Antidepressivi SSRI: Disfunzione sessuale e ottundimento emotivo

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Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, noti anche con la sigla abbreviata SSRI, sono una classe di farmaci antidepressivi.
Si ritiene siano in grado di modificare la concentrazione nel cervello di alcuni neurotrasmettitori responsabili della regolazione del tono dell’umore e in particolare di aumentare la concentrazione della serotonina bloccando il principale processo biologico di eliminazione di questa dal vallo sinaptico ( reuptake ).

Gli inibitori di SSRI vengono utilizzati in un’ampia varietà di disturbi psichiatrici, tra cui: depressione maggiore, disturbi d’ansia ( attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo ), disturbi dell’alimentazione ( bulimia, binge-eating ), disturbo post-traumatico da stress.

Le principali molecole appartenenti alla categoria dei farmaci SSRI sono: Citalopram ( Elopram, Seropram ); Escitalopram ( Cipralex, Entact ); Fluoxetina ( Prozac, Fluoxetil, Fluoxeren, Fluoxetina generica ); Fluvoxamina ( Dumirox, Fevarin, Maveral, Fluvoxamina generica ); Paroxetina ( Daparox, Sereupin, Seroxat, Paroxetina generica ); Sertralina ( Zoloft, Tatig, Serad, Sertralina generica )

Disfunzione sessuale e ottundimento emotivo

Comunemente le persone che assumono antidepressivi SSRI ( e anche SNRI [ inibitori del riassorbimento della serotonina e della noradrenalina ) lamenti effetti collaterali riguardo alla sfera sessuale, che si configurano in disfunzione erettile nell’uomo e difficoltà nella lubrificazione nella donna, incapacità di raggiungere l’orgasmo, calo della libido e più raramente diminuzione della sensibilità genitale.
La percentuale di persone che sperimenta questo tipo di effetti collaterali varia molto in base agli studi: i primi ne stimavano una prevalenza attorno all’8-14% ( ma ciò si è rivelato un dato sottostimato perché i pazienti non erano propensi a riportare tali effetti ) mentre le attuali indagini post-marketing portano tale percentuale al 60-70%. Alcuni studi arrivano ad una prevalenza del 100%. Secondo i risultati di una recente indagine, il 70% delle donne lamenta una significativa diminuzione della libido e il 40% una totale perdita dell’iniziativa sessuale che nel 60% dei casi ha condotto a difficoltà relazionali. Percentuali simili sono state rilevate anche negli uomini.
Uno studio del 2009 condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Oxford ha trovato che gli inibitori SSRI causano nella maggior parte dei pazienti trattati ottundimento emotivo, espresso come apatia e una minore capacità di provare empatia ed emozioni positive. A causa di ciò alcuni pazienti hanno sviluppato ideazioni suicidarie ed uno è arrivato ad infliggersi autolesionismo nella speranza di provare emozioni.
Le disfunzioni sessuali e l’ottundimento emotivo sono un sintomo tipico anche di molte patologie ansioso-depressive: i sintomi tipici riguardano soprattutto il calo del desiderio e la disfunzione erettile, ma non la difficoltà a raggiungere l’orgasmo e l’anestesia genitale, che sembrano invece essere peculiare caratteristica degli antidepressivi serotoninergici. Può accadere che alcuni effetti collaterali, in particolare le disfunzioni sessuali, persistano per un tempo indefinito ( forse irreversibilmente ) dopo la sospensione del trattamento, generando la disfunzione post-SSRI. ( Fonte: AIFA )

 

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Depressione: Corretto impiego dei farmaci antidepressivi SSRI

Antidepressivi SSRI

Come la somministrazione di un antidepressivo SSRI modifica l’architettura funzionale del cervello, riducendo la connettività tra le reti di stato di riposo in alcune aree del cervello ed aumentandola in altre nell’arco di poche ore

Antidepressant SSRI alters functional brain architecture in a matter of hours
Anti-depressant reduces connectivity between resting-state networks in some areas of the brain and increases it in others

Fonte: Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences, Leipzig ( Germany )

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, noti anche con la sigla abbreviata SSRI, sono una classe di farmaci antidepressivi.

