Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

Sconfinando

casualmente

Messaggi di Settembre 2007

Nuova.mente

Post n°1668 pubblicato il 07 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


E' come un lungo capodanno questo inizio di settembre. Qualcosa già iniziato e
qualcosa lì, pronto ai blocchi. E non che ci siano bottiglie da stappare o brindisi
da fare. Un sommesso celebration time, meno corale di altri.  E' solo un anno nuovo,
con tutto ciò che porta con sè. Aspettative, ne ho, ne abbiamo, e diventan belli
anche i chissà, se li sai vivere come sogni da accarezzare, speranze da nutrire,
domani da costruire.
Conto le ore: ventiquattro, quarantotto, settantadue.
E poi sarà un buon anno.
Nuovo.
E di nuovo.

 
 
 

Quei piccoli gesti

Post n°1667 pubblicato il 06 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


E' passato poco meno di un anno da quando fu assegnata una scorta a Roberto Saviano, autore di Gomorra, libro-documento sulla camorra. In primavera, la scorta fu assegnata anche a Lirio Abbate, inviato de l'Ansa e autore di tre libri sulla mafia, l'ultimo uscito proprio quest'anno e dal titolo emblematico: "I COMPLICI - Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento", scritto in collaborazione con Peter Gomez. Ma la scorta non basta ed è di due giorni fa la notizia che sotto l'auto di Abbate viene rinvenuto un ordigno incendiario. Ferma la risposta di Abbate: "Lo sai perché non decido di andarmene? Per onore. Sì, per onore! Non per il mostruoso, folle, ridicolo onore di cui si riempiono la bocca mafiosi deboli con i forti e forti con i più deboli, ma per quell'onore che mi chiede di avere rispetto di me stesso, che mi impedisce di inchinarmi alla forza e alla paura, di scendere a patti con ciò che disprezzo. Quell'onore che molti siciliani hanno dimenticato di coltivare".
Bello l'articolo di Giuseppe D'Avanzo su Repubblica ieri. E bello anche il messaggio inviato dal Presidente Napolitano al direttore dell'Ansa Gramaglia.
Ma io credo che siano tante le voci da far ascoltare ad Abbate. Io l'ho fatto, qui: redazione.internet@ansa.it

E questo ricordando, anche Beppe Alfano, Cosimo Cristina, Mauro De MauroPippo Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Mauro Rostagno,


[La foto è di Oliviero Toscani]

 
 
 

Chimera

Post n°1666 pubblicato il 06 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


Qualcuno parla di chimera. Qualcuno di mostruosità. Qualcuno, semplicemente, di speranza. E mentre in Gran Bretagna si decide per il passo avanti, noi restiamo fermi a quel referendum di due anni fa.
Da quel che leggo, la mostruosità contro la quale qualcuno si scaglia è sottoposta a rigida regolamentazione in termini di tempi e modi. E se posso comprendere quali sono le motivazioni etiche e morali alla base del rifiuto totale di questo tipo di ricerca, io, personalmente, non posso che dare il benvenuto alla speranza. Tout court.

 
 
 

