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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.
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Post n°1186 pubblicato il 04 Giugno 2016 da lascrivana
Nomade nell’anima Viaggi con il pensiero Senza cura per l’aspetto la forma la dignità Il rispetto è una parola che usi per stabilire contatto con un mondo straniero I volti si alternano alle parole La mimica è un mondo immaginario guidata dal libero pensiero Senza limiti e religioni Nomade nella testa libri le idee in voli pindarici Non sempre i suoi slanci sono spettacolari Ma che importa… a uno zingaro non è chiesta la coerenza la correttezza la perseveranza Tutto intorno sembra immobile e statico Eppure dentro, una carovana di parole ha attraversato menti deserte Dove mulinelli di polvere d’oro Si sollevavano dalla fine sabbia per incrostare narici E annebbiare sguardi Miraggi di oasi che si dissolvono all’avvicinarsi Nomade nell’anima Il suo passo è una danza che attraversa nuovi paesi in un tintinnio di rame e metalli Trascinandosi dietro monili e preziosi bottino rubato a incauti viandanti
Laura |
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Buona giornata.
virgola
Non per questo ti amo, anima mia.
Ma quando sento danzare
i tuoi seni, e ondeggiare
la tua snella figura contro il sole,
e le labbra vedo farsi azzurre
mentre premono i baci
allora, anima mia, la mia anima
si raccoglie nel tuo corpo
e il mio subito vien meno,
e gli occhi si offuscano.
Un nomade così ispirato e capace di esprimere il senso del piacere e dell'amore in così pochi versi semplici, esaustivi ed ispirati, merita null'altro che un sincero elogio.. ^________^
A Parigi nel 1482 il poeta Pierre Gringoire introduce la storia, davanti al sagrato di Notre-Dame, invaso poco dopo da un gruppo di zingari che, guidati dal loro "re" Clopin Trouillefou, chiedono il diritto d'asilo per poter rimanere nella Città. L'arcidiacono Claude Frollo, che ha un grande odio verso gli zingari, manda invece Febo, capitano delle guardie, a scacciarli. Febo svolge il suo compito, pur rimanendo incantato dalla zingara Esmeralda, che è tuttavia protetta da Clopin, il quale l'ha allevata dopo la morte della madre; d'altra parte, Febo è fidanzato ufficialmente con Fiordaliso ed il loro matrimonio è vicino. Intanto a Parigi si celebra la "festa dei Folli" (ovvero sia il martedì grasso) in cui i cittadini incoronano Quasimodo come papa della giornata di festeggiamento, in quanto il più brutto, spaventoso e grottesco uomo della Città. Ma la festa è interrotta da Frollo, che richiama Quasimodo, suo servo, per fargli rapire Esmeralda. Il Gobbo, che è stato allevato dall'arcidiacono e gli ubbidisce "come un cane al padrone" vi prova, ma viene arrestato da Febo e dalle sue guardie. Esmeralda però ha perso il proprio pugnale nella colluttazione con Quasimodo e Frollo lo raccoglie prima di allontanarsi furtivamente. Esmeralda si allontana, pur accettando un invito del capitano che le dà appuntamento al Val d'Amore, luogo appena fuori le porte della città adibito ad incontri clandestini e ritrovo per prostitute. Gringoire intanto segue Esmeralda fino alla Corte dei Miracoli, dove viene catturato dagli zingari che vorrebbero impiccarlo, ma Esmeralda lo sposa e lo salva, pur mantenendo le distanze da lui, in quanto è innamorata di Febo come anche Fiordaliso; il capitano si sente diviso in due tra l'amore puro ed incondizionato della promessa sposa e quello passionale della bella zingara. Il giorno seguente, mentre Gringoire racconta a Frollo del suo matrimonio "bianco" con la zingara, Quasimodo viene condannato al supplizio della ruota per l'aggressione ad Esmeralda. Esmeralda, su incoraggiamento di Clopin, si reca alla prigione e lo disseta alleviando un poco le sue sofferenze. Il Gobbo, e dopo di lui Frollo e Febo, cantano il loro amore per Esmeralda. Mentre Febo si incammina verso il Val d'Amore, Frollo è distrutto dal suo amore per la zingara, e segue il capitano fino al luogo dell'appuntamento. i due amanti si trovano finalmente soli e cantano del proprio amore e la propria passione. Impazzito dalla gelosia, Frollo ferisce gravemente Febo (usando il pugnale della ragazza e lasciandolo lì) e fugge; del fatto viene incolpata Esmeralda. II atto[modifica | modifica wikitesto] Pierre Gringoire e Claude Frollo parlano dei grandi cambiamenti che stanno sconvolgendo la società del medioevo; nel frattempo Quasimodo, a causa dell'amore per Esmeralda, trascura le sue campane. Gringoire informa Frollo e Clopin che Esmeralda è stata arrestata; dalla prigione, la zingara chiama Quasimodo in suo aiuto, mentre Clopin Trouillefou e gli altri zingari vengono arrestati anch'essi. Al processo lo stesso Frollo accusa Esmeralda del tentato assassino di Febo, facendola condannare a morte, pur ammettendo poi che il suo odio deriva dal suo amore per lei. Esmeralda s'illude che Febo venga a salvarla, invece è tornato da Fiordaliso a supplicare perdono e dando la colpa di tutto ad Esmeralda che lo avrebbe stregato, la fidanzata si riconcilia con lui, ma mostra un lato cinico ed amaro di donna tradita ed umiliata, inoltre lo perdonerà solo quando vedrà giustiziata Esmeralda. Intanto, Frollo visita Esmeralda in cella e dichiara di poterla salvare se accetta di diventare sua, ma lei rifiuta, così Frollo, accecato sempre di più dal suo amore che prova per lei, entra nella cella e cerca di baciarla; Quasimodo libera tuttavia gli zingari ed anche Esmeralda scappa. Quasimodo nasconde Esmeralda nella Cattedrale ma ella, pur essendogli riconoscente in quanto le ha salvato la vita, continua ad amare Febo. Il Gobbo è disperato dalla diversità tra lui e Febo e dal fatto che il suo amore non sarà mai ricambiato, mentre la zingara si illude nuovamente che la sua storia con il capitano possa avere un lieto fine. Il giorno seguente, si scatena una battaglia tra i soldati, intenzionati a far irruzione a Notre-Dame per arrestare Esmeralda, e gli zingari, che difendono la loro compagna. Febo tuttavia uccide Clopin ed arresta Esmeralda e gli altri zingari, per poi allontanarsi con Fiordaliso. Esmeralda viene impiccata tra le risate di Frollo; Quasimodo, infuriato, uccide il suo padrone, poi raggiunge la zingara nel cimitero, dove abbraccia l'amata per rimanere per sempre con lei, lasciandosi morire. Brani[modifica | modifica wikitesto]