TUMORE DELL’ENDOMETRIO – La combinazione Dostarlimab e chemioterapia ha raggiunto l’endopoint primario di sopravvivenza globale nel cancro dell’endometrio primario avanzato o ricorrente

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Studio RUBY: il trattamento con Dostarlimab ( Jemperli ) più chemioterapia ha prodotto un beneficio di sopravvivenza globale statisticamente e clinicamente significativo osservato nella popolazione complessiva. Dostarlimab più chemioterapia è l’unico regime di combinazione immuno-oncologica a mostrare un beneficio in termini di sopravvivenza globale nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio primario avanzato o ricorrente

Sono stati annunciati i risultati positivi da uno studio in fase avanzata dell’inibitore PD-1 Dostarlimab ( Jemperli ) più chemioterapia negli adulti con carcinoma endometriale primario avanzato o ricorrente.

Lo studio di fase 3 RUBY ha valutato Dostarlimab più chemioterapia standard ( Carboplatino e Paclitaxel ), seguito da Dostarlimab come agente singolo, rispetto al placebo più chemioterapia.

I risultati di un’analisi pianificata hanno mostrato che lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza globale, dimostrando un beneficio statisticamente significativo e clinicamente significativo nella popolazione complessiva di pazienti.

Un beneficio in termini di sopravvivenza globale clinicamente significativo è stato osservato in entrambe le sottopopolazioni pre-specificate dello studio, tra cui il deficit di riparazione del mismatch / alta instabilità dei microsatelliti ( dMMR / MSI-H ) e riparazione del mismatch competente / stabilità dei microsatelliti ( MMRp/MSS ).

In precedenza era stato raggiunto l’altro endpoint primario, ovvero la sopravvivenza libera da progressione, con una riduzione del 72% e del 36% del rischio di progressione di malattia o di morte osservata rispettivamente nella popolazione dMMR/MSI-H e nella popolazione complessiva dei pazienti.

Il cancro dell’endometrio è il tumore ginecologico più comune nei Paesi sviluppati, con circa 417.000 nuovi casi segnalati a livello globale ogni anno.

Circa il 15-20% delle pazienti con cancro dell’endometrio verrà diagnosticato con malattia avanzata al momento della diagnosi.

 

ENGLISH VERSION

RUBY trial: Dostarlimab plus chemotherapy have shown statistically significant and clinically meaningful overall survival benefit observed in the overall population.
Dostarlimab plus chemotherapy is the only immuno-oncology combination regimen to show an overall survival benefit in patients with primary advanced or recurrent endometrial cancer

Fonte: GSK 2023

 

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Cancro all’endometrio: Dostarlimab più chemioterapia migliora la sopravvivenza libera da progressione

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Carcinoma dell’endometrio: Dostarlimab ( Jemperli ) più chemioterapia migliora la sopravvivenza libera da progressione in particolare nella popolazione dMMR/MSI-H

I risultati di una analisi ad interim dello studio RUBY, che sta valutando Dostarlimab ( Jemperli ) più chemioterapia standard ( Carboplatino – Paclitaxel ) seguita da Dostarlimab rispetto alla chemioterapia più placebo seguita da placebo nelle pazienti adulte con carcinoma endometriale primario avanzato o ricorrente, hanno mostrato che l’immunoterapia è associata a una riduzione del 72% e del 36% del rischio di progressione della malattia o morte rispettivamente nella popolazione dMMR/MSI-H e nella popolazione complessiva

In occasione del SGO Annual Meeting on Women’s Cancer sono stati presentati i risultati di una analisi ad interim della Parte 1 dello studio di fase III RUBY che sta studiando Dostarlimab ( Jemperli ) più chemioterapia standard ( Carboplatino – Paclitaxel ) seguita da Dostarlimab rispetto alla chemioterapia più placebo seguita da placebo nelle pazienti adulte con carcinoma dell’endometrio primario avanzato o ricorrente.

E’ stato osservato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) per l’anticorpo monoclonale anti-PD1 Dostarlimab più Carboplatino – Paclitaxel in particolare nella popolazione con deficit di riparazione del mismatch ( dMMR ) / elevata instabilità dei microsatelliti ( MSI-H ) ( n=118 ), ma anche nella popolazione complessiva ( n=494 ) rispetto a placebo più chemioterapia.

