TUMORE DELLA VESCICA – Pembrolizumab ha migliorato la sopravvivenza libera da malattia nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo dopo intervento chirurgico

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ) in alcuni pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo ( MIUC ) dopo intervento chirurgico

Lo studio di fase 3 AMBASSADOR / KEYNOTE-123 che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), la terapia anti-PD-1, ha raggiunto uno dei suoi due endpoint primari di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ) per il trattamento adiuvante di pazienti con malattia muscolo-invasiva localizzata carcinoma uroteliale ( MIUC ) e carcinoma uroteliale localmente avanzato rispetto all’osservazione.

Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da malattia rispetto all’osservazione in questi pazienti dopo l’intervento chirurgico.

Lo studio continuerà a valutare il suo altro duplice endpoint primario, ovvero la sopravvivenza globale ( OS ).

Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab in questo studio era coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza. I risultati saranno presentati in un prossimo incontro medico e discussi con le autorità di regolamentazione.

Fino alla metà dei pazienti con cancro della vescica sottoposti a intervento chirurgico andranno incontro a recidiva entro un anno, sottolineando la necessità di nuove opzioni terapeutiche in ambito adiuvante.

Pembrolizumab ha il potenziale di prevenire le recidive dopo l’intervento chirurgico nei pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo localizzato o localmente avanzato.

Lo studio è stato sponsorizzato dal National Cancer Institute ( NCI ) degli Stati Uniti, parte del National Institutes of Health ( NIH ).

AMBASSADOR ( KEYNOTE-123 ) è uno studio di fase 3 randomizzato, in aperto che sta valutando Pembrolizumab rispetto all’osservazione per il trattamento adiuvante dei pazienti con MIUC localizzato e carcinoma uroteliale localmente avanzato. I doppi endpoint primari sono la sopravvivenza globale ( OS ) e la sopravvivenza libera da malattia ( DFS ), mentre gli endpoint secondari includono la sopravvivenza OS e la sopravvivenza DFS nei pazienti positivi e negativi a PD-L1. Nello studio sono stati arruolati 702 pazienti randomizzati a ricevere Pembrolizumab 200 mg per via endovenosa ogni tre settimane per un massimo di 18 cicli, oppure a sottoposti a osservazione.

Si stima che a circa 82.290 persone negli Stati Uniti verrà diagnosticato un cancro alla vescica nel 2023 e che circa il 7% dei casi di cancro alla vescica sono localmente avanzati al momento della diagnosi. A livello globale, ci sono stati circa 573.000 nuovi casi. Il cancro della vescica muscolo-invasivo è il cancro della vescica che si è diffuso nel muscolo profondo della parete vescicale, mentre il cancro uroteliale localmente avanzato è il cancro che inizia nelle cellule uroteliali e si diffonde dal punto di origine ai tessuti o ai linfonodi vicini. Nonostante l’intervento chirurgico, fino al 50% dei pazienti con cancro della vescica presenta una recidiva entro 12 mesi.

Pembrolizumab è una terapia anti-PD-1; agisce aumentando la capacità del sistema immunitario dell’organismo di contribuire a rilevare e combattere le cellule tumorali.

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l’interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2, attivando così i linfociti T che possono colpire sia le cellule tumorali che le cellule sane.

ENGLISH VERSION

Keytruda ( Pembrolizumab ) has significantly improved disease-free survival as adjuvant therapy versus observation for patients with localized muscle-invasive urothelial carcinoma and locally advanced urothelial carcinoma

The Phase 3 AMBASSADOR trial ( KEYNOTE-123 ) evaluating Keytruda, an anti-PD-1 therapy, met one of its dual primary endpoints of disease-free survival ( DFS ) for the adjuvant treatment of patients with localized muscle-invasive urothelial carcinoma ( MIUC ) and locally advanced urothelial carcinoma versus observation.

