SudAfrica: la variante Omicron è associata a sintomi estremamente lievi

Omicron.3

La variante Omicron può bucare la protezione dei vaccini di prima generazione ?

Si cerca di capire se le 32 mutazioni della proteina Spike possano eventualmente “bucare” la protezione dei vaccini attualmente utilizzati ed emergono nuovi particolari sui sintomi causati dalla nuova variante sudafricana. Sintomi che, secondo la dottoressa Angelique Coetzee, che ha scoperto la variante Omicron in Sudafrica sono “estremamente lievi”, per questo aggiunge in un’intervista alla Bbc non bisogna farsi “inutilmente prendere dal panico”. La dottoressa, che è anche presidente della Associazione medica sudafricana, ha dichiarato di aver osservato per la prima volta la variante in un uomo sulla trentina che accusava stanchezza e un lieve mal di testa, ma nessuno dei soliti sintomi del coronavirus.

Sintomi variante sudafricana

I sintomi della nuova variante Omicron sono stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. ” Finora – aggiunge Coetzee – nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi. I pazienti infettati ” stanno molto bene, e a breve li ritesteremo. Nessuno ha presentato problemi degni di nota. E siamo arrivati al dodicesimo giorno dalla scoperta. Si sono ripresi tutti velocemente, in 2-5 giorni. Sicuramente vedremo altri casi con questa variante – aggiunge la dottoressa sudafricana – ma non sono davvero malati. Avrei capito la chiusura e la paura se avessimo assistito all’esplosione di effetti gravi. Ma non li abbiamo visti. Nessuno di loro è stato mai ricoverato “. ( Fonte: Il Giorno )

CNBC – I sintomi del Covid legati alla nuova variante Omicron sono stati descritti come estremamente lievi dal medico sudafricano che per primo ha lanciato l’allarme sul nuovo ceppo

La dottoressa Angelique Coetzee ha dichiarato che i pazienti visti finora hanno avuto “sintomi estremamente lievi”.

L’OMS ha affermato che ci vorranno settimane per capire come la variante possa influenzare la diagnostica, le terapie e i vaccini.

La dottoressa Angelique Coetzee, presidente della South African Medical Association, ha comunicato di aver visto i primi pazienti con variante Omicron intorno al 18 novembre.

Questi pazienti presentavano “sintomi insoliti” che differivano leggermente da quelli associati alla variante Delta, che è il ceppo virale più virulento fino ad oggi e dominante a livello globale.

“Tutto è iniziato con un paziente di sesso maschile di circa 33 anni … e mi ha detto che era solo estremamente stanco negli ultimi giorni e presentava dolori muscolari e un po’ di mal di testa”, ha dichiarato la dottoressa Angelique Coetzee.

Il paziente non ha manifestato tosse o perdita del gusto o dell’olfatto, sintomi che sono associati a precedenti ceppi del coronavirus.

Coetzee ha detto di aver testato il paziente per il COVID, ed è risultato positivo, così come la sua famiglia, e poi ha detto di aver visto più pazienti quel giorno che presentavano lo stesso tipo di sintomi che differivano dalla variante Delta.

Ciò l’ha spinta a dare l’allarme al Comitato consultivo sui vaccini del SudAfrica, di cui è membro.

“Quello che stiamo vedendo clinicamente in SudAfrica è estremamente mite, per noi questi sono casi lievi. Non abbiamo ricoverato nessuno”.

L’OMS ha affermato che ci vorranno settimane per capire come la variante possa influenzare la diagnostica, le terapie e i vaccini.

Le osservazioni iniziali di Coetzee si basano solo su un numero molto ridotto di casi e gli Esperti sono preoccupati per l’elevato numero di mutazioni di Omicron.

Prove preliminari hanno indicato che il ceppo ha un aumentato rischio di reinfezione, secondo l’OMS.

Dai primi dati è emerso che la variante si sta diffondendo in SudAfrica più rapidamente rispetto ai ceppi precedenti e che la variante, conosciuta formalmente come B.1.1.529, potrebbe iniziare a innescare una nuova ondata di infezioni, secondo l’analisi del Financial Times. ( Fonte: CNBC )

Gran Bretagna – La strategia di Boris Johnson: lasciar correre il virus durante i mesi caldi per arrivare all’inverno con un buon livello di immunità di gregge

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La strategia inglese dell’immunità naturale durante l’estate appare vincente

Le immagini degli scontri nelle capitali europee campeggiavano sulle prime pagine dei giornali inglesi: Londra guarda con incredulità e stupore all’Europa che si dibatte nelle spire del COVID, tra contagi che salgono alle stelle, restrizioni a raffica e battaglie nelle strade. E soprattutto si chiede: abbiamo avuto ragione noi fin dall’inizio ?

Il ministro della Salute, Sajid Javid, ha sottolineato come il Governo britannico abbia « preso una decisione difficile all’inizio dell’estate », ossia ABBANDONARE OGNI RESTRIZIONE, « mentre altri Paesi non hanno seguito la nostra linea ».

