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Il CEO di Pfizer, Albert Bourla, a gennaio, durante una video conferenza con Chris Shibutani della banca d’affari Goldman Sachs, aveva sottolineato che ciò che complica la situazione è la variante Omicron. ” Omicron ha spinto a dare la terza dose non a 6 mesi come era inizialmente previsto, ma a 3. E questo cambierà drasticamente il panorama “.
Bourla ha spiegato agli investitori di Goldman che “sicuramente avremo un vaccino efficace contro Omicron. La domanda è se lo useremo o no. Ci stiamo muovendo a tutta velocità e anche se non ho visto in questo momento i dati da laboratorio, sulla base di quello che abbiamo già fatto in passato posso affermare che avremo un vaccino efficace contro la variante Omicron entro la scadenza che avevamo ipotizzato: fine marzo. Non so rispondere però alla domanda se ne avremo davvero bisogno a partire dal mese di aprile. Siamo sicuramente fiduciosi che ci sarà e sarà molto efficace e che saremo nell’anno in grado di produrlo in miliardi e non milioni di dosi. Però non so se ci sarà quella necessità o altre, perché sto già vedendo emergere dopo Omicron numerose altre varianti…”.
Pfizer era organizzata per produrre una terza dose e per iniziare a fine 2022 quello che sarebbe un richiamo annuale se non per tutti almeno per le fasce di popolazione più fragili per età o malattie pregresse assai simile a quello che viene regolarmente fatto per i virus dell’influenza.
Secondo Bourla: “ Il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Sarà endemico ovunque, ha e avrà la capacità di creare varianti quindi vivrà, in un modo o nell’altro, insieme al genere umano per gli anni a venire. Questo è quel che crede la maggioranza degli scienziati e anche quella dei principali opinion leader. La seconda certezza che abbiamo è che la protezione immunitaria con le varianti che conosciamo e ora pare anche con Omicron, è di durata breve, sia con il vaccino che con l’infezione naturale: pochi mesi, sempre meno. Per questo si è fatta strada l’idea di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale ”.
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Dosi somministrate a persone nell’UE/SEE: 103.000.000
Segnalazioni di sospetti effetti collaterali nell’UE/SEE: 124.410*
* I casi segnalati riguardano sospetti effetti collaterali, ovvero eventi medici che sono stati osservati dopo la vaccinazione, ma che non sono necessariamente correlati o causati dal vaccino.
REAZIONI AVVERSE GRAVI:
Fonte: EMA [ European Medicines Agency ] – LINK
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CONTINUA SU VACCINI.NET – LINK: https://www.vaccini.net/articolo/associazione-tra-la-vaccinazione-a-mrna-e-lospedalizzazione-e-la-gravit-della-malattia-per-covid-19
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Israele sta valutando se approvare una quarta dose di vaccino contro il Covid-19 per le persone vulnerabili per contenere la variante Omicron, nonostante il dibattito tra gli scienziati e la mancanza di prove a favore o contro la somministrazione di un altro booster.
Gli Esperti che consigliano il Governo israeliano sulla pandemia ha riconosciuto tale incertezza, ma ha raccomandato di somministrare una quarta dose, concludendo che i potenziali benefici superano i rischi. Ha indicato segni di diminuzione dell’immunità pochi mesi dopo la terza dose e ha affermato che qualsiasi ritardo nelle dosi aggiuntive potrebbe rivelarsi troppo tardi per proteggere le persone più a rischio.
Ma alcuni Esperti hanno avvertito che il piano potrebbe ritorcersi contro, perché la somministrazione di troppe dosi di vaccino potrebbero causare una sorta di affaticamento del sistema immunitario, compromettendo la capacità dell’organismo di combattere il coronavirus. Alcuni membri del Comitato consultivo del governo hanno sollevato tale preoccupazione nei confronti degli anziani, secondo un report ottenuto dal New York Times.
Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha detto di essere favorevole a una quarta dose e il ministro della Salute Nitzan Horowitz aveva dichiarato che il secondo ciclo di booster sarebbe iniziato entro domenica. Ma giovedì sera, il ministero della salute ha sospeso la quarta dose, rimanendo in attesa di ulteriori dati da altri Paesi.
Israele è stato un leader nell’introduzione del primo ciclo di vaccinazioni contro il COVID e in seguito nella somministrazione di dosi di richiamo, quindi i suoi risultati sono stati seguiti da vicino dal resto del mondo. Il suo approccio aggressivo lo ha messo nella posizione di valutare in anticipo l’efficacia delle vaccinazioni e quanto velocemente la protezione svanisca.