At a pre-specified interim analysis review conducted by an independent Data Monitoring Committee, Keytruda has demonstrated a statistically significant and clinically meaningful improvement in DFS versus observation in these patients after surgery.

The trial will continue to evaluate its other dual primary endpoint of overall survival ( OS ).

The safety profile of Keytruda in this trial was consistent with that observed in previously reported studies; no new safety signals were identified.

Up to half of patients with bladder cancer who undergo surgery will experience recurrence within a year, underscoring the need for new treatment options in the adjuvant setting.

These positive results highlight the potential of Keytruda to prevent recurrence after surgery for patients with localized muscle-invasive or locally advanced urothelial carcinoma.

This trial was sponsored by the U.S. National Cancer Institute ( NCI ), part of the National Institutes of Health.

AMBASSADOR ( KEYNOTE-123 ) is a randomized, open-label phase 3 trial evaluating versus Keytruda observation for the adjuvant treatment of patients with localized MIUC and locally advanced urothelial carcinoma. The dual primary endpoints are OS and DFS, and secondary endpoints include OS and DFS in PD-L1 positive and negative patients.

The trial enrolled 702 patients who were randomized to receive Keytruda ( 200 mg intravenously every three weeks for up to 18 cycles ) or undergo observation.

It is estimated that approximately 82,290 people in the U.S. will be diagnosed with bladder cancer in 2023, and approximately 7% of bladder cancer cases are locally advanced at diagnosis. Globally, there were approximately 573,000 new cases. Muscle-invasive bladder cancer is bladder cancer that has spread into the deep muscle of the bladder wall, and locally advanced urothelial cancer is cancer that begins in the urothelial cells and has spread from where it started to nearby tissue or lymph nodes. Despite surgery, up to 50% of patients with bladder cancer experience recurrence within 12 months.

Keytruda is an anti-programmed death receptor-1 ( PD-1 ) therapy that works by increasing the ability of the body’s immune system to help detect and fight tumor cells.

Keytruda is a humanized monoclonal antibody that blocks the interaction between PD-1 and its ligands, PD-L1 and PD-L2, thereby activating T lymphocytes which may affect both tumor cells and healthy cells.

Urothelial Carcinoma

Keytruda, in combination with Enfortumab vedotin, is indicated for the treatment of patients with locally advanced or metastatic urothelial carcinoma ( mUC ) who are not eligible for Cisplatin-containing chemotherapy.

This indication is approved under accelerated approval based on tumor response rate and durability of response. Continued approval for this indication may be contingent upon verification and description of clinical benefit in the confirmatory trials.

Keytruda, as a single agent, is indicated for the treatment of patients with locally advanced or metastatic urothelial carcinoma ( mUC ): who are not eligible for any Platinum-containing chemotherapy, or who have disease progression during or following Platinum-containing chemotherapy or within 12 months of neoadjuvant or adjuvant treatment with Platinum-containing chemotherapy.

Keytruda, as a single agent, is indicated for the treatment of patients with Bacillus Calmette-Guerin-unresponsive, high-risk, non-muscle invasive bladder cancer ( NMIBC ) with carcinoma in situ with or without papillary tumors who are ineligible for or have elected not to undergo cystectomy.

Merck’s KEYTRUDA® (pembrolizumab) Met Primary Endpoint of Disease-Free Survival (DFS) in Certain Patients With Muscle-Invasive Urothelial Carcinoma (MIUC) After Surgery

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Merck KGaA ha riacquistato da Pfizer i diritti dell’inibitore del checkpoint immunitario anti-PD-L1 Bavencio, che è approvato nel carcinoma uroteliale e nel tumore del rene

Merck KGaA

A partire dal 30 giugno 2023, Merck KGaA assumerà il pieno controllo della commercializzazione globale dell’antitumorale Bavencio ( Avelumab ). Merck KGaA ha comunicato di aver riacquistato i diritti esclusivi a livello mondiale per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione dell’anticorpo anti-PD-L1 Bavencio in seguito alla risoluzione dell’accordo stipulato nel 2014 con Pfizer. Bavencio ha un ruolo primario in oncourologia ( carcinoma uroteliale e carcinoma a cellule renali )

Nel 2022 le vendite nette di Bavencio sono salite a 611 milioni di euro ( 2021: 373 milioni di euro ).

