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« Barnaby e Flavia, | Barnaby e Flavia. » |
Post n°969 pubblicato il 24 Marzo 2015 da lascrivana
Erano già passate un paio di settimane da quando Barnaby si era trasferito a casa mia. Dal momento dell'agguato, avevamo tutti vissuto un periodo alquanto difficile, fatto di interrogatori a non finire e giornate interminabili. Nonostante il prodigarsi degli inquirenti però, nessun sospetto era stato fermato, nessuna pista era stata seguita con particolare attenzione. Sembrava che Barnaby, pur avendo avuto diversi diverbi in passato, non avesse nessun nemico degno di questa parola.
-Senti un po’ Flavia, ma per quanto tempo pensi che il tuo amico orsacchiotto di peluche si trattenga a casa nostra?- La domanda di Sandro, infarcita d'ironia, m’infastidì parecchio. Innanzitutto perché Barnaby non era un orsacchiotto, bensì un bell'uomo. Capelli scuri e sguardo intelligente, aveva un fascino innato e coinvolgente, qualsiasi donna avrebbe potuto cadere ai suoi piedi. Inoltre, si trattava anche del mio migliore amico, ed era anche il suo capo.
-Porta pazienza Sandro, non vedi com'è spaventato?- replicai contrariata. -Con tutti i soldi che ha, potrebbe stare in un posto migliore di questo- ribatté lui altrettanto alterato. -Lo sai che da quando ha perso i suoi genitori in un incidente stradale, io sono rimasta la sua unica famiglia. Dopo quello che gli è capitato, è normale che non voglia rimanere solo- -Tu hai idea di chi possa volerlo morto?- proseguì Sandro dopo avermi squadrato a lungo. -Non saprei proprio, potrebbe essere stato un ladro- Lui scosse il capo con veemenza. -Non penso. Se avesse voluto rapinarlo, lo avrebbe fatto senza alcuna esitazione. E invece no, portafoglio e cose di valore non sono stati nemmeno toccati. No Flavia, quel tipo ha cercato di ucciderlo, ed era convinto di non aver sbagliato mira prima di scappare, altrimenti ci avrebbe riprovato- -Ora però sbrighiamoci a tornare nel salone, altrimenti si domanderà che cosa stiamo farfugliando qui in cucina, e ci metterà poco a capire che stiamo parlando di lui. Senti Sandro, lo so che questa situazione è incresciosa, ma io non me la sento di abbandonarlo in questo momento- Lui si strinse nelle spalle. -Ok… lo farò per te amore mio-. Con aria rassegnata mi baciò sulla fronte e andò a prendere una bottiglia di vodka dal freezer. -Un goccio di questo non ci farà male. Prendi i bicchieri Flavia- Dopo avermi fatto l’occhiolino, si avviò nel salone ancheggiando simpaticamente. Sandro, nonostante i suoi quarant'anni, aveva mantenuto un portamento giovanile. I capelli, castani e scomposti, gli arrivavano fin sotto la nuca incorniciandogli deliziosamente il viso paffutello. Stava bene in carne, portando con classe una deliziosa pancetta e vestiva sempre in maniera sportiva, jeans stinti e felpe di cotone colorate. Barnaby se ne stava seduto in poltrona, le gambe divaricate e la testa china, una mano poggiata sulla fronte. -Vi pagherò bene il disturbo che vi sto recando, non dovete preoccuparvi- disse senza nemmeno alzare lo sguardo. Posai i bicchieri sul basso tavolino in cristallo e m’inginocchiai di fronte a lui. Gli presi le mani e le strinsi tra le mie, rimproverandolo dolcemente. -Non farlo più! Non dire una cosa del genere altrimenti mi offendi!- -Ok zio Barny, se proprio vuoi, io non mi offendo se regali qualche centone a me- intervenne sornione quel birbante di mio figlio Luca, sopraggiunto nel frattempo. -Luca non provarci, altrimenti ti faccio lavare la macchina ogni sabato per sei mesi di fila- -Ah ah ah mamma! Mi metti davvero paura con le tue minacce. E poi, zio Barny lo sa che a me piace scherzare, però...- -Che però e però- rispose stizzito mio marito. -Sul serio Flavia, io lo so che tu sei orgogliosa e non prenderesti mai un centesimo da me. Però, io ora ho bisogno del tuo aiuto, comprese molte cose che tu non puoi permetterti di comprarmi- proseguì Barnaby. Mi alzai da terra e mi sedetti sul bracciolo della poltrona, circondandogli con un braccio le spalle mentre con l’altra mano gli arruffai i capelli. -Cos'è che sta tramando questa testa matta?- Lui attese un istante prima di rispondere. -Ho bisogno di sapere chi è che mi vuole morto. E l’intervento degli investigatori privati e del commissario non è sufficiente. Ho deciso che assumerò una nuova identità per potermi muovere liberamente nella mia azienda. Avrò bisogno di qualcuno di fiducia, che entra ed esca dal mio ufficio liberamente informandomi di tutto. E qui entri in ballo tu Sandro. Ti promuoverò come consulente personale, così avrai accesso a tutto quello che mi riguarda- -Ma se non ho nemmeno il titolo necessario per questa promozione!- rispose mio marito con foga. -Che ti frega? Il capo sono io! – -Non ti è passato per la testa che io non potrei essere all'altezza?- continuò Sandro. -Non dovrai fare assolutamente nulla! Solo controllare chi entra e chi esce, e portarmi tutto il materiale che ti chiederò a casa. Comunicheremo telefonicamente durante il giorno, e solo in caso di estrema necessità. Io mi fingerò un lontano parente di Flavia, e verrò assunto come fattorino. Dovrò scegliere vestiti e parrucche che mi renderanno irriconoscibile. Così come la mia nazionalità, che dovrà essere straniera, cercando di parlare il meno possibile. Sandro, anche se per nulla convinto, annuì lentamente. Laura e Danio.
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Ti auguro una bella giornata anche se piove sempre in questa primavera
Lidia