COVID – Walter Ricciardi: No a riaperture frettolose, sì alla quarta dose

Ricciardi Walter

« Né pessimista, né allarmista. Semplicemente realista », si definisce Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, in una intervista concessa al Corriere della Sera.

In una fase di netto calo dell’epidemia, con tutti i parametri in discesa, Ricciardi “continua a soffiare sulla cenere preannunciando una nuova ondata autunnale. La pandemia è ancora presente nel mondo.

In molti Paesi c’è la tentazione di accelerare con aperture indiscriminate. La stanchezza di vivere da due anni sotto scacco non dovrebbe indurre a assumere decisioni che potrebbero far risalire la curva per il terzo anno.

Il governo italiano ha mantenuto un atteggiamento responsabile. Il processo di allentamento va avanti tranne che nei luoghi critici come quelli del lavoro. Giusto essere meno restrittivi all’aperto, se bar e ristoranti hanno tavoli distanziati si può rinunciare alla certificazione verde. Al chiuso, non se ne parla. Mascherina e green pass necessari “.

Che cosa prevede per l’autunno ?

«Affrontiamolo in sicurezza. Come ? Rivaccinare le persone fragili e gli operatori sanitari con la quarta dose. Prepariamoci a una nuova stagione, non necessariamente drammatica, caratterizzata dal ritorno dei virus respiratori fra i quali il SARS-CoV-2. I vaccini hanno un’efficacia straordinaria ma dopo un certo numero di mesi dall’ultima dose l’immunità perde vigore e bisogna rinforzarla. Ricordiamo che chi ha ricevuto il richiamo a ottobre, potrebbe essere presto vulnerabile ».

Perché allora definire straordinari questi vaccini se occorre ripeterli così spesso ?

«Non è uno schema atipico, succede anche per altri vaccini che dopo un po’ debbano essere richiamati. Gli anti Covid sono molto sicuri, molto efficaci e poco duraturi».

Le vaccinazioni sui bambini 5-11 anni non vanno avanti. Come mai ?

« Manca la percezione che il Covid può essere grave anche nei bambini. A questo si aggiunge l’errata sensazione da parte delle famiglie che il peggio sia passato e allora tanto vale soprassedere. Se la somministrazione delle dosi fosse organizzata nelle scuole, per genitori e figli, come è stato fatto in Puglia con ottimi risultati, credo che anche i riluttanti si convincerebbero di fronte al vantaggio di non dover passare attraverso hub e studi pediatrici».

Sarà Omicron la protagonista del prossimo autunno ?

«Credo di sì. Sta emergendo una diversa versione di Omicron non ancora classificata come materia di preoccupazione da parte degli organismi internazionali. Parliamo sempre di un ceppo sì molto contagioso, ma poco patogeno».

https://www.corriere.it/cronache/22_febbraio_18/covid-ricciardi-no-riaperture-frettolose-si-quarta-dose-0217af58-90e7-11ec-9e8a-badec6e7adb8.shtml

 

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L’impiego ampio di farmaci antivirali anti-COVID, come Molnupiravir, potrebbe non essere la scelta giusta nella lotta al COVID

 

Molnupiravir.2

Gli effetti mutageni degli antivirali anti-COVID sul virus potrebbero dar vita a varianti di SARS-CoV-2 ancora più pericolose ?

Secondo William A. Haseltine, uno scienziato che ha lavorato presso la Harvard Medical School a Boston negli Stati Uniti, pioniere nella ricerca sul cancro e sulla infezione da HIV, ha avvisato che l’approvazione degli antivirali anti-COVID, come Molnupiravir ( Lagevrio ), non tiene conto del rischio che questo farmaco potrebbe rappresentare per il mondo. Il monitoraggio rapido per l’uso senza ulteriori dati potrebbe potenziare la capacità di SARS-CoV-2 di mutare e creare nuove varianti.

Nell’articolo, Haseltine ha dichiarato: “ A ottobre 2021 Merck & Co aveva annunciato che in uno studio clinico globale, il Molnupiravir ha ridotto i ricoveri e i decessi nei pazienti Covid-19 di quasi il 30%. Il farmaco, somministrato due volte al giorno per cinque giorni, da allora è stato acquistato alla rinfusa dai Governi di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti.

Ma manca, dalle dichiarazioni ufficiali rilasciate dalle autorità di regolamentazione e dalle aziende farmaceutiche del Regno Unito, qualsiasi menzione dei potenziali effetti mutageni di Molnupiravir sul virus stesso.

Secondo Haseltine, la domanda non è solo se la mutagenesi sia pericolosa per coloro che ingeriscono la pillola. È un pericolo per l’intera popolazione mondiale e un evidente punto cieco per i Comitati di revisione coinvolti.

