Idea convulsa..

Maya in the studio yesterday.

Incredibile palpitante è la chiamata che ieri è venuta a cercare la melodia del vecchio risveglio che pulsava lì nelle profondità dell’anima tormentata. Non darmi il vento se non vuoi che io svuoti i ricordi, un paradiso di benedette regole di occasioni condivise e trovate. Sciolto in un muro di pirati era la gloria del mare imbottigliato, non disprezzare con ironia sarcastica le follie che ho rubato in questa terra. Ma che io amo fare. Se una nave da guerra essendo le pietre che hai rotto questa mattina, sarebbe certamente permettere loro di camminare su due gambe, mangiare con un cucchiaio, a condizione che tale negherà quel passato singolare di cui parlavi di me.
Immagina quanto sarebbe bello essere in grado di educare i ceci, che rumorosi pioverebbero sul tetto in un’armonia incomparabile facendo spazio alle idee inaspettate che sarebbero venute.

Non incolparmi se in questa serena melodia di volgari conoscitori ho schioccato le dita alla ricerca di un pudore più modesto. Se parlo sui pulsanti della tua camicia, se laccio le mie entusiastiche  scarpe da ballo e continuo dalla cima del muro, oh sì, oh sì, si poteva capirmi e giocare a nascondino dietro una lattina di piombo carburante o ottenere una vertigine mimo miserabile come si mordono, marmellata, una massa a forma di pozzo, minimal e merda malconcia, non mi fraintendere, non intendo di convincerti, di paraocchi che sono fatti di fichi e righe audaci e ciechi. Lascia che continui, non esaltare te stesso, non benedire le interruzioni con lampi di gioia, la follia non infetta e la menzogna?

Sovrappensi i tuoi poteri, mi fai indebolire le lettere, che scivolano fragili sulla carta piovigginata di sale. Tempeste che si incrociano tra le sbarre del fonema sordo delle due orecchie.

Il portiere aprì la porta e con essa aprì un vaso, una scatola di sorprese, una partita usata, un uccello dietro le sbarre. Si è aperto in due Inverni, un crisantemo, chilo e un mezzo e tre paia di guanti di flanella che erano dietro le pentole di ingresso.
Se tu sapessi quanto mi manca il tuo carro armato in quel momento quando eri occupato scegliendo un ombrello scuro per evitare di guardare il cielo, quando hai deciso fino a che punto potevi sputare la gomma masticata , facendo tre in uno, ruggendo al tuo rivale, divorando la tua preda.

E se domani si romperanno gli incantesimi, si dovrà prevedere alla pace nel mondo  solo in difesa, sarete felici e ucciderà animali, come vuole la tradizione, si beve vino consacrato, idolatrato sangue o coke di dieta senza caffeina, cantare, sissignore, cantare a voce alta per fare rumore tra le nocciole come prova che non ti infastidisce, non ti fa arrabbiare, non ti mortifica,e non ti fotta oggi, quello che accadrà domani.

già..

Idea convulsa..ultima modifica: 2018-11-20T09:32:01+01:00da allegra.gioia
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