Witch.mania

Post n°1665 pubblicato il 06 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Il tema è di quelli caldi, al momento. Ne parlano in tanti, provocati, chissà, da figlie femmine in età scolare, o da qualche astuccio di troppo. Stimolata dal post di Antonia e avendo letto nei giorni scorsi cosa ne pensano alcuni autorevoli papà, qualcosa sul fenomeno Winx vorrei dirla anche io. Che siano il male assoluto, il modello negativo per antonomasia, la causa primigenia dell'obnubilamento mentale infantile mi sembra francamente esagerato. Bazzicando da sedici anni ormai nel mondo della gadgetteria infantile ho assistito a una serie di ascese e cadute a picco di fenomeni simil-Winx da poter considerare la questione come pressochè innocua. Certo, dopo la sbornia di Pokemon, c'era bisogno di offrire qualche cosa di più adatto anche al pubblico delle bambine: erano gli anni in cui anche i produttori di videogiochi si interrogavano sul come attirare le fanciulle, poco favorevoli agli spara-spara o all'annuale edizione di Fifa. Le Barbie soffrivano della concorrenza delle Bratz, a loro volta considerate pericolosamente disinibite per le italiche mamme. Così, a distanza di tre anni le une dalle altre, fecero la loro comparsa nel 2001 le W.i.t.c.h., produzione italiana legata alla Disney, e, nel 2004 le Winx. Fumetto il primo, cartone animato il secondo. Pressochè identica la formula, tanto che per un certo periodo si parlò anche di plagio: ragazzine dotate di poteri soprannaturali e coinvolte in una serie di avventure dove finisce per prevalere il senso di solidarietà, di collaborazione e di amicizia. Morale all'acqua di rose, impegno sociale zero. Nella regola, cioè.
Dove sta il problema dunque? Nel proliferar dei gadget? Nel merchandising scriteriato? Nell'omologazione? O nel modello femminile proposto? Certo, a differenza di Heidi o di Anna dai capelli rossi, Winx e Witch sono ragazzine del tutto in linea con i tempi: disinvolte e alla moda, sfoderano un look da piccole-donne-in-crescita. Ma credo sia proprio questo a renderle credibili. E a scatenare quel desiderio di emulazione che trova poi riscontro nelle magliette, nei fermagli, nei bijoux e nei quaderni in bella mostra sugli scaffali del supermercato. E' chiaro - secondo me - che a questo punto il ruolo del genitore diventa fondamentale. Non per proibire o vietare, ma, più correttamente, per indirizzare i bambini verso un consumo consapevole, che non esclude a priori il gadget, ma aiuta a limitarne l'abuso.
Winx assolte, dunque? Personalmente non le trovo più deleterie dei Pokemon o degli Hamtaro. In genere, dopo una sbornia di qualche mese, l'infatuazione passa. E si passa al nuovo eroe. Just for one day.

p.s. l'altro giorno, al supermercato, ho acquistato colla, correttori e nastro adesivo per la scuola delle ragazze, e mi sono stati rifilati due yo-yo e un antistress di Shreck. L'orco verde è anche sulla confezione dei cereali del mattino e l'ho intravisto sui succhi di frutta. Che facciamo, mettiamo al bando anche lui?

 
 
 

Citando Citati che cita

Post n°1664 pubblicato il 05 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: Paole

Però mi piace come Citati ha chiuso il suo articolo. E poi Musil.. che meraviglia!

Dobbiamo cercare di vivere come se fossimo nati per trasformarci dentro un mondo creato per trasformarsi, press´a poco come una goccia d´acqua dentro una nuvola

 
 
 

Io, tu, lei, voi.

Post n°1663 pubblicato il 05 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


Ieri sera, prima di entrare al cinema, S. mi si avvicina furtiva e mi sussurra nell'orecchio: "Chiara chiede se ti dà fastidio che continua a darti del tu". La mia prima reazione è di stupore e un "ma sta scherzando?" che rischia di essere un po' meno che sussurrato. Poi penso a queste ragazze che fin da bambine gironzolano per casa, chiamandomi per nome. Qualche new entry inizia con un formale lei, ma dopo qualche giorno scivola senza parere in un più leggero tu. Francamente non mi sono mai posta il problema. E forse semplicisiticamente ho sempre pensato che di problema non si tratti. Un tu o un lei non mi avvicinano o mi allontanano più di quanto non facciano, invece, i comportamenti, gli atteggiamenti, la disponibilità. Come dire, la scoperta dell'acqua calda, ma tant'è.
Nei giorni scorsi, l'ho recuperato nel mio ripercorrere a ritroso i giornali perduti di agosto, una riflessione sullo stesso tema è stata proposta da Piero Citati sulle pagine di Repubblica. Citati, forse un po' nostalgicamente, cerca una spiegazione sociologica, più che sociale e parla dell'uso generalizzato del tu come sintomo di una semplificazione figlia di un mondo diventato uniforme. Sarà, io questa uniformità non la vedo e non la vedo neppure tradotta in un tu o in un lei. Mi ricordo, devo dire, lo sconcerto che mi prese quando, appena uscita dalla prova orale dell'esame di Stato, trovai ad accogliermi il presidente del mio ordine professionale che mi salutò con calore, chiamandomi collega e apostrofandomi con il tu. Malgrè tout, io tutta questa vicinanza con lui non la sentivo e rimasi, imbarazzatissima, incollata al mio lei.
Di converso, nel passaggio dalle elementari alle medie, da quel che mi raccontano le mie figlie, una delle prime richieste fatte dai professori è l'abbandono del familiare tu delle elementari, accolta come uno dei cambiamenti inevitabili del nuovo ciclo scolastico. Naturalmente, cioè. E per tutte, inclusa la più piccola, è chiaro un certo codice linguistico che consente loro di rivolgersi all'uno o all'altro nel modo più appropriato o - se si vuole - più convenzionalmente accettato.
Poi potremmo disquisire a lungo, su come abbiano fatto gli inglesi a sopravvivere fino a oggi con un indifferenziato you. Per non palrare di reminiscenze di tempi che non ho per fortuna vissuto, quando ci si indirizzava anche ai genitori con il voi. Mio padre, ad esempio, ha sempre dato del voi a sua madre, ma a sua suocera, mia nonna, si è rivolto con un più familiare tu, senza che questo mutasse l'affetto e il rispetto che aveva nei confronti di entrambe.