Molnupiravir agisce inducendo il virus a utilizzare il farmaco per la replicazione, quindi inserendo errori nel codice genetico del virus una volta che la replicazione è in corso. Quando si verificano abbastanza errori di copia, il virus viene sostanzialmente eliminato, incapace di replicarsi ulteriormente. Se la pillola viene somministrata a milioni di persone, cosa che probabilmente accadrà potrebbe introdurre mutazioni nel virus stesso abbastanza significative da cambiare il funzionamento del virus, ma non così potenti da fermarlo dal replicarsi e diventare la successiva variante dominante.

Per Halsetine, il Molnupiravir per l’uso di massa senza raccogliere ulteriori dati sul suo potenziale mutageno per il virus è un grave errore che potrebbe portare all’emergere di varianti sovralimentate più pericolose e pericolose per la vita di quelle a cui abbiamo assistito finora.

Le Società che producono gli antivirali anti-COVID devono fornire dati sugli effetti della mutagenesi a dosi non-ottimali nei modelli di primati e roditori. Come minimo, il virus dovrebbe essere accuratamente esaminato e caratterizzato nei pazienti affetti da COVID che ricevono il trattamento per confrontare il tasso di mutazione con i pazienti che non vengono trattati.

Ci sono alternative valide agli antivirali nel trattamento dei sintomi precoci di COVID, in particolare gli anticorpi monoclonali, alcuni dei quali possono essere somministrati con semplici iniezioni sottocutanee.

In conclusione: “ Se dovessimo escogitare un metodo per creare virus più trasmissibili e virulenti, la somministrazione massiccia di antivirali è uno dei modi migliori che posso immaginare per farlo. Questa è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno ”.

Fonte: Forbes – LINK: https://www.forbes.com/sites/williamhaseltine/2021/11/01/supercharging-new-viral-variants-the-dangers-of-molnupiravir-part-1/?sh=78dc0aa86b15

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Aggiornamento in Ematologia: Trombocitopenia immunitaria & Vaccinazione anti-COVID

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Aggiornamento in Medicina

Quanto è sicura la vaccinazione contro SARS-CoV-2 per i pazienti con trombocitopenia immunitaria de novo e preesistente ?

Uno studio ha descritto gli effetti della vaccinazione contro SARS-CoV-2 sulla conta piastrinica dei pazienti con trombocitopenia immunitaria ( ITP ) de novo e preesistente, compresi gli esiti dello sviluppo o dell’esacerbazione della trombocitopenia immunitaria secondaria alla somministrazione di vaccini a RNA messaggero ( mRNA ).
I risultati supportano la sicurezza dei vaccini contro SARS-CoV-2 per i pazienti con trombocitopenia immunitaria de novo e preesistente, poiché l’incidenza di grave trombocitopenia e sanguinamento è bassa, e i pazienti possono essere gestiti con approcci terapeutici standard e, occasionalmente, intensificati.
Per identificare i potenziali casi di trombocitopenia immunitaria de novo dopo la vaccinazione contro SARS-CoV-2, i ricercatori hanno preso in esame i dati del sistema VAERS ( Vaccine Adverse Event Reporting System ), un programma di vaccinosorveglianza negli USA co-sponsorizzato da CDC e FDA.
Inoltre, i ricercatori hanno anche ottenuto dati anonimi sui pazienti …..

CONTINUA SU EMATOLOGIA.NET – LINK: https://www.ematologia.net/articolo/quanto-sicura-la-vaccinazione-contro-sars-cov-2-per-i-pazienti-con-trombocitopenia-immunitaria-de-novo-e-preesistente

 

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Variante Omicron, i dati non ci sono e nessuno sa quanto durerà l’effetto protettivo della terza dose

Sahin Ugur

Variante Omicron: non si conosce la durata della protezione offerta dalla terza dose. Anche i vaccinati si infettano, a dirlo Ugur Sahin, co-fondatore di BioNTech, la società che ha sviluppato il vaccino Pfizer. 

Dati di laboratorio in Germania riferiscono di un calo molto rapido dell’efficacia del vaccino, anche dopo tre dosi. A 3 mesi, l’efficacia scenderebbe al 25%.

In Italia 4.684 operatori sanitari infettati negli ultimi 30 giorni

 

In soli 7 giorni, la variante Omicron di SARS-CoV-2 è diventata dominante negli Stati Uniti, e si appresta a fare lo stesso anche in Europa.

Il cofondatore di Biontech Ugur Sahin, che ha sviluppato il vaccino Comirnaty, commercializzato da Pfizer, in una intervista al giornale francese Le Monde ha parlato dell’efficacia dei vaccini contro la variante Omicron.

