Aggiornamento in Pneumologia: Cancro al polmone

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Pazienti con cancro al polmone: associazione tra dose di radiazioni del nodo senoatriale e insorgenza di fibrillazione atriale e più alta mortalità

La fibrillazione atriale ( AF ) può svilupparsi a seguito di irradiazione toracica. Tuttavia, la sottostruttura cardiaca critica responsabile della fibrillazione atriale non è stata adeguatamente studiata.
È stata descritta l’incidenza della fibrillazione atriale nei pazienti con tumore polmonare e sono stati determinati i parametri dosimetrici cardiaci predittivi.
Uno studio di coorte retrospettivo è stato condotto presso un singolo Centro di riferimento e ha incluso 239 pazienti con diagnosi di tumore al polmone a piccole cellule ( SCLC ) in stadio limitato e 321 pazienti con diagnosi di tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) localmente avanzato tra il 2008 e il 2019 che sono stati trattati con chemioradioterapia definitiva.
L’esposizione alla dose di radiazioni alle sottostrutture cardiache, comprese le camere, le arterie coronarie e i nodi di conduzione cardiaca, è stata calcolata per ciascun paziente.
Gli esiti principali erano la fibrillazione atriale e la sopravvivenza globale.

CONTINUA SU MEDIEXPLORER.IT : LINK: https://mediexplorer.it/articolo/pazienti-con-tumore-al-polmone-associazione-tra-dose-di-radiazioni-del-nodo-senoatriale-e-insorgenza-di-fibrillazione-atriale-e-pi-alta-mortalit

 

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Radiochirurgia stereotassica versus radioterapia dell’intero cervello nei pazienti con malattia metastatica intracranica e tumore polmonare a piccole cellule

I pazienti con tumore polmonare a piccole cellule ( SCLC ) sono ad alto rischio di malattia metastatica intracranica ( IMD ).
Sebbene la radiochirurgia stereotassica ( SRS ) abbia soppiantato la radioterapia dell’intero cervello ( WBRT; radioterapia panencefalica ) come trattamento di prima linea per la malattia metastatica intracranica nella maggior parte dei tumori solidi, la radioterapia panencefalica rimane il trattamento di prima linea per la malattia metastatica intracranica nei pazienti con carcinoma del polmone a piccole cellule.
È stata valutata l’efficacia della radiochirurgia stereotassica, rispetto alla radioterapia panencefalica, e sono stati valutati i risultati del trattamento dopo radiochirurgia stereotassica.
In una revisione sistematica e meta-analisi, sono stati cercati studi di coorte pubblicati in inglese che riportavano la radiochirurgia stereotassica per il trattamento della malattia metastatica intracranica nei pazienti con tumore SCLC fino a marzo 2022.
Sono stati esclusi gli studi che non riportavano la radiochirurgia stereotassica per malattia metastatica intracranica secondaria a tumore SCLC.
L’esito primario era la sopravvivenza globale.
Delle 3.823 cartelle cliniche identificate, 31 erano idonee per l’inclusione; 7 sono state incluse nella meta-analisi.
La sopravvivenza globale dopo radiochirurgia stereotassica è stata più lunga rispetto a radioterapia panencefalica con o senza boost di SRS ( HR=0.85; n=7 studi; n=18.130 pazienti ) o WBRT da sola ( HR=0.77; n=7 studi; n=16.961 pazienti ), ma non radioterapia panencefalica più boost di SRS ( HR=1.17; n=4 studi; n=1.167 pazienti ).
Utilizzando studi a braccio singolo, la sopravvivenza globale mediana aggregata da radiochirurgia stereotassica è stata di 8.99 mesi ( n=14 studi; n=1.682 pazienti ).
L’eterogeneità tra gli studi è stata considerevole se messa in comune tra tutti gli studi comparativi ( I2=71.9% ).
Questi risultati hanno indicato che gli esiti di sopravvivenza sono equi dopo il trattamento con radiochirurgia stereotassica rispetto a radioterapia panencefalica nei pazienti con tumore polmonare a piccole cellule e malattia metastatica intracranica.
Futuri studi prospettici dovrebbero concentrarsi sul carico tumorale e sulle differenze nella progressione intracranica locale e a distanza tra i pazienti con tumore al polmone a piccole cellule sottoposti a radioterapia panencefalica e a radiochirurgia stereotassica. ( Xagena2022 )
Gaebe K et al, Lancet Oncology 2022; 23: 931-939