In Italia si ammalano di carcinoma dell’endometrio circa 10.000 pazienti ogni anno, e finora la chemioterapia rappresentava la terapia di scelta. L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di verificare se l’immunoterapia potesse potenziare la chemioterapia

Le analisi sono state effettuate in modo gerarchico: è stata dapprima valutata la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) delle donne più inclini a rispondere alla chemioterapia poiché presentavano instabilità di microsatelliti ( che caratterizza circa il 30% di tutte le pazienti con carcinoma dell’endometrio ), poi è stata analizzata la sopravvivenza senza progressione in tutta la popolazione intention-to-treat ( ITT ) e infine la sopravvivenza globale ( OS ).

E’ stato osservato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione con un hazard ratio ( HR ) di 0,28, nella popolazione con instabilità dei microsatelliti che corrisponde a una riduzione del 72% del rischio di progressione.

A 2 anni il 16% delle pazienti in trattamento con la sola chemioterapia non aveva recidivato contro il 61% delle pazienti in trattamento con chemioterapia e immunoterapia.

Nella popolazione ITT, a 2 anni, meno de 20% delle pazienti in chemioterapia non ha recidivato contro il 36% in trattamento con l’immunoterapia ( HR=0,64 ).

I risultati sulla sopravvivenza globale non sono ancora maturi, ma sono incoraggianti: a 2 anni era vivo il 56% delle pazienti in chemioterapia contro il 76% delle pazienti in trattamento con chemioterapia e immunoterapia.

Il profilo di sicurezza e tollerabilità di Dostarlimab in combinazione con Carboplatino – Paclitaxel nello studio era generalmente coerente con i profili di sicurezza noti dei singoli agenti.

Esistono quattro tipi di tumori dell’endometrio, diversi tra loro per profilo molecolare, possibilità di rispondere al trattamento e storia naturale della malattia. I tumori con instabilità dei microsatelliti rispondono meglio all’immunoterapia, mentre quelli con mutazioni di P53 appaiono rispondere meglio agli inibitori PARP

 

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OncoGinecologia – Efficacia di Pembrolizumab più chemioterapia nel cancro dell’endometrio in stadio 3-4

MSD

I risultati dello studio NRG-GY018 hanno mostrato che Pembrolizumab ( Keytruda ) più la chemioterapia può rappresentare una nuova importante opzione immunoterapica di prima linea per le pazienti con cancro dell’endometrio in stadio 3-4 

Il cancro dell’endometrio è il tipo più comune di cancro ginecologico e le pazienti con malattia in stadio avanzato o ricorrente affrontano una prognosi infausta con opzioni terapeutiche limitate

 

Merck ( MSD al di fuori degli Stati Uniti e del Canada ) ha riportato risultati positivi da uno studio di fase 3 con Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1, in combinazione con la chemioterapia per alcune pazienti con cancro dell’endometrio.

Lo studio NRG-GY018 ha raggiunto il suo endpoint primario, dimostrando che Pembrolizumab più chemioterapia standard di cura ( Carboplatino e Paclitaxel ) ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione come trattamento di prima linea nelle pazienti con stadio 3-4 o carcinoma endometriale ricorrente rispetto alla sola chemioterapia.

Questo risultato è stato osservato in pazienti il cui tumore presentava sistema di riparazione del mismatch competente ( pMMR ) o malfunzionamento del sistema di riparazione del mismatch ( dMMR ).

Nella coorte pMMR di 591 pazienti valutabili, dopo un follow-up mediano di 7.9 mesi, il regime a base di Pembrolizumab ha ridotto significativamente il rischio di progressione della malattia o morte del 46% rispetto alla sola chemioterapia.

La coorte dMMR di 225 pazienti valutabili ha visto una riduzione del rischio del 70% con la terapia di combinazione rispetto alla sola chemioterapia dopo un follow-up mediano di 12 mesi.

A livello globale, il cancro dell’endometrio è il sesto tumore più comune nelle donne, e il 15° tumore più comune in assoluto. Solo negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 ci saranno circa 66.000 nuovi casi di cancro dell’utero e circa 13.000 decessi a causa della malattia.

Keytruda ha già due indicazioni approvate per alcuni pazienti con carcinoma dell’endometrio negli Stati Uniti come trattamento combinato con Lenvatinib ( Lenvima ) di Eisai e come singolo agente.

I dati sono stati pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Fonte: 2023 SGO ( Society of Gynecologic Oncology ) Annual Meeting on Women’s Cancer

 

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