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Pirfenidone nei pazienti con malattia polmonare interstiziale associata ad artrite reumatoide

La malattia polmonare interstiziale è una nota complicanza dell’artrite reumatoide, con un rischio per tutta la vita di sviluppare la malattia in ogni individuo del 7.7%.
Sono state valutate la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia del Pirfenidone ( Esbriet ) per il trattamento dei pazienti con malattia polmonare interstiziale associata ad artrite reumatoide ( RA-ILD ).
TRAIL1 era uno studio di fase 2 randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo condotto in 34 Centri accademici specializzati in malattie polmonari interstiziali in quattro Paesi ( Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Canada ).
Gli adulti di età compresa tra 18 e 85 anni erano idonei per l’inclusione se soddisfacevano i criteri del 2010 dell’American College of Rheumatology ( ACR ) e della European Alliance of Associations for Rheumatology ( EULAR ) e presentavano una malattia polmonare interstiziale a una scansione CT ad alta risoluzione e, se disponibile, biopsia polmonare.
I criteri di esclusione includevano il fumo, la storia clinica di altre cause note di malattia polmonare interstiziale e la coesistenza di BPCO o asma clinicamente significativi.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 2.403 mg di Pirfenidone orale ( gruppo Pirfenidone ) oppure placebo ( gruppo placebo ) al giorno.
L’endpoint primario era l’incidenza dell’endpoint composito di un declino rispetto al basale nella percentuale della capacità vitale forzata ( FVC% ) prevista del 10% o più o morte durante il periodo di trattamento di 52 settimane valutato nella popolazione intent-to-treat.
Gli endpoint secondari chiave includevano la variazione della percentuale assoluta e di FVC nell’arco di 52 settimane, la percentuale di pazienti con un calo della percentuale di FVC pari o superiore al 10% e la frequenza della progressione definita da OMERACT ( Outcome Measures in Rheumatoid Arthritis Clinical Trials ) nella popolazione ITT.
Dal 2017 al 2020, 231 pazienti sono stati valutati per l’inclusione, di cui 123 sono stati assegnati in modo casuale ( 63, 51%, al gruppo Pirfenidone e 60, 49%, al gruppo placebo ).
Lo studio è stato interrotto in anticipo nel 2020 a causa del lento reclutamento e della pandemia di COVID-19.
La differenza nella percentuale di pazienti che hanno raggiunto l’endpoint primario composito ( diminuzione della FVC% rispetto al basale del 10% o più o decesso ) tra i due gruppi non è risultata significativa ( 7 su 63 pazienti, 11%, nel gruppo Pirfenidone vs 9 su 60 pazienti, 15%, nel gruppo placebo; odds ratio, OR 0.67; P=0.48 ).
Rispetto al gruppo placebo, i pazienti nel gruppo Pirfenidone presentavano un tasso di declino della funzione polmonare più lento, misurato dalla variazione annuale stimata della FVC assoluta ( -66 vs -146; P=0.0082 ) e della FVC% ( -1.02 vs -3.21; P=0.0028 ).
I gruppi sono stati simili per quanto riguardava il declino della FVC% del 10% o più ( 5, 8%, partecipanti nel gruppo Pirfenidone vs 7, 12%, nel gruppo placebo; OR 0.52; P=0.32 ) e la frequenza di progressione definita da OMERACT ( 16, 25%, nel gruppo Pirfenidone vs 19, 32%, nel gruppo placebo; OR 0.68; P=0.35 ).
Non c’è stata alcuna differenza significativa nel tasso di eventi avversi gravi emersi dal trattamento tra i due gruppi e non ci sono stati decessi correlati al trattamento.
A causa della conclusione anticipata dello studio e della sottopotenza, i risultati devono essere interpretati con cautela.
Nonostante non abbia raggiunto l’endpoint primario composito, il Pirfenidone ha rallentato il tasso di declino della FVC nel tempo nei pazienti con malattia polmonare interstiziale associata ad artrite reumatoide.
La sicurezza nei pazienti con malattia polmonare interstiziale associata ad artrite reumatoide è stata simile a quella osservata in altri studi con il Pirfenidone. ( Xagena2023 )
Solomon JJ et al, Lancet Respiratory Medicine 2023; 11: 87-96

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Radiochirurgia stereotassica versus radioterapia dell’intero cervello nei pazienti con malattia metastatica intracranica e tumore polmonare a piccole cellule

I pazienti con tumore polmonare a piccole cellule ( SCLC ) sono ad alto rischio di malattia metastatica intracranica ( IMD ). Sebbene la radiochirurgia stereotassica ( SRS ) abbia soppiantato la rad …