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Radiochirurgia stereotassica versus radioterapia dell’intero cervello nei pazienti con malattia metastatica intracranica e tumore polmonare a piccole cellule

I pazienti con tumore polmonare a piccole cellule ( SCLC ) sono ad alto rischio di malattia metastatica intracranica ( IMD ). Sebbene la radiochirurgia stereotassica ( SRS ) abbia soppiantato la rad …


 

La sindrome metabolica associata ad asma ad esordio nell’età adulta

L’asma ad esordio nell’età adulta è associata alla sindrome metabolica, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’indice di massa corporea ( BMI ) e dalla storia di fumo. Lo studio trasversale ha …


 

Benefici e danni dello screening del cancro del polmone mediante tomografia computerizzata del torace

Una meta-analisi ha combinato e analizzato studi clinici randomizzati che hanno confrontato lo screening polmonare con tomografia computerizzata ( CTLS ) rispetto a nessuno screening ( NS ) o radiogra …


 

Il microbiota polmonare predice il rigetto cronico nei riceventi trapianto di polmone sani

Le alterazioni del microbioma respiratorio sono comuni nelle malattie polmonari croniche, sono correlate a una ridotta funzionalità polmonare e sono state associate a progressione della malattia. Il …


 

Linfopenia, un predittore indipendente di mortalità nella polmonite

Uno studio di coorte retrospettivo ha evidenziato che i pazienti in cura primaria con un basso numero di linfociti anni prima di sviluppare la polmonite presentano un più elevato rischio di mortalità. …


 

Ricoveri e decessi associati a danno polmonare associato all’uso di sigarette elettroniche o svapamento

Al 7 gennaio 2020, in totale 2.558 pazienti ospedalizzati con casi non-fatali e 60 pazienti con casi fatali di danno polmonare associato all’uso di sigarette elettroniche, o svapamento ( EVALI ) sono …


 

Vitamina E acetato nel liquido di lavaggio broncoalveolare associato a EVALI

Non sono stati stabiliti gli agenti causali per l’attuale diffusione nazionale del danno polmonare associato all’uso delle sigarette elettroniche, o vaping ( EVALI ). Il rilevamento di sostanze toss …


 

Malattia polmonare correlata all’uso delle sigarette elettroniche in Illinois e Wisconsin

Le sigarette elettroniche sono dispositivi a batteria che riscaldano un liquido e forniscono all’utilizzatore un prodotto aerosol. Sono state riportate malattie polmonari correlate all’uso di sigare …


 

Asma, BPCO associato ad un aumentato rischio di artrite reumatoide nelle donne

L’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) sono entrambe associate a un aumentato rischio di artrite reumatoide, indipendentemente dal fumo e da altre variabili. Gli anticorpi specif …


 

Presentazione clinica, trattamento ed esiti a breve termine delle lesioni polmonari associate a sigarette elettroniche

Un aumento in corso di lesioni polmonari associate a sigarette elettroniche ( note anche come E-VALI o VALI ) è iniziato nel marzo 2019, negli Stati Uniti. La causa, la diagnosi, il trattamento e il …


 

Effetti della pressione positiva continua delle vie aeree a lungo termine sulla variazione di peso nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno in comorbilità e malattia cardiovascolare

Sebbene prove recenti suggeriscano che il trattamento dell’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) possa causare aumento di peso, gli effetti a lungo termine della pressione positiva continua delle vie aer …


 

Terapia litica per emotorace traumatico trattenuto

La terapia litica intrapleurica rappresenta una importante modalità di trattamento per molti disturbi pleurici, tra cui l’emotorace e l’empiema. L’emotorace traumatico ritenuto è un sottoinsieme com …


 

Apnea ostruttiva del sonno, breve durata del sonno e interazioni con sonnolenza e fattori di rischio cardiometabolico negli adulti: studio ELSA-Brasil

L’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) e la breve durata del sonno ( SSD ) sono frequentemente associati a sintomi diurni e a sregolazione cardiometabolica. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli s …


 

Effetto della Morfina in acuto sull’apnea ostruttiva del sonno

Le linee guida di anestesiologia suggeriscono che gli oppioidi peggiorino l’apnea ostruttiva del sonno ( OSA ) nonostante non vi sia alcuna prova randomizzata controllata. È stato quindi condotto un …


 

Aspergillus e progressione della malattia polmonare nei bambini con fibrosi cistica

L’impatto dell’Aspergillus sulla malattia polmonare nei bambini piccoli con fibrosi cistica è incerto. Si è determinato se le colture respiratorie positive delle specie di Aspergillus siano associat …

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Dati promettenti nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica: un nuovo inibitore della fosfodiesterasi 4B riduce il declino della funzione polmonare

Boehringer

Novità nella terapia della fibrosi polmonare idiopatica

Nuovi dati di fase 2 riguardo a BI 1015550, un nuovo inibitore sperimentale della fosfodiesterasi 4B ( PDE4B ) orale, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine ( NEJM ).

