Aggiornamento in Oftalmologia by Xagena

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Esiti a 24 mesi del trattamento con terapia anti-VEGF per edema maculare dovuto a occlusione venosa centrale della retina o occlusione venosa emiretinica

Sono stati riportati gli esiti a 2 anni confrontando gli occhi originariamente assegnati ad Aflibercept ( Eylea ) o Bevacizumab ( Avastin ) per valutare la necessità di continuare la terapia anti-fatt …


 

Efficacia clinica della terapia intravitreale con Ranibizumab versus Aflibercept vs Bevacizumab per edema maculare secondario a occlusione della vena centrale della retina

L’efficacia clinica comparativa di Ranibizumab ( Lucentis ), Aflibercept ( Eylea ) e Bevacizumab ( Avastin ) per la gestione dell’edema maculare dovuto all’occlusione della vena centrale della retina …


 

Associazione tra cambiamento nell’acuità visiva e cambiamento nello spessore del sottocampo centrale durante trattamento dell’edema maculare diabetico nei pazienti assegnati a Aflibercept, Bevacizumab o Ranibizumab

La determinazione dello spessore del sottocampo centrale ( CST ) secondo la tomografia a coerenza ottica ( OCT ) è una misura oggettiva e l’acuità visiva è una misura soggettiva. Pertanto, l’uso dei c …


 

Confronto tra Metotrexato e Micofenolato mofetile in monoterapia per il controllo delle malattie infiammatorie oculari non-infettive

È stato confrontato Micofenolato mofetile ( MMF ) con Metotrexato ( MTX ) come terapia di risparmio di corticosteroidi per le malattie infiammatorie oculari mediante una analisi retrospettiva dei dati …


 

Esiti della funzione visiva riportati dal paziente dopo la terapia anti-VEGF per edema maculare causato da occlusione venosa centrale della retina o dell’emiretina

La terapia anti-fattore di crescita endoteliale vascolare ( anti-VEGF ) è il trattamento di prima linea standard di cura per l’edema maculare associato all’occlusione della vena centrale della retina …


 

Androgeni transdermici nei pazienti con occhio secco associato a carenza di androgeni

Sono state valutate l’efficacia, la sicurezza e la qualità di vita ( QOL ) degli androgeni transdermici nel trattamento dei pazienti con secchezza oculare associata a deficit di androgeni in uno studi …


 

Tocilizumab, un anti-recettore IL6, nell’edema maculare cistoide uveitico refrattario e non-infettivo

L’edema maculare cistoide ( CME ) è una delle principali cause di cecità. Sono state valutate l’efficacia e la sicurezza di Tocilizumab ( RoActemra ) nell’edema maculare cistoide refrattario in una se …


 

Conbercept per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare correlata all’età: studio PHOENIX

La degenerazione maculare correlata all’età ( AMD ) può causare una perdita irreversibile della vista che porta alla cecità. Sono state valutate l’efficacia e la sicurezza delle iniezioni intravitre …


 

Intervallo di dosaggio esteso ogni 12 settimane o più con Aflibercept e Ranibizumab per via intravitreale nella degenerazione maculare neovascolare senile: analisi post hoc degli studi VIEW

Sono stati valutati gli esiti e le caratteristiche della malattia oculare con degenerazione maculare senile neovascolare che hanno ricevuto una iniezione intravitreale di Aflibercept ( Eylea ) e Ranib …


 

Fattori associati a variazioni della acuità visiva e dello spessore del sottocampo centrale nel trattamento dell’edema maculare diabetico con terapia anti-VEGF

L’identificazione dei fattori associati all’entità dei benefici del trattamento con la terapia anti-fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( anti-VEGF ) per l’edema maculare diabetico ( DME ) pu …


 

Effetto di Ranibizumab e Aflibercept sulla migliore acuità visiva corretta nel trattamento esteso della degenerazione maculare neovascolare correlata all’età

È stato condotto il primo studio clinico randomizzato di confronto tra gli esiti visivi e i carichi di iniezione tra Ranibizumab ( Lucentis ) e Aflibercept ( Eylea ) usando un identico regime di tratt …


 

Esiti a 12 mesi dopo modifica del trattamento al mese 6 tra i responder scarsi ad Aflibercept o Bevacizumab negli occhi con edema maculare secondario a occlusione della vena centrale o emiretinica: analisi secondaria dello studio SCORE2

