Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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DA UNA CASA ALL'ALTRA 7
LA FINESTRA PIU' VICINA AL CIELO
periferia nord di Firenze, dalla mia finestra
Quando visitai per la prima volta la casa in cui abito attualmente (era il 1980, dovevamo decidere se acquistarla o meno, con pochissimi contanti e la prospettiva di un mutuo sanguisuga) salii fino all'ultimo piano con molta curiosità per quello che pareva più una torre abbastanza in disfacimento piuttosto che un edificio abitabile da una giovane coppia con due figli piccoli. Lassù in cima era tutto un unico stanzone, chiamata pomposamente mansarda, con il soffitto altissimo, le tegole a vista e il pavimento sconnesso di vecchie pianelle grezze. E due finestre: una aveva proprio davanti i rami alti di un platano della strada, ma l'altra!
La vista mi lasciò senza fiato e l'impressione che ne ebbi quella prima volta non l'ho più dimenticata: una marea ondulata di tetti rossi inframmezzati da alberi, tutta la periferia nord fiorentina era a disposizione del mio sguardo... Oltre a questa, la corona di monti che cingono la città a nord, con quelle località lontane, piccole macchie più chiare sul verde, che avrei imparato a riconoscere negli anni successivi. Monte Morello il più alto, anche perché è il più vicino: il suo nome deriva dal verde scuro dei suoi fianchi, in cima ha zone più chiare di prati e terra brulla, queste zone sono le prime che la neve imbianca quando a Firenze arrivano venti gelidi di tramontana o grecale.
Presto mi insegnarono un detto locale, più o meno questo: “Se Monte Morello ha il cappello, quando esci di casa prendi l'ombrello”. Saggezza popolare e veritiera: l'esperienza mi ha insegnato che se le nuvole ricoprono la cima di questa montagna, anche se c'è il sole, nel giro di qualche ora quasi di sicuro pioverà...
Oltre i monti, il cielo... tanto cielo! Io venivo da un appartamento al quinto piano a Bologna, non avrei potuto fare a meno del cielo! La finestra guarda a est, il sole che sorge l'ho potuto ammirare in quasi tutte le stagioni, d'estate non mi alzavo certo all'alba... Ho goduto soprattutto del cielo stellato, nei primi anni in cui abitavo a Firenze e un collega mi trasmise la sua passione per l'astronomia, avevo comperato un binocolo potente, ho ammirato costellazioni e pianeti, la luna, la cometa che per diversi giorni stette giusto davanti alla mia finestra...
Ma l'urbanizzazione procede imperterrita, così prima costruirono un palazzo alto che interruppe la sequenza di quei tetti di periferia, poi il cambio di illuminazione stradale mi piazzò un fanale proprio accanto, così ora il cielo è un po' meno affascinante e misterioso.
Però è sempre rimasta la mia finestra preferita.
Quando abbiamo diviso l'enorme mansarda per ricavarne due camere per i figli, quella stanza è stata scelta dal maschio.
Adulti, prima è uscita di casa la femmina e la sua stanza è diventata il laboratorio di bricolage per mio marito. Quando se ne è andato il maschio io mi sono appropriata della mia stanza preferita. Dopo pochi mesi morì la mia mamma e i mobili della mia infanzia che ho ereditato l'hanno riempita: ho ricreato così un mondo tutto mio, dove in pochi metri quadrati c'era la storia della mia vita, dove mi piaceva sostare a meditare, ricordare, sentire la mia mamma ancora così vicina, perché la stanza era così vicina al cielo: anche lei era rimasta incantata dal panorama, affacciandosi a quella finestra quando mi era venuta a trovare...
Poi all'improvviso ho dovuto cedere la stanza a mia suocera, a lungo e in modo drammatico, come sa chi mi conosce da tempo... esproprio che per me è stato un dolore, una mancanza che mi ha fatto soffrire insieme a tutta la situazione che stavo vivendo: l'elaborazione interrotta del mio lutto personale aggiungeva in me sofferenza a sofferenza. Terminato finalmente questo orribile periodo la stanza è tornata mia, diventando lo spazio dove preparare le mie attività teatrali, sistemare abiti e materiali di scena per me e per i miei scolari.
Ma fra poco dovrò lasciarla. Nella casa nuova avrò ancora una stanza tutta per me, praticamente sarà la fotocopia di questa, sempre verso est, solo... a un piano più in basso. Aprirò la finestra e non sarò più inondata dal cielo perché davanti oltre la strada c'è un altro edificio e di cielo ne resta solo una striscia. Però... l'ultima volta affacciandomi mi sono un po' rincuorata: se guardo verso nord... ecco che vedo ancora laggiù in fondo il versante scuro e la cima di Monte Morello! La scoperta mi ha reso felice... e non soltanto perché così saprò se devo prendere l'ombrello quando esco!
E oggi, nel pomeriggio, dalla mia finestra più vicina al cielo una volta ancora ho visto sorgere la luna illuminata dal sole...
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