Si ritiene siano in grado di modificare la concentrazione nel cervello di alcuni neurotrasmettitori responsabili della regolazione del tono dell’umore e in particolare di aumentare la concentrazione della serotonina bloccando il principale processo biologico di eliminazione di questa dal vallo sinaptico ( reuptake ).

Gli inibitori di SSRI vengono utilizzati in un’ampia varietà di disturbi psichiatrici, tra cui: depressione maggiore, disturbi d’ansia ( attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo ), disturbi dell’alimentazione ( bulimia, binge-eating ), disturbo post-traumatico da stress.

Le principali molecole appartenenti alla categoria dei farmaci SSRI sono: Citalopram ( Elopram, Seropram ); Escitalopram ( Cipralex, Entact ); Fluoxetina ( Prozac, Fluoxetil, Fluoxeren, Fluoxetina generica ); Fluvoxamina ( Dumirox, Fevarin, Maveral, Fluvoxamina generica ); Paroxetina ( Daparox, Sereupin, Seroxat, Paroxetina generica ); Sertralina ( Zoloft, Tatig, Serad, Sertralina generica )

Reazioni avverse

Nella maggioranza dei casi gli effetti collaterali sono di lieve entità e rientrano nell’ambito della cefalea, dei disturbi gastrointestinali ( nausea e quindi calo dell’appetito ), tremori, nervosismo e disfunzioni sessuali.

Le reazioni avverse più comuni ( sperimentati da più del 10% dei pazienti) consistono in:

disturbi gastrointestinali ( nausea e calo dell’appetito ); disfunzioni sessuali ( disfunzione erettile, calo della libido e anorgasmia ), anedonia; sonnolenza o insonnia; affaticamento, nervosismo e tremori; sudorazione e/o bocca secca; sogni lucidi.

Le reazioni avverse sono in genere autolimitanti, cioè tendono a presentarsi nei primi giorni di assunzione per poi diminuire nel corso delle prime settimane di trattamento. Gli effetti collaterali sulla sfera sessuale tendono invece a comparire nel corso delle prime settimane di trattamento e a persistere nel corso dell’assunzione.

In alcuni casi è stato dimostrato che anche gli inibitori SSRI, come i farmaci triciclici, possono dare un prolungamento dell’intervallo QT.

Inoltre, l’assunzione degli inibitori SSRI può aumentare il rischio di fratture ossee, di sanguinamento e di disturbi della coagulazione.

Sono stati segnalati inoltre casi di disturbi del movimento ( tremori, diminuzione della coordinazione motoria ) ed alcuni rari casi di disturbi extra-piramidali.

Generalmente l’assunzione degli inibitori SSRI è fortemente sconsigliata in gravidanza e allattamento: nel caso sia necessario proseguire la terapia anche in questa fase, la scelta ricade di norma su altre molecole. In ogni caso deve sempre essere fatta, dallo psichiatra in collaborazione con la paziente, una attenta valutazione del rapporto rischio / beneficio nell’utilizzo in gravidanza di questi farmaci. ( Wikipedia )

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La Repubblica: gli attuali antidepressivi sono poco efficaci. I nuovi medicinali per la depressione a base di Ketamina

Spravato

Depressione: spazio a droghe e allucinogeni. I nuovi antidepressivi

Secondo uno studio dell’Ocse, l’uso di antidepressivi è cresciuto del 147% tra 2000 e 2020. Ma i risultati restano modesti. Arrivano intanto i primi medicinali a base di funghi magici, Lsd, Ketamina ed Ecstasy

Gli attuali antidepressivi non hanno un’efficacia convincente. Le revisioni sulla loro capacità di migliorare la condizione dei pazienti si aggirano tra il 30% e il 60% delle persone trattate.

Il problema di fondo della depressione – non sappiamo cos’è, né da dove nasce – resta intatto però anche con l’arrivo di una categoria completamente nuova di farmaci. Quelli che fino a ieri erano chiamati droghe o allucinogeni.

