Letrozolo preoperatorio per carcinoma duttale postmenopausale positivo al recettore degli estrogeni in situ: studio Alliance
La terapia endocrina primaria per il carcinoma duttale in situ ( DCIS ) come potenziale alternativa alla chirurgia è stata…
Biomedicina – Medicina di Precisione by Xagena
Sono stati presentati i risultati di uno studio in fase avanzata della combinazione di Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore di PD-1, e la chemioterapia in alcuni pazienti affetti da cancro al seno.
Lo studio di fase 3 KEYNOTE-756 ha valutato la terapia anti-PD-1 in combinazione con la chemioterapia come trattamento neoadiuvante nei pazienti con carcinoma mammario ad alto rischio, positivi al recettore degli estrogeni in stadio iniziale, negativi al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 ( ER-positivo / HER2-negativo ).
In un’analisi ad interim pre-specificata, la combinazione basata su Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nel tasso di risposta patologica completa ( pCR ) rispetto al placebo più chemioterapia, soddisfacendo uno dei due endpoint primari dello studio.
Lo studio, che sta anche valutando il trattamento adiuvante con Keytruda più la terapia endocrina, continuerà a valutare il secondo endpoint primario della sopravvivenza libera da eventi ( EPS ), sulla base della raccomandazione del Comitato di monitoraggio dei dati.
Negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 ci saranno circa 298.000 pazienti con diagnosi di cancro al seno e 43.700 decessi per malattia.
Di tutte le pazienti con carcinoma mammario, a circa il 70% verrà diagnosticata una malattia con recettore ormonale positivo ( HR-positivo ) e HER2-negativo. La recidiva della malattia dopo l’intervento chirurgico per questo tipo di cancro è più comune entro 5 anni, e i pazienti con caratteristiche ad alto rischio hanno maggiori possibilità di recidiva.
Sebbene siano stati compiuti progressi significativi nel trattamento del carcinoma mammario ER-positivo e HER2-negativo, le persone con diagnosi di malattia ad alto rischio valutata in base a criteri clinici e patologici hanno in genere una prognosi peggiore e opzioni limitate prima dell’intervento chirurgico.
I risultati positivi arrivano pochi giorni dopo che Merck e il partner Moderna hanno dichiarato di aver iniziato ad arruolare pazienti in uno studio in fase avanzata del vaccino sperimentale contro il melanoma in combinazione con Pembrolizumab.
Lo studio di fase 3 V940-00 è progettato per valutare la sicurezza e l’efficacia del vaccino candidato, V940 ( mRNA-4157 ), in combinazione con Pembrolizumab rispetto alla sola terapia anti-PD-1 in circa 1.089 pazienti con melanoma di stadio da 2b a 4, resecato.
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Poiché Ibrance è fuori dal gioco del setting adiuvante dopo due flop, la potenziale rivalità di mercato si riduce a Kisqali e Verzenio / Verzenios ( Abemaciclib ), che vanta un’approvazione di prim’ordine nei pazienti ad alto rischio.
Kisqali si rivolge a una popolazione di pazienti più ampia che include pazienti sia ad alto che a rischio intermedio. Verzenio è autorizzato a trattare solo pazienti con cancro con interessamento dei linfonodi, mentre Kispali si rivolge anche a pazienti con linfonodi negativi. Secondo le stime di Novartis, la popolazione NATALEE coprirebbe un gruppo di pazienti che è da due a tre volte più grande dell’attuale indicazione di Verzenio.
A marzo, Novartis aveva affermato che lo studio NATALEE aveva raggiunto il suo endpoint primario in un’analisi ad interim, con Kisqali che ha conferito un vantaggio significativo nella prevenzione della recidiva della malattia invasiva. Kisqali aveva mostrato un “beneficio costante” nei pazienti in stadio 2 e 3 indipendentemente dal coinvolgimento linfonodale.
Fonte: FiercePharma, 2023
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English Version
Final overall survival ( OS ) results from the phase 3 TROPiCS-02 study for Trodelvy ( Sacituzumab govitecan-hziy; Sacituzumab govitecan ) in HR+/HER2- metastatic breast cancer ( mBC ) will be presented at 2023 ASCO Meeting.
Durante il 2022 ASCO Meeting era stata presentata l’efficacia di Sacituzumab govitecan nel carcinoma mammario metastatico HER2-negativo nei pazienti già trattati con altre terapie. I risultati dello studio di fase 3 TROPiCS-02 avevano indicato che Sacituzumab-govitecan rispetto alla chemioterapia era in grado di ridurre del 34% il rischio di progressione della malattia e di morte rispetto alla chemioterapia standard.
Sacituzumab govitecan ( Troveldy ) è una molecola che combina un anticorpo monoclonale e un farmaco chemioterapico.
Uno studio ha dimostrato che Sacituzumab govitecan è in grado di ridurre sensibilmente il rischio di morte e di migliorare la qualità di vita delle pazienti affette da carcinoma mammario triplo negativo, la forma di cancro al seno più aggressiva e difficile da combattere che colpisce soprattutto le donne giovani.
La riduzione rilevata dai ricercatori per il rischio di progressione della malattia o morte è risultata del 59% rispetto alla chemioterapia scelta dal medico.
La terapia è risultata efficace anche contro il carcinoma mammario metastatico di tipo HER2-negativo, migliorando la sopravvivenza libera da progressione della malattia nelle pazienti che erano già state sottoposte ad altre terapie oncologiche.
Sacituzumab govitecan, è un anticorpo-coniugato ( ADC ) ed è composto da un anticorpo diretto contro l’antigene di superficie antitrofoblasto 2 ( Trop-2 ) unito a SN-38, il metabolita attivo dell’Irinotecano e un inibitore della topoisomerasi I. Trop-2 è un trasduttore di segnale del calcio trans-membrana altamente espresso dalle cellule del tumore mammario.
L’anticorpo monoclonale è in grado di trasportare il chemioterapico contro uno specifico bersaglio molecolare presente sulle cellule cancerose. Questo permette da una parte una grande efficacia terapeutica, dall’altra di ridurre la tossicità legata all’esposizione delle cellule normali.
Trodelvy in monoterapia è indicato per il trattamento deI pazienti adulti con cancro della mammella triplo negativo metastatico ( mTNBC ) o non-resecabile che abbiano ricevuto in precedenza almeno due terapie sistemiche, almeno una delle quali per la malattia avanzata
I risultati dello studio di fase 3 ASCENT presentati ad ASCO22 avevano mostrato che, nelle pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico recidivante o refrattario già trattate con altre terapie, Sacituzumab govitecan aveva migliorato la sopravvivenza libera da progressione della malattia rispetto alla chemioterapia scelta dai medici ( 4,8 mesi versus 1,7 mesi ), inoltre ha anche esteso la sopravvivenza globale ( OS ) mediana di circa cinque mesi, ovvero 11,8 mesi vs 6,9 mesi. La percentuale di sopravvivenza globale a 2 anni è stata del 20,5% nel braccio Sacituzumab govitecan, contro il 5,5% con la chemioterapia scelta dal medico.
Sacituzumab govitecan ha anche mostrato miglioramenti clinicamente significativi nella qualità di vita correlata alla salute ( HRQoL ) rispetto alla chemioterapia.
Il tumore mammario triplo negativo riguarda il 15% delle nuove diagnosi di cancro al seno ogni anno (i n Italia circa 37.000 ).
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