Minuscoli e concavi pezzi di prugna sulle loro guance, getti di noce proteggono la tana, estrae radici, annullano i falò. Le estremità minuscole camminano in un unico percorso tratto dall’inizio della vita. Bella profondità e ammirevole semplicità forgiano il loro destino premeditato. Mancanza del sistema nervoso disprezzato dai fumetti televisivi e minacciato dai narcotici. Il verde li seduce, il glucosio in bottiglia. Forti di ferro che attraversano il circuito della sua struttura oscura deliziandosi in banchetti alle corti asiatiche che giudicano i giudizi senza giustizia. Sicure nelle loro gallerie di umidità incapsulata, arrivano in superficie costretti dalla natura e proliferano come gemme di angoscia cittadina. Creano il caos su un globo di oro nero dolce, gli stivali a mezzo giro li schiacciano senza pietà sul cemento. Di linguaggio universale e di mutuo accordo celebrano i suffragi, i funerali democratici. Viviamo impercettibilmente in mezzo a noi e in comunità proponiamo di porre fine a loro una volta per tutte, esseri irrazionali dannosi che invadono le nostre case sacre. Così sia.
In questo modo i miei amici condannano le formiche a quegli altri abitanti, le persone.
