Israele: COVID in ripresa dopo 2 mesi di pausa

Israel

Il coronavirus si sta espandendo di nuovo in Israele secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute

Il numero R, che rappresenta il numero medio di persone che ogni portatore confermato del virus infetta, ora si attesta a 1,02, dopo circa due mesi durante i quali era rimasto al di sotto di 1.

La pandemia è in declino fintanto che il tasso di infezione, in costante aumento da metà febbraio, è inferiore a 1. Il numero R, o coefficiente di infezione, si basa su statistiche di 10 giorni prima.

Il Ministero della Salute ha affermato che simili tendenze sono state osservate negli ultimi giorni anche in altri Paesi. Ha esortato gli israeliani a continuare a indossare mascherine e mantenere il distanziamento fisico, anche se quasi tutte le restrizioni relative al COVID sono già state revocate.

Il coefficiente di infezione ha raggiunto il picco a fine dicembre, e si è attestato a 2,12 il mese scorso, prima di scendere a un minimo di 0,66 quando i casi di COVID hanno iniziato a diminuire dopo l’onda Omicron.

Un rapporto dell’intelligence militare pubblicato giovedì ha suggerito tre possibili ragioni per l’aumento: più casi della variante altamente infettiva BA.2, che ha superato l’Omicron come quella dominante in Israele; ridotta immunità tra le persone vaccinate e revoca di alcune restrizioni. Il rapporto rileva inoltre che gli israeliani non rispettano più i mandati della mascherina come prima.

Secondo i dati del Ministero della Salute, venerdì in Israele sono stati confermati 7.081 nuovi casi di COVID, portando il numero totale di casi attivi a 43.454. Di questi, 326 sono in gravi condizioni.

( Fonte: HAARETZ – https://www.haaretz.com/israel-news/covid-in-israel-expanding-again-data-shows-in-first-in-two-months-1.10684931 )

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Baricitinib riduce la mortalità del 13% nei pazienti ricoverati per forma grave di COVID

Olumiant

Uno studio clinico che ha coinvolto in Gran Bretagna oltre 8000 pazienti ha dimostrato che Baricitinib ( Olumiant ), un farmaco antinfiammatorio normalmente impiegato nell’artrite reumatoide, ha ridotto del 13% la mortalità dei pazienti con forma grave di COVID.

Baricitinib è il terzo trattamento in grado di ridurre la mortalità tra i pazienti ricoverati affetti da forma grave di COVID, come dimostrato dai dati dello studio RECOVERY, realizzato su quasi 47000 volontari dall’Università di Oxford.

Già nel 2020, il Desametasone, un corticosteroide, era in grado di ridurre di un terzo il rischio di mortalità nei pazienti COVID più gravi.

Nel 2021 la sperimentazione aveva mostrato che la mortalità diminuiva fino al 50% se al Desametasone veniva aggiunto Tocilizumab ( RoActemra ), un anticorpo monoclonale che trova impiego nell’artrite reumatoide.
Baricitinib è un inibitore selettivo e reversibile delle proteine Janus chinasi ( JAK1 e JAK2 ), enzimi intracellulari coinvolti nella trasmissione del segnale di citochine e fattori di crescita, che agisce riducendo l’eccessiva risposta infiammatoria.

I pazienti nello studio hanno anche assunto altri farmaci, come il Desametasone.

Altri studi randomizzati di dimensioni più ridotte avevano già concluso che l’uso di Baricitinib fosse associato a una riduzione del rischio di morte per COVID.

Alcune di queste analisi avevano però coinvolto solo pazienti che non avevano ricevuto altri farmaci diretti al sistema immunitario, mentre lo studio RECOVERY ha confrontato 4.148 pazienti adulti ricoverati per COVID che avevano ricevuto altri farmaci, oltre a Baricitinib; il gruppo controllo era rappresentato da 4008 pazienti ricoverati per COVID sottoposti solo a trattamento standard.

Tra i pazienti che hanno assunto Baricitinib, 513 persone ( 12% ) sono decedute entro 28 giorni dalla randomizzazione contro 546 decessi ( 14% ) nel gruppo controllo, con una riduzione della mortalità pari al 13%.

 

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Imperial College London: “ la variante Omicron causa sintomi più lievi e tra il 15 e il 45% di possibilità in meno di essere ricoverati rispetto alla variante Delta ”

Imperial-College-London

Il contagio da variante Omicron sembrerebbe causare sintomi più lievi e meno gravi rispetto alla variante Delta. È quanto risulta da uno studio dell’Imperial College condotto in Gran Bretagna tra il primo e il 14 dicembre

La riduzione del rischio è nell’intervallo tra il 15 e il 25% quando l’endpoint è la presenza in ospedale, e del 40-45% in meno quando si utilizza un ricovero della durata di 1 giorno o più giorni.

