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Post n°1463 pubblicato il 16 Novembre 2017 da lascrivana
Ho visto cose che voi uomini non potete immaginare cose che in altri tempi avevano la capacità di farti sognare Ricorreva l’estate di San Martino dove si diceva che in ogni botte maturava il vino E così che il pallido sole di un caldo giorno di Novembre iniziava a rallegrar le cantine rifornite a Settembre Uomini seduti al calor del camino Mangiucchiavano olive nere annaffiate col vino con pane secco che aveva perso il suo odore mentre il formaggio stagionato aveva elaborato il sapore Le mani annerite dal duro lavoro impreziositi con orgoglio solo dalla fede d’oro tagliavano e affettavano, condivano e imboccavano quello che dalla campagna generosa ricavavano Erano uomini umili, onesti e con sani valori che non avrebbero mai scambiato con gli odierni tesori beni accumulati con inganno e sfrontatezza rubati alla povera gente per la propria ricchezza Egoisti prepotenti, idioti e nullafacenti che credono di essere furbi perché hanno vinto sul debole perdente Erano altri tempi quelli in cui il vero uomo poteva contare sull’amore della famiglia e quello che il lavoro nei campi gli poteva dare.
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Provengo in un certo senso da una civiltà rurale, dato che mio padre come suo mestiere ha trascorso i suoi anni migliori in quell'ambiente, tanto che - ora che mi ci fai pensare - rivedo molto dei tuoi tratti "pittorici" nel mio periodo d'infanzia.
E proprio da ragazzino nel tempo libero ero quasi appresso a mio padre, tanto che quel periodo è ancora molto vivo nella mia memoria.
Che si è rivelato una specie di "istruzione per l'uso" in seguito.
D'altro canto quassù, per lo meno fino al terremoto del 1976, quel tipo di vita rurale - semplice, frugale se vuoi ma profondamente radicata nell'anima della gente - è stato preponderante e con ruoli ben distinti fra padre e madre, ancorché il popolo "furlano" è stato un popolo di migranti (specie nelle due americhe) che ha dato lustro a questa terra per la qualità del proprio modo di fare, per la fortissima abnegazione nel mondo del lavoro.
Questo oltre un attaccamento così forte alla propria terra e alle proprie usanze che molti, nella vecchiaia, tornano qui per trascorrervi il periodo terminale della propria vita con vera gioia, con l'animo sereno di chi ha dato il meglio di se stesso.
Dal 1976, poi, le cose sono progressivamente cambiate, la vita rurale è sempre più diminuita e con essa quei concetti afferenti la famiglia che porto ancora dentro me. Devo dire, tuttavia, che alcuni tratti, i più importanti, dei legami familiari sono rimasti pressoché inalterati probabilmente perché la mia vita "procede" in un paesino in cui quel genere di collante a tutt'oggi esiste. Certe cose le noto, ad esempio quando, proprio per motivi di lavoro son stato via diversi mesi da casa, o per altri - di salute - in cui mi sono dovuto "fermare". Certe parole dei miei figli - in particolare i più giovani - mi hanno confermato che la figura paterna è salda (anche se poi dicono sommessamente che quando sono a casa "rompo".. ). Tutto questo vale per me, fuori le cose sono un po' differenti. Sono convinto che molto dipenda dal tipo di educazione ricevuta e trasmessa, impronta fondamentale che contraddistingue le famiglie e il rapporto loro interno.
Forse mi son perso un po' in itinere qua e là, Laura, però è bello guardare indietro nel tempo e constatare che non tutto è andato perduto, che molto c'è ancora nel dna che rende la vita tutto sommato meno agra.
Dolce giorno Laura .. ^____^