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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 25/01/2017

Pinocchio 2.0 (Nono Capitolo)

Post n°1336 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da contastorie1961

Sbuffando e imprecando, Volpe riemerse dal passaggio reggendo un voluminoso tomo.

-Solo i due ingressi sono stretti, poi il cunicolo è percorribile anche restando in piedi!- si lamentò.

-Se non riuscivo a entrare non vedo come potevo esserne a conoscenza. L’unica cosa di cui ero certo, è che collegava questa cella con la mia stanza, e il libro che tieni in mano ne è la conferma-rispose soavemente Cappellaio Matto.

-Beh, adesso ce l’hai, vedi di tirarci fuori da questo casino!-intervenne Pinocchio.

-Si, certo, solo un attimo di pazienza-disse Cappellaio, quindi prese il libro dalle zampe di Volpe e iniziò a sfogliarlo.

-Eccola qua-esclamò soddisfatto dopo qualche istante.

-Parla!-lo incalzò Pinocchio.

-Cosa aspetti!-ringhiò Volpe.

-E muoviti!-soffiò Gatto.

Cappellaio li guardò tutti, poi annuì.

-Allora. Volpe ha già rischiato e ha svolto egregiamente il proprio dovere, per cui ora tocca a te, Pinocchio-

-E io?-protestò Gatto.

-Tu resti sempre cieco e anzi, mi domando come mai ti abbiano portato con loro, sei una palla al piede!-

-Ma come…come…-balbettò il felino agitando il bastone per aria.

-Dimmi cosa devo fare-tagliò corto Pinocchio.

-È molto semplice. Ora ti farò un incantesimo, ma non preoccuparti, non succederà come con Fata Turchina, riuscirà benissimo. Poi però dovremo agire sulla sorpresa, altrimenti sarà tutto inutile-

Ancora offeso, Gatto picchiò il bastone sul pavimento.

-Certo che a parole sei un genio, e parla maledizione!-

Cappellaio non gli prestò attenzione, ma proseguì ugualmente.

-Ti trasformerò nell’esatta copia di Rocco, attrezzo compreso-

Volpe spalancò la bocca, mentre Gatto si lasciò andare a un verso gutturale.

-E a cosa servirà se siamo chiusi qua dentro-obiettò Pinocchio.

-Proprio qua entra in gioco la sorpresa. Vedi, i soldati della regina sono si dei bestioni, ma non brillano certo per intelligenza, in fondo erano solo delle carte da gioco. In più hanno un punto debole, ed è quello che dovremo sfruttare-

-E quale sarebbe?-chiesero Gatto e Volpe in coro.

-Io-

-Adesso basta coi giochetti, mi sto incazzando!-ringhiò Pinocchio.

Cappellaio aprì nuovamente il libro.

-Carminem reprimo et tollo-recitò lentamente.

Vedendo lo stupore sui loro volti, si affrettò a proseguire.

-È la formula per annullare l’incantesimo che feci loro quando Rocco, minacciando di tagliarmi la testa, convinse Regina a ordinarmelo, prima di rinchiudermi-

-E avevi bisogno del libro per ricordarla? Che razza di mago sei!-ridacchiò perfido Gatto.

-La ricordavo benissimo, solo che senza il libro non funziona. È un talismano carico di forti poteri, e ora potrei usarlo per renderti sordo oltre che cieco!-

Terrorizzato, Gatto cercò di nascondersi dietro Pinocchio.

-Basta scherzare, spiegaci bene il piano e andiamo, sono stanco di aspettare-intervenne quest’ultimo.

Pochi minuti più tardi, colpi pesanti e prolungati alla porta fecero accorrere gli stessi soldati che avevano portato via Lepre. Non appena entrarono nella cella però, si bloccarono all’istante. Dinanzi a loro, quello che credevano fosse il loro comandante, alzò un braccio per poi spostarsi di colpo.

-Carminem reprimo et tollo!-pronunciò Cappellaio a voce alta tenendo il libro proteso dinanzi a se.

Immediatamente, i due colossi si afflosciarono al suolo per poi trasformarsi in enormi carte da gioco.

-Funziona!-esultò Volpe.

-Dovremo solo stare attenti a non incontrare il vero Rocco. Dovesse accadere, l’incantesimo su di te potrebbe annullarsi spontaneamente, ma non ne sono certo-disse Cappellaio rivolgendosi a Pinocchio.

Senza incontrare altri ostacoli, percorsero il lungo corridoio e arrivarono alla porta che dava sulla grande piazza d’armi. Aprendola quel tanto che bastava, Pinocchio diede un’occhiata e poi la richiuse.

-Ci sono solo cinque o sei soldati in questo momento, ma sono lontani-disse.

-Se esci e ti avvicini potrebbero sospettare qualcosa, magari Rocco li ha appena lasciati. Bisogna attirarli qui-propose Cappellaio, quindi si voltò verso Gatto.

-Volevi renderti utile Gattaccio? Beh, credo sia giunta la tua occasione-disse con un sorriso.

-Ma tu sei scemo, perché dovrei fare da esca? E se si mettono a urlare attirando così il resto dell’esercito?-

-Ti ho già detto che non sono proprio dei geni, si precipiteranno qui e cercheranno di prenderci, li conosco bene, fidati-

Un istante dopo, un derelitto e per nulla convinto felino, uscì alla luce del sole e fece qualche passo in avanti.

Intenti a parlottare tra loro, i soldati lo individuarono subito e come previsto da Cappellaio si precipitarono nella sua direzione.

-Rientra, svelto!-urlò Pinocchio.

Gatto non se lo fece ripetere due volte, e varcò la soglia proprio mentre il primo dei soldati piombò su di lui come una furia, seguito dagli altri. Come in precedenza, la vista del falso Rocco li paralizzò all’istante, dando così a Cappellaio il tempo di alzare il libro e ripetere la formula.

-Sei ostacoli in meno-disse Pinocchio contando le grandi carte stese a terra.

-Si, ma il difficile viene ora-aggiunse Cappellaio guardando il palazzo reale.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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