Queste riduzioni di rischio di ospedalizzazione debbano essere bilanciate con un maggior rischio di infezione causato dalal variante Omicron.

Negli individui che a causa di una precedente infezione con altra variante hanno acquisito immunità naturale al virus, il rischio di ospedalizzazione causato dalla variante Omicron è ridotto di circa il 50%, mentre il rischio di degenza ospedaliera superiore a un giorno è ridotto del 61%.

La stratificazione del rischio di ospedalizzazione per stato di vaccinazione rivela poi un quadro ancora più complesso. Sembra infatti vi sia un’apparente differenza tra coloro che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca rispetto al vaccino Pfizer o Moderna, come ciclo primario ( prima e seconda dose ). I rapporti di rischio per la frequenza ospedaliera con Omicron per Pfizer e Moderna sono simili a quelli osservati per la Delta, mentre i rapporti di rischio con Omicron sono generalmente inferiori rispetto a Delta per i vaccinati con AstraZeneca.

Date le dimensioni limitate dei campioni, lo studio presenta dei limiti di interpretazione.

In termini generali, le stime dello studio suggeriscono che gli individui che hanno ricevuto almeno due dosi di vaccino rimangono sostanzialmente protetti contro l’ospedalizzazione, anche se la protezione contro l’infezione viene ampiamente persa contro la variante Omicron.

Il professor Neil Ferguson dell’Imperial College di Londra ha dichiarato: “ La nostra analisi mostra prove di una moderata riduzione del rischio di ospedalizzazione associato alla variante Omicron rispetto alla variante Delta. Tuttavia, questo sembra essere compensato dalla ridotta efficacia dei vaccini contro l’infezione con la variante Omicron. Data l’elevata trasmissibilità del virus Omicron, rimane il rischio per i servizi sanitari di far fronte alla crescente domanda se i casi di Omicron continuassero a crescere al ritmo osservato nelle ultime settimane “.

Fonte: Imperial College London

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COVID: Sotrovimab l’anticorpo monoclonale con cui è stato curato il virologo Massimo Galli

Sotrovimab

L’anticorpo monoclonale Sotrovimab è efficace anche nei confronti della variante Omicron di SARS-CoV-2, ma deve essere somministrato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi di COVID – La stragrande maggioranza dei pazienti con forma grave di COVID non viene sottoposta a questa terapia anticorpale

In tempi rapidi ( meno di 24 ore dal parere positivo del Comitato scientifico, CHMP, dell’EMA ( European Medicines Agency ] ), la Commissione Europea ha concesso, a dicembre, l’autorizzazione alla commercializzazione di Sotrovimab ( Xevudy ) per il trattamento di COVID-19.

L’anticorpo monoclonale Sotrovimab può essere utilizzato a partire dai 12 anni ( e con almeno un peso corporeo di 40 kg ) nelle persone che abbiano appena contratto il COVID ( entro 5 giorni dai sintomi ) e siano a un elevato rischio di sviluppare una forma grave di malattia, ma non hanno ancora bisogno di Ossigeno.

L’anticorpo monoclonale si lega a una porzione ( epitopo ) altamente conservata del virus SARS-CoV-2 presente anche nel virus responsabile della SARS del 2003 ( SARS-CoV-1 ).

Questo legame rende difficile che si sviluppino fenomeni di resistenza o evasione da parte di varianti del virus.

L’approzione di Sotrovimab si basa sui dati dello studio di fase III COMET-ICE, da cui è emerso che il trattamento con l’anticorpo monoclonale riduce del 79% il rischio di ricovero per più di 24 ore o di morte.

A seguito della somministrazione di Sotrovimab sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, inclusa anafilassi. Nel caso dovessero verificarsi segni e sintomi clinicamente significativi di una reazione di ipersensibilità o anafilassi, la somministrazione deve essere immediatamente interrotta e si deve avviare una terapia appropriata e/o cure di supporto.

Inoltre, possono anche presentarsi reazioni correlate all’infusione, tra cui: febbre, respirazione difficoltosa, ridotta saturazione dell’ossigeno, brividi, nausea, aritmia ( ad esempio fibrillazione atriale ), tachicardia, bradicardia, dolore o fastidio al torace, debolezza, stato mentale alterato, cefalea, broncospasmo, ipotensione, ipertensione, angioedema, irritazione della gola, eruzione cutanea compresa orticaria, prurito, mialgia, vertigini, stanchezza e diaforesi.

Sotrovimab deve essere usato durante la gravidanza solo se il beneficio atteso per la madre giustifica il potenziale rischio per il feto.