” I dati reali provenienti da Regno Unito e Sudafrica forniscono informazioni rassicuranti, ma dobbiamo essere consapevoli che anche le persone vaccinate con tre dosi possono trasmettere la malattia. Dati preliminari che arrivano dal Regno Unito hanno indicato una efficacia di circa il 70% dopo la terza dose e di circa il 20-40% dopo la seconda dose”, ha spiegato Sahin.

In Italia l’Iss ( Istituto Superiore di Sanità ) non ha ancora fornito dettagli dei contagi. E non è noto quanti, tra i professionisti della salute da poco sottoposti a obbligo della terza dose, si siano infettati anche dopo la somministrazione del booster.

Negli ultimi 30 giorni, gli operatori sanitari che hanno contratto il virus sono stati 4.684.

Difficile per ora stabilire quanto potrà durare la protezione della terza dose. Secondo Ugur Sahin, “ci sarà una perdita di efficacia del vaccino contro Omicron nel tempo “.

L’Oms ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) ha dichiarato: “ la variante Omicron può infettare o reinfettare anche vaccinati e guariti “.

Fonte: Le Monde [ LINK: https://www.lemonde.fr/planete/article/2021/12/20/ugur-sahin-pdg-de-biontech-meme-les-triple-vaccines-sont-susceptibles-de-transmettre-omicron_6106748_3244.html ]

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I FANS non peggiorano il COVID-19 nei pazienti ospedalizzati.

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SudAfrica: la variante Omicron è associata a sintomi estremamente lievi

Omicron.3

La variante Omicron può bucare la protezione dei vaccini di prima generazione ?

Si cerca di capire se le 32 mutazioni della proteina Spike possano eventualmente “bucare” la protezione dei vaccini attualmente utilizzati ed emergono nuovi particolari sui sintomi causati dalla nuova variante sudafricana. Sintomi che, secondo la dottoressa Angelique Coetzee, che ha scoperto la variante Omicron in Sudafrica sono “estremamente lievi”, per questo aggiunge in un’intervista alla Bbc non bisogna farsi “inutilmente prendere dal panico”. La dottoressa, che è anche presidente della Associazione medica sudafricana, ha dichiarato di aver osservato per la prima volta la variante in un uomo sulla trentina che accusava stanchezza e un lieve mal di testa, ma nessuno dei soliti sintomi del coronavirus.

Sintomi variante sudafricana

I sintomi della nuova variante Omicron sono stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. ” Finora – aggiunge Coetzee – nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi. I pazienti infettati ” stanno molto bene, e a breve li ritesteremo. Nessuno ha presentato problemi degni di nota. E siamo arrivati al dodicesimo giorno dalla scoperta. Si sono ripresi tutti velocemente, in 2-5 giorni. Sicuramente vedremo altri casi con questa variante – aggiunge la dottoressa sudafricana – ma non sono davvero malati. Avrei capito la chiusura e la paura se avessimo assistito all’esplosione di effetti gravi. Ma non li abbiamo visti. Nessuno di loro è stato mai ricoverato “. ( Fonte: Il Giorno )

CNBC – I sintomi del Covid legati alla nuova variante Omicron sono stati descritti come estremamente lievi dal medico sudafricano che per primo ha lanciato l’allarme sul nuovo ceppo

La dottoressa Angelique Coetzee ha dichiarato che i pazienti visti finora hanno avuto “sintomi estremamente lievi”.

L’OMS ha affermato che ci vorranno settimane per capire come la variante possa influenzare la diagnostica, le terapie e i vaccini.

La dottoressa Angelique Coetzee, presidente della South African Medical Association, ha comunicato di aver visto i primi pazienti con variante Omicron intorno al 18 novembre.

Questi pazienti presentavano “sintomi insoliti” che differivano leggermente da quelli associati alla variante Delta, che è il ceppo virale più virulento fino ad oggi e dominante a livello globale.

“Tutto è iniziato con un paziente di sesso maschile di circa 33 anni … e mi ha detto che era solo estremamente stanco negli ultimi giorni e presentava dolori muscolari e un po’ di mal di testa”, ha dichiarato la dottoressa Angelique Coetzee.

Il paziente non ha manifestato tosse o perdita del gusto o dell’olfatto, sintomi che sono associati a precedenti ceppi del coronavirus.

Coetzee ha detto di aver testato il paziente per il COVID, ed è risultato positivo, così come la sua famiglia, e poi ha detto di aver visto più pazienti quel giorno che presentavano lo stesso tipo di sintomi che differivano dalla variante Delta.

Ciò l’ha spinta a dare l’allarme al Comitato consultivo sui vaccini del SudAfrica, di cui è membro.

“Quello che stiamo vedendo clinicamente in SudAfrica è estremamente mite, per noi questi sono casi lievi. Non abbiamo ricoverato nessuno”.

L’OMS ha affermato che ci vorranno settimane per capire come la variante possa influenzare la diagnostica, le terapie e i vaccini.