Ed è questa scelta, che a suo tempo qualcuno aveva bollato come criminale, che ha fatto la differenza, stando anche agli scienziati. « Una delle cose interessanti – ha osservato sir John Bell, professore di medicina a Oxford – è che potrebbe ben essere che il ritardo nel lockdown e il vasto livello di circolazione della malattia ci abbia fornito una protezione a lungo termine ».

In altre parole, l’alto numero di casi ha dato un vantaggio ai britannici rispetto agli europei: Grazie all’esposizione al virus molte persone hanno avuto una infezione naturale. QUESTA ERA LA STRATEGIA NASCOSTA DEL GOVERNO DI BORIS JOHNSON: LASCIAR CORRERE IL VIRUS DURANTE I MESI CALDI PER ARRIVARE ALL’INVERNO CON UN BUON LIVELLO DI IMMUNITÀ DI GREGGE.

L’opinione pubblica inglese ha accettato l’idea che si debba convivere con il virus che causa il COVID e che un certo numero di decessi è inevitabile, come con qualsiasi altra malattia. E questo nonostante il fatto che i contagi siano oltre 40.000 al giorno e i morti quotidiani oltre cento: numeri che in Europa sarebbero sufficienti a scatenare il panico, ma che a Londra sono considerati un punto di equilibrio sostenibile, soprattutto dal punto di vista del Sistema sanitario. ( Tratto da Corriere della Sera )

LINK: https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/mentre-rsquo-europa-si-prepara-nuovi-lockdown-gran-bretagna-sono-290410.htm

CDC: negli USA i casi di COVID stanno calando, ma il virus non è stato sconfitto, e con l’arrivo dell’inverno la pandemia potrebbe riaccendersi

CDC Walensky

USA TODAY: GLI STATI UNITI AFFRONTERANNO UN ALTRO BRUTTO INVERNO A CAUSA DEL COVID-19 ? SECONDO ROCHELLE WALENSKY, DIRETTORE DEL CDC I CASI STANNO CALANDO, MA IL VIRUS NON È SCONFITTO

I tassi di COVID-19 stanno scendendo di nuovo dopo un’ondata terribile quasi quanto quella dello scorso inverno. Speriamo di aver superato il peggio della pandemia. Ma gli Esperti avvertono che se iniziamo a comportarci come se il COVID-19 fosse finito, sicuramente non saremo al sicuro.

Rochelle Walensky, direttore del CDC: “Il comportamento ha un impatto importante su ciò che accade con il virus e se le persone smettono di prendere precauzioni, iniziano a radunarsi in gran numero e non ricevono vaccini o richiami, un’altra ondata potrebbe colpire nel corso dell’inverno”.

Il virus che causa il COVID-19 prospera con l’aria fresca / fredda e secca. E quando le persone si riuniscono in luoghi chiusi, in particolare senza mascherina, è più probabile che trasmettano l’infezione virale.
Inoltre, i viaggi e i grandi raduni fungono da terreno fertile per i virus.

Per molte persone, vaccinate o infettate mesi fa, la protezione contro il virus che causa il COVID-19 potrebbe essere in calo.

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COVID: i dubbi sulla vigile attesa e Paracetamolo – La terapia antinfiammatoria precoce riduce in modo significativo l’ospedalizzazione

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COVID: la terapia precoce a domicilio può ridurre l’ospedalizzazione – Queste le conclusioni dello studio del Mario Negri, confermate da un altro studio su The Lancet

E’ stato pubblicato su EClinicalMedicine ( The Lancet ) un semplice algoritmo per il trattamento domiciliare dei pazienti COVID-19 in grado di prevenire il ricovero in ospedale.

Lo studio è stato disegnato dall’Istituto Mario Negri.

Nei primi 2-3 giorni il virus SARS-CoV-2 è in fase di incubazione e la persona non presenta ancora sintomi. Nei 4-7 giorni successivi, la carica virale aumenta facendo comparire i primi sintomi. Intervenire in questa fase, iniziando a curarsi a casa e trattando il COVID-19 come per qualsiasi altra infezione respiratoria, ancora prima che sia disponibile l’esito del tampone, potrebbe aiutare ad accelerare il recupero e a ridurre il ricorso al ricovero ospedaliero.

Gli antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) sono i farmaci più indicati nelle prime fasi della malattia.

Lo studio del Mario Negri ha coinvolto 90 pazienti con forma lieve di COVID-19, che sono stati trattati a casa dai propri medici di famiglia secondo il protocollo proposto.

Questo intervento si è tradotto in una diminuzione da 13 a 2 pazienti della necessità di ospedalizzazione e una riduzione di oltre il 90% del numero complessivo di giorni di ricovero e dei relativi costi di trattamento, rispetto a un gruppo di pazienti con le stesse caratteristiche, ma che avevano ricevuto altri regimi terapeutici.

