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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 26/07/2016

Fedora (Dodicesimo Capitolo)

Post n°1227 pubblicato il 26 Luglio 2016 da contastorie1961

Giunsero sul sagrato della chiesa che era ormai buio. A parte un uomo che si allontanava barcollando in maniera vistosa, la piazza era completamente deserta.

-Spero che il tuo amico prete viva in canonica- disse Alan osservando il portone chiuso.

-Lo spero anch'io ma, per saperlo, non ci resta che bussare- rispose Fedora.

Qualche istante dopo, la porticina posta sul lato più lontano della costruzione si socchiuse.

-Fedora?Che ci fai qua a quest'ora?- esclamò don Sergio non appena la vide. Solo in un secondo momento si accorse della presenza di Alan.

-Ciao,Sergio. Mi scuso per l'ora tarda, ma ho urgente bisogno di parlarti anzi, abbiamo bisogno- disse indicando Alan -Lui è Alan Pasini, il nipote di Anselmo-


Il piccolo appartamento era sobrio ma accogliente. Dopo averli fatti accomodare, don Sergio andò subito al sodo.

-Se siete piombati qua alle nove di sera, deve trattarsi di qualcosa di veramente importante- disse guardando prima uno e poi l'altro.

Alan annuì, ma lasciò che fosse la donna a parlare.

-Ti ricordi il portagioie che ti portai per la pesca in occasione della festa del patrono?-

Il prete sembrava stupito.

-Certo che lo ricordo. Sembrava anche abbastanza prezioso, forse un po'pacchiano, ma comunque un bel oggetto-

-Ecco,io...noi...avremmo bisogno di recuperarlo, non è che per caso ricordi chi possa averlo vinto?-

Sul volto di don Sergio apparve un sorriso sarcastico.

-Nessuno di voi due è venuto alla festa, vero?-

Entrambi ammisero di non averlo fatto.

-Non avevo dubbi. Se foste venuti, vi sareste resi conto di quante persone c'erano. A parte gli abitanti del paese, è arrivata gente anche da quelli limitrofi e addirittura dalla città. E sapete quanti biglietti sono stati venduti per la pesca?-

I due scrollarono la testa all'unisono.

-Tanti quanto gli oggetti che siamo riusciti a recuperare, più di mille-

Fedora si lasciò sfuggire un'esclamazione di sconforto, mentre Alan allargò le braccia, sconsolato.

-Però siete fortunati...- proseguì il prete. I due parvero rianimarsi.

-Come potrete ben capire, visto l'afflusso non ero certo solo a consegnare i premi. Mi hanno aiutato i ragazzi dell'oratorio, una decina in tutto. Il caso vuole però, che quel portagioie l'abbia dato proprio io alla persona che l'ha vinto-

A questo punto don Sergio si zittì.

-E a chi l'hai consegnato...ti prego Sergio, è importante- piagnucolò quasi Fedora.

Alzandosi,don Sergio iniziò a camminare per la stanza, le mani allacciate dietro la schiena.

-Credo di aver diritto a una spiegazione, non lo pensate anche voi?-

Alan e Fedora si scambiarono un'occhiata, poi la donna annuì e lasciò che fosse lui a parlare.

-Sul fatto che ne abbia diritto si potrebbe anche discutere. Ma lei è l'unica persona che può aiutarmi, quindi va bene- disse piuttosto contrito.

Don Sergio tornò a sedersi.

-C'è  un doppiofondo in quel portagioie, e dentro di esso una chiave-proseguì Alan tutto d'un fiato -Per l'esattezza, una chiave di una cassetta di sicurezza-

Don Sergio annuì, ma non sembrava ancora soddisfatto.

-E cosa conterrebbe, questa cassetta di sicurezza-

Fedora si alzò di scatto e gli si mise davanti, era infuriata.

-Adesso basta, Sergio. Alan è stato sin troppo gentile nei tuoi confronti,dicci chi è in possesso del portagioie e facciamola finita!-

Il volto del parroco si fece di pietra.

-E allora scopritelo da voi, buonasera- disse alzandosi.

-Ok...ok...-intervenne ancora una volta Alan.

-Alla sua morte, mio zio lasciò un testamento. Non avendo avuto figli, gli unici eredi risultammo io e mia sorella Chiara, figli di Carlo, il suo unico fratello-

Don Sergio ascoltava con attenzione. Aveva conosciuto bene Anselmo, ma non aveva mai sentito parlare di un fratello e di nipoti. Come gli avesse letto nel pensiero, Alan proseguì nel suo racconto.

-Mio padre si trasferì al sud, per lavoro. Solo pochi anni fa decise di tornare al paese natale ma, dopo poco tempo, si ammalò e morì-

Il prete alzò un sopracciglio.

-E cosa diceva il testamento?-

-Che mio zio risultava proprietario del solo negozio, e che lo lasciava in eredità appunto ai nipoti-

-E cosa c'entrano il portagioie e la chiave?- lo incalzò don Sergio.

-In punto di morte, mio padre mi confessò che mio zio aveva accumulato un'ingente somma di denaro, svariati milioni custoditi in una cassetta di sicurezza della propria banca-

-E presumo che vi siate rivolti a questa banca-

-Certo, è la prima cosa che ho fatto. Solo che, molto gentilmente, mi hanno informato che senza nulla di scritto non potevano di certo aprire la cassetta.A meno che, io stesso non fossi stato in possesso della chiave-

Don Sergio appariva perplesso.

-Una sola domanda: come mai il portagioie era in possesso di Fedora?-

Presa di sprovvista, la donna si sentì avvampare.

-Ho capito, non c'è bisogno che mi spieghi, vorrei solo sapere per quale motivo te l'ha regalato, se sapeva che conteneva la chiave-

-Mio zio era andato giù di testa, negli ultimi tempi. Temo che non se ne ricordasse più, o almeno lo credo- intervenne Alan.

-O,forse, temeva che gli venisse sottratto- aggiunse don Sergio.

-Chi ne è in possesso, Sergio, sono stanca delle tue domande e delle tue insinuazioni-

Fedora sembrava sull'orlo di una crisi di nervi, e il prete se ne accorse.

-Va bene. Non credo che la persona in questione sarà molto contenta di vederci a quest'ora, ma mi sembra di aver capito che è abbastanza urgente. Forza, seguitemi-

 
 
 
 
 

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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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