Detto questo, cara Chiara, continua pure a darmi del tu. Mi fai solo felice.

[l'immagine è tratta dal sito www.bsimple.com]

 
 
 

Futilissimo

Post n°1662 pubblicato il 04 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Della serie: le mamme hanno sempre ragione.
Un posto in banca è meglio.

 
 
 

Tsunami, perchè

Post n°1661 pubblicato il 04 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Tempo fa, credo e spero che siano in molto a ricordarselo, ci mobilitammo tutti per Malene. Fu una vera e propria maratona, con passaparola e passa-tam-tam tra blog amici e non, che aveva il solo obiettivo di aiutare una donna, Malene, a ricongiungersi con suo figlio che una serie di vincoli economici e burocratici tenevano "bloccato" ad Haiti. In quell'occasione, la cosa che mi colpì fu la capacità di muoversi tutti insieme per qualcosa di reale e concreto, che andasse oltre i nostri bla-bla, le nostre invettive, le nostre giuste e sante indignazioni, il nostro raccontarsi. Con Malene riuscimmo a fare qualcosa e un po' più di qualcosa. Ecco perchè oggi ho deciso di aderire all'iniziativa promossa da Acme del Pensiero. Il suo Tsunami ha in sè qualcosa di bello e, soprattutto, di possibile. Io lo sostengo.

 
 
 

Dal Blog Acme del Pensiero

Post n°1660 pubblicato il 04 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Tsunami Help 2.0

Da giorni tantissimi parlano di Help 2.0, che cosa è?