Psilocibina ( il principio attivo dei funghi magici ), Lsd, Mdma ( Ecstasy ) e l’anestetico Ketamina sono da alcuni anni testati come antidepressivi, per combattere le dipendenze o alcuni disordini alimentari. In diversi casi hanno anche ricevuto l’approvazione delle Autorità regolatorie e possono essere comunemente usati nella cura dei pazienti.

E’ stato autorizzato dall’Autorità regolatoria degli Stati Uniti ( FDA ) e dall’Autorità regolatoria dell’Unione Europea /( EMA ) il farmaco Spravato a base di Esketamina.

Spravato è uno spray nasale riservato alla depressione maggiore nei pazienti che non hanno tratto benefici dai farmaci tradizionali. La particolarità è che il paziente deve restare nello studio dello psichiatra, sotto osservazione, fino a quando l’azione della sostanza non è terminata: anche per diverse ore. ( Fonte: La Repubblica )

Spravato

Spravato ( Esketamina ), in combinazione con un SSRI o un SNRI, è indicato per gli adulti con disturbo depressivo maggiore resistente al trattamento, che non hanno risposto ad almeno due diversi trattamenti con antidepressivi nel corso dell’attuale episodio depressivo da moderato a grave.

Spravato, in combinazione con una terapia antidepressiva orale, è indicato negli adulti con un episodio da moderato a grave di disturbo depressivo maggiore, come trattamento acuto di breve termine, per la rapida riduzione dei sintomi depressivi, che in base al giudizio clinico costituiscono una emergenza psichiatrica.

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Depressione in gravidanza: che cosa fare e quali rischi ?

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In presenza di forte depressione sospendere i farmaci o decidere di non usarli non è la scelta migliore. Se il quadro è lieve, meglio il supporto psicologico. Queste le conclusioni di un articolo della Fondazione Veronesi

MEGLIO SOSPENDERE GLI ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA ?

Come in tutte le cose, sono il buon senso e una valutazione scrupolosa del rapporto costi benefici a guidare i professionisti nella scelta di sospendere o meno il farmaco antidepressivo in gravidanza. «La prassi comune di molti colleghi – prosegue il professor Mauri – è quella di sospendere il farmaco a causa del rischio di malformazione nel feto. In realtà la sospensione avviene intorno al secondo mese, quando la mamma si accorge di essere incinta e dunque il rischio malformativo, più alto nel primo trimestre, non sarebbe comunque scongiurato. Inoltre, con la sospensione improvvisa dei farmaci, il rischio di una ricaduta aumenta di cinque volte. Nel caso in cui la situazione richieda l’uso di antidepressivi in gravidanza, occorrerà monitorarli con cura speciale nei primi e negli ultimi mesi di gravidanza, definendo sia il tipo, sia le dosi dei farmaci più adatti in quella fase. Chi soffre di depressione deve programmare la maternità: se la donna soffre di una grave patologia psichiatrica occorre scegliere il periodo di maggiore tranquillità; va spiegato con precisione l’effetto dei farmaci che devono essere ridotti al minimo, impiegando continuativamente il supplemento di acido folico».

 

Da uno studio pubblicato su Neurology si legge: ” Non è stato trovato supporto per la preoccupazione che l’uso materno di SSRI / SNRI in gravidanza aumenti il rischio dei bambini di convulsioni o epilessia neonatale 2 ( LINK: https://gravidanzaonline.net/articolo/uso-materno-di-antidepressivi-serotoninergici-in-gravidanza-e-rischio-di-convulsioni-nei-bambini )

 

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Biblioterapia. Il Libro come strumento terapeutico in molti Disturbi psichiatrici

Lettura al caminetto

La biblioterapia ha dato risultati con le patologie dello spettro ansioso, i disturbi di comportamento, i disturbi del tono dell’umore, le depressioni. E anche con le nuove dipendenze, ad esempio nel trattamento della ludopatia o di chi abusa di alcol. Può essere utile anche nelle persone che soffrono di gravi disturbi psichiatrici

Nata agli inizi del Novecento, la biblioterapia è una tecnica utilizzata soprattutto nei Paesi anglosassoni in ambito psicologico o psicoterapeutico. “ Il libro può diventare uno strumento del terapeuta, ma deve essere scelto con cura, in base al risultato che si vuole ottenere -avverte Silvia Brandino-. Un libro può servire a stimolare il paziente, spingerlo a riconoscersi in un determinato comportamento per innescare un cambiamento”.