I dati a 12 settimane hanno mostrato una riduzione significativa del tasso di declino della funzione polmonare nei pazienti con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica ( IPF ) che hanno ricevuto BI 1015550, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo ( entrambi con o senza antifibrotici approvati di base ).

La fibrosi polmonare idiopatica è uno dei tipi più comuni di malattie polmonari interstiziali fibrosanti progressive.

Colpisce circa 3 milioni di persone a livello globale, in genere le persone di età superiore ai 50 anni, ed è nota colpire più uomini che donne.

I sintomi della fibrosi polmonare idiopatica possono includere affanno durante l’attività, tosse secca e persistente, fastidio al torace, affaticamento e debolezza.

Lo studio ha anche raggiunto il suo endpoint secondario, dimostrando che BI 1015550 ha mostrato sicurezza e tollerabilità accettabili nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica dopo 12 settimane.

Nel febbraio 2022, il trattamento con BI 1015550 ha ottenuto la designazione di terapia innovativa dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense.

” Questi dati incoraggianti e iniziali hanno mostrato che il trattamento con BI 1015550 ha rallentato il tasso di declino della funzione polmonare nei pazienti che non erano in trattamento con antifibrotici approvati, nonché in quelli che stavano assumendo una terapia antifibrotica esistente “, ha affermato Luca Richeldi, professore di medicina respiratoria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e principale sperimentatore dello studio.

Fonte: Boehringer Ingelheim

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Policlinico Gemelli di Roma: I vaccini anti-Covid a RNA messaggero potrebbero scatenare la fibrosi polmonare idiopatica

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Vaccini anti-COVID a RNA messaggero & Fibrosi polmonare idiopatica

I vaccini anti-COVID potrebbero scatenare una riacutizzazione in una minoranza di pazienti con fibrosi polmonare idiopatica. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine da Luca Richeldi, direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma ed ex componente del Cts, il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, insieme a Giacomo Sgalla.
La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia rara dalla prognosi impegnativa. Si stima che a essere affette da questa condizione in Italia possano essere circa 30-50.000 persone. ( CONTINUA SU XAGENASALUTE.IT )

 

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Aggiornamento in Pneumologia: Asma grave

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Asma grave: Tezepelumab riduce le riacutizzazioni

Nuove analisi dello studio di fase 2b PATHWAY hanno dimostrato che il trattamento con Tezepelumab ha ridotto le esacerbazioni e l’infiammazione dell’asma in un’ampia popolazione di pazienti con asma grave e non-controllata.
PATHWAY è uno studio di fase 2, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, multicentrico, che ha arruolato adulti con asma grave e non-controllata, nonostante il trattamento con beta-agonista a lunga durata d’azione ( LABA ) e dosi medio-alte di glucocorticoidi per via inalatoria.
I pazienti sono stati assegnati in modo random a 70 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 138 ), 210 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 137 ), 280 mg di Tezepelumab ogni 2 settimane ( n = 137 ) oppure a placebo ogni 2 settimane ( n = 138 ).
I risultati dello studio principale hanno mostrato che Tezepelumab è in grado di ridurre le riacutizzazioni dell’asma clinicamente significative rispetto al placebo, indipendentemente dalla conta degli eosinofili nel sangue.
In una nuova analisi post hoc di Tezepelumab, i ricercatori hanno valutato i tassi di esacerbazione dell’asma annualizzati in base ai livelli plasmatici basali di interleuchina 5 ( IL-5 ) e IL-13 e hanno valutato l’associazione con i biomarcatori convenzionali di tipo 2. ……

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Aggiornamento in Pneumologia: Terapia della forma grave di asma

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Asma in forma grave: Tezepelumab riduce le riacutizzazioni in un’ampia popolazione di pazienti 

