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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 06/03/2017

Racconto breve

Post n°1361 pubblicato il 06 Marzo 2017 da lascrivana

Come una nave ancorata nel porto sbagliato.

L'immagine può contenere: casa, albero, spazio all'aperto e natura

 

La nostra storia sembrava avesse radici in un tempo a noi ignoto; chissà, magari era iniziata in un'altra vita. - Altrimenti com’è possibile spiegare questa mia forte attrazione sin dal primo istante in cui ti vidi? Nonostante la ragione mi suggerisse che eri la persona sbagliata, non riuscivo a liberarmi dall’ossessione di te! -

Avrei dovuto lasciarti quando ero ancora in tempo, e non consentire che la passione mi risucchiasse in un limbo fatto di gioie e dolore.

Ricordo le serate in cui stavo ad aspettarti inutilmente per ore, per finire ad addormentarmi esausta sul divano, delusa e triste per lo smacco subito. Al mattino mi svegliava l’odore nauseabondo del tabacco proveniente dalle cicche schiacciate nel posacenere -posto sul basso tavolino vicino al divano, arrivava quasi a sfiorarmi il naso. La bocca arsa e amara, denunciava le troppe sigarette fumate nervosamente e lo stomaco vuoto; mentre la cena rimaneva intatta nel forno.L’unica cosa a trarne vantaggio da quella situazione, era la mia linea: il ventre piatto e le lunghe gambe snelle, rendevano il mio corpo terribilmente attraente. I lunghi capelli biondi e lisci, e gli enormi occhi verdi incastonati nel perfetto ovale del mio viso, mi facevano sembrare una bella bambola di porcellana. La mia pelle d’avorio, in netto contrasto con il nero del vestito ancora addosso dalla sera prima, metteva in risalto la bella bocca a cuore dipinta di rosso. Intristita, guardavo allo specchio la mia immagine di malinconico Pierrot, con il rossetto sbavato e il rimmel impiastricciato sulle gote.

Il trillo del campanello, puntualmente mi ricordava che presto un mazzo di rose rosse e un biglietto profumato avrebbe giustificato la tua assenza. Al garzone del fioraio, che ormai sapeva tutto di noi, gli avevi fornito un extra affinché versasse sul biglietto una goccia della tua colonia preferita, quella che io ti avevo regalato e che usavi solo quando c’incontravamo.

Quella mattina nell’aprire la porta,  avvenne qualcosa d’insolito, il ragazzo invece che tenere  in mano il solito mazzo di rose, reggeva un vassoio contenente un termos di caffè e due brioche. L’invitante aroma mi deliziò le narici; ricordandomi che era proprio quello che avevo bisogno per riprendermi. Grata sollevai lo sguardo e incrociai i suoi occhi sorridenti. Venne da ridere anche a me pensando alla faccia di Armando se avesse saputo dello scherzo del fioraio; sicuramente sarebbe andato su tutte le furie.

Quando domandai al garzone che fine aveva fatto il mazzo di rose, mi rispose strizzandomi l’occhiolino e dandomi confidenzialmente del tu:

- Le ho regalate alla vecchina dirimpettaia, sai quella che abita sul tuo stesso pianerottolo. In cambio le ho chiesto di prepararmi caffè e brioche. Ho pensato che tu avessi più bisogno di una bella colazione … Qualcuno ti fa  piangere troppo, e mangiare poco-.

Non avevo bisogno di domandargli cosa glielo avesse fatto pensare; il viso tirato con cui lo accoglievo la mattina, era più che sufficiente per farsi un’idea chiara della situazione.

Mi feci da parte e lasciai che entrasse; invitandolo poi a posare il vassoio sul tavolo della cucina, ancora romanticamente apparecchiato dalla sera precedente.

Ci accomodammo, e versandoci un’abbondante tazza di caffè dal termos, presi una fragrante brioche e la addentai nervosamente, sotto il suo sguardo interrogativo e paziente. Silenzioso aspettava che fossi io ad aprire il discorso; magari che provassi finalmente a confidarmi, giacché lui era già a conoscenza della mia relazione con Armando.

Finora non avevo confidato ad anima viva la nostra storia, poiché lui era un personaggio di spicco, e se qualcuno avesse saputo di noi, sarebbe stata la fine della sua carriera politica.

Sposato con la figlia di un ricco e potente senatore, Armando aveva fatto ben presto strada. Nonostante fosse un brillante avvocato, aveva deciso di punto in bianco di dedicarsi alla politica, anche perché questo era sommo desiderio di suocero e moglie. E poi, il senatore manovrava la sua posizione lasciandogli poco spazio ad agire e prendendo le decisioni al posto suo. Il parecchio tempo libero a sua disposizione, lo impiegava per viaggiare sempre più lontano di casa. La maggior parte delle vacanze le passava con me. In fondo la moglie Annalisa mi faceva pena, ignara della nostra relazione, preferiva rimanere a casa a occuparsi dei figli, quattro per l’esattezza. Nonostante potesse permettersi l’aiuto di una babysitter e di un autista, preferiva essere la sola a occuparsi dell’educazione e della tutela dei figli, era persino gelosa dell’intervento del marito Armando.

Persa nelle memorie, non mi resi conto che avevo espresso i miei ricordi ad alta voce.

-Non so nemmeno come sia iniziata la nostra storia… so solo che non posso più farne a meno. Armando è come una droga per me-.