La lettura di un racconto o di un romanzo diventa così occasione per costruire una relazione tra medico e paziente: “Permette, ad esempio, di esporsi a una serie di emozioni che non si affrontano nella vita di tutti i giorni – spiega Brandino. E in fase di terapia si lavora sul riconoscimento di una parte di sé, per farla emergere e poi intervenire”. Un caso da manuale è quello delle persone che soffrono di fobie: “Per affrontarle, il paziente accetta di esporsi gradualmente a quello che lo turba e poi si lavora per diminuire questa risposta ansiosa. Nell’ipocondria i libri sono un ottimo strumento”, aggiunge la psicologa.

La biblioterapia si articola infatti in due filoni principali, come spiega Bernardo Carpinello, professore di psichiatria all’Università di Cagliari e presidente della Società italiana di psichiatria. “La più antica consiste nella prescrizione della lettura di un determinato volume perché il terapeuta ritiene che la storia narrata possa essere utile sul piano cognitivo -spiega Carpinello-. Il secondo filone è invece rappresentato dai libri di auto-aiuto: testi corretti da un punto di vista scientifico, ma scritti con stile divulgativo. Sono utili ad aumentare la specifica conoscenza dei percorsi di cura”.

I disturbi che possono essere trattati anche attraverso la lettura sono diversi, spiega Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta. “ La biblioterapia ha dato risultati con le patologie dello spettro ansioso, i disturbi di comportamento, i disturbi del tono dell’umore, le depressioni. E anche con le nuove dipendenze, per esempio nel trattamento della ludopatia o di chi abusa di alcol. Ma l’ho utilizzata con successo anche nelle persone che soffrono di gravi disturbi psichiatrici ”. ( CONTINUA SU ALTRECONOMIA )

Link a Biblioterapia

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Psichiatria – Depressione & Anticoncezionali orali negli adolescenti e nelle giovani donne

I contraccettivi orali sono stati associati a un aumentato rischio di successiva depressione clinica nelle adolescenti. Tuttavia, l’associazione dell’uso di contraccettivi orali con sintomi depressivi concomitanti rimane non ben definita

È stata studiata l’associazione tra uso di contraccettivi orali e sintomi depressivi e si è determinato se questa associazione sia influenzata dall’età e quali sintomi specifici siano associati all’uso di contraccettivi orali.

Sono stati utilizzati dati dalla terza alla sesta ondata dello studio prospettico di coorte TRAILS ( Tracking Adolescents ‘Individual Lives Survey ), condotto nel periodo 2005-2016 tra le donne di età compresa tra 16 e 25 anni che avevano compilato almeno 1 e fino a 4 valutazioni sull’uso di contraccettivi orali a 16, 19, 22 e 25 anni di età.

I sintomi depressivi sono stati valutati mediante la scala dei problemi affettivi dei giovani ( 16 anni ) orientata al DSM-IV e l’Adult Self-Report ( 19, 22 e 25 anni ).
Sono stati analizzati i dati in totale di 1.010 ragazze ( 743-903 ragazze, a seconda dell’onda; età media alla prima valutazione dell’uso di contraccettivi orali, 16.3 anni; età media alla valutazione finale dell’uso di contraccettivi orali, 25.6 anni ).

LINK: https://www.depressione.net/articolo/associazione-tra-uso-di-contraccettivi-orali-e-sintomi-depressivi-tra-adolescenti-e-giovani-donne

 

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