Avelumab è frutto della ricerca di Merck KGaA. L’alleanza tra Merck KGaA e Pfizer è stata siglata nel 2014 per co-sviluppare e co-commercializzare Bavencio con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di questo anticorpo anti-PD-L1.

Avelumab è un anticorpo monoclonale umano del tipo immunoglobulina G1 ( IgG1 ) diretto contro il ligando del recettore di morte cellulare programmata PD-L1. Avelumab si lega a PD-L1 ( espresso dalle cellule tumorali e/o sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore [ TIL ] ) e ne

impedisce l’interazione con i recettori PD-1 e B7.1 ( situati sui linfociti T e sulle cellule che presentano l’antigene ). In tal modo Avelumab impedisce l’effetto soppressivo di PD-L1 sulle cellule T CD8+ citotossiche e ripristina la risposta antitumorale delle cellule T.

Inoltre, Avelumab induce la lisi diretta delle cellule tumorali mediata dalle cellule natural killer ( NK ) attraverso la citotossicità cellulomediata anticorpo-dipendente ( ADCC ).

Indicazioni di Bavencio

A) Bavencio è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule di Merkel ( Merkel Cell Carcinoma, MCC ) metastatico.

B) Bavencio è indicato in monoterapia per il trattamento di mantenimento di prima linea dei pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico senza progressione dopo chemioterapia a base di Platino.

C) Bavencio in associazione con Axitinib è indicato per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule renali in fase avanzata

Perchè Pfizer ha restituito Bavencio a Merck KGaA ?

Per Fierce Pharma le motivazioni sono le seguenti:

1) Il settore degli inibitori del checkpoint immunitario è dominato dagli anticorpi anti-PD-1, Pembrolizumab ( Keytruda ) e Nivolumab ( Opdivo ), ed è difficile conquistare spazi terapeutici

2) Alcuni studi clinici di Bavencio non hanno dato esito positivo. Nel 2019 uno studio che aveva testato l’uso di Bavencio come trattamento di mantenimento nei pazienti con cancro gastrico che erano stati sottoposti a un ciclo di chemioterapia, non aveva dato risultati positivi. Nel 2020, Bavencio non ha dimostrato superiorità rispetto al placebo in uno studio riguardante il carcinoma testa-collo.

3) In campo oncologico Pfizer ha acquisito Seagen per 43 miliardi di dollari nella più grande acquisizione biofarmaceutica dopo quella di AbbVie per Allergan nel 2019 per una cifra di 63 miliardi di dollari. Pfizer ritiene che i prodotti di Seagen possono raggiungere i 10 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030

 

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Bavencio nel trattamento di mantenimento in prima linea del carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico senza progressione dopo chemioterapia a base di Platino

 

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Carcinoma uroteliale – Bavencio può essere utilizzato dai pazienti in cui il tumore si è stabilizzato dopo la chemioterapia: aumenta l’aspettativa di vita, in media, di 8.8 mesi

Avelumab ( Bavencio ) è un farmaco immunoterapico anti-PD-L1 che nelle sperimentazioni cliniche ha dimostrato di aumentare in media la sopravvivenza globale di 8.8 mesi.

Bavencio trova indicazione nel trattamento di mantenimento in prima linea di pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico senza progressione dopo una chemioterapia a base di Platino.

Fino ad ora, il trattamento standard di prima linea del carcinoma uroteliale in stadio avanzato era caratterizzato dalla sola chemioterapia a base di derivati del Platino, generalmente per un massimo di 6 cicli.