 

La sindrome metabolica associata ad asma ad esordio nell’età adulta

L’asma ad esordio nell’età adulta è associata alla sindrome metabolica, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’indice di massa corporea ( BMI ) e dalla storia di fumo. Lo studio trasversale ha …


 

Benefici e danni dello screening del cancro del polmone mediante tomografia computerizzata del torace

Una meta-analisi ha combinato e analizzato studi clinici randomizzati che hanno confrontato lo screening polmonare con tomografia computerizzata ( CTLS ) rispetto a nessuno screening ( NS ) o radiogra …


 

Il microbiota polmonare predice il rigetto cronico nei riceventi trapianto di polmone sani

Le alterazioni del microbioma respiratorio sono comuni nelle malattie polmonari croniche, sono correlate a una ridotta funzionalità polmonare e sono state associate a progressione della malattia. Il …


 

Linfopenia, un predittore indipendente di mortalità nella polmonite

Uno studio di coorte retrospettivo ha evidenziato che i pazienti in cura primaria con un basso numero di linfociti anni prima di sviluppare la polmonite presentano un più elevato rischio di mortalità. …


 

Ricoveri e decessi associati a danno polmonare associato all’uso di sigarette elettroniche o svapamento

Al 7 gennaio 2020, in totale 2.558 pazienti ospedalizzati con casi non-fatali e 60 pazienti con casi fatali di danno polmonare associato all’uso di sigarette elettroniche, o svapamento ( EVALI ) sono …


 

Vitamina E acetato nel liquido di lavaggio broncoalveolare associato a EVALI

Non sono stati stabiliti gli agenti causali per l’attuale diffusione nazionale del danno polmonare associato all’uso delle sigarette elettroniche, o vaping ( EVALI ). Il rilevamento di sostanze toss …


 

Malattia polmonare correlata all’uso delle sigarette elettroniche in Illinois e Wisconsin

Le sigarette elettroniche sono dispositivi a batteria che riscaldano un liquido e forniscono all’utilizzatore un prodotto aerosol. Sono state riportate malattie polmonari correlate all’uso di sigare …


 

Asma, BPCO associato ad un aumentato rischio di artrite reumatoide nelle donne

L’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) sono entrambe associate a un aumentato rischio di artrite reumatoide, indipendentemente dal fumo e da altre variabili. Gli anticorpi specif …


 

Presentazione clinica, trattamento ed esiti a breve termine delle lesioni polmonari associate a sigarette elettroniche

Un aumento in corso di lesioni polmonari associate a sigarette elettroniche ( note anche come E-VALI o VALI ) è iniziato nel marzo 2019, negli Stati Uniti. La causa, la diagnosi, il trattamento e il …


 

Effetti della pressione positiva continua delle vie aeree a lungo termine sulla variazione di peso nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno in comorbilità e malattia cardiovascolare

Sebbene prove recenti suggeriscano che il trattamento dell’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) possa causare aumento di peso, gli effetti a lungo termine della pressione positiva continua delle vie aer …


 

Terapia litica per emotorace traumatico trattenuto

La terapia litica intrapleurica rappresenta una importante modalità di trattamento per molti disturbi pleurici, tra cui l’emotorace e l’empiema. L’emotorace traumatico ritenuto è un sottoinsieme com …


 

Apnea ostruttiva del sonno, breve durata del sonno e interazioni con sonnolenza e fattori di rischio cardiometabolico negli adulti: studio ELSA-Brasil

L’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) e la breve durata del sonno ( SSD ) sono frequentemente associati a sintomi diurni e a sregolazione cardiometabolica. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli s …


 

Effetto della Morfina in acuto sull’apnea ostruttiva del sonno

Le linee guida di anestesiologia suggeriscono che gli oppioidi peggiorino l’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) nonostante non vi sia alcuna prova randomizzata controllata. È stato quindi condotto un …


 

Aspergillus e progressione della malattia polmonare nei bambini con fibrosi cistica

L’impatto dell’Aspergillus sulla malattia polmonare nei bambini piccoli con fibrosi cistica è incerto. Si è determinato se le colture respiratorie positive delle specie di Aspergillus siano associat …

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Aggiornamento in Pneumologia: Asma & Sindrome metabolica

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Asma ad esordio nell’età adulta & Sindrome metabolica

