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Pinocchio 2.0 (Primo Capitolo)

Post n°1312 pubblicato il 17 Dicembre 2016 da contastorie1961

Pinocchio si alzò dalla poltrona e raggiunse lo specchio. Del burattino fattosi umano, grazie al provvidenziale intervento della Fata Turchina, non rimaneva nulla. Alto e slanciato, portava con estrema eleganza jeans strappati e una camicia bianca, aperta sul davanti, che ne esaltava i pettorali scolpiti. I capelli, non troppo lunghi e tagliati alla moda, incorniciavano un volto simpatico e bello, anzi, molto più che bello. Sorridendo all’immagine riflessa, ripensò agli  avvenimenti che avevano causato tutto ciò.

Mentre il Gatto e la Volpe meditavano sulle loro malefatte in prigione, la Fata Turchina si era ritirata in una fattoria in compagnia di galline e maialini da accudire. Ormai era diventata una graziosa signora di mezz’età, dal volto roseo e i capelli grigi raccolti in una crocchia. Mangiafuoco, dopo aver esagerato con la benzina, si era procurato gravi lesioni alle corde vocali e si era arruolato nei pompieri. Il Grillo Parlante era sparito dalla circolazione, così come tutti quelli che, in un modo o nell’altro, avevano popolato la sua esistenza, compreso Geppetto, suo padre. Ogni tanto, il ricordo della sua scomparsa riaffiorava subdolo, ma aveva anche imparato a ricacciarlo indietro, non voleva esserne succube.

Seguendo un rito consolidato, aprì un cofanetto e iniziò a indossare i propri gioielli. Il braccialetto d’oro, con incisa l’iniziale del proprio nome, andò ad avvolgergli il polso. Passò quindi alla catenina, anch’essa in oro, che agganciò senza difficoltà e si lasciò scivolare sul petto ricoperto da una rada peluria. Per ultimo, indossò l’orecchino con diamante annesso, uno degli ultimi regali in ordine di tempo. Già, i regali, riconoscimenti costosi come l’appartamento in cui si trovava, un attico in pieno centro. Soddisfatto, indossò una giacca color aragosta, prese le chiavi della macchina e si richiuse la porta alle spalle.

Pinocchio era un gigolò, e ne andava anche fiero. E ricordava anche, con esattezza, chi l’avesse reso cosciente delle proprie possibilità. Sino a quel momento infatti, il sesso era stato un vero e proprio tabù per lui. Fuggito dai luoghi che l’avevano visto infelice, aveva vagato per un tempo imprecisato prima di fermarsi in quella città sconosciuta. E qui, in una sera fredda e piovosa, aveva conosciuto Mira, la donna che avrebbe cambiato in maniera determinante la sua vita.

Proprietaria del locale in cui si era intrufolato per scaldarsi, l’aveva adocchiato sin da subito e gli si era avvicinata con fare sornione. Bionda e formosa, si era quindi seduta sopra lo sgabello accanto al suo e aveva accavallato le lunghe gambe. Nonostante non fosse più di primo pelo, e il trucco svolgesse un lavoro più che dignitoso, a quella vista Pinocchio aveva avvertito un formicolio sconosciuto all’altezza del ventre.

-Ciao, da dove vieni, non mi sembra d’averti mai visto prima d’ora-

Il suono della sua voce era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Il formicolio, si era ben presto tramutato in qualcosa di turgido e potente tanto che aveva temuto per la stoffa dei pantaloni. Spalancando gli occhi, la donna aveva osservato quella trasformazione passandosi la lingua sulle labbra socchiuse. Chiaramente in difficoltà, Pinocchio aveva cercato di coprirsi con le mani, col solo risultato di piombare giù dallo sgabello e finire lungo e disteso sul pavimento. Poche ore più tardi, rimasto solo in una stanza sopra il locale, si era chiesto se ciò che stesse facendo fosse la cosa giusta.

-Non ho mai visto una cosa simile! Tu sei un prodigio della natura, ragazzo!- aveva esclamato estasiata una volta che, non senza difficoltà, l’aveva condotto in quella stessa stanza convincendolo a spogliarsi.

-Hai mai sentito parlare di Rocco?- gli aveva chiesto senza staccare gli occhi dal suo inguine.

Di fronte al suo diniego, era scoppiata in una fragorosa risata e aveva iniziato a saltellare come una bambina.

