ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi di Gennaio 2017

In fondo al tunnel. 2

Post n°1339 pubblicato il 31 Gennaio 2017 da lascrivana

 

Sdraiato sul letto, Omar Vandati annusò le lenzuola e sorrise. Grazie all’olfatto, riusciva infatti ad immaginarne il candore attraverso il profumo di disinfettante di cui erano impregnati. Nonostante tutto, la cecità gli aveva dato modo di sviluppare maggiormente gli altri sensi, facendogli provare sensazioni mai conosciute prima.

Con un leggero senso di colpa ripensò a quando, nella solitudine della propria casa, si era spesso spinto ad aprire i cassetti della moglie. Provando un certo imbarazzo, afferrava i suoi indumenti e li annusava a lungo. Da qualche parte, aveva letto che si trattava di un comportamento feticista, ma che ne potevano sapere gli altri? Come avrebbero potuto comprendere l’amore che li aveva tenuti legati per una vita intera? Con quella consapevolezza, affondava le narici tra le sottane, le camicette, i capi intimi. Alla fine, stremato e piangente, riponeva il tutto e si lasciava cadere al suolo, privo di forze. Avrebbe voluto morire tra quei tessuti, pagare un dazio irreversibile per ciò che aveva causato, ma non tutti hanno il coraggio di affrontare i propri fantasmi, e lui era uno di quelli.

E poi c’era Rosalia, sua figlia.

Pensando a lei, avvertì un groppo formarsi in gola. Cara, dolce Rosalia. Non aveva smesso un solo istante di incoraggiarlo e spronarlo a reagire, scontrandosi però con la sua ottusità e non voglia di vivere.

Ho già perso mia madre, non voglio soffrire ancora per cui ti supplico, papà, accetta di sottoporti all’operazione”

Ancora riluttante, Omar l’aveva guardata con affetto.

Sei proprio innamorata, non è vero?”

Lei aveva distolto lo sguardo ed era arrossita.

Questo non centra nulla. Giorgio è uno dei migliori chirurghi sulla piazza, non potresti avere di meglio” aveva risposto imbronciata.

Ma sapeva di aver colto nel segno. Quel giovane medico era riuscito a rubarle il cuore, e avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Ed era per quel motivo che tra poco, nudo e con un cuffia in testa, avrebbe varcato la soglia della sala operatoria.




Le lancette dell’orologio scorrevano lente quella mattina, l’esatto contrario dei battiti del suo cuore, letteralmente impazziti.

-Tra un po’ sarà portato in sala operatoria, stai serena Rosalia, l’intervento andrà benissimo-.

La voce calda e premurosa di Giorgio ebbe il potere di tranquillizzarla, almeno in parte.

Lasciando che il suo il caldo abbraccio la confortasse da tutte le ansie e le paure, lo baciò con tenerezza sulle labbra e lo lasciò andare.

Una volta in sala d’attesa, si avvicinò alla finestra stringendosi nella giacca di lana rossa. In quel momento, più che mai, avrebbe voluto sua madre accanto.





Ps: ci tengo a precisare che in questo racconto è presente anche o zampino di Danio. Non mi faccio di certo mancare il meglio. E sicuramente anche questo sarà gradito da voi.

 
 
 

Pinocchio 2.0 (Ultimo Capitolo)

Post n°1338 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da contastorie1961

Affacciato alla finestra della camera da letto, Rocco contemplò a lungo il piazzale deserto. A quell'ora, solitamente i soldati si stavano allenando, dov'erano finiti tutti quanti?

-Qualcosa non quadra- disse senza voltarsi.

-Mhmhm...amore vieni dai, ho ancora voglia- rispose Regina.

Completamente nuda, si rigirò nel letto producendosi in movimenti decisamente osceni.

-Devo andare a vedere, avremo tempo dopo-

-Ma io ho voglia!- ribadì la sovrana.

-Sta succedendo qualcosa, ne sono certo-

Indossati velocemente i vestiti, le si avvicinò afferrandole con forza gli enormi seni.

-Torno tra poco, aspettami-

Regina mugolò di piacere.

-Non farmi attendere troppo-


A forza di incantesimi, Pinocchio e compagnia arrivarono alla sala del trono.

-Ormai dovrebbe restare solo la guardia personale della Regina, ci siamo-disse Cappellaio Matto.

-Sembra non ci sia nessuno, direi di dividerci- aggiunse l'ex burattino.

Poco dopo, con Gatto attaccato alla cintola, si avviò verso la grande scalinata che portava ai piani superiori. Cappellaio Matto e Volpe,si erano invece diretti verso la cucina e le numerose stanze del pianterreno.

-Ehi,dimmi che accade, ok?- disse Gatto dopo qualche tempo.

-Devi solo stare zitto, al resto ci penso io- rispose Pinocchio.

Svoltato un angolo, si ritrovarono all'inizio di un lungo corridoio.

-Qui dovrebbero esserci le camere da letto, adesso aspettami qui e non fiatare-

Le porte erano molte, e Pinocchio si accinse ad aprire la prima quando,dal fondo del corridoio, vide il vero Rocco avanzare verso di lui.

Non si era accorto della sua presenza, per cui fece in tempo a nascondersi dietro un'enorme pianta in vaso. Trattenendo il respiro,attese che passasse pensando nel frattempo al da farsi.

-Ehi,che cacchio ci fai qui!- ruggì il vero Rocco all'improvviso.

Maledizione! Gatto, si era scordato completamente di lui!

Con un balzo, l'amante della Regina afferrò il felino per la gola e lo scosse più volte.

-Dove sono gli altri, parla!-

Sentendo le urla, Cappellaio e Volpe si precipitarono su per le scale ma,dando loro le spalle, Rocco non si accorse subito della loro presenza. Svelto come un fulmine, Pinocchio fece loro cenno di nascondersi, quindi uscì allo scoperto.

-Prenditela con me, stronzo-

Rocco si voltò, spalancò la bocca per lo stupore e sbarrò gli occhi.

Poco distante, Cappellaio fece altrettanto, l'incantesimo poteva svanire da un momento all'altro.

-Allora? Hai forse paura pezzo di merda?- lo incalzò l'ex burattino.

Riavutosi dallo stupore, Rocco fece qualche passo in avanti.

-Non so di che diavoleria si tratti, ma ora la risolviamo subito- disse estraendo un lungo coltello.

Sicuro di se, avanzò verso di lui con un ghigno, per poi fermarsi quasi immediatamente.

La porta della sua stanza si era aperta e Regina, ancora nuda, uscì nel corridoio.

A quella vista, Volpe non seppe trattenersi e scoppiò in una risata mentre Cappellaio, prontissimo, si precipitò verso di lei.

-Cosa...cosa succede...- gracchiò la donna passando lo sguardo sui presenti.

Approfittando della situazione, Pinocchio si lanciò verso Rocco e, con un preciso quanto potente calcio, gli fece volare via il coltello dalle mani.Contemporaneamente, Cappellaio Matto afferrò Regina per un braccio e glielo torse dietro la schiena. Urlando di dolore, la sovrana cadde in ginocchio invocando l'amante.

Furibondo,quest'ultimo investì l'ex burattino con tutti i suoi cento chili di peso. Sovrastato da quella massa di muscoli, Pinocchio sentì le sue mani stringersi attorno al collo, la vista si annebbiò e i polmoni cominciarono a bruciare. Poi, d'improvviso, gli occhi del colosso si arrovesciarono all'indietro e, dopo aver emesso un rantolo soffocato,si accasciò al suolo.

Dietro di lui, Gatto non smise di roteare il proprio bastone.

-Sarò anche cieco, ma la mira è sempre buona- esclamò soddisfatto.

-Non lo sei più- intervenne Cappellaio Matto.

Stupefatto,Gatto si guardò attorno per poi correre verso di lui e abbracciarlo.

-È vero!-

-Ogni promessa è debito- rispose Cappellaio.

-E anche a te è ricresciuta la coda-rivolgendosi quindi a Volpe.

Estasiata,quest'ultima si avvicinò e fece un grande inchino.

-Manca solo Pinocchio, ora-

L'ex burattino annuì, quindi si toccò l'inguine.

-Non è successo nulla- disse sconsolato.

-Uomo di poca fede- sghignazzò Cappellaio Matto.

Avvicinandosi,gli prese la mano quindi afferrò quella di Rocco, ancora svenuto.

-Penus trasformis in secoli seculorum!- enunciò ad alta voce.

Pinocchio avvertì un formicolio, la testa si fece pesante e temette di svenire.

Un istante dopo, il vuoto all'altezza del basso ventre venne colmato da qualcosa di enorme.

-Ciò che è stato tolto è reso- annunciò soddisfatto Cappellaio Matto.

Felicissimo,Pinocchio lo abbracciò.

-E di questa, che ne facciamo?- chiese indicando Regina che, stralunata, aveva assistito impotente.

-Se vuoi, puoi andare avanti a fare il vero Rocco- rispose Cappellaio con una risata.

-Ma per favore, ora sei tu il nuovo Re, te la lascio volentieri!-


 
 
 

Tutti per uno; Uno per tutti!

Post n°1337 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da lascrivana

L'arma vincente di un leader è:

Tutti per uno; Uno per tutti!

Dovrebbe esserlo anche la nostra politica,  e non ci sarebbero più perdenti.

 
 
 

Pinocchio 2.0 (Nono Capitolo)

Post n°1336 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da contastorie1961

Sbuffando e imprecando, Volpe riemerse dal passaggio reggendo un voluminoso tomo.

-Solo i due ingressi sono stretti, poi il cunicolo è percorribile anche restando in piedi!- si lamentò.

-Se non riuscivo a entrare non vedo come potevo esserne a conoscenza. L’unica cosa di cui ero certo, è che collegava questa cella con la mia stanza, e il libro che tieni in mano ne è la conferma-rispose soavemente Cappellaio Matto.

-Beh, adesso ce l’hai, vedi di tirarci fuori da questo casino!-intervenne Pinocchio.

-Si, certo, solo un attimo di pazienza-disse Cappellaio, quindi prese il libro dalle zampe di Volpe e iniziò a sfogliarlo.

-Eccola qua-esclamò soddisfatto dopo qualche istante.

-Parla!-lo incalzò Pinocchio.

-Cosa aspetti!-ringhiò Volpe.

-E muoviti!-soffiò Gatto.

Cappellaio li guardò tutti, poi annuì.

-Allora. Volpe ha già rischiato e ha svolto egregiamente il proprio dovere, per cui ora tocca a te, Pinocchio-

-E io?-protestò Gatto.

-Tu resti sempre cieco e anzi, mi domando come mai ti abbiano portato con loro, sei una palla al piede!-

-Ma come…come…-balbettò il felino agitando il bastone per aria.

-Dimmi cosa devo fare-tagliò corto Pinocchio.

-È molto semplice. Ora ti farò un incantesimo, ma non preoccuparti, non succederà come con Fata Turchina, riuscirà benissimo. Poi però dovremo agire sulla sorpresa, altrimenti sarà tutto inutile-

Ancora offeso, Gatto picchiò il bastone sul pavimento.

-Certo che a parole sei un genio, e parla maledizione!-

Cappellaio non gli prestò attenzione, ma proseguì ugualmente.

-Ti trasformerò nell’esatta copia di Rocco, attrezzo compreso-

Volpe spalancò la bocca, mentre Gatto si lasciò andare a un verso gutturale.

-E a cosa servirà se siamo chiusi qua dentro-obiettò Pinocchio.

-Proprio qua entra in gioco la sorpresa. Vedi, i soldati della regina sono si dei bestioni, ma non brillano certo per intelligenza, in fondo erano solo delle carte da gioco. In più hanno un punto debole, ed è quello che dovremo sfruttare-

-E quale sarebbe?-chiesero Gatto e Volpe in coro.

-Io-

-Adesso basta coi giochetti, mi sto incazzando!-ringhiò Pinocchio.

Cappellaio aprì nuovamente il libro.

-Carminem reprimo et tollo-recitò lentamente.

Vedendo lo stupore sui loro volti, si affrettò a proseguire.

-È la formula per annullare l’incantesimo che feci loro quando Rocco, minacciando di tagliarmi la testa, convinse Regina a ordinarmelo, prima di rinchiudermi-

-E avevi bisogno del libro per ricordarla? Che razza di mago sei!-ridacchiò perfido Gatto.

-La ricordavo benissimo, solo che senza il libro non funziona. È un talismano carico di forti poteri, e ora potrei usarlo per renderti sordo oltre che cieco!-

Terrorizzato, Gatto cercò di nascondersi dietro Pinocchio.

-Basta scherzare, spiegaci bene il piano e andiamo, sono stanco di aspettare-intervenne quest’ultimo.

Pochi minuti più tardi, colpi pesanti e prolungati alla porta fecero accorrere gli stessi soldati che avevano portato via Lepre. Non appena entrarono nella cella però, si bloccarono all’istante. Dinanzi a loro, quello che credevano fosse il loro comandante, alzò un braccio per poi spostarsi di colpo.

-Carminem reprimo et tollo!-pronunciò Cappellaio a voce alta tenendo il libro proteso dinanzi a se.

Immediatamente, i due colossi si afflosciarono al suolo per poi trasformarsi in enormi carte da gioco.

-Funziona!-esultò Volpe.

-Dovremo solo stare attenti a non incontrare il vero Rocco. Dovesse accadere, l’incantesimo su di te potrebbe annullarsi spontaneamente, ma non ne sono certo-disse Cappellaio rivolgendosi a Pinocchio.

Senza incontrare altri ostacoli, percorsero il lungo corridoio e arrivarono alla porta che dava sulla grande piazza d’armi. Aprendola quel tanto che bastava, Pinocchio diede un’occhiata e poi la richiuse.

-Ci sono solo cinque o sei soldati in questo momento, ma sono lontani-disse.

-Se esci e ti avvicini potrebbero sospettare qualcosa, magari Rocco li ha appena lasciati. Bisogna attirarli qui-propose Cappellaio, quindi si voltò verso Gatto.

-Volevi renderti utile Gattaccio? Beh, credo sia giunta la tua occasione-disse con un sorriso.

-Ma tu sei scemo, perché dovrei fare da esca? E se si mettono a urlare attirando così il resto dell’esercito?-

-Ti ho già detto che non sono proprio dei geni, si precipiteranno qui e cercheranno di prenderci, li conosco bene, fidati-

Un istante dopo, un derelitto e per nulla convinto felino, uscì alla luce del sole e fece qualche passo in avanti.

Intenti a parlottare tra loro, i soldati lo individuarono subito e come previsto da Cappellaio si precipitarono nella sua direzione.

-Rientra, svelto!-urlò Pinocchio.

Gatto non se lo fece ripetere due volte, e varcò la soglia proprio mentre il primo dei soldati piombò su di lui come una furia, seguito dagli altri. Come in precedenza, la vista del falso Rocco li paralizzò all’istante, dando così a Cappellaio il tempo di alzare il libro e ripetere la formula.

-Sei ostacoli in meno-disse Pinocchio contando le grandi carte stese a terra.

-Si, ma il difficile viene ora-aggiunse Cappellaio guardando il palazzo reale.

 
 
 

In fondo al tunnel

Post n°1335 pubblicato il 24 Gennaio 2017 da lascrivana

Seduta su una poltrona di pelle scura, nella sala attesa della clinica oculistica Casellari, Rosalia si lisciò la lunga chioma, nera come l’ebano. Il tempo delle sofferenze sarebbe presto finito, o almeno così sperava.

Da sei anni aveva interrotto la propria vita sociale per dedicarsi alla cura del padre, rimasto cieco in seguito a un drammatico incidente stradale, lo stesso che le aveva portato via la madre. Finalmente era arrivato il giorno dell’intervento chirurgico, quello che finalmente gli avrebbe ridato la vista.

Il trapianto della cornea era assai delicato, nonostante questo nutriva una fiducia smisurata in colui che l'avrebbe effettuato. Convinta che nulla accade per caso, aveva visto come un segno del destino l’incontro con il luminare Giorgio Casellari, medico chirurgo oftalmico di successo. Uno scontro per meglio dire, in un bar nei pressi della clinica. Senza volerlo, il dottore le aveva urtato il braccio proprio mentre si stava portando la tazza di caffè alle labbra. Inevitabilmente, il liquido le aveva macchiato l'elegante giacca in lana rossa che indossava.

Trattenendo a fatica un'imprecazione, Rosalia l'aveva guardato in cagnesco. Quella giacca era appartenuta a sua madre e, ogni volta che l’indossava, le sembrava di stare dentro a un suo abbraccio. E invece, quell’incapace aveva forse rovinato il suo capo preferito. In cuor suo si era augurata che in lavanderia avrebbero potuto porvi rimedio. Non si accorse nemmeno di aver formulato quella sequenza di pensieri ad alta voce, col solo risultato di mettere terribilmente a disagio l’imbranato sconosciuto. Visibilmente imbarazzato e dispiaciuto, il dottor Casellari aveva cercato di porre rimedio richiedendo l’intervento del barman.

-Ragazzo, hai qualcosa a disposizione che consenta di levar via subito le macchie?-

Il barman si era assentato un attimo, per tornare poco dopo con uno smacchiatore istantaneo. Dopo averlo spruzzato sulla giacca, aveva atteso qualche istante prima di strofinarlo con un panno pulito. Magicamente la macchia di caffè era scomparsa, facendo ritornare il sorriso sulla bella bocca a forma di cuore di Rosalia. Quella fila di denti bianchi illuminavano un viso ben modellato, dai tratti delicati e dalla carnagione chiara, e il giovane che aveva combinato il disastro ne era rimasto affascinato.



-Sono felice che la macchia sia scomparsa, non so proprio come scusarmi -

La voce roca e suadente dello sconosciuto aveva colpito particolarmente Rosalia, ridestando in lei sensazioni che pensava ormai sopite. Dopo la morte della madre, aveva smesso di prestare interesse all’altro sesso. Tutto il suo tempo lo impiegava per curare il padre, scarrozzandolo da una clinica all’altra senza per altro ottenere alcun risultato positivo. Ogni volta rientrava a casa sempre più delusa e amareggiata, con la tentazione di mollare tutto. Suo padre era sempre stato un esempio di forza e caparbietà fino ad allora, eppure dopo l’incidente era totalmente cambiato, sembrava aver perso la voglia di vivere. Cercando di accantonare il dispiacere per la madre, aveva fatto di tutto per ridargli un po di coraggio, ripromettendosi di non mollare sino a che non avrebbe trovato qualcuno in grado di compiere il miracolo.

-Ce l’ha ancora con me? Suvvia da brava, perdoni questo povero disgraziato, altrimenti morirà di crepacuore!-

La faccia contrita del giovane l'aveva distolta da quei pensieri, e questa volta si era lasciata andare a un sorriso.

-A dire il vero non sono certa di poterla perdonare, però ci posso provare, a patto che lei mi offra un altro caffè-

La richiesta era sembrata abbastanza sensata al dottore che, subito, ne aveva approfittato per presentarsi: -Giorgio Casellari, per servirla signorina...?-

-Rosalia Vandati-

-Molto bene Rosalia, immagino che abbia la tentazione di consigliarmi un bravo oculista per essere stato così maldestro. Non la biasimerò di certo per questo, sappia però che ne ha davanti uno in carne ed ossa-

L’espressione sbalordita di Rosalia aveva colto di sorpresa il povero dottore che, ignaro del dramma della giovane, pensò di aver fatto un'altra gaffe.

-Lei è...è un oculista?- disse con voce strozzata.

Laura
 
 
 

Prefazione

Post n°1334 pubblicato il 23 Gennaio 2017 da lascrivana

Finalmente sono riuscita a iniziare un nuovo racconto. Come ben sapete, ogni anno posto un’immagine nel blog, che oltre a essere di buon auspicio, inconsciamente annuncia un cambiamento. Non desidero apparire come una medium, bensì come un contadino che sa che tempo farà in base ai segni del cielo e della terra. L’aver avuto a che fare sin dalla primissima infanzia in nuclei familiari e collegiali con un numero abbastanza alto di persone, ha sviluppato in me una straordinaria sensibilità che mi ha dato la possibilità di sapere che genere di eventi sono in grado di scaturire le persone, in base al loro carattere. Vi prego di non considerare questo scritto presuntuoso: poiché il tempo e le persone hanno confermato più volte la mia convinzione. 

Prendiamo l’immagine bendata della dea della fortuna, quando la postai, non pensavo minimamente che il 2017 mi avrebbe portato miglioramenti alla vista; o perlomeno non era di certo a quello mirato il mio augurio: eppure sentivo che l’immagine aveva qualcosa a che fare anche con i miei occhi. Sensazioni che hanno trovato conferma l’altro ieri. Grazie a questo miglioramento, la mia fantasia ha ripreso a galoppare, dandomi la possibilità di realizzare un nuovo racconto dal titolo “In fondo al tunnel”; una narrazione che marcherà l’importanza della vista. 

 
 
 

Pinocchio 2.0 (Ottavo Capitolo)

Post n°1332 pubblicato il 21 Gennaio 2017 da contastorie1961

Nell’angolo più lontano della cella, Cappellaio Matto spiegò loro cosa avrebbero dovuto fare per uscire da quella difficile situazione.

-Mi sembra una cosa assurda, non ho mai creduto a queste cose!-obiettò Pinocchio.

-Dovete darmi retta, non avete altra scelta-rispose Cappellaio.

Un urlo soffocato, poco distante, li fece voltare tutti. Le mani strette attorno al collo, Lepre Marzolina si contorceva al suolo come fosse stata colpita da qualcosa di terribile.

Il primo a reagire fu Pinocchio che, prontamente, si portò al suo fianco.

-Che ti succede, cos’hai!-chiese spaventato.

-Aria…mi…mi anca l’aria…-rispose Lepre a fatica.

-Chiamate qualcuno!-ordinò l’ex burattino.

Subito, Volpe andò alla porta e cominciò a tempestarla di pugni.

Qualche istante dopo, due soldati fecero irruzione.

-Che succede-ruggì uno di loro.

-Lepre sta male, ha bisogno di aiuto!-

Senza troppi complimenti, i due energumeni spinsero da parte Pinocchio e afferrarono Lepre, quindi la trascinarono fuori.

-Bene-disse Cappellaio Matto una volta che la porta si fu richiusa alle loro spalle.

-Come, bene!-esclamò Pinocchio.

-Quella serpe è d’accordo con loro, ed è per questo che mi sono inventato tutto, avevo bisogno di tempo-rispose soavemente.

Gatto singhiozzò, mentre Volpe guardò Pinocchio con con un’espressione annichilita.

-Non ci capisco più nulla!-

Ma l’ex burattino non l’ascoltava già più, gli occhi fissi su Cappellaio Matto.

-Cosa significa tutto questo?-

-Significa che tra qualche istante Lepre riferirà tutto a Regina, puoi scommetterci-

-Ma a quale scopo!-

-Io e Lepre eravamo inseparabili, poi è arrivato Rocco, ed è cambiato tutto-

-Non mi vorrai dire che Lepre vuole…- ribatté incredulo Pinocchio.

-So che sembra impossibile, ma è così. Lei è l’unica ad essere a conoscenza dei miei poteri, e pretendeva che la trasformassi in una super fica, voleva ammaliare quello stronzo-

Istintivamente, l’ex burattino si toccò laddove aveva vissuto il suo miglior amico.

-Io, ero meglio di lui…-disse a mezza voce.

-Lo so, e potrai tornare a esserlo se mi ascolterai-

-Qual’è il tuo piano quindi, visto che la seduta spiritica di cui parlavi era solo un pretesto- lo incalzò Pinocchio.

-Ti ripeto che l’ho inventata al solo scopo di spaventare Lepre, e mi sembra che la cosa sia riuscita. Le ho fatto credere che, senza di lei, non avrebbe avuto nessuna efficacia. Che servivano cinque persone per formare il cerchio magico, e infatti è stata svelta a fingere il malore. In questo momento stanno pensando che abbiamo le mani legate, e aspettano solo il processo-

Pinocchio sembrava disorientato, tuttavia voleva sapere.

-E allora dimmi cosa devo fare, voglio andarmene da questo posto-

Lisciandosi ancora una volta i baffi, Cappellaio Matto sorrise.

-Sei venuto a cercarmi con uno scopo ben preciso, così come i tuoi due compari. Ma, per esaudire i vostri desideri, voglio qualcosa in cambio-

-Non tirarla troppo per le lunghe, cosa vuoi, parla! -lo incalzò Pinocchio..

-Mi dovrete aiutare a far fuori la Regina, voglio prendere il suo posto-

I tre si guardarono l’un l’altro, poi fu Volpe a parlare.

-C’è solo un piccolo particolare: siamo ancora rinchiusi e guardati a vista-

-E non ci hai ancora detto il tuo vero piano-aggiunse Gatto.

Pinocchio si grattò la testa.

-Scusa, ma non mi torna una cosa. Se possiedi tali poteri, perché non l’hai fatto tu stesso?-

Cappellaio Matto sospirò.

-Avevo appena scoperto la formula magica per agire su di lei, non crediate che sia così semplice. Tu stesso hai avuto la dimostrazione, con Fata Turchina, di quanto possa essere terribile una formula magica sbagliata-

Al ricordo, Pinocchio avvertì un fastidioso formicolio all’altezza dell’inguine.

-Ma ho avuto la pessima idea di confidarlo a Lepre, quando già mi aveva parlato delle sue mire- proseguì Cappellaio Matto.

-Ma se tu avessi fatto fuori Regina avrebbe avuto campo libero. E poi un’altra cosa trovo inspiegabile: se è dalla loro parte, perché non l’ha rivelato? Tu stesso hai detto che solo lei conosce i tuoi poteri-

-Credo lo stia facendo in questo stesso momento, ormai non ha più speranze, La nostra sorte è segnata, e domattina all’alba verremo condannati a morte-

Volpe scattò come una molla.

-Allora verranno subito, non aspetteranno domani!-

-Avremmo potuto tenere Lepre in ostaggio!-rincarò Gatto.

-No. Rocco è un maniaco delle esecuzioni, e Regina rispetterà i tempi. Sono sicuro che Lepre, rivelando i miei poteri, dirà anche che senza il mio libro magico posso fare ben poco-

-E dove si trova?-chiese Pinocchio.

-Ben nascosto nella mia stanza, ed è qui che entrate in gioco voi, se vogliamo salvare la pelle-

Vedendo che l’ex burattino stava per perdere la pazienza, Cappellaio si affrettò a proseguire.

-C’è un passaggio segreto qua dentro,lo scoprii tempo fa e non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno con Lepre. Ma è molto stretto, ne tu ne io ci passeremmo mai e Gatto è cieco, per cui…-

Tutti gli sguardi si posarono su Volpe che, spaventato, sgranò gli occhi.

-Tu sei pazzo, io…io non…-

-Lo farai- disse con estrema calma Pinocchio.

 
 
 

Donne, non più complici...

Post n°1331 pubblicato il 19 Gennaio 2017 da lascrivana

Donne che mentono

che ingannano e non sostengono

Donne fragili e insicure

trascurate e prive di cure

Donne forti e dominanti

cattive, invidiose ed ignoranti

Donne che sognano futuri più gloriosi

abolendo arroganti e boriosi

Donne che sanno farsi del male

per qualcuno che nulla vale

Donne presuntuose

potenti e danarose

Donne piccoline

 e umili formichine.

E' vero siamo varie...  e siamo tante

e abbiamo ancora lo sguardo adorante

quando quel figlio che abbiamo allevato

ci guarda gioioso con il sorriso grato.

Laura

 

 
 
 

Proverbi per vivere.

Post n°1330 pubblicato il 16 Gennaio 2017 da lascrivana

In una delle pagine della Bibbia dedicata ai proverbi, ho letto una frase molto bella che mi ha fatto riflettere.

Ve la ripropongo così ne discutiamo insieme:

Versetto 22 della pagina PROVERBI  14,19,15,33

I progetti scelti senza discussione falliscono; riescono, invece, i deliberati con il consiglio di molti. 

 
 
 

Pinocchio 2.0 (Settimo Capitolo)

Post n°1329 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da contastorie1961

Bassa di statura, in sovrappeso, e con un doppio mento che ballonzolava ad ogni sospiro, la Regina di Cuori li scrutò uno ad uno. Shoccato da quella visione, Pinocchio guardò Rocco chiedendosi una sola cosa: perché?

-E così, alla fine, sei riuscita a trovare degli alleati, non è vero Lepre?-

Cercando di farsi sempre più minuscola, la poveretta cercò di balbettare qualcosa.

-Silenzio!-urlò la regina.

-Sai benissimo che ti avevo vietato di uscire, eppure hai disobbedito-

Infastidito da quella voce gracchiante e stridula, Pinocchio fece un passo in avanti.

-Lei non centra, siamo noi che l’abbiamo obbligata-mentì.

Immediatamente, Rocco gli sferrò un pugno in faccia mandandolo lungo e disteso sul pavimento.

-Devi parlare solo quando ti è ordinato, hai capito sorcio?-

Stordito, l’ex burattino si rialzò e si asciugò il sangue col dorso della mano.

-E tu chi sei?-chiese Regina lanciando uno sguardo d’adorazione verso il suo amante.

-Il mio nome è Pinocchio, e dovrei parlare con Cappellaio Matto-

La donna inclinò il capo di lato, spalancò la bocca e infine scoppiò in una risata sguaiata e sgradevolissima

-Vuo…vuole parlare con…con…-gracchiò, scossa dai continui singhiozzi.

-Non capisco cosa ci trovi di tanto divertente-disse Volpe.

-Per me scoppia-aggiunse Gatto un po troppo forte.

Come poco prima con Pinocchio, Rocco afferrò Gatto per la coda per poi scaraventarlo contro una parete. Subito dopo, agguantò Volpe per il collo e iniziò a stringere con violenza.

-Basta così, Rocco, calmati-intervenne Regina asciugandosi le lacrime.

-Ma mia signora, vi hanno mancato di rispetto!-

-Basta così ho detto-

Pur a malincuore, Rocco lasciò Volpe e fece un leggero inchino.

-Come volete, però volevo dire ch…-

Alzando un braccio, molto simile a un prosciutto, Regina lo zittì nuovamente.

-Subiranno un regolare processo, e siccome hanno un impellente bisogno di parlare con Cappellaio Matto, che siano accontentati. Rinchiudili in cella con lui, ma assicurati che siano sorvegliati a vista, ventiquattr’ore su ventiquattro-quindi si voltò per andarsene.

-E di cosa saremmo accusati?-azzardò Pinocchio.

Regina si fermò.

-Vi siete introdotti nel mio regno senza permesso, ecco il motivo. Il processo si terrà domattina all’alba, e adesso portali via, Rocco, m’è venuta fame-

Poco più tardi, vennero gettati senza tanti complimenti in una cella buia, fredda e puzzolente. Pur acciaccato, Gatto lanciò svariati insulti ai carcerieri mentre Volpe, ancora in debito d’ossigeno, non aveva ancora smesso di tossire. Passandosi un dito sopra il labbro spaccato Pinocchio guardò Lepre, che scosse la testolina.

-Mi dispiace-disse debolmente.

-Anche a me, ma non è colpa tua-la rassicurò.

-E così, vi hanno beccato-

La voce, proveniente dall’angolo più lontano della cella, li fece sobbalzare. Un istante dopo, una figura si materializzò davanti a loro, sorrise.

-Cappellaio Matto, per servirvi-disse accennando un inchino.

Tutti, tranne Lepre, sgranarono gli occhi.

Cappellaio Matto era un uomo basso, forse ancor più di Regina. Completamente calvo, portava un paio di baffetti tenuti alla perfezione ma, cosa che faceva più impressione, era privo di collo. Praticamente, la testa sembrava incassata direttamente nel torace, come se l’uomo fosse caduto da una considerevole altezza atterrando appunto con la testa.

Pinocchio non aveva mai guardato troppo la tv, ma Cappellaio Matto gli ricordò un presentatore di cui non ricordava il nome, un tizio che intervistava persone sopra un palco.

-Si, Cappellaio. Purtroppo abbiamo agito da imprudenti, e io ho sottovalutato Rocco, è tutta colpa mia-disse Lepre.

-Come ti ha appena detto Pinocchio, non devi dire così, è stato il destino-

L’ex burattino lo fissò, sospettoso.

-Come fai a conoscere il mio nome?-

Cappellaio si fece in avanti e gli porse una mano piccola e grassoccia che, come poté appurare stringendola, era anche sudaticcia.

-Io conosco molte cose, e sapevo che sareste venuti a cercarmi. Ognuno di voi ha qualcosa da chiedermi, compresi quei due-disse indicando Gatto e Volpe.

-A proposito, cos’è successo? Pare siano stati investiti da un rullo compressore, e anche tu non sembri molto in forma, forse che quel rullo risponde al nome di Rocco?-

Pinocchio si sorprese che il tizio sapesse tutte queste cose, forse aveva davvero dei poteri magici, però il dubbio non si decideva ad abbandonarlo.

-Ho come il sospetto che avresti potuto fuggire da un momento all’altro da questo posto, perché non l’hai fatto?-chiese.

Cappellaio Matto sorrise e si lisciò i baffi.

-Giusta osservazione, ragazzo, ma la risposta è molto semplice:aspettavo voi-

Pinocchio guardò prima i compari, quindi Lepre, che annuì.

-Per sconfiggere la Regina, cosa che lei ignora, ho bisogno del vostro aiuto,e sapevo benissimo che vi avrebbe messi nella mia cella-proseguì Cappellaio.

-Ma siamo imprigionati e guardati a vista da mezzo esercito, come pensi di riuscirci?-obiettò l’ex burattino.

-Costui è pazzo-intervenne Volpe.

-Da legare!-rincarò Gatto.

-Ascoltatemi bene, e abbiate fiducia in me…-li zittì Cappellaio

 
 
 
 
 

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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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