L’asma ad esordio nell’età adulta è associata alla sindrome metabolica, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’indice di massa corporea ( BMI ) e dalla storia di fumo.
Lo studio trasversale ha incluso 81 partecipanti ambulatoriali di due ospedali universitari a Rotterdam.
I ricercatori hanno confrontato la sindrome metabolica e i marcatori infiammatori derivati dai lipidi nei pazienti con asma a esordio nell’età adulta ( n = 27; età media, 57 anni; 55.6% donne ), asma a esordio infantile ( n = 25; età media, 42 anni; 52% donne ) e soggetti di controllo abbinati ( n = 29; età media, 41 anni; 53.6% donne ).
Per tutti i partecipanti sono stati eseguiti test di funzionalità polmonare, esami del sangue e monitoraggio dell’attività fisica. CONTINUA SU PNEUMOLOGIAONLINE.NET 

 

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Lo studio ha dimostrato che la combinazione Fluticasone …

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Dati promettenti nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica: un nuovo inibitore della fosfodiesterasi 4B riduce il declino della funzione polmonare

Boehringer

Novità nella terapia della fibrosi polmonare idiopatica

Nuovi dati di fase 2 riguardo a BI 1015550, un nuovo inibitore sperimentale della fosfodiesterasi 4B ( PDE4B ) orale, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine ( NEJM ).

I dati a 12 settimane hanno mostrato una riduzione significativa del tasso di declino della funzione polmonare nei pazienti con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica ( IPF ) che hanno ricevuto BI 1015550, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo ( entrambi con o senza antifibrotici approvati di base ).

La fibrosi polmonare idiopatica è uno dei tipi più comuni di malattie polmonari interstiziali fibrosanti progressive.

Colpisce circa 3 milioni di persone a livello globale, in genere le persone di età superiore ai 50 anni, ed è nota colpire più uomini che donne.

I sintomi della fibrosi polmonare idiopatica possono includere affanno durante l’attività, tosse secca e persistente, fastidio al torace, affaticamento e debolezza.

Lo studio ha anche raggiunto il suo endpoint secondario, dimostrando che BI 1015550 ha mostrato sicurezza e tollerabilità accettabili nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica dopo 12 settimane.

Nel febbraio 2022, il trattamento con BI 1015550 ha ottenuto la designazione di terapia innovativa dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense.

” Questi dati incoraggianti e iniziali hanno mostrato che il trattamento con BI 1015550 ha rallentato il tasso di declino della funzione polmonare nei pazienti che non erano in trattamento con antifibrotici approvati, nonché in quelli che stavano assumendo una terapia antifibrotica esistente “, ha affermato Luca Richeldi, professore di medicina respiratoria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e principale sperimentatore dello studio.

Fonte: Boehringer Ingelheim

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Policlinico Gemelli di Roma: I vaccini anti-Covid a RNA messaggero potrebbero scatenare la fibrosi polmonare idiopatica

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Vaccini anti-COVID a RNA messaggero & Fibrosi polmonare idiopatica

I vaccini anti-COVID potrebbero scatenare una riacutizzazione in una minoranza di pazienti con fibrosi polmonare idiopatica. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine da Luca Richeldi, direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma ed ex componente del Cts, il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, insieme a Giacomo Sgalla.
La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia rara dalla prognosi impegnativa. Si stima che a essere affette da questa condizione in Italia possano essere circa 30-50.000 persone. ( CONTINUA SU XAGENASALUTE.IT )

 

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Aggiornamento in Pneumologia: Asma & Sindrome metabolica

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Associazione tra asma ad esordio nell’età adulta e sindrome metabolica

L’asma ad esordio nell’età adulta è associata alla sindrome metabolica, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’indice di massa corporea ( BMI ) e dalla storia di fumo.
Lo studio trasversale ha incluso 81 partecipanti ambulatoriali di due ospedali universitari a Rotterdam.
I ricercatori hanno confrontato la sindrome metabolica e i marcatori infiammatori derivati dai lipidi nei pazienti con asma a esordio nell’età adulta ( n = 27; età media, 57 anni; 55.6% donne ), asma a esordio infantile ( n = 25; età media, 42 anni; 52% donne ) e soggetti di controllo abbinati ( n = 29; età media, 41 anni; 53.6% donne ).
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Aggiornamento in Pneumologia: Asma grave

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Asma grave: Tezepelumab riduce le riacutizzazioni

