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Messaggi del 10/03/2017
Post n°1363 pubblicato il 10 Marzo 2017 da contastorie1961
Dopo essere andata a far visita al padre, Rosalia rientrò subito a casa. Vederlo allegro e voglioso di recuperare il tempo perduto le aveva fatto dimenticare, anche solo per pochi istanti, il tremendo agguato subito da Giorgio. L’unico momento d’angoscia, era stato quando le aveva chiesto come mai non si era fatto più vedere. Si era aspettata quella domanda, tuttavia aveva esitato e Omar aveva dovuto ripetere la domanda. -La sua presenza è stata richiesta all’estero, papà, ha dovuto partire in fretta e furia. Mi ha detto comunque di salutarti- aveva inventato su due piedi. Era ben consapevole che quella bugia avrebbe retto per poco, ma per il momento poteva bastare. Non lo vedeva così felice da troppo tempo, non se la sentiva di rovinare tutto con quella tragica notizia. Una volta a casa, si guardò attorno e fu assalita da un attacco di panico. L’aggressore di Giorgio era ancora a piede libero, e se fosse tornato per farle del male? Una sensazione di soffocamento le ostruì improvvisamente la gola, mentre il cuore sembrava volerle scoppiare nel petto. Gocce di sudore le imperlarono la fronte gelata, e un tremolio improvviso le afflosciò le gambe. Sussultò nel sentire la suoneria del cellulare. Frenetica, rovistò maldestramente nella borsetta, col solo risultato di sparpagliare il contenuto sul pavimento. Recuperato il cellulare sospirò di sollievo, era Igor. -Ciao, sono dietro la tua porta, e non ho ancora suonato ancora il campanello per paura di disturbare,e’così?- Rosalia si affacciò alla finestra che dava sul pianerottolo prima di aprire la porta, quindi gli rispose con voce tremante: -No che non mi disturbi, ti apro- A Igor non sfuggì il tono angosciato che aveva percepito nella sua voce. Non appena aprì la porta, si trovò davanti una donna spaventata e sull’orlo di una crisi di nervi. Quasi senza rendersene conto, la strinse tra le braccia e le sussurrò parole di conforto nell’orecchio. Completamente abbandonata, Rosalia si aggrappò a lui come un naufrago a un relitto, quindi pianse lacrime amare sul suo petto. Pur a fatica, Igor si staccò con delicatezza, consapevole che quell’abbraccio si stava prolungando un po troppo. -Sono passato per avere notizie di Giorgio, come sta?-. Un po a sorpresa, Rosalia si ci rimase male per quel distacco improvviso, avrebbe voluto che continuasse. -Sta migliorando, grazie- rispose cercando di nascondere il rossore. -Scusa se te lo dico, ma sei più sconvolta adesso di quando è successo il fatto, cos’è che ti tormenta?- Lei alzò il mento e lo guardò con gli occhi ancora gonfi di lacrime. -Ho paura, Igor. Temo che quell’uomo possa tornare e farmi del male. Ci fosse mio padre, mi sentirei al sicuro, ma non lo dimetteranno così presto- Igor, non rispose subito, si chinò invece a terra e raccolse tutte le cianfrusaglie cadute dalla borsa. Quando si rialzò, gliele porse e la guardò dritto negli occhi -Prendi le tue cose e vieni a casa mia. Oltre che al sicuro, potremo studiare bene il caso insieme-. Approfittando del cambio di turno, Giada entrò furtivamente nella stanza di Giorgio. Il suo ex marito avrebbe potuto ricordarsi di aver visto Daniel più volte nel suo studio, e questo avrebbe portato inevitabilmente a lei. Doveva trovare il modo di sbarazzarsene definitivamente. -E’ inutile che vai a controllare il dottor Casellari, l’ho appena fatto io, e ho dovuto somministrargli un tranquillante tanto era agitato-. Spaventata, Giada si era nascosta dietro la porta, ma si rilassò subito dopo aver sentito quelle parole, nessuno l’avrebbe disturbata. Avvicinandosi al letto, osservò il lento e regolare respiro di Giorgio, quindi mise una mano sul cuscino. -Mi hai portata tu a questo, è solo colpa tua- disse in un sussurro. Gli occhi dell’uomo si spalancarono. |
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