Fonte: EMA

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L’odissea di Massimo Galli colpito dalla variante Omicron nonostante si fosse sottoposto alla terza dose di vaccino

Galli.2

L’ODISSEA DEL VIROLOGO MASSIMO GALLI, I TAMPONI BUGIARDI E LA «BATOSTA» DI OMICRON: « CURATO IN OSPEDALE CON ANTICORPI MONOCLONALI » – GALLI ERA STATO SOTTOPOSTO A 3 DOSI DI VACCINO E HA INCONTRATO SOLO PERSONE TRIVACCINATE E TAMPONATE

Dall’intervista del Corriere della Sera

Come sta professore ? «Sto discretamente meglio rispetto ai giorni scorsi. Sono molto stanco, mi sento tutto rotto. Credo di essermi contagiato attorno al 31 dicembre nonostante abbia fatto in quei giorni una vita claustrale: ho visto poche persone, tutte trivaccinate e spesso tamponate. Non sono andato in ospedale, non ho visto pazienti».

Quali sintomi ha avuto ? – «Il 3 sera ho iniziato ad avere un forte raffreddore e molto mal di gola, la notte tra il 3 e il 4 ho avuto febbre alta con brividi scuotenti, la mattina del 4 avevo 38 di febbre, disturbi intestinali, ero a pezzi, per fortuna però con una saturazione d’ossigeno sempre rassicurante. Una bella batosta. Tenga presente che il 2 ero risultato negativo al tampone rapido e il 4 invece positivo, sempre al rapido. Poi mi hanno rifatto il test, anche molecolare, in ospedale e nel frattempo il laboratorio di ricerca che ho diretto fino a un mese fa ha stabilito che si trattava di variante Omicron».

CONTINUA SU CORRIERE DELLA SERA: link https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_gennaio_08/massimo-galli-tamponi-bugiardi-batosta-omicron-curato-ospedale-anticorpi-monoclonali-a3a7e5e0-6fea-11ec-81f1-db9197a63523.shtml

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Guido Rasi – I test antigenici rapidi poco affidabili nei confronti della variante Omicron: 40% falsi negativi

Test rapido COVID

GUIDO RASI: “ OMICRON SFUGGE AI TEST RAPIDI. 40% FALSI NEGATIVI ” – SOS DEL CONSULENTE DEL COMMISSARIO PER L’EMERGENZA COVID FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO

« Con la variante Omicron destinata a diventare predominante, i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati», ha evidenziato il professor Guido Rasi. E ha aggiunto: « Ora più che mai è fondamentale che gli operatori sanitari continuino a tenersi aggiornati sull’evoluzione del virus e delle nostre conoscenze sia in campo diagnostico che terapeutico » E che i tamponi antigenici rapidi siano poco sensibili e quindi poco attendibili nel rilevare la positività alla variante Omicron lo ha anche sottolineato l’FDA ( Food and Drug Administration ).

Continua su La Stampa LINK: https://www.lastampa.it/cronaca/2022/01/05/news/rasi_omicron_sfugge_ai_test_rapidi_40_falsi_negativi_-2690004/

 

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Fausto Baldanti: Il virus sta diventando un raffreddore

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Infezione da SARS-CoV-2 come un raffreddore ?

La variante Omicron si lega meno al recettore Ace2, la porta d’ingresso che il virus usa per entrare nelle cellule. Inoltre, studi hanno osservato che Omicron si concentra nelle alte vie respiratorie e non nei polmoni.

Tutto ciò può suggerire una progressiva raffreddorizzazione del virus.

Queste le dichiarazioni di Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia. ” Non sappiamo quanto tempo ci vorrà. ” Già quattro coronavirus che oggi causano il raffreddore hanno avuto un’evoluzione simile: in quel caso sono serviti diversi decenni, per il SARS-CoV-2 potrebbe succedere molto prima “.

Riguardo ai vaccini, il problema è che si stanno impiegando vaccini studiati contro la sequenza di Wuhan, ovvero la prima variante, che non è quella arrivata in Europa e ormai non circola più. I vaccini vanno aggiornati alle varianti più recenti: sicuramente la Delta, e magari anche alla Omicron. L’aggiornamento dei vaccini potrebbe fornire un livello di protezione sufficiente a non dover ricorrere alla vaccinazione ogni sei mesi. Uno studio ha mostrato che la memoria immunologica, se i vaccini vengono calibrati sulla variante effettivamente circolante, dura anche 15 mesi.

Fonte: La Repubblica

 

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Segnali positivi dal Sudafrica riguardo ai contagi della variante Omicron: picco in 4 settimane e brusco declino in 2 settimane

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SUDAFRICA: NELLE ULTIME 2 SETTIMANE, I CONTAGI SONO DIMINUITI DEL 30% – ” LA VELOCITA’ DI OMICRON E’ STATA SBALORDITIVA. PICCO IN 4 SETTIMANE E DECLINO PRECIPITOSO IN ALTRE 2 “ – INOLTRE, ” I TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE SONO STATI INFERIORI RISPETTO ALLE PRECEDENTI VARIANTI “

Per la prima volta in Sudafrica, dopo quasi 2 anni di restrizioni, è stato tolto il coprifuoco notturno. È questo il segno più tangibile di come sia ormai stato superato il picco della quarta ondata di COVID, legata alla variante Omicron individuata proprio in Sudafrica a fine novembre: « La velocità di questa variante è sbalorditiva. Picco in 4 settimane e declino precipitoso in altre 2 ».