Nuove analisi dello studio di fase 2b PATHWAY hanno dimostrato che il trattamento con Tezepelumab ha ridotto le esacerbazioni e l’infiammazione dell’asma in un’ampia popolazione di pazienti con asma grave e non-controllata.
PATHWAY è uno studio di fase 2, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, multicentrico, che ha arruolato adulti con asma grave e non-controllata, nonostante il trattamento con beta-agonista a lunga durata d’azione ( LABA ) e dosi medio-alte di glucocorticoidi per via inalatoria.
I pazienti sono stati assegnati in modo random a 70 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 138 ), 210 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 137 ), 280 mg di Tezepelumab ogni 2 settimane ( n = 137 ) oppure a placebo ogni 2 settimane ( n = 138 ).
I risultati dello studio principale hanno mostrato che Tezepelumab è in grado di ridurre le riacutizzazioni dell’asma clinicamente significative rispetto al placebo, indipendentemente dalla conta degli eosinofili nel sangue.
In una nuova analisi post hoc di Tezepelumab, i ricercatori hanno valutato i tassi di esacerbazione dell’asma annualizzati in base ai livelli plasmatici basali di interleuchina 5 ( IL-5 ) e IL-13 e hanno valutato l’associazione con i biomarcatori convenzionali di tipo 2. ……

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Aggiornamento in Pneumologia: Bambini con polmonite acquisita in comunità

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Effetto della dose di Amoxicillina e della durata del trattamento sulla necessità di ritrattamento antibiotico nei bambini con polmonite acquisita in comunità: studio CAP-IT

La dose ottimale e la durata dell’Amoxicillina orale per i bambini con polmonite acquisita in comunità ( CAP ) non sono ben definite.
L’obiettivo di uno studio era verificare se una dose più bassa di Amoxicillina fosse non-inferiore a una dose più alta e se il trattamento di 3 giorni fosse non-inferiore a 7 giorni in uno studio multicentrico, randomizzato, di non-inferiorità che ha arruolato 824 bambini, di età pari o superiore a 6 mesi, con polmonite acquisita in comunità clinicamente diagnosticata, trattati con Amoxicillina alla dimissione dai Dipartimenti di emergenza e di degenza di 28 ospedali nel Regno Unito e 1 in Irlanda tra il 2017 e il 2019.
CONTINUA SU PNEUMOLOGIAONLINE.NET: https://www.pneumologiaonline.net/articolo/effetto-della-dose-di-amoxicillina-e-della-durata-del-trattamento-sulla-necessit-di-ritrattamento-antibiotico-nei-bambini-con-polmonite-acquisita-in-comunit-studio-cap-it

 

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La variante Omicron appare meno letale della Delta ma potrebbe mettere in difficoltà il Sistema sanitario nazionale

Richeldi

Per Luca Richeldi, direttore di Pneumologia del Policlinico Universitario A.Gemelli di Roma “ Omicron è una variante che è stata identificata tre settimane fa dall’altra parte del mondo. Non possiamo sapere come si sta comportando e si comporterà. In Sudafrica hanno meno del 5% di popolazione sopra i 65 anni, da noi sono più del 25%. Pertanto, le notizie che riguardano gli scenari sudafricani sono scarsamente adattabili a quello che potrebbe succedere da noi. Le notizie che giungono sono relativamente confortanti, indicano che è più trasmissibile ma meno letale, o comunque non più letale della variante Delta. Comunque da tenere in considerazione, perché un incremento straordinario dei casi metterebbe sotto pressione gli ospedali. Uno studio dell’università di Hong Kong che è sotto revisione pare dimostrare che questa variante sia più penetrante sulle vie aree superiori e questo spiega perché ci sono più contagi ma meno polmoniti ”.

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=2XsqduIvCc8

 

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La Vitamina E è associata a danno polmonare da uso delle sigarette elettroniche o vaping

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Vitamina E acetato nel liquido di lavaggio broncoalveolare associato a EVALI

Non sono stati stabiliti gli agenti causali per l’attuale diffusione nazionale del danno polmonare associato all’uso delle sigarette elettroniche, o vaping ( EVALI ).
Il rilevamento di sostanze tossiche nel liquido di lavaggio broncoalveolare ( BAL ) da pazienti con danno EVALI può fornire informazioni dirette sull’esposizione all’interno del polmone.
I liquidi di lavaggio broncoalveolare sono stati raccolti da 51 pazienti con danno polmonare EVALI in 16 Stati e da 99 partecipanti sani che facevano parte di uno studio in corso sul fumo che ha coinvolto non-fumatori, utilizzatori esclusivamente di sigarette elettroniche o prodotti per lo svapo e fumatori esclusivamente di sigarette avviato nel 2015.

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