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« La curiosità di Rosalinda. | Barnaby e Flavia. » |
Post n°968 pubblicato il 22 Marzo 2015 da lascrivana
Barnaby ed io. Due persone completamente differenti, eppure amici da una vita. Lui, giovane imprenditore di successo, vive in un lussuosa residenza in città mentre io, semplice operaia impiegata in una delle sue aziende, in una piccola casetta di periferia. Ci conosciamo da sempre. Mia madre infatti, è stata la sua tata durante la fanciullezza e parte dell'adolescenza. Passavamo molto tempo a giocare insieme, specialmente d'estate, quando le vacanze erano più lunghe. Crescendo, Barnaby non ebbe più bisogno di lei, ma noi due continuammo a frequentarci regolarmente. Non è facile spiegare un rapporto così insolito. Eravamo e siamo due poli all'opposto, eppure quasi sempre in sintonia, nonostante le frequenti discussioni.
Profondamente ottimista io, con una propensione a pensare che, presto o tardi, tutto si sarebbe risolto per il meglio. Barnaby, di contro, è sempre stato un inguaribile pessimista. La miseria e il fallimento, come peste bubbonica, rappresentavano un autentico incubo per lui. Eppure, a parte tutto questo, è ricco sfondato e sembra che tutto debba girargli per il verso giusto. Io ho sposato Sandro, un uomo modesto ma molto orgoglioso. Non ha mai voluto l'aiuto di nessuno e stavamo bene così, accontentandoci di vivere alla giornata. -Flavia, il tuo guaio è proprio questo! Potresti avere di più, e invece hai scelto di vivere nella mediocrità- mi ripeteva spesso Barnaby. -E tu non saresti nessuno se non esistessero le persone mediocri come me- ribattevo ogni volta. Una cosa che lo irritava parecchio. -Che palle con i tuoi discorsi filosofici! Puoi pure scegliere di stare dalla parte dei numeri uno, se solo lo volessi veramente!- Io sorridevo a quelle parole, sempre le stesse. -Non si sceglie come vivere la propria vita, la si vive e basta. E poi io sono fatta così, se bene o male, resta tutto da verificare- facendolo infuriare ancor di più. Barnaby era questo. Un uomo risoluto e che mirava esclusivamente al successo. Ho sempre pensato che, la sua mania di veder tutto nero, fosse solo un ossimoro. Della serie: vedo scuro perché poi risulti tutto chiaro e brillante. Il mio esatto contrario. Per fortuna, era proprio il mio ottimismo a tenermi a galla. “La speranza è l'ultima a morire” mi ripetevo spesso. Poi avvenne il fatto. E questo bastò per cambiare radicalmente le nostre vite, arrivando addirittura a sconvolgerle. Tutto accadde un'afosa sera di Giugno. Com'era solito fare, Barnaby aveva lasciato l'ufficio molto tardi. Tutto si poteva dire di lui infatti, tranne che non prendesse sul serio il proprio lavoro. Sceso nel garage dell'azienda, si avvicinò all'automobile parcheggiata al solito posto. -Barnaby- Voltandosi di scatto, ebbe solo il tempo di vedere una sagoma scura. Subito dopo, lo sparo e la fiammata lo investirono in pieno. Laura e Danio
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