I pazienti con tumori uroteliali mediamente sono molto anziani e affetti da molte patologie. Fino a 2 anni fa era già un successo iniziare una chemioterapia perché molte volte le condizioni generali dei pazienti non permettevano di effettuare il trattamento.

Avelumab permette di mantenere il risultato raggiunto dalla prima linea di chemioterapia, ritardare la progressione e, infine, l’evoluzione della malattia.

Avelumab è un anticorpo monoclonale che si lega alla proteina checkpoint PD-L1, un target specifico che permette ad alcune cellule tumorali di eludere l’attività del sistema immunitario. Il farmaco inattiva PD-L1, presente sulla superficie delle cellule tumorali, bloccando questo effetto protettivo e consentendo al sistema immunitario di combattere il tumore.

L’efficacia di Avelumab è stata dimostrata nello studio JAVELIN Bladder 100. <br>

L’ultimo aggiornamento dello studio, presentato ad ASCO-GU 2022, si riferiva a a un follow-up mediano di 38 mesi: i pazienti trattati con Avelumab assieme alla più efficace terapia di supporto presentavano una sopravvivenza globale di 23.8 mesi nel setting di mantenimento di prima linea, rispetto ad una sopravvivenza globale mediana di 15.0 mesi nei casi trattati con la sola migliore terapia di supporto. Una differenza di 8.8 mesi.

Il tumore della vescica è una malattia che interessa 313.600 persone in Italia ( di cui l’80% uomini ). In oltre il 90% dei casi il tumore origina dall’urotelio, ossia l’epitelio che riveste la vescica, ma anche altri organi dell’apparato urinario come la pelvi renale, l’uretere e l’uretra, e viene quindi definito, più genericamente, carcinoma uroteliale.

Nel 2021 questa neoplasia è stata diagnosticata in 25.500 persone e ha causato oltre 6.000 decessi.

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Cancro alla vescica: il Panel degli Esperti della FDA ha confermato le indicazioni di Tecentriq e di Keytruda in attesa di conferme

 

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Carcinoma uroteliale: il Panel degli Esperti della FDA ha votato a favore del mantenimento delle approvazioni accelerate per Tecentriq e Keytruda

 

Il Comitato consultivo sui farmaci oncologici ( ODAC ) della FDA ( Food and Drug Administration ) negli Stati Uniti ha votato a favore del mantenimento delle approvazioni accelerate concesse alcuni anni fa a Tecentriq ( Atezolizumab ) e Keytruda ( Pembrolizumab ).

Tecentriq, un immunoterapico anti-PD-L1, aveva ottenuto l’approvazione accelerata dalla FDA nel 2017 per l’uso in pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico non-idonei alla chemioterapia contenente Cisplatino. La decisione si era basata sui dati dello studio IMvigor210. Tuttavia, nello studio di conferma IMvigor130, Tecentriq aveva ridotto significativamente il rischio di peggioramento della malattia o di morte rispetto alla sola chemioterapia, ma una analisi ad interim non aveva mostrato alcun beneficio statistico in termini di sopravvivenza globale. Il Panel degli Esperti della FDA ha votato 10 a 1 per il mantenimento dell’approvazione accelerata per Tecentriq in questa indicazione in attesa dei risultati finali dallo studio IMvigor130 sulla sopravvivenza globale.

L’approvazione del 2017 di Keytruda, un immunoterapico anti-PD-1, si basava sui risultati del tasso di risposta obiettiva dello studio di fase II KEYNOTE-052. Tuttavia, il successivo studio di fase III KEYNOTE-361 non ha raggiunto gli endpoint primari di sopravvivenza globale e di sopravvivenza libera da progressione, rispetto alla sola chemioterapia standard. Il Panel degli Esperti della FDA ha votato 5 a 3 per il mantenimento delle indicazioni di Keytruda come prima linea nei pazienti con carcinoma uroteliale non-idoneo al Cisplatino e non-idoneo al Carboplatino, localmente avanzato o metastatico, richiedendo il completamento degli studi.

 

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