Sono necessarie informazioni per valutare la commutazione del trattamento negli occhi con una scarsa risposta a 6 mesi di somministrazione mensile di Aflibercept ( Eylea ) o Bevacizumab per edema macu …


 

Effetto della gestione iniziale con Aflibercept versus fotocoagulazione laser versus osservazione sulla perdita della vista tra i pazienti con edema maculare diabetico che coinvolge il centro della macula e una buona acuità visiva

Le iniezioni intravitreali di agenti anti-VEGF ( fattore di crescita dell’endotelio vasale ) sono efficaci nel trattamento dell’edema maculare diabetico ( DME ) che coinvolge il centro della macula ( …


 

Ottimizzazione riuscita della terapia con Adalimumab nella uveite refrattaria dovuta alla malattia di Behçet

Sono stati valutati efficacia, sicurezza e rapporto costo-efficacia dell’ottimizzazione della terapia con Adalimumab ( Humira ) in una vasta serie di pazienti con uveite dovuta alla malattia di Behçet …


 

Cenegermin, un fattore di crescita nervoso umano ricombinante, per la cheratite neurotrofica

E’ stata valutata la sicurezza e l’efficacia del fattore di crescita nervoso umano ricombinante topico ( rhNGF, Cenegermin, Oxervate ) per il trattamento della cheratite neurotrofica da moderata a gra …

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Eventi avversi gravi degli inibitori orali e topici dell’anidrasi carbonica

Alcuni oftalmologi possono essere riluttanti a prescrivere inibitori dell’anidrasi carbonica per via orale, data la possibilità di reazioni avverse sistemiche pericolose per la vita.
È stata condotta un’analisi basata sulla popolazione della sicurezza degli inibitori orali o topici dell’anidrasi carbonica nell’assistenza clinica.

Uno studio di coorte longitudinale abbinato è stato effettuato in Ontario, Canada.
Sono stati identificati pazienti consecutivi di età superiore a 65 anni a cui è stato prescritto un inibitore orale o topico dell’anidrasi carbonica in Ontario, Canada, tra gennaio 1995 e gennaio 2020.
I pazienti sono stati abbinati in base all’età, al sesso e allo stato del diabete.
Il tempo zero è stato definito come la data della prima prescrizione identificata per il farmaco e l’analisi primaria si è concentrata sui primi 120 giorni di follow-up.

L’endpoint primario era un evento avverso grave e complicato di sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica o anemia aplastica.

Complessivamente, 128.942 pazienti abbinati hanno iniziato ad assumere un inibitore dell’anidrasi carbonica orale o topico durante il periodo di studio di 25 anni.
L’età media era di 75 anni, 71.958 ( 55.8% ) erano donne e 25.058 ( 19.4% ) avevano una diagnosi di diabete.
I gruppi di inibitori dell’anidrasi carbonica orale e topica avevano dati demografici di base simili.

I pazienti a cui era stato prescritto un inibitore dell’anidrasi carbonica per via orale avevano un rischio assoluto di un evento avverso grave complicato di 2.90 per 1.000 pazienti, mentre i pazienti a cui era stato prescritto un inibitore dell’anidrasi carbonica per uso topico avevano un rischio assoluto di 2.08 per 1.000 pazienti.
Questa differenza era equivalente a un risk ratio ( RR ) di 1.40, con un numero necessario per nuocere ( NNH ) di 1 su 1.220 pazienti ( P=0.003 ).

Questo rischio generalmente basso è stato replicato nella regressione multivariata controllando i fattori di confondimento.
Ulteriori fattori di rischio per un evento avverso grave complicato includevano pazienti con più comorbilità e quelli con contatti clinici più frequenti.

Il rischio di una reazione avversa grave in seguito alla prescrizione di un inibitore orale o topico dell’anidrasi carbonica è stato basso e simile tra gli agenti.
Dato il basso rischio di reazioni avverse gravi, questa analisi a livello di popolazione supporta la riconsiderazione della riluttanza a prescrivere un inibitore orale dell’anidrasi carbonica. ( Xagena2022 )

Popovic MM et al, JAMA Ophthalmol 2022; 140: 235-242

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Associazione tra cambiamento nell’acuità visiva e cambiamento nello spessore del sottocampo centrale durante trattamento dell’edema maculare diabetico nei pazienti assegnati a Aflibercept, Bevacizumab o Ranibizumab