Lo creiamo tutti assieme.
Un unico obiettivo: uscire dal virtuale per scatenare un'onda nel mondo reale. Avete mai pensato voi stessi con una grave malattia? O magari avete vissuto un'esperienza simile? Cadono le certezze, la paura e i dubbi aumentano, la solitudine ci scuote.
Migliaia di blog possono unire la loro forza e concentrarsi per una causa comune: per fare questo dobbiamo essere veloci, concreti ed entusiasti.
Per quale ragione dovremmo farlo? Perché ci sono persone che pensano che chi ha un blog sia uno sfigato o un perdigiorno, giudizi grossolani che non rispettano affatto ingegno, creatività e passioni di moltissimi noi.
È giunta l'occasione di dimostrare a chi frequenta troppi salotti che la realtà è ben diversa, bisogna iniziare a temere seriamente l'intensità coraggiosa di migliaia di blogger, i quali ritengono il rapporto con i blog un elemento sì divertente, altresì molto altro.
Sia chiaro, non possiamo salvare tutti i bimbi del mondo, ma magari iniziare da uno.
Gramos ha dodici anni e soffre di una malattia rara: la tirosinemia. Ha bisogno di cure particolari e i costi sono altissimi: circa 22.000 euro all'anno. Chi frequenta questo blog già conosce la sua vicenda. Ora si tratta di fare partecipe non soltanto il mondo internet, anche coloro che non conoscono neppure la parola "blog".
Possono essere tanti soldi, ma diventiamo Help 2.0: assieme è un gioco da ragazzi raggiungere tale cifra!
Come fare: metti un euro te e trova quattro persone che facciano la stessa cosa, la sfida per ognuno di noi è racimolare cinque euro al fine di salvare Gramos per almeno un anno. Non è uno sforzo eccessivo, cinque euro in cinque persone. L'amico, la zia, il padre, il figlio, ecc. Ovviamente se riusciamo a radunare una cifra maggiore meglio.
Quando avrai i soldi in mano devi fare riferimento al c/c bancario 3383 oppure 3385 della Banca di Credito Cooperativo di Riano. ABI 08787, Cab 39350, Cin X.
L'intestatario è a nome di "Associazione Sos infanzia nel mondo onlus". Causale: "Gramos".
Chi volesse fare una donazione on line attraverso Paypal lo faccia QUI con la causale "Donazione spontanea in favore di Gramos Gashi".
Se decidi di partecipare all'iniziativa
, scrivi un commento a questo post mettendo bene in vista il link del tuo blog e scrivendo che partecipi.
Nel frattempo noi ci occuperemo di radunare tutti i link per mostrare la quantità di blogger appassionati che non sono perdigiorno, ma concreti e tempestivi nell'aiuto: questo è Help 2.0! Quando avrai fatto la donazione, inviami una mail a denisdalbianco@libero.it scrivendo il numero di operazione bancaria e il tuo cognome, così avremo modo di fare le necessarie verifiche. Se non riesci per qualche motivo a usare le forme di donazione indicate inviami una mail, cercheremo di organizzarci considerando se qualcuno che partecipa vive non lontano da te.
La trasparenza sarà garantita da filmati e rendicontazioni pubbliche.
Per giungere a 22.000 euro con cinque euro circa a testa, ci vogliono 4400 blog, capite che dobbiamo aiutarci, facciamo Help 2.0 vibrare in tutta la rete.
Linkate questo post nel vostro blog, parlatene nei forum, nelle chat, con i vostri amici e con chiunque crediate possa aiutarci. Sbizzarritevi nelle idee: una t-shirt con la scritta Gramos, volantini, e-mail, chiedete a tutti di aiutarvi.
Fissate ancora questa cifra: cinque euro divisi fra cinque persone, il 99% di noi se lo può permettere e in questi prossimi giorni diventerai parte di un bellissimo obiettivo solidale che aiuterà Gramos.
Abbiamo creato anche un concorso di favole i cui proventi del libro andranno a Gramos, lo trovate qui, nel blog di Sabrina.
Tantissimi blogger stanno sostenendo questo progetto e alcuni gli hanno dedicato tanta passione, fra i quali Simone, Pibua, Sabrina, Hermansji, Samuele, Antonella, Piggio, Kinozen e Giulianissima. Diamoci da fare e ci vediamo martedì prossimo per una novità importante.
Ricordate: diventate oggi stesso Help 2.0!
Lo sentite il battito dei blog?

 
 
 

As time goes by

Post n°1659 pubblicato il 04 Settembre 2007 da SandaliAlSole

Io non ci avevo mai pensato, a dire il vero. Però la lettura di due articoli sul Wall Street Journal ha acceso la mia curiosità. D'accordo, il tema non è dei più leggeri, ma parlarne a volte serve a esorcizzarlo un po'. Che succede alle nostre vite virtuali quando lasciamo la vita terrena? La questione è meno sciocca di quel che possa sembrare di primo acchito, soprattutto se uno in questo cosiddetto virtuale in realtà mette un se stesso vero. La giornalista del Wall Street Journal, Katherine Rosman, affronta l'argomento con le parole del cuore, raccontando la propria esperienza. Che poi è l'esperienza di una scoperta e di una nuova, magari tardiva, condivisione. Dai contatti che sua madre, appassionata collezionista di oggetti in vetro veneziano, teneva con collezionisti e inserzionisti di eBay è emerso per Katherine un flusso di affetti, simpatia, calore che negli anni la donna era riuscita a creare intorno a sè. Ed è iniziato un percorso di ri.scoperta di valori e sentimenti che è riuscito ad andare oltre ciò che Katherine definisce il "merely reminder of her death".
E, a questo penso, nelle mail, in questi blog, nei siti personali, persino là dove pubblichiamo foto e immagini, c'è tanto di noi che non sempre chi ci vive accanto conosce. Per lo meno non in toto. Ed è bello pensare e sperare che non vada perduto.

[poi ci sono gli aspetti burocratici. e il secondo articolo sul Wall Street li analizza. ma questi sono noiosi, come quando G. mi costringe a fare il calcolo sui contributi per la pensione]

 
 
 

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