Con Omicron che si sta diffondendo a una elevata velocità, i governi stanno cercando di capire come contenerlo di fronte alla significativa pressione pubblica contro la reimposizione di dure restrizioni alla vita quotidiana, che oltre a problemi sanitari hanno inferto ingenti danni economici.
Un nuovo rapporto elaborato in Gran Bretagna ha mostrato che le dosi di richiamo sono meno efficaci contro Omicron rispetto alle varianti precedenti e la loro efficacia svanisce più velocemente, entro 10 settimane.
Oltre ad avere una conoscenza scarsa di Omicron, non è noto l’effetto di una quarta dose contro la nuova variante. Ma gli Esperti israeliani hanno sottolineato la diminuzione dell’immunità nelle persone con 60 anni o più, che sono stati i primi a ricevere la terza dose a partire da agosto.
I ricercatori israeliani del Ministero della Salute e di diverse istituzioni accademiche hanno presentato i dati al Comitato consultivo che ha formulato la raccomandazione per la quarta dose. La presentazione, ottenuta da The New York Times, ha mostrato un raddoppio del tasso di infezione da Delta tra la fascia di età superiore ai 60 anni entro 4 o 5 mesi dalla terza dose. Non c’era una chiara indicazione di una ridotta efficacia contro malattie gravi.
Israele ha iniziato a somministrare il vaccino Pfizer-BioNTech a due dosi a dicembre 2020 e aveva inoculato una quota significativa della sua popolazione prima ancora che molti Paesi occidentali iniziassero. In primavera è diventato il primo Paese al mondo a vaccinare la maggior parte della sua popolazione. A fine luglio 2021, il primo ministro Bennett ha deciso di somministrare la terza dose, accreditando la sua scelta come un successo nel contenere l’ondata della variante Delta mantenendo aperte le scuole e l’economia.
L’emergere di Omicron minaccia di invertire questo successo e bloccare Israele. ( Fonte: Dnyuz.com; LINK https://dnyuz.com/2021/12/23/israel-considers-4th-vaccine-dose-but-some-experts-say-its-premature/ )
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” Non credo che sia una buona notizia avere qualcosa che si diffonde velocemente “, ha detto il CEO di Pfizer Albert Bourla al Wall Street Journal.
“ La variante Omicron si diffonde rapidamente e ciò significa che infetterà miliardi di persone, e potrebbero verificarsi altre mutazioni “.
Secondo Bourla è difficile trarre conclusioni definitive dall’ondata di contagi in Sudafrica in questo momento.
Il capo consigliere medico della Casa Bianca, Anthony Fauci, ha affermato che i report nel fine settimana dal Sudafrica suggeriscono che la variante Omicron non è così grave come inizialmente temuto, pur rilevando che sono necessari più dati per valutare appieno il rischio rappresentato dalla variante.
Il South African Medical Research Council, in un rapporto pubblicato recentemente, ha affermato che la maggior parte dei pazienti ricoverati in un ospedale di Pretoria affetti da Covid non ha bisogno di Ossigeno supplementare. E’ stato anche notato che molti pazienti sono stati ricoverati per altri motivi medici e sono stati poi trovati affetti da Covid.
Il CEO di Pfizer ha dichiarato che si potrebbe disporre di un nuovo vaccino contro lla variante Omicron in meno di 100 giorni.
Solo il 5% dei sudafricani ha più di 60 anni e i più giovani hanno normalmente casi più lievi di Covid. Tuttavia, molte persone in Sudafrica sono anche sieropositive, il che presumibilmente porterebbe a malattie più gravi da Covid, ha affermato Bourla.
Il CDC ( Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie ) degli Stati Uniti ha dichiarato che la variante Omicron di Covid si è diffusa in più di 50 Paesi e in 19 Stati negli USA.
Bourla ha anche affermato che è fiducioso che il farmaco antivirale orale di Pfizer, Paxlovid, sarà in grado di comtrastare la variante Omicron e ogni altra variante del virus che è emersa finora. L’antivirale agisce in modo inibitorio su un enzima ( proteasi ) che è cruciale per la replicazione del virus.
La maggior parte delle mutazioni si sono verificate finora sulla proteina spike, il meccanismo che il virus utilizza per attaccarsi alle cellule umane, ha detto Bourla. I vaccini e i trattamenti anticorpali che prendono di mira la spike potrebbero aver bisogno di aggiornamenti quando si verificano mutazioni su questa proteina.
Tuttavia, secondo Bourla, è molto più difficile ( ma non impossibile ) per il virus mutare e vivere senza l’enzima proteasi che Paxlovid prende di mira.