La determinazione dello spessore del sottocampo centrale ( CST ) secondo la tomografia a coerenza ottica ( OCT ) è una misura oggettiva e l’acuità visiva è una misura soggettiva. Pertanto, l’uso dei c …


 

Confronto tra Metotrexato e Micofenolato mofetile in monoterapia per il controllo delle malattie infiammatorie oculari non-infettive

È stato confrontato Micofenolato mofetile ( MMF ) con Metotrexato ( MTX ) come terapia di risparmio di corticosteroidi per le malattie infiammatorie oculari mediante una analisi retrospettiva dei dati …


 

Esiti della funzione visiva riportati dal paziente dopo la terapia anti-VEGF per edema maculare causato da occlusione venosa centrale della retina o dell’emiretina

La terapia anti-fattore di crescita endoteliale vascolare ( anti-VEGF ) è il trattamento di prima linea standard di cura per l’edema maculare associato all’occlusione della vena centrale della retina …


 

Androgeni transdermici nei pazienti con occhio secco associato a carenza di androgeni

Sono state valutate l’efficacia, la sicurezza e la qualità di vita ( QOL ) degli androgeni transdermici nel trattamento dei pazienti con secchezza oculare associata a deficit di androgeni in uno studi …


 

Tocilizumab, un anti-recettore IL6, nell’edema maculare cistoide uveitico refrattario e non-infettivo

L’edema maculare cistoide ( CME ) è una delle principali cause di cecità. Sono state valutate l’efficacia e la sicurezza di Tocilizumab ( RoActemra ) nell’edema maculare cistoide refrattario in una se …


 

Conbercept per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare correlata all’età: studio PHOENIX

La degenerazione maculare correlata all’età ( AMD ) può causare una perdita irreversibile della vista che porta alla cecità. Sono state valutate l’efficacia e la sicurezza delle iniezioni intravitre …


 

Intervallo di dosaggio esteso ogni 12 settimane o più con Aflibercept e Ranibizumab per via intravitreale nella degenerazione maculare neovascolare senile: analisi post hoc degli studi VIEW

Sono stati valutati gli esiti e le caratteristiche della malattia oculare con degenerazione maculare senile neovascolare che hanno ricevuto una iniezione intravitreale di Aflibercept ( Eylea ) e Ranib …


 

Fattori associati a variazioni della acuità visiva e dello spessore del sottocampo centrale nel trattamento dell’edema maculare diabetico con terapia anti-VEGF

L’identificazione dei fattori associati all’entità dei benefici del trattamento con la terapia anti-fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( anti-VEGF ) per l’edema maculare diabetico ( DME ) pu …


 

Effetto di Ranibizumab e Aflibercept sulla migliore acuità visiva corretta nel trattamento esteso della degenerazione maculare neovascolare correlata all’età

È stato condotto il primo studio clinico randomizzato di confronto tra gli esiti visivi e i carichi di iniezione tra Ranibizumab ( Lucentis ) e Aflibercept ( Eylea ) usando un identico regime di tratt …


 

Esiti a 12 mesi dopo modifica del trattamento al mese 6 tra i responder scarsi ad Aflibercept o Bevacizumab negli occhi con edema maculare secondario a occlusione della vena centrale o emiretinica: analisi secondaria dello studio SCORE2

Sono necessarie informazioni per valutare la commutazione del trattamento negli occhi con una scarsa risposta a 6 mesi di somministrazione mensile di Aflibercept ( Eylea ) o Bevacizumab per edema macu …


 

Effetto della gestione iniziale con Aflibercept versus fotocoagulazione laser versus osservazione sulla perdita della vista tra i pazienti con edema maculare diabetico che coinvolge il centro della macula e una buona acuità visiva

Le iniezioni intravitreali di agenti anti-VEGF ( fattore di crescita dell’endotelio vasale ) sono efficaci nel trattamento dell’edema maculare diabetico ( DME ) che coinvolge il centro della macula ( …


 

Ottimizzazione riuscita della terapia con Adalimumab nella uveite refrattaria dovuta alla malattia di Behçet

Sono stati valutati efficacia, sicurezza e rapporto costo-efficacia dell’ottimizzazione della terapia con Adalimumab ( Humira ) in una vasta serie di pazienti con uveite dovuta alla malattia di Behçet …


 

Cenegermin, un fattore di crescita nervoso umano ricombinante, per la cheratite neurotrofica

