Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

Sconfinando

casualmente

Messaggi di Settembre 2007

Virtual.mente innamorata

Post n°1678 pubblicato il 12 Settembre 2007 da SandaliAlSole

In Internet, si sa, a volte si gioca, a volte si flirta, a volte si ocheggia un po'. E poi capita la volta che la sbandata la si prende sul serio. Capita, credo. A me è successo, mi vien da dire l'estate scorsa, ma in effetti sono solo poche settimane fa. Qualcuno me ne aveva parlato, non so più chi e mi piacerebbe poter scaricare la colpa su qualcuno. Fatt'è che ho voluto andare a verificare di persona e ci sono cascata mani e piedi. Perchè se di giochini e triccheballacche internettiane ne ho visti tanti, di nessuno (blog a parte) mi sono innamorata in modo così viscerale come di anobii.
Anobii sta agli appassionati di libri come Flickr sta agli appassionati di fotografia. Questa, su per giù, è una definizione che ho letto su Apogeo e che condivido. E' un sito nel quale, una volta completata una normalissima registrazione (basta un nickname e un indirizzo di posta elettronica), è possibile caricare libro per libro la propria bliblioteca, tenendone traccia e condividendola con altri utenti. Di ogni libro si possono indicare la data di lettura e in indice di gradimento, oltre a poter aggiungere il proprio commento. E' questa, va da sè, la parte più significativa di anobii, sia quando si compila la scheda, sia quando si va a leggere quelle degli altri. Perchè poi, alla fine, anobii è una community di curiosoni, che vanno in giro a leggere cosa pensano l'uno o l'altro dei libri che si è letti o di quelli che si vorrebbe leggere. Si possono trovare utenti con inclinazioni molto simili oppure imbattersi in lettori lontani anni luce dai propri gusti, ma non per questo meno stimolanti.
E' un amore impegnativo, devo dire, perchè inserire tutti i libri richiede tempo e pazienza, come tutte le cose belle del resto. E poi, mica tutti i libri sono abbastanza recenti per avere un codice Isbn da inserire. In quel caso si procede a manina, un testo alla volta, un commento alla volta. Piano piano.
E così capita che un'amica mi lasci un messaggio di questo tenore: [...]abbiamo bensì 2 libri in comune, un vero record..di scarsità! però a me baricco piace. [...] e che io vada a curiosare tra i suoi scaffali e scopra che in realtà ve ne sono molti di più, solo che io non li ho ancora inseriti.
E poi ci sono i Gruppi. L'apoteosi del di tutto di più. Per il momento mi sono iscritta solo a due, ma come si fa a non prendere in considerazione un forum dedicato agli Orrilibri? E uno alle scritture di donne? Per non parlare di quello dedicato ai film tratti dai libri.
Bene. L'estate sta finendo e so che il mio nuovo amore mi terrà compagnia. E poi, tra i frequentatori di Libero, gli anobizzati sono ormai parecchi.  

 
 
 

Rosh haShana

Post n°1677 pubblicato il 12 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

A due persone, che mi sono davvero care:
buon anno, prospero e sereno!

 
 
 

Baroni

Post n°1676 pubblicato il 12 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


Una volta, per chi studiava medicina, erano coloro che facevano il bello e il cattivo tempo nelle scuole di specialità. Gli unti da ungere. Adesso, son baroni prima ancora di iniziare. Imbroglioni. Ungono pur di entrare, a discapito di qualunque etica e morale.
Sono perplessa, lo ammetto, nei confronti delle università a numero chiuso. Avendo vissuto, ai miei tempi, l'incubo delle aule sovraffollate, delle lezioni impossibili, dei docenti irreperibili, posso capirne le ragioni. E in qualche misura anche condividerle. Ma se test di ingresso devono essere, che lo siano davvero. Altrimenti esistono altre barriere: serietà e rigore nell'insegnamento e negli esami. Ad esempio.