Fonte: CNBC
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Il termine vaccinazione risale all’epoca di Edward Jenner ( 1749-1823 ), ed è definito come l’introduzione nell’organismo di sostanze destinate a provocare una reazione di difesa.
Solo più tardi si inizierà a parlare di vaccinologia.
Il termine vaccinologia è stato coniato nel 1975 dal biologo americano Jonas Salk ( 1914-1995 ), che nel 1953 fu il primo a realizzare il vaccino contro la poliomielite.
Questo neologismo sanciva la comparsa nel corso del XX secolo di una scienza razionale e sistematica che, superando l’empirismo del passato, esplorava metodicamente ogni aspetto della risposta vaccinica integrando tutte le questioni che questa poneva.
Il sistema immunitario ha il compito di controllare gli agenti patogeni presenti nell’ambiente e all’interno del corpo secondo due modalità: l’immunità cellulare ( riconoscimento degli antigeni ) e quella umorale ( produzione di anticorpi specifici ).
Ogni reazione immunitaria provoca la produzione a catena di citochine che svolgono un ruolo preponderante nell’infiammazione.
L’infiammazione è oggi riconosciuta come parte integrante del processo immunitario. Essa è benefica in quanto rinforza le reazioni che conducono all’eliminazione del microbo e potenzialmente pericolosa dal momento che può scatenare fenomeni di autoimmunizzazione rivolti contro l’organismo stesso e stabilizzarsi determinando affezioni croniche.
La reazione ai vaccini non è un fenomeno univoco, ma varia in funzione di numerosi parametri come l’età del vaccinato ( l’elevata capacità di reazione del bambino diminuisce con l’età ), la modalità di somministrazione ( per bocca, per iniezione, per nebulizzazione nasale ), il tipo di vaccino ( attenuato con batteri vivi o morti ma chimicamente attivi ) oppure i suoi elementi costitutivi.
A differenza dei vaccini storici, costituiti o dal batterio integro modificato con vari procedimenti, o da estratti grezzi ( tossine del tetano o della difterite ), quelli molecolari sono vaccini per i quali si conosce con precisione la parte del microorganismo che immunizza.
Il primo vaccino molecolare è stato, nel 1984, il vaccino contro l’epatite B, prodotto mediante il DNA-ricombinante, con l’introduzione in un lievito, in un batterio o in una cellula di un mammifero, di un gene appartenente al virus dell’epatite, in grado di produrre in gran quantità l’antigene vaccinico richiesto.
Il vaccino molecolare risponde all’esigenza di elevata purezza chimica e sicurezza, garantendo al tempo stesso la specificità e l’efficacia che in precedenza avevano rappresentato i principali obiettivi dei vaccinatori. ( Treccani )
Foto: Salk Institute for Biological Studies a La Jolla ( California ) USA
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Ugur Sahin, amministratore delegato di BioNTech, partner di Pfizer, ha dichiarato al Financial Times che con il passare del tempo emergeranno mutazioni in grado di eludere le difese immunitarie.
Secondo Sahin le varianti di COVID-19 attualmente in circolazione, in particolare il ceppo Delta, sono più contagiose ma non abbastanza diverse dal ceppo originario da minare l’efficacia degli attuali vaccini.
I richiami appaiono in grado di affrontare le varianti principali, ha detto Sahin. Ma il virus alla fine svilupperà mutazioni che possono sfuggire alla risposta immunitaria conferita dal vaccino, ha affermato, rendendo necessaria una versione “su misura” per colpire specificamente il nuovo ceppo.
“Questo virus rimarrà nel tempo e il virus si adatterà ulteriormente”, ha detto. “Non abbiamo motivo di presumere che il virus di prossima generazione sarà più facile da gestire per il sistema immunitario rispetto alla generazione esistente. Questa è un’evoluzione continua e quell’evoluzione è appena iniziata”.
Entro il prossimo anno, ci saranno due flussi principali per i programmi di vaccinazione, ha previsto Sahin. Ci saranno iniezioni di richiamo per coloro che sono stati vaccinati, nonché una spinta continua per vaccinare le persone che finora hanno avuto un accesso minimo.
Gli Stati Uniti hanno annunciato a settembre che avrebbero acquistato altri 500 milioni di dosi del vaccino BioNTech/Pfizer a tariffe senza scopo di lucro da dare ai Paesi a basso reddito. ( Fonte: Financial Times )
LINK: https://www.ft.com/content/d88457da-6bbc-4f07-82a6-4738aa845492
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