E’ stata valutata la sicurezza e l’efficacia del fattore di crescita nervoso umano ricombinante topico ( rhNGF, Cenegermin, Oxervate ) per il trattamento della cheratite neurotrofica da moderata a gra …


 

Emixustat cloridrato per atrofia geografica secondaria alla degenerazione maculare senile

Si è determinato se Emixustat cloridrato ( Emixustat ) riduca il tasso di ingrossamento dell’atrofia geografica rispetto al placebo in soggetti con degenerazione maculare senile ( AMD ) e sono state v …


 

Fotocoagulazione panretinica versus Ranibizumab per retinopatia diabetica proliferativa

Sono stati identificati i fattori di base associati al cambiamento dell’acuità visiva o allo sviluppo di edema maculare diabetico ( DME ) con danno della visione centrale nell’arco di 2 anni nel tratt …

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Differenziazione del distacco retinico e retinoschisi utilizzando la tomografia a coerenza ottica portatile nella retinopatia del prematuro in stadio 4

La progressione della retinopatia del prematuro ( ROP ) allo stadio 4 può richiedere un intervento chirurgico.
Il distacco parziale della retina nella retinopatia del prematuro di stadio 4 può coinvolgere la fovea ( fase 4B ROP ) oppure no ( fase 4A ROP ).
Questa determinazione è stata finora basata sull’oftalmoscopia indiretta e documentata con la fotografia a colori del fondo oculare.
Sono state studiate le caratteristiche della tomografia a coerenza ottica ( OCT ) degli occhi con retinopatia del prematuro in stadio 4 e sono state confrontate con i risultati dell’oftalmoscopia indiretta e la classificazione delle fotografie.
Le cartelle cliniche di 15 bambini con retinopatia del prematuro di stadio 4 diagnosticata clinicamente sono state riviste retrospettivamente e i neonati sono stati curati in un Centro accademico nel periodo 2011-2018.
L’esito principale era la revisione delle immagini tomografiche per la presenza e il coinvolgimento foveale della retinoschisi, distacco della retina e/o trazione vitreomaculare non-osservati all’oftalmoscopia indiretta.
Dei 15 bambini inclusi, 9 ( 60% ) erano maschi, l’età gestazionale media alla nascita era di 23.9 settimane e l’età post-mestruale media alla chirurgia era di 42.4 settimane.
Sono stati analizzati in totale 21 occhi, di cui 19 con imaging tomografico adeguato.
L’imaging della tomografia a coerenza ottica si estendeva alla periferia media retinica ma non copriva l’intera regione di possibile distacco in ciascun occhio.
Tra questi occhi, 7 presentavano retinoschisi periferica senza distacco della retina o coinvolgimento foveale, 5 presentavano retinoschisi periferica e distacco della retina senza coinvolgimento foveale, 7 presentavano retinoschisi o distacco della retina con coinvolgimento della fovea e 2 avevano un segnale tomografico scarso a causa dell’elevato distacco della retina.
L’imaging OCT portatile è utile nella valutazione clinica della retinopatia del prematuro in stadio 4 per determinare il coinvolgimento foveale e differenziare il distacco della retina e la retinoschisi.
Molti bambini con diagnosi di retinopatia del prematuro in stadio 4A presentavano retinoschisi senza evidenza tomografica di distacco della retina. Questo gruppo di neonati può rappresentare un sottoscala della fase 4A ROP, ovvero la fase 4A–schisi secondo la tomografia a coerenza ottica.
Questi risultati suggeriscono che l’imaging tomografico portatile possa essere utile nella valutazione clinica della retinopatia del prematuro in stadio 4.
Sono necessarie ulteriori indagini per determinare se questo sottogruppo abbia una prognosi diversa e se questa osservazione possa mutare la pratica clinica futura. ( Xagena2020 )
Chen Xi et al, JAMA Ophthalmol 2020; 138: 81-85

Aggiornamento sull’Oftalmologia: Cataratta

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Intervento di cataratta & Rischio di fratture 

La menomazione visiva è un fattore di rischio noto per le fratture. Poco si sa circa l’associazione tra intervento per la cataratta e il rischio di fratture.
Uno studio ha cercato di determinare l’associazione tra intervento di cataratta e il conseguente rischio di fratture nei beneficiari di Medicare negli Stati Uniti con una diagnosi di cataratta.
Lo studio retrospettivo di 1 anno ha esaminato l’incidenza di fratture in un campione casuale del 5% tra beneficiari Medicare con cataratta che hanno subito e non hanno subito l’intervento di cataratta nel periodo compreso tra il 2002 e il 2009.
La principale misura di esito era l’incidenza di fratture della anca in un anno.
Sono stati contati 1.113.640 beneficiari di Medicare di 65 anni e più con una diagnosi di cataratta tra il 2002 e il 2009 nel campione casuale del 5%; di questi pazienti, 410.809 ( 36.9% ) hanno subito un intervento di cataratta durante il periodo di studio. …

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Istoplasmosi oculare

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Cataratta

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Dolore corneale

Il Topiramato nel trattamento del dolore corneale cronico. Uno …

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Pazienti con uveite associata …

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Aggiornamento in Oftalmologia: Retinopatia

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Retinopatia del prematuro in stadio 4: differenziazione del distacco retinico e retinoschisi 

La progressione della retinopatia del prematuro ( ROP ) allo stadio 4 può richiedere un intervento chirurgico.
Il distacco parziale della retina nella retinopatia del prematuro di stadio 4 può coinvolgere la fovea ( fase 4B ROP ) oppure no ( fase 4A ROP ).
Questa determinazione è stata finora basata sull’oftalmoscopia indiretta e documentata con la fotografia a colori del fondo oculare.
Sono state studiate le caratteristiche della tomografia a coerenza ottica ( OCT ) degli occhi con retinopatia del prematuro in stadio 4 e sono state confrontate con i risultati dell’oftalmoscopia indiretta e la classificazione delle fotografie.
Le cartelle cliniche di 15 bambini con retinopatia del prematuro di stadio 4 diagnosticata clinicamente sono state riviste retrospettivamente e i neonati sono stati curati in un Centro accademico nel periodo 2011-2018. ……..

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La radiochirurgia Gamma knife è un metodo primario efficace per il trattamento dei melanomi uveali e delle metastasi intraoculari

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Radiochirurgia Gamma Knife per melanomi uveali e metastasi

La radiochirurgia Gamma Knife è considerata la modalità di radiochirurgia stereotassica standard per il trattamento dei tumori intracranici e il suo utilizzo è stato ampliato per il trattamento delle neoplasie intraoculari.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di valutare l’efficacia, gli esiti e le complicanze della radiochirurgia Gamma Knife nei pazienti con melanoma uveale e metastasi.
È stata effettuata una revisione sistematica e una meta-analisi per aggregare i risultati clinici dei pazienti con melanomi uveali o metastasi intraoculari trattati principalmente con radiochirurgia Gamma Knife. ……..

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Aggiornamenti in Oftalmologia da Xagena.it – Melanoma uveale

Melanoma uveale metastatico naive al trattamento: Nivolumab più Ipilimumab

Lo studio GEM-1402 ha valutato l’efficacia della combinazione di Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) come terapia di prima linea in merito alla sopravvivenza globale ( OS ) a 12 mesi nei pazienti con melanoma uveale metastatico che non sono idonei alla resezione epatica.

Lo studio di fase II a braccio singolo è stato condotto dallo Spanish Multidisciplinary Melanoma Group ( GEM ) su Nivolumab più Ipilimumab per pazienti naive-al-trattamento sistemico di età superiore a 18 anni, con melanoma uveale metastatico confermato istologicamente, ECOG PS 0/1 e confermata malattia metastatica progressiva ( M1 ).

Nivolumab ( 1 mg/kg una volta ogni 3 settimane ) e Ipilimumab ( 3 mg/kg una volta ogni 3 settimane ) sono stati somministrati durante quattro induzioni, seguiti da Nivolumab ( 3 mg/kg una volta ogni 2 settimane ) fino a progressione della malattia, tossicità o ritiro.

L’endpoint primario era la sopravvivenza globale a 12 mesi.

La sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e il tasso di risposta globale ( ORR ) sono stati valutati ogni 6 settimane utilizzando i criteri RECIST versione 1.1.
È stata valutata anche la sicurezza.

CONTINUA : https://www.oftalmologiaonline.net/articolo/nivolumab-pi-ipilimumab-per-il-melanoma-uveale-metastatico-naive-al-trattamento-studio-gem-1402

 

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Oftalmologia:le novità sui farmaci da Xagena.it

Oftalmologia:le novità più recenti da Xagena.it

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