angosce  nell'alcool si era consolato dalle incomprensioni dei suoi accoliti, dai tradimenti dei suoi vassalli, dai lutti di persone care, dalla solitudine, fino all'autodistruzione.
   Lui uomo di mille battaglie impossibili e guerre vittoriose, a poco a poco, aveva perso banalmente anche la vita e, dopo di lui, i suoi Macedoni l'impero.
  Negli ultimi attimi della sua breve vita non riuscì neppure a designare un successore, per mancanza di tempo o, più verosimilmente, di lucidità. Quando gli posero la fatidica domanda su chi avrebbe preso il suo posto, la sua risposta fu: "Il migliore".

In occasioni in cui ci trovavamo a discutere e filosofare, ricordo le parole di un amico che amava dire: "Una buona bottiglia non ti tradisce mai".
  Ma ricordo anche un famoso scrittore che diceva: «Prima bevi un bicchiere; poi un bicchiere si beve il bicchiere; infine, il bicchiere si beve te».

Non so chi avesse ragione. Ma so che sono entrambi  morti alcolizzati!

 
 
 

Tutti figli dei "nazisti".

Post n°143 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da ladestracalolzio
 

PEOPLE, OPEN YOURS EYES!!!

Questo video (come molti altri del resto) reso noto mesi fa da Wikileaks porta a conoscenza, per chi ancora, nutrisse dei dubbi, della vera natura della guerra in Iraq: una guerra di sterminio. Credo che non servano commenti a tutto questo. Raccapricciante. Mi fa molta pena quel povero soldato rincoglionito che quasi impreca spazientito al collega sterminatore sull'elicottero : "Come on... "(Dai, lasciami sparare)"addosso al furgone con due bambini a bordo che cerca di caricare un civile ferito. Colpisce inoltre la malafede e la forte connotazione razzista (che non è poi una novità per gli americani). Mi sono sempre commosso nel vedere i corpi dei militari americani tornare in patria nei sacchi di plastica tipo quelli della spazzatura. Più passano gli anni e più penso che sia la loro giusta collocazione.

Per non parlare di quell'altro coglione del congresso che ha suggerito di ammazzare tutti i componenti lo staff di Wikileaks. Dichiarazioni che hanno indignato perfino Putin.
A parte che secondo logica da eliminare sarebbero quelli che ci hanno raccontato frottole e ci hanno ingannato su tutto e tutti da sempre, non chi ci porta a conoscenza della verità.
Purtroppo oggigiorno il mondo gira tutto al contrario.
Ogni altro commento mi sembra superfluo. E come si può commentare tutto questo?

 
 
 

L’Irlanda 'probabilmente' lascerà l’Euro

L’incapacità dell’Europa di contrastare e rimediare alla profonda crisi economica di questi periodi, probabilmente obbligherà alcune delle nazioni del gruppo Euro 16, inclusa l’Irlanda, ad abbandonare l‘euro come divisa comune, entro i prossimi cinque anni. Una previsione, questa, enunciata dall’amministratore delegato della società di gestione obbligazionaria più grande del mondo. Mohamed A El-Erian, amministratore delegato della società di gestione di investimenti Pacific Investment Management Company (Pimco), ha inoltre dichiarato a CNBC (canale digitale di finanza ed economia) che anche Spagna e Portogallo dovranno seguire l’Irlanda nel programma di salvataggio dell’Unione Europea.

Mr El-Erian, la cui compagnia è interessata al fondo più grande del mondo per più di 1 trilione di dollari, ha aggiunto che l’Unione Europea non è stata in grado di controllare sul nascere la situazione di grave crisi, adottando un approccio errato per la circostanza.

“Quello che i gestori Europei della crisi non hanno fatto, è stato di non prevedere il peggiorare degli eventi; anticipare futuri cattivi eventi o disastri; capire le nuove esigenze e i cambiamenti in corso, operando in anticipo in maniera adeguata con metodologie ritenute consone e giuste nella situazione, che avrebbe permesso di scongiurare la violenza della crisi, quanto meno controllandola.

Il fatto di reagire con iniezioni di liquidità tentando di tamponare i disastri già avvenuti, non è servito e non servirà a niente, se non a privare ulteriormente i poveri cittadini europei di altre importanti risorse che in questo modo spariranno nel nulla (ndr). I gestori europei della crisi, secondo Mr El-Erian, dovevano essere proattivi, piuttosto che reattivi.

"Finché si continuerà di questo passo, assisteremo ad una lenta discesa verso il baratro da parte di quasi tutte le nazioni d’Europa, con conseguente duro risveglio, con davanti un nuovo paese (l’Europa) con cui avere a che fare, con altri problemi e discorsi, completamente diversi dagli attuali, da affrontare e con cui confrontarci".

Mr El-Erian ha posto poi l’accento sul fatto che il problema della continua insolvibilità da parte di tutto e di tutti, potrebbe portare ad una completa perdita di speranza di recupero.

"Se non vediamo qualcosa di più - ha concluso - che il mero supporto nella iniezione di liquidità; se non vediamo qualcosa che sistemi i bilanci, societari e, soprattutto nazionali, il contagio della crisi si espanderà sempre più" .

Tratto da IRISHTIME del 5/12/2010
Trad. personale

Grazie a Dio dell’Italia non ha parlato. Per adesso. E questo, secondo il mio modo di vedere, non è un bel segno.

Per quanto riguarda l'euro non capisco perchè non si possa tornare come prima, visto che l'adesione all'Unione e l'adozione della moneta unica non hanno fatto altro che portarci disastri. Certo, piu che altri, a noi poveri cittadini. Quindi...chi se ne frega, diranno banchieri, politici, affiliati, affratellati e vaticanati.

See ya!

 

 
 
 
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Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di Stato alle prossime generazioni.
- John Clarke

Che grande uomo politico sarebbe stato Giuda!
- Achille Tournier

 

La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici.
- Charles De Gaulle

 

Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura (dal film MATRIX).

E' tempo di sapere quale futuro vogliamo per il nostro pianeta, per noi, stessi e per le generazioni che ci seguiranno.

E' giunto il tempo per i cittadini di smettere di fidarsi ciecamente al modo con cui i politici gestiscono il mondo, servendo esclusivamente interessi personali.

Per ridare un senso alla democrazia, i cittadini devono smettere di essere passivi e spettatori, come il docile gregge che si vorrebbe che siano. Devono riflettere a ciò che vogliono veramente ed assumere in modo coerente il ruolo di stipendiato, consumatore, contribuente, elettore, dimostrando di non essere più pecora delle pecore.

Le direzioni prese dall'economia, la società, la tecnologia e l'ambiente non sono inevitabili

 
 
 

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I MIEI ARTICOLI

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- PD, nuova corrente
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- La II battaglia di EL ALAMEIN
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- 16 gen 1969. Jan Palach
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- ALITALIA: italian job.
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