Inoltre la diffusione di Omicron non ha causato un aumento significativo dei decessi.

« Le strategie di contenimento non sono più necessarie » ha detto un portavoce del governo. Il Sudafrica è stato il Paese maggiormente colpito del continente durante tutta la pandemia, con circa 3.5 milioni di contagi e 91 mila vittime. Le infezioni sono diminuite del 29.7% nella settimana che si è conclusa il 25 dicembre rispetto alla precedente – 89.781 infezioni, contro le 127.753 dei 7 giorni precedenti – e sono calati anche i ricoveri ospedalieri in otto delle nove province sudafricane. ( Fonte: Corriere della Sera )

 

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Variante Omicron: l’opinione di Walter Ricciardi, il consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza

Ricciardi

Variante Omicron, Ricciardi: ” A gennaio rischio 200mila contagi al giorno ” – La quarantena dei vaccinati con Super Green Pass è fiduciaria – E’ necessario ventilare molto le aule scolastiche – Lo Smart Working dovrebbe essere considerato strumento ordinario di lavoro – La variante Omicron causa una malattia meno grave rispetto alla Delta

” Prevedevo 100mila casi a gennaio. Li abbiamo a dicembre. Di questo passo, con la variante Omicron a gennaio ne avremo 200mila, 300mila…”, ha dichiarato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza.

” La variante Delta aveva cambiato le carte in tavola, Omicron ha sconvolto tutto. Il ritmo di crescita dei casi è molto elevato. I contagi raddoppiano ogni giorno e mezzo. Chi non è vaccinato, prima o poi con Omicron è destinato a contagiarsi.  ” Sicuramente la severità clinica dell’infezione da Omicron  è inferiore rispetto alla Delta. Ma gli ospedali saranno inondati da migliaia di persone “, ha aggiunto.

Il Governo ha modificato le regole della quarantena, garantendo maggiore libertà a chi è vaccinato con 3 dosi o ha ricevuto la seconda dose da meno di 4 mesi. ” Il principio generale è non bloccare il Paese. Chi ha una protezione molto alta grazie alla terza dose, ha la possibilità di non essere completamente isolato dopo il contatto con un positivo. Il concetto generale è che con 3 dosi, o con 2 dosi a distanza di 4 mesi, le persone responsabilmente possono sentirsi tranquille se non hanno sintomi, e dopo 5 giorni fare un tampone ” per accertare la negatività, ha spiegato Ricciardi.

A gennaio riapriranno le scuole ? ” Penso che le scuole debbano essere tenute aperte sempre. Questa è una malattia aerotrasmessa, si contagia anche a distanza. Nelle aule deve circolare aria, gli ambienti vanno ventilati “. Sul lavoro, auspicabile un ricorso più ampio allo smart working, considerato “in questo momento lo strumento ordinario di lavoro”. ( Fonte: ADNkronos )

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=_FDs6Xyz5DE

 

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COVID – Matteo Bassetti: ” Con queste regole sul tracciamento dopo tampone positivo tra un mese l’Italia si ferma “

Bassetti

L’Italia rischia lo STOP ! – Bassetti: l’Italia rischia tra poco di fermarsi se permangono le attuali regole sul tracciamento dopo tampone positivo – Con la variante Omicron le infezioni, in maggioranza asintomatiche, aumenteranno in maniera esponenziale, obbligando un numero ancora più elevato di persone alla quarantena 

Matteo Bassetti, direttore del reparto di Infettivologia del San Martino di Genova, ha dichiarato: ” Se continuiamo con queste regole, per ogni persona risultata positiva al COVID ci sono 50 persone che devono stare a casa. Per l’ampia diffusione del virus, il tracciamento non ha più senso “.

” Dobbiamo smettere di pensare che se qualcuno ha il tampone positivo sia appena uscito dal reattore nucleare di Chernobyl perchè non è così. Continuando con questa strategia – ha aggiunto Bassetti – tra un mese rischiamo di avere l’Italia ferma. Se si continua a fare tamponi a tutti, anche a chi non ha sintomi o magari ha un raffreddore, cosa potrebbe accadere il 25 gennaio con magari 1.5 milioni di persone contagiate ? Vorrebbe dire avere 10 milioni di persone ferme e in quarantena. In quel caso chi va a fare il pane, chi guida l’autobus, chi va ad insegnare a scuola ? Si rischia di avere un Paese ingessato “.

Fonte: La Presse

 

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