Le osservazioni iniziali di Coetzee si basano solo su un numero molto ridotto di casi e gli Esperti sono preoccupati per l’elevato numero di mutazioni di Omicron.

Prove preliminari hanno indicato che il ceppo ha un aumentato rischio di reinfezione, secondo l’OMS.

Dai primi dati è emerso che la variante si sta diffondendo in SudAfrica più rapidamente rispetto ai ceppi precedenti e che la variante, conosciuta formalmente come B.1.1.529, potrebbe iniziare a innescare una nuova ondata di infezioni, secondo l’analisi del Financial Times. ( Fonte: CNBC )

Svezia – Umea University: una ricerca su 1.7 milioni di persone ha mostrato una efficacia di pochi mesi con il vaccino AstraZeneca e il vaccino Pfizer

Vaccino COVID

SVEZIA – Efficacia dei vaccini COVID: nulla dopo 4 mesi con AstraZeneca, nulla dopo 7 mesi con Pfizer. Il vaccino Moderna è il più efficace ( 59% ) a 6 mesi. Il vaccino Moderna ha una quantità di mRNA più che tripla rispetto a Pfizer

Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Umea in Svezia ha valutato la durata di efficacia dei vaccini anti-COVID.

Nessuna protezione è misurabile dopo 7 mesi del vaccino Pfizer-BioNTech. Per il vaccino AstraZeneca non c’è efficacia residua dopo 4 mesi.

Per il vaccino Moderna la protezione dall’infezione è inferiore al 60% dopo 6 mesi.

La protezione contro gli esiti gravi è solo al 42% dopo 6 mesi. La protezione diminuisce più velocemente e drasticamente per gli uomini e gli anziani fragili.

L’efficacia dei vaccini contro il ricovero e la morte è stata mantenuta per 9 mesi, ma non negli uomini, negli anziani e negli individui con qualsiasi comorbidità.

Questi risultati sono a sostegno della somministrazione di un’ulteriore dose di richiamo sia prioritaria dove vi sia una popolazione ad alto rischio di malattie gravi e di morte.

La vaccinazione eterologa ( ad esempio: prima dose Astrazeneca, seconda dose vaccino a mRNA [ Pfizer o Moderna ] ) sembra dare migliori risultati rispetto alla vaccinazione omologa ( con lo stesso vaccino somministrato 2 volte ).

Fonte: Umea University, 2021

LINK: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3949410

COVID: i dubbi sulla vigile attesa e Paracetamolo – La terapia antinfiammatoria precoce riduce in modo significativo l’ospedalizzazione

Istituto_Mario_Negri

COVID: la terapia precoce a domicilio può ridurre l’ospedalizzazione – Queste le conclusioni dello studio del Mario Negri, confermate da un altro studio su The Lancet

E’ stato pubblicato su EClinicalMedicine ( The Lancet ) un semplice algoritmo per il trattamento domiciliare dei pazienti COVID-19 in grado di prevenire il ricovero in ospedale.

Lo studio è stato disegnato dall’Istituto Mario Negri.

Nei primi 2-3 giorni il virus SARS-CoV-2 è in fase di incubazione e la persona non presenta ancora sintomi. Nei 4-7 giorni successivi, la carica virale aumenta facendo comparire i primi sintomi. Intervenire in questa fase, iniziando a curarsi a casa e trattando il COVID-19 come per qualsiasi altra infezione respiratoria, ancora prima che sia disponibile l’esito del tampone, potrebbe aiutare ad accelerare il recupero e a ridurre il ricorso al ricovero ospedaliero.

Gli antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) sono i farmaci più indicati nelle prime fasi della malattia.

Lo studio del Mario Negri ha coinvolto 90 pazienti con forma lieve di COVID-19, che sono stati trattati a casa dai propri medici di famiglia secondo il protocollo proposto.

Questo intervento si è tradotto in una diminuzione da 13 a 2 pazienti della necessità di ospedalizzazione e una riduzione di oltre il 90% del numero complessivo di giorni di ricovero e dei relativi costi di trattamento, rispetto a un gruppo di pazienti con le stesse caratteristiche, ma che avevano ricevuto altri regimi terapeutici.

Il limite dello studio è nel disegno retrospettivo; tuttavia, le conclusioni dello studio del Mario Negri sono state confermate da un articolo apparso su The Lancet di ricercatori inglesi e australiani, che ha adottato un approccio precoce basato su un preparato anti-asma, la Budesonide, contenente una piccola quantità di Cortisone, da somministrare per via inalatoria nelle primissime fasi della malattia. ( Fonte: Istituto Mario Negri )

LINK: https://medicina.xagena.it/news/6ca372d29d2e321e25d0a7a6458d7995.html

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