Il ragazzo nell’udire la mia narrazione si mise comodo sulla sedia, non rispondendo nemmeno al trillo del cellulare. Sicuramente era il proprietario della fioreria che voleva informarsi del perché ci avesse messo tanto per la consegna. Dopo aver sicuramente giustificato il ritardo con un breve messaggio, lo chiuse definitivamente; timoroso che qualcuno potesse disturbare nuovamente la mia narrazione.

-Armando è un uomo carismatico e affascinante. Mi piace quando indossa le sue candide camicie inamidate, e la giacca scura. Mi eccita l’idea di essere nei suoi pensieri mentre compie qualsiasi azione nei luoghi dove io non sono presente. Ho sempre fatto in modo che lui non desideri nessun’altra donna all’infuori di me. Ho imparato tutte le tecniche di seduzione, e ho sempre tenuto sotto controllo la mia gelosia. L’ho sempre lasciato libero, in modo da essere certa che se lui ritorna da me è solo perché non può farne a meno. In parte lui si sente ferito da questa mia indifferenza; è convinto che io non sia abbastanza innamorata di lui da manifestargli la mia inquietudine per la situazione in cui mi ha relegato.

In realtà ignora quanto mi roda e quanta sofferenza mi procura rimanere nascosta dietro la sua ombra. Io sono quella che non potrà mai essere al suo fianco … nel bene e nel male. So che posso sembrare masochista; ma credimi … ci ho provato a stargli lontano; mi sentivo svuotata e finita … senza di lui la mia vita non ha senso-.

Sospesi il racconto giusto il tempo di versarmi un'altra tazza di caffè, rammentando quella volta che provai a mettere fine alla nostra storia.

-Armando sembrava impazzito, mi telefonava a qualsiasi ora del giorno e della notte. Aveva messo una squadra d’investigatori privati a spiare ogni mio movimento. Non faceva altro che inviarmi foto di noi due insieme.  Se da una parte la sua ossessione mi spaventava, dall’altra il mio ego sussultava: ero al centro dei suoi pensieri. Aveva spianato la mia strada, difendendomi da tutto e da tutti. Mi aveva fatto avere un ruolo di direttrice in un’importante azienda cosmetica; e se qualcuno mi metteva i bastoni tra e ruote, lui trovava il modo di togliermelo di torno. Mi scriveva che io ero sua, e che non avrebbe mai permesso a nessuno di avvicinarsi a me. Dopo un paio di mesi in cui io avevo trovato il coraggio di non vederlo, alla fine cedetti. Era una serata di pioggia e di temporale, me lo ritrovai davanti alla porta di casa bagnato come un pulcino. La camicia intrisa d’acqua aderiva su i suoi pettorali, rivelando un torace tonico e vigoroso. I capelli scomposti e gocciolanti rendevano il suo sguardo ancor più tenebroso. La sua espressione decisa, sciolse ogni piccola riserva, travolgendomi con la sua disperata passione. Facemmo l’amore divorandoci come due che stavano in digiuno da mesi. Il solo ricordare quel giorno mi provoca uno spasmo allo stomaco. Vorrei tanto che fosse qui anche ora … -

Adirata per la mia debolezza, battei un pugno sul tavolo facendo sussultare il garzone.

-Perché? Dannazione perché non posso liberarmi di lui? Il suo pensiero è una continua ossessione!-

Priva di autocontrollo e scevra da qualsiasi briciolo dignità, mi piegai in ginocchio poggiando la testa sulle gambe del giovane fioraio. 

Mi lasciai andare in un pianto dirotto. Il ragazzo sbalordito dalla mia reazione, mi sollevò il viso per guardarmi negli occhi. Fu così che ci trovò Armando. Poi tutto accadde così in fretta da non darmi nemmeno il tempo di reagire: Armando incollerito, con lo sguardo che sembrava lanciare dardi di carbone ardente, si avvicinò minaccioso. Con una forza inaudita sollevò il ragazzo dalla sedia e lo batté violentemente con le spalle sulla parete piastrellata. Sicuramente non era sua intenzione ucciderlo; ma il ragazzo batté fatalmente con la testa allo spigolo dello stipite della cucina.

Guardai quel giovane corpo afflosciarsi inerme sul pavimento. Inorridita e impietrita, guardai il sangue dilagarsi sul bianco pavimento della cucina.  Era solo un angelo che aveva provato ad asciugare le mie lacrime, e lui, il diavolo della mia passione aveva messo fine a quel dolce sorriso … l’unica persona che conosceva la verità su di noi.

Non seppi mai se lo fece perché Armando aveva intuito che gli avessi raccontato tutto, o per un’incontrollata gelosia; so solo che fu l’ultima volta che lo vidi.  Agghiacciata e sconvolta dal dramma che si era appena svolto davanti ai miei occhi, lasciai che la polizia se lo portasse via senza dire nemmeno una parola in sua difesa.

 Lasciai la città dopo qualche mese, senza nemmeno cercare di avere sue notizie. Cercai di rifarmi la vita in un'altra città … inutilmente, poiché il suo pensiero non mi abbandonava mai. Ancora oggi quando sono sola nel mio letto, lui viene a cercarmi nel sogno per fare l’amore con me. Nel silenzio della mia stanza mi sembra di sentire il suo respiro sul collo; e di percepire il calore delle sue gambe che s’intrecciano alle mie, mentre la sua bocca avida cerca disperatamente la mia.

 Ti amo, e forse non smetterò mai di amarti; ma il peso di quell’omicidio ha messo un muro tra noi due. Forse in un'altra vita potremo riprendere ancora una volta la nostra storia d’amore, e amarci finalmente alla luce del sole.

 Laura

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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