 
 
 

Degli undici settembre l'undici settembre

Post n°1675 pubblicato il 11 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


Simbolicamente forse è il giorno migliore. Per quell'11 settembre a Manhattan, sei anni fa, per quell'11 settembre di trentaquattro anni fa in Cile, o ancora per l'altro 11 settembre, nel 1906, con il Satyagraha di Gandhi.
E' il giorno giusto per una iniziativa di pace. Come quella lanciata da PeaceReporter, da oggi nelle librerie con una versione cartacea delle sue pubblicazioni. Dopo quattro anni online, PeaceReporter si fa anche mensile per raccontare le guerre e diffondere una cultura di pace e di rispetto.

[Qui si può scaricare il numero promozionale della rivista.]

 
 
 

Enjoy the Silence

Post n°1674 pubblicato il 11 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 


We live in an increasingly noisy society in which silence in a threatened phenomenon. Noise and silence are locked in conflict in contemporary existence, with noise pollution becoming a major problem of the developed world. [....] Yet silence has played a crucial role in human history in such key areas of activity as religion and the arts and its loss would seriously impoverish our lives. The ability to think, to reflect and to create are all to a significant degree dependent on our being able to access silence and quiet on a regular, and reasonably predictable, basis, as is sleep, an absolute necessity of existence...

Inizia così il Manifesto for Silence di Stuart Sim. Il testo è reperibile anche online e credo proprio che proseguirò nella lettura. Interessanti i presupposti e interessante soprattutto l'eco che Sim sta raccogliendo sia in Gran Bretagna, dove il suo Manifesto è stato pubblicato, sia da noi, con una ripresa su Repubblica di oggi. Il rumore viene letto da Sim come un "elemento della guerra condotta dalle forze del progresso economico contro l'individuo". E se penso alla miriade di messaggi e sollecitazioni che tutti, indistintamente, riceviamo in ogni istante della nostra giornata mi spavento. Bombardamento, lo chiamiamo, segno che in qualche misura ne siamo consapevoli. Poi ci aggiungiamo un mediatico, che è un po' l'assoluzione che ci concediamo. Arriva dall'esterno. Non è cosa nostra. Senza riflettere su quanto siamo o vogliamo essere aperti, su quanto non possiamo o non sappiamo schermarci. Per questo mi piace quel tragitto da sola, in macchina, tornando dal lavoro. Mi piace quel momento, la sera, in cui si spegne tutto e ognuno regala pensieri a se stesso. Senza interferenze.

[l'immagine l'ho trovata sul blog di briciolediluna, su splinder]

 
 
 

Impegn.ando[mi][ci][si]

Post n°1673 pubblicato il 10 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: Per me

Mi fa effetto vedere come in pochi giorni la mia agenda si sia riempita. Ho vissuto quasi alla giornata negli ultimi due mesi, con impegni lavorativi programmati quasi giorno per giorno. Un facciamo domani o dopo che si trasferiva nelle caselle pressochè vuote di un'agenda da tempi tranquilli. Quasi un sogno. Ma i sogni muoiono all'alba, si dice. E il risveglio di Cenerentola suona con quest'inizio d'anno. Gli appuntamenti di lavoro vanno ad assommarsi alla routine familiare: pediatra, medico, dentista, certificati medici, assemblea condominiale, assemblee di classe. E poi qualche compleanno e qualche uscita con gli amici. Con qualcuno che già domanda se a San Martino andiam via anche quest'anno. Volevo prender nota del calendario scolastico, Pasque e Carnevali inclusi, ma il 2008 in casa non l'ho ancora.
Intanto guardo sconsolata quell'ultima Settimana Enigmistica abbandonata lì, aperta sul Ghilardi: 39 orizzontale - un momento cruciale che richiede importanti decisioni. Q-u-e-s-t-o, mi vien da scrivere, ma le caselle, lì, sono dodici.

 
 
 

Il ritorno

Post n°1672 pubblicato il 10 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Ecco, ci siamo. Vi sento scalpicciare in giro. La doccia e il primo "sbrigati" di impazienza. Le cartelle sono lì allineate, dove le avete lasciate ieri sera. E il mio comodino è coperto di bigliettini. Dovrei aver preso nota di tutto, inclusa la pizza con Valeria dopo la scuola e il badge della mensa da caricare.
La colazione è pronta e vi aspetta in cucina.
Il count down è proprio arrivato alla fine.
Poco più di un'ora e la campanella tornerà a suonare.
E allora è questo il momento giusto.
Buon anno, direi.
A voi.
E a noi.