-Ecco, lui non è nessuno nei tuoi confronti. Ascoltami bene, ragazzo-

Tutto era cominciato così, con una sorta di contratto mai stipulato con Mira. Abile nelle parole, l’aveva convinto che avrebbero potuto ricavare una fortuna dal tesoro che teneva tra le gambe. Lei sarebbe stata la mente e gli avrebbe procurato la merce “tutte sopra i cinquanta e insoddisfatte” gli aveva assicurato, e lui sarebbe stato il braccio, e che braccio! Aveva concluso ridendo ancor più forte. Pinocchio aveva esitato; non era mai stato con una donna, e sinceramente non capiva i discorsi di Mira ma, alla fine, aveva accettato.

Ingranando la marcia, si immise nel traffico e accese la radio. Quella sera, avrebbe dovuto recarsi appena fuori città, in una villa che conosceva molto bene. La proprietaria, una vedova di circa sessant’anni ma ancora avvenente, era anche la titolare di una rinomata catena d’alberghi. Fantasiosa ed esigente, non lesinava sui regali, ma andava letteralmente in bestia se non si sottostava alle sue regole.

Arrivato davanti al cancello, parcheggiò la macchina e scese. Un’altra serata stava per iniziare.


Danio Mariani.

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monellaccio19
monellaccio19 il 17/12/16 alle 10:29 via WEB
Ho sempre sospettato che tu fossi un destabilizzato mentalmente. Ora ho la prova, la certezza: solo un malato di mente poteva generare una storia come questa! Pazzoide e perverso scrittore, cosa ti salta in mente? Vuoi sconvolgere la nostra esistenza piatta e priva di scossoni? La Fata dai peli turchini non ti ha avvertito dei rischi che avresti corso se ti fossi inoltrato per una selva oscura? AhAhAhAhAhAh!!!!!!! E capirai se Pinocchio non l'avesse avuto sproporzionato. Con il legno Geppetto glielo poteva fare di tutte le misure, se poi aggiungiamo che le bugie lo favorissero allungando anche l'"Arto" più lungo che possedesse, allora il gioco è facile! No so come andrà avanti 'sta storia, una cosa so però: ho fai funambolo procedendo e o il racconto non finirai!!!!!! AhAhAhAhAhAh!!!! Ciao,sono stato bene in questi ultimi tempi senza leggerti, perché vuoi rovinarmi le feste? Ho già i miei problemi di salute. Buondì Laura: presumo tu voglia assumerti le tue responsabilità.
 
 
contastorie1961
contastorie1961 il 17/12/16 alle 10:43 via WEB
Pensavo ormai sapessi che fossi un pazzoide e un perverso! Da buon amante di Collodi, ti ergi giustamente a strenuo difensore della favola più famosa del mondo, pensando che egli possa rivoltarsi nella tomba. E credo che fai bene, ma a me le favole così come sono state raccontate, mi annoiano. Ed ecco l'idea balzana, il lampo di pazzia: una rivisitazione inedita che mi sta facendo divertire un casino a scriverla. Stavi meglio senza leggermi? Diciamo che è il mio regalo di Natale ma, tornando un attimo serio, ti faccio mille auguri affinché superi i tuoi problemi di salute. Ciao vecchio mio, un abbraccio dal tuo perverso scrittore ^_^
 
   
monellaccio19
monellaccio19 il 18/12/16 alle 12:12 via WEB
Grazie Danio per gli auguri riferiti alla mia salute: sto passando un momentaccio con delle complicazioni non previste. Mah, ormai so che non devo farci più caso e tiro avanti....anzi no, tiro e basta.
 
 
lascrivana
lascrivana il 17/12/16 alle 21:36 via WEB
Non basta che mi assuma la responsabilità di quello che scrivo io? Pure Danio e il suo pinocchio mi manca. Ciao Monello.
 
lascrivana
lascrivana il 17/12/16 alle 21:44 via WEB
E' così che Pinocchio divento un gigolò. Seguendoti anche su facebook,avevo già avuto modo di leggere la tua storia.Bentrovato nel mio blog Danio. Sono certa che riuscirai a intrattenere piacevolmente i miei ospiti.
 
 
contastorie1961
contastorie1961 il 18/12/16 alle 08:57 via WEB
Grazie come sempre a te per l'ospitalità, Laura.
 
   
lascrivana
lascrivana il 18/12/16 alle 09:10 via WEB
Grazie a te mitico Danio.
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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