Il limite dello studio è nel disegno retrospettivo; tuttavia, le conclusioni dello studio del Mario Negri sono state confermate da un articolo apparso su The Lancet di ricercatori inglesi e australiani, che ha adottato un approccio precoce basato su un preparato anti-asma, la Budesonide, contenente una piccola quantità di Cortisone, da somministrare per via inalatoria nelle primissime fasi della malattia. ( Fonte: Istituto Mario Negri )

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Mantenimento di una robusta immunità dei linfociti T specifici per SARS-CoV-2 a 6 mesi dopo l’infezione primaria

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Israele potenzia il sistema sanitario in attesa della quarta ondata: garantiti 2400 posti letto in Terapia Intensiva

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THE JERUSALEM POST: ISRAELE SI STA PREPARANDO ALLA QUARTA ONDATA. GREEN PASS ED ALTRE RESTRIZIONI NON IN GRADO DI FERMARE LA DIFFUSIONE DELLA VARIANTE DELTA. POTENZIATO IL SISTEMA SANITARIO CHE SARÀ N GRADO DI GESTIRE 2400 PAZIENTI GRAVI

Il Primo Ministro del Governo israeliano, Bennett, ha annunciato un piano per investire 2.5 miliardi di NIS ( nuovo shekel israeliano ) nel sistema sanitario. Si ritiene che il Green Pass e altre restrizioni simili non siano in grado di fermare efficacemente la diffusione della variante Delta.

” Ci stiamo preparando per un aumento significativo del numero di pazienti gravi “, ha detto Bennett in una conferenza stampa. ” Il nostro obiettivo è raddoppiare la capacità del Sistema sanitario”.

I soldi saranno utilizzati per finanziare 770 nuovi posti letto ospedalieri, 800 nuove posizioni ( medici, infermieri e personale paramedico ) e 3.000 studenti che saranno formati nel campo sanitario.
Inoltre, gli ospedali geriatrici riceveranno 1.000 nuovi posti letto e 600 posti in più.
Infine, altri 1.400 posti letto verranno aggiunti alla rete di ospedalizzazione domiciliare in collaborazione con le HMO e con il supporto dell’IDF ( Esercito ).
Con questi cambiamenti, si prevede che il sistema sanitario israeliano sarà in grado di gestire 2.400 pazienti gravi, il doppio del numero più alto gestito dagli ospedali durante la terza ondata.

PFIZER HA ANTICIPATO DI 1 MESE LE CONSEGNE DEI VACCINI. CONTINUA INCESSANTE LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERZA DOSE ( LE DUE DOSI CANONICHE NON SONO RITENUTE SUFFICIENTI )

Più di 650.000 cittadini di età superiore ai 60 anni o immunodepressi hanno ricevuto una terza iniezione del vaccino.

400 CASI GRAVI RICOVERATI NEGLI OSPEDALI ISRAELIANI

Il Ministero della Salute ha riferito che 694 persone erano in cura negli ospedali israeliani per il virus, tra cui 400 in condizioni gravi, con il 64% di quei pazienti definiti come casi gravi completamente vaccinati, rispetto al 32% che non lo era. Un altro 2% era in procinto di essere vaccinato e il 2% ha riguardato pazienti guariti dal COVID.

Fonte: The Jerusalem Post; LINK: https://lnkd.in/ddnPs9Zc


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Israele: sono ripresi i contagi e i ricoveri nonostante l’ampia campagna vaccinale

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LE INFEZIONI DA COVID IN ISRAELE CONTINUANO A CRESCERE, QUASI 4000 CONTAGI IN UN GIORNO FORTI RESTRIZIONI A PARTIRE DALLA PROSSIMA SETTIMANA – ISRAELE E’ UNO DEI PAESI CON PIU’ ALTA POPOLAZIONE VACCINATA ED E’ IN CORSO LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERZA DOSE

L’EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE IN ISRAELE DOVREBBE FAR RIFLETTERE

Il ministero della Salute ha segnalato 3.843 nuovi casi di coronavirus giovedì 5 agosto 2021.

I casi gravi sono stati 253. Di questi, 65 persone erano in condizioni critiche, con 52 sui ventilatori. In totale, 477 sono stati ricoverati in ospedale per complicazioni da COVID-19.

Su una popolazione di circa 9,3 milioni, oltre 5,8 milioni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, quasi 5,4 milioni ne hanno ricevute due e poco meno di 350.000 hanno ricevuto una vaccinazione di richiamo ( terza dose ).

Giovedì, il Governo israeliano ha approvato un significativo aumento delle restrizioni agli incontri nell’ambito del sistema Green Pass, nonostante i dubbi sulla decisione di esentare i luoghi di culto.

Inoltre, è stato deciso che le maschere devono essere utilizzate anche all’aperto per assembramenti di 100 persone o più; il lavoro in ufficio per i dipendenti pubblici deve essere ridimensionato al 50%, con il settore privato incoraggiato a consentire ai dipendenti di lavorare da casa.

Le nuove restrizioni sono un tentativo di rallentare la nuova epidemia di COVID-19, che è stata attribuita alla variante Delta. ( Fonte: The Times of Israel; LINK: https://lnkd.in/dEqDdayG )


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