 
 
 

Il libretto della spesa

Post n°1671 pubblicato il 09 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Quando andavo alle elementari, la Cassa di risparmio regalava, all'inizio dell'anno, un libretto di risparmio a tutti i remigini. Credo ci fosse una somma simbolica, che veniva poi incrementata negli anni con qualche mancetta o con qualche altra donazione che la Cassa stessa faceva agli alunni più meritevoli (allora si diceva così). Questa idea del risparmio veniva metodicamente inculcata nelle nostre piccole teste con calvinistica convinzione, anche con l'aiuto di una giornata celebrativa, nella quale porcellini e salvadanai la facevano da padrone. Con semplicità aritmetica ci spiegavano che non era possibile spendere più di quanto ci fosse nel famoso salvadanaio.  
Lineare, mi sembra.
E senza quel Taeg zero, che a un certo punto ha fatto la sua comparsa, convincendo tutti che in fondo si poteva acquistar qualcosa anche a rate, senza doversi vergognare come un tempo i loro genitori con le cambiali.
Questione di lessico, va da sè.
Compra oggi e paga tra sei mesi, è diventato lo slogan. E così di rata in rata c'è sempre qualcuno che presta qualcosa, purchè si acquisti. E poco importa se un bel giorno uno si ritrova che le rate gli mangian via metà dello stipendio.
Fino a oggi, devo dire, questo dilazionar dilazionando l'ho sempre visto applicato a beni pressochè voluttuari. Per questo oggi mi ha colpito, e negativamente, una pubblicità vista in tv. Una nota catena discount (Lidl per la precisione) annuncia non la solita carta fedeltà, ma una carta di credito con la quale si compra oggi e si paga a gennaio. Ecco che il credito passa dal tv al plasma 72 pollici alla bresaola e ai succhi di frutta, tute in acetato da nove euro e novantanove centesimi incluse.
E mi tornano in mente quei libretti dal panettiere, dove le donne facevan segnare la spesa, rimandando il saldo al 27. Sperando di averne abbastanza anche per il macellaio.

 
 
 

Malinconie settembrine

Post n°1670 pubblicato il 07 Settembre 2007 da SandaliAlSole

Poi a leggere dei post come quello di Ody o quello di Antonia o ancora quello di MerMayTayDea a me prendono le malinconie.
Perchè sarà anche quest'aria freddina del mattino e della sera, saranno quegli zaini che vedo occhieggiare dalle loro camere, sarà quel che sarà, però uno finisce sempre per pensare a ciò che c'è e a ciò che non c'è più.
E non si tratta solo di persone, ma anche di quelle piccole abitudini che non si sostituiscono con altre. Semplicemente si perdono. Così. Di punto in bianco. Un giornale che non c'è più. Una voce alla radio. Quel tic tac al mattino, che non è più uguale a prima.

O il caffè con Tiziana alle sei di sera. Che sapore avrebbe oggi?

 
 
 

C'era una volta la donna scimmia

Post n°1669 pubblicato il 07 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 

Sottotitolo: Dei tempi che cambiano

Va bene. Quando ci prendono i rigurgiti di nostalgia siam tutti lì a ricordare di quando in tv nessuno si sognava di parlare all'ora di cena di imbarazzo intestinale, di quando il ciclo femminile era un mistero da iniziate e la dolce Euchessina si spacciava per caramella. Poi vennero i tempi della pubblicità un po' più osè e dopo qualche coscia e un accenno di seno, fece la sua apparizione Lei, la donna-Yeti. Destinata a non esserlo più, una volta utilizzata una magica crema depilatoria. Va da sè che la marca non me la ricordo, mentre ho bene in mente la pubblicità che ritrovavo regolarmente sui vagoni del metro: lei, finalmente libera dal superfluo, che usciva liscia, nuda e levigata da quella pelle di scimmia.
Bei tempi.
Stamane, in metro, mi sono imbattuta in una nuova campagna contro l'irsutismo.
Solo che il messaggio, oggi, è
questo qui.

 
 
 

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