Nuove analisi dello studio di fase 2b PATHWAY hanno dimostrato che il trattamento con Tezepelumab ha ridotto le esacerbazioni e l’infiammazione dell’asma in un’ampia popolazione di pazienti con asma grave e non-controllata.
PATHWAY è uno studio di fase 2, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, multicentrico, che ha arruolato adulti con asma grave e non-controllata, nonostante il trattamento con beta-agonista a lunga durata d’azione ( LABA ) e dosi medio-alte di glucocorticoidi per via inalatoria.
I pazienti sono stati assegnati in modo random a 70 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 138 ), 210 mg di Tezepelumab ogni 4 settimane ( n = 137 ), 280 mg di Tezepelumab ogni 2 settimane ( n = 137 ) oppure a placebo ogni 2 settimane ( n = 138 ).
I risultati dello studio principale hanno mostrato che Tezepelumab è in grado di ridurre le riacutizzazioni dell’asma clinicamente significative rispetto al placebo, indipendentemente dalla conta degli eosinofili nel sangue.
In una nuova analisi post hoc di Tezepelumab, i ricercatori hanno valutato i tassi di esacerbazione dell’asma annualizzati in base ai livelli plasmatici basali di interleuchina 5 ( IL-5 ) e IL-13 e hanno valutato l’associazione con i biomarcatori convenzionali di tipo 2. …..

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La variante Omicron appare meno letale della Delta ma potrebbe mettere in difficoltà il Sistema sanitario nazionale

Richeldi

Per Luca Richeldi, direttore di Pneumologia del Policlinico Universitario A.Gemelli di Roma “ Omicron è una variante che è stata identificata tre settimane fa dall’altra parte del mondo. Non possiamo sapere come si sta comportando e si comporterà. In Sudafrica hanno meno del 5% di popolazione sopra i 65 anni, da noi sono più del 25%. Pertanto, le notizie che riguardano gli scenari sudafricani sono scarsamente adattabili a quello che potrebbe succedere da noi. Le notizie che giungono sono relativamente confortanti, indicano che è più trasmissibile ma meno letale, o comunque non più letale della variante Delta. Comunque da tenere in considerazione, perché un incremento straordinario dei casi metterebbe sotto pressione gli ospedali. Uno studio dell’università di Hong Kong che è sotto revisione pare dimostrare che questa variante sia più penetrante sulle vie aree superiori e questo spiega perché ci sono più contagi ma meno polmoniti ”.

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=2XsqduIvCc8

 

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La Vitamina E è associata a danno polmonare da uso delle sigarette elettroniche o vaping

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Vitamina E acetato nel liquido di lavaggio broncoalveolare associato a EVALI

Non sono stati stabiliti gli agenti causali per l’attuale diffusione nazionale del danno polmonare associato all’uso delle sigarette elettroniche, o vaping ( EVALI ).
Il rilevamento di sostanze tossiche nel liquido di lavaggio broncoalveolare ( BAL ) da pazienti con danno EVALI può fornire informazioni dirette sull’esposizione all’interno del polmone.
I liquidi di lavaggio broncoalveolare sono stati raccolti da 51 pazienti con danno polmonare EVALI in 16 Stati e da 99 partecipanti sani che facevano parte di uno studio in corso sul fumo che ha coinvolto non-fumatori, utilizzatori esclusivamente di sigarette elettroniche o prodotti per lo svapo e fumatori esclusivamente di sigarette avviato nel 2015.

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Aggiornamenti in Pneumologia by Xagena.it: Polmonite & Linfopenia, un predittore indipendente di mortalità

Uno studio di coorte retrospettivo ha evidenziato che i pazienti in cura primaria con un basso numero di linfociti anni prima di sviluppare la polmonite presentano un più elevato rischio di mortalità.

Molti studi hanno dimostrato che la linfopenia durante o all’inizio dell’infezione è associata a risultati sfavorevoli.
L’esplorazione dei meccanismi e delle implicazioni terapeutiche di questo fenomeno è stata oggetto di recenti revisioni e rimane in gran parte inspiegabile.

E’ stata esaminata la relazione tra mortalità e conta linfocitaria in una coorte di 40.909 pazienti di assistenza primaria nel Regno Unito a cui era stata diagnosticata la polmonite.
Nell’intera coorte, 35.690 pazienti non erano mai stati sottoposti a un test sui linfociti.

I partecipanti allo studio senza esami del sangue erano, generalmente, leggermente più anziani rispetto agli altri partecipanti, ma con più bassi tassi di comorbidità.
Sorprendentemente, i pazienti che non avevano mai avuto un esame dei linfociti avevano una mortalità significativa a 1 anno del 52.1%, suggerendo che il gruppo testato era significativamente diverso da quello non-testato.

I ricercatori hanno utilizzato un approccio time-to-event per analizzare i dati.

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