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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Il vecchio monastero: parte quinta.

Post n°1028 pubblicato il 07 Luglio 2015 da lascrivana


Rachele rientrò passando dal retro. Dopo la crisi, era perfettamente conscia d'avere un aspetto terribile. Se avesse incrociato Therese poi, avrebbe corso il rischio di subire un interrogatorio di terzo grado, e non era proprio nello stato d'animo per sopportarlo. Anche Cesare, pur non vedente, avrebbe percepito il suo turbamento e ne avrebbe sofferto. Dell'invito a cena fatto a Fernando avrebbe parlato più tardi, magari dopo una doccia e un'ora in completa solitudine.

All'ora di pranzo, l'umore e l'aspetto di Rachele apparivano decisamente cambiati. Dopo la doccia, aveva indossato un paio di pantaloni neri e una camicetta di seta dello stesso colore.

Intenta a preparare la tavola, Therese si bloccò con un piatto a mezz'aria.

-Sei incantevole, Irene. Quanto vorrei avere anch'io il tuo fisico!-

Rachele sorrise impacciata, i complimenti di quella ragazza la mettevano sempre in imbarazzo.

-Non sei mai stata capace a mentire, Therese. Ma apprezzo il complimento-

In quel momento, alcune note si levarono dallo studio a fianco.

-Vado da Cesare, avvisaci quando è pronto in tavola-

Facendo attenzione a non fare il minimo rumore, Rachele scivolò nello studio.

Cesare le dava le spalle e non la sentì entrare. Accomodandosi in una poltrona, Rachele chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla dolce melodia. Pur non essendosi mai interessata alla musica, grazie a lui aveva imparato ad apprezzarne ogni lato. In quel momento, stava suonando un pezzo che amava in maniera particolare, l'Adagio al chiaro di luna di Beethoven.

Quando li riaprì, si ritrovò a fissare l'ampia schiena muoversi in sintonia con le note che, come una cascata, sembravano riempire tutta la stanza.

Quanto amava quell'uomo. Eppure, c'era ancora qualcosa di misterioso in lui. Una chiara e netta sensazione che, da quando erano andati a vivere insieme, si faceva ogni giorno più forte.

Ma non osava chiedere. Temeva, in quel modo, d'incrinare il rapporto che si era creato tra loro. Così com'era altrettanto certa che, volenti o nolenti, non avrebbero potuto continuare quella vita di semi clausura.

Ecco perché, di slancio, aveva invitato Fernando a cena. Quel ragazzo l'aveva come ammaliata. Ma non nel senso erotico o sentimentale, bensì in qualcosa che nemmeno lei stessa sapeva definire.

-Ciao, amore-

Sorridendo, Cesare si alzò e la raggiunse. Non aveva più bisogno del bastone ormai, conosceva quella casa come le proprie tasche.

-Com'è andata la passeggiata?-

Alzandosi a sua volta, Rachele lo baciò con trasporto.

-Proprio di quello vorrei parlarti. Ho incontrato una persona e l'ho invitata a cena- disse tutto d'un fiato.

Cesare s'irrigidì. Ogni traccia di sorriso era scomparsa dal suo volto.

-Lo sai che non amo la mondanità, perché l'hai fatto?-

Pur aspettandosi una reazione negativa, Rachele si sentì ugualmente spiazzata da quel tono.

-E sopratutto, di chi si tratta?- l'incalzò Cesare.

In quel momento, la porta dello studio si aprì e Therese, sorridente, fece capolino.

-Ehi piccioncini, in tavola è pronto!- salvo poi cambiare espressione quando si rese conto del clima teso. Senza aggiungere nulla, richiuse la porta lasciandoli nuovamente soli.

-Si tratta di un ragazzo, un certo Fernando Tuarez, lo conosci forse?-

Cesare sbiancò in viso e vacillò. Prontamente, Rachele l'afferrò per il braccio ma lui, con uno scarto, si liberò e tornò a sedersi al pianoforte.

Rachele era spaventata e sbigottita. Era la prima volta che si comportava in quel modo, e la cosa la terrorizzò oltre modo.

Trascorsero un paio di minuti prima che Cesare si voltasse nuovamente.

-Non voglio estranei in casa mia. Così come gradirei ne parlassimo prima di decidere. Mi dispiace, ma dovrai disdire l'invito. Il modo, trovalo tu-

Detto questo, si alzò e si diresse verso la camera da pranzo.

Rachele passò dalla sorpresa alla rabbia in un attimo. Alzandosi a sua volta, lo raggiunse e l'afferrò nuovamente per il braccio.

-Senti, Cesare. Non ti ho chiesto di farmi conoscere tutto il paese. Ma questa vita inizia a stancarmi, hai capito? Non ho fatto nulla di male a invitare quel ragazzo, e non ho nessuna intenzione di tornare sui miei passi! Stasera avremo un ospite a cena, che tu lo voglia o meno!-

Senza dargli il tempo di replicare, si precipitò verso la porta sbattendola